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Autore: AleDic    28/08/2015    2 recensioni
[5x13 ǀ 448 parole ǀ Implied!Destiel a libera interpretazione]
Un piccolo lampo di luce, senza pretese.
Mary non sapeva perché l’aveva fatto.
Non era mai stata una credente, non nel consueto uso del termine – era cresciuta tra mostri e creature considerate da tutti miti e leggende, e con l’accesa voglia di cambiare vita, nessuno meglio di lei sapeva quanto la fede fosse alla base della vita di ognuno (speranza, amore, famiglia, tutti credevano in qualcosa, che fosse vero o meno contava poco, anche perché a volte il solo fatto di crederci, lo rendeva reale).
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Quinta stagione
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Autore: AleDic
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Introspettivo, Triste, Incalcolabilmente!Malinconico, Slice of life, Terribilmente!Fluff   
Avvertimenti: Spoiler!5x13, Missing moment
Rating: Verde
N/A - Note dell'Autrice: è la mia prima flashfic a dirla tutta, di solito non mi riesce nulla di così corto, ma questa piccolina è venuta fuori tutta da sola, ne aveva tanta voglia immagino e allora la ho accontentata. Anche se tratto un tema delicato, non credo di aver varcato il confine del rating verde – in tal caso, vi prego di farmelo sapere, così lo cambio. Vi invito come sempre a lasciare un commento, mi piacerebbe sapere che ne pensate. Grazie a tutti quelli che leggeranno.

Vostra,

Ale

P.S.: come sempre, l’immagine non mi appartiene, l’ho trovata su Internet.

 

 

What it is and what it is not

 

 



 
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“La fede è la forza della vita. Se l’uomo vive, significa che in qualcosa crede. Se non credesse che bisogna vivere per qualche cosa, egli non vivrebbe. Se non vede e non capisce l’illusorietà del finito, egli crede in questo finito; se capisce l’illusorietà del finito, egli deve credere nell’infinito. Senza la fede non si può vivere”.
(Lev Tolstoj)

 “C’è gente che eredita la fede, come eredita i terreni, il casato, i titoli nobiliari, il denaro, una biblioteca e il castello“.
(Ennio Flaiano)

 “Esprimi un desiderio ma lascialo volare via col vento, lo raccoglierà un angelo, o forse una fata, e lo stringerà al cuore, con quel battito magico vedrai si avvererà”.
(Luana Fruzzetti)

 

 

 

Mary non sapeva perché l’aveva fatto.
Non era mai stata una credente, non nel consueto uso del termine – era cresciuta tra mostri e creature considerate da tutti miti e leggende, e con l’accesa voglia di  cambiare vita, nessuno meglio di lei sapeva quanto la fede fosse alla base della vita di ognuno (speranza, amore, famiglia, tutti credevano in qualcosa, che fosse vero o meno contava poco, anche perché a volte il solo fatto di crederci, lo rendeva reale).

 L’angelo bianco si affacciava sulla culla, le gambe al petto e la testa poggiata alle mani, tra la curiosità e la tenerezza. Le era piaciuto subito, quando l’aveva visto, mentre vagava tra i vari scaffali al mercatino dell’usato. Non sapeva cosa stava cercando finché non l’aveva trovato.
Lei credeva negli angeli?
Be’, perché non avrebbe dovuto crederci?
E, dopotutto, aveva importanza?
Mary aveva visto abbastanza male nella sua vita da non poter credere che non esistesse, da qualche parte, un bene contrapposto - forse erano angeli, forse erano vecchie credenze, forse era solo fede di persone che s’impegnavano ogni giorno a che quel bene fosse realtà.

 

«Non ti sembra un po’ troppo… troppo pensieroso?».
John non lo trovava adatto per un bambino, quelle erano cose da grandi – problemi, ideali, fardelli che quando cresci ti investiranno in pieno, quasi a soffocarti e non se ne andranno mai più (e il bello dell’essere bambini è proprio questo, un unico ideale per tutti, un unico pensiero, un’unica fede: quello che è e quello che non è).
«Io lo trovo carino».
«Se piace a te, allora piace anche a me».
E forse, pensò Mary, loro erano rimasti ancora un po’ bambini, mentre le labbra di John si posarono sulle sue – quello che è, è amore.
Il piccolo Dean si fece sentire, un sussulto nel grembo materno, un assenso, forse, o una richiesta di conferma.
«Va tutto bene, piccolo. Va tutto bene. C’è un angelo che veglia su di te».

 

 
 

Castiel non sapeva nulla di tutto ciò, non sapeva di Mary, in cosa credesse, cosa dicesse a Dean - ma se mai l’avesse saputo, avrebbe detto che quella di Mary era la fede più pura che avesse mai percepito, la preghiera più potente che avesse mai udito (la preghiera d’amore di una madre).
E avrebbe concluso che – forse - era la fede stessa a generare gli eventi, ad essere madre e figlia di se stessa – forse (e solo forse), lui era stato la risposta a quella preghiera, in qualche modo, il risultato di quella fede.
Ed era da quella fede, allora (forse), che era stato iniziato, per accoglierla quando sarebbe arrivato il momento – il momento in cui la fede di persone che s’impegnavano ogni giorno a che quel bene fosse realtà, lo diventasse.

   
 
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