Videogiochi > Mario Bros
Ricorda la storia  |       
Autore: koopafreak    28/08/2015    3 recensioni
Breve long-fic incentrata sulla commedia contorta tra il sovrano delle ombre e l'impacciato acchiappafantasmi del reame.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Luigi, Re Boo
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Danse Macabre - Ouverture

Personaggi: Luigi, Re Boo, Mario (menzionato), Yoshi (menzionato), Toad (menzionato), Daisy (menzionata), Peach (menzionata), Rosalinda (menzionata), Bowser (menzionato), OC.
Genere: Introspettivo, Soprannaturale.
Pairing: Het, Shonen-ai (unilaterale), Crack Pairing.
Note: Nessuna.


Ouverture



« Stanco? »

« Di te? Sempre. » Il tono non fu brusco, ma arrendevole, quasi un mormorio. Per caso era tornato a giocargli qualche altro brutto scherzo?

Il fantasma sfoderò le zanne in un risolino tagliente, nient'affatto piccato dalla risposta. Non che avesse chiesto per premura, bensì soltanto per stuzzicare. « Suvvia, per un paio di gusci blu mi metti il broncio. Ormai dovresti essere avvezzo a questo ed altro. » Si raddrizzò con indifferenza la coroncina più leggera e modesta che usava sfoggiare durante le competizioni su quattro ruote, quella senza la grande ametista incastonata al centro.

Due gusci blu, uno appresso all'altro, che mi sono costati il primo posto. Luigi tirò un sorso di granita alle mandorle dalla cannuccia, leggermente ingobbito sul tavolino occupato da lui solo mentre gli altri concorrenti erano rimontati in sella e partiti verso casa già da un pezzo. Nutriva la ferrea convinzione che lo spirito avesse barato, poiché ricevere ben due volte di seguito lo stesso tipo d'arma dal cubo oggetto magari non era impossibile, ma certo era altamente improbabile in termini matematici. E Re Boo era comunemente noto per la pessima tendenza a giocare sporco anziché per la sua fortuna.

« La tua tenera donzella? » domandò questi tingendo la voce di una dose d'ironia. Daisy non gli piaceva: troppo rumorosa, esuberante e la sua presenza era una distrazione per Luigi.

« Serata per sole donne con Peach e Rosalinda » rispose l'idraulico sbrigativo senza spostare la visiera calata sugli occhi. Mario e Yoshi, rispettivamente primo e secondo gradino del podio, erano già partiti insieme a Toad e compagnia bella per una piccola festicciola tra le mura domestiche. Il fratellino non era proprio in ansia di prendervi parte, attardandosi in uno dei chioschi nei pressi del Circuito di Mario, ora deserto, dove si era tenuta come sempre la cerimonia di premiazione. La strada e i marciapiedi erano ricoperti di un generoso strato di coriandoli variopinti che gli spazzini avrebbero rimosso la mattina seguente, cancellando l'ultima prova della vittoria che purtroppo non era toccata a lui quel giorno.

La sua scarsa collaborazione nel reggere la conversazione non scoraggiò il grosso boo che sorrise smagliantemente alla luce del tardo meriggio, fluttuando sopra l’unica sedia libera come se di fatto intendesse occuparla. « Potremmo concederci un incontro da solo a solo. »

Stavolta l'idraulico si decise a sollevare lo sguardo e non per trasmettere cordialità.

« Coi kart » precisò il fantasma ricambiando la fredda diffidenza di fronte con un ghigno sfrontato. « Una rivincita a tu per tu, che te ne pare? »

« Come se tu avessi corso per vincere, oggi. » Tutte le volte che Luigi si era azzardato a gettare uno sguardo alle spalle durante la gara, si era sempre ritrovato quel sorrisetto irritante puntato addosso. Aveva perso il conto di quanti gusci gli erano stati mitragliati dalla medesima direzione.

« A differenza di voi morituri che vi fate la guerra per una coppa vuota, io corro anche con l'intento di divertirmi » affermò lo spettro adottando un'espressione così savia e vissuta che Luigi rimpianse di non aver portato con sé il suo efficiente Poltergust 5000 per rimuovergliela dalla faccia. « Ti spiace se mi siedo? »

Ammesso che tu riesca a starci su quella seggiolina. « Non ho nulla con cui impedirtelo » disse l'idraulico con un velo di rassegnazione, tuttora di malumore nei confronti del boo che al suo solito non si degnò di recepire il messaggio o, se lo aveva fatto, non ne dava segno. La confidenza ormai instaurata tra i due li rendeva a sguardi estranei una coppia di amici che si stava tranquillamente intrattenendo in ciarle. Luigi era tuttavia ben consapevole della minaccia che l'altro poteva rappresentargli, ma sapeva anche riconoscere quando quest'ultimo aveva intenzioni maligne o solamente voglia di ingannare placidamente il tempo.

Il sovrano si accertò che non vi fossero sguardi indiscreti nei paraggi prima di mantenere la parola e stupire il suo idraulico preferito mostrandosi nelle originarie sembianze: un'abilità padroneggiata soltanto dal più potente tra i boo. Le dimensioni del corpo di ectoplasma si ridussero sin quasi alla grandezza di una testa normale, sotto la quale si diramarono in spirali di fumo le esili membra che pian piano acquisirono nitidezza come una vecchia foto sopravvissuta negli anni. Tutto dello spettro regale non sconfinava dalla scala del grigio fino ad affievolirsi nel bianco cereo della pelle, ad eccezione degli occhi feroci e della lingua bluastra che schernevole faceva capolino tra le labbra, offrendo a malapena una reminiscenza incolore di colui che era stato nella sua vita precedente: senza dubbio di natali aristocratici, a giudicare dall'aspetto raffinato della giacca a due code e del panciotto abbelliti da intarsi elaborati, dai merletti sopraffini del bavero e dei polsini e dai lucidi scarpini col tacco, rendendo un'immagine sbiadita della moda settecentesca.

Il viso tondo come una zucca stonava con la fragilità che quel corpo gracile ispirava, tuttavia il padrone vi si muoveva sicuro a proprio agio, accavallando compostamente le gambe ed appoggiando un braccio sullo schienale per accomodarsi senza staccare le pupille lampeggianti di malizia dal suo interlocutore. Anche la capigliatura non si distanziava molto dallo stile dell'epoca in cui doveva essere deceduto, seppur acconciata in maniera meno estrosa rispetto allo standard, con boccoli argentei che contornavano il viso e una piccola coda di cavallo sulla nuca, tenuta insieme da un nastro. Curiosamente le basette pronunciate ed il ciuffo arricciato dietro la testa ricordavano gli arti e la coda di boo.

Lo spettro poggiò il mento su una mano rivestita di un guanto candido, continuando ostinatamente a fissare l'altro con l'intensità di un micio furbastro in attesa di una reazione del topolino in trappola.

« Perché non giri sempre così? » fu la domanda legittima da parte di Luigi, sentitosi in obbligo di rompere il silenzio che minacciava di impregnarsi d'imbarazzo.

« Sono panni caduti fuori moda da secoli, che figura ci farei? La gente mi darebbe dell'antiquato » obiettò Re Boo con tono indulgente. « Anche se ai miei giorni erano considerati all'ultimo grido. »

Luigi si lasciò dominare dalla curiosità e gettò uno sguardo attento sullo stravagante personaggio che gli permise di studiarlo restando in posa come una scultura di pregio. Aveva letto abbastanza libri per aver consolidato l'ipotesi che un fantasma sapesse riprodurre soltanto l'aspetto in cui aveva esalato l'ultimo respiro, eppure con Re Boo era difficile stabilire con precisione quanti anni potesse aver avuto prima di spirare: di certo era impossibile definirlo anziano, col volto privo dei segni del tempo e quell'atteggiamento pimpante, anzi sembrava addirittura nel fiore dell'età. Inoltre gli abiti erano come nuovi e non vi erano danni o ferite visibili a comprovare la causa della sua dipartita. « Come è successo? » si arrischiò a chiedere l'idraulico, augurandosi di non suonare indiscreto.

« Oh, è stato terribile! » trillò lo spettro lusingato dalla domanda, tanto che il capo fluttuò separato dal resto per un istante provocando un brivido dall'altra parte del tavolo. « Lo sai che sono stato tra i primi eletti ad aver saggiato il soffio della ghigliottina sul collo? Purtroppo non ho goduto di un pubblico alla stregua del Re di Francia, ma è stata comunque una bella esecuzione. Avresti dovuto esserci. Ah, i tempi gloriosi delle decapitazioni » sospirò nostalgico rievocando un flusso di atroci e meravigliosi ricordi. « La lama cade, la testa è tagliata in un batter d'occhio, l'uomo non è più » decantò quelle parole come se fossero pura poesia. « Rimembro ancora gli incessanti lamenti dei tormentati dal vaiolo nell'oblio della notte, il pianto degli sventurati in attesa nelle lorde cellette del loro turno per il boia... Non la finisci, quella? » Si interruppe indicando con interesse il bicchiere mezzo pieno che il proprio ascoltatore aveva lievemente scansato dopo aver perso l'appetito alla macabra rivelazione.

Luigi fece scorrere l'oggetto sulla superficie liscia del tavolino e Re Boo si servì compiaciuto. « Sei un po' troppo impressionabile. Credevo di essere riuscito ad indurire quella scorza molle che ti ritrovi dopo tutte le insidie che ho messo a punto solo per te » lo rimproverò allegramente prima di infilarsi in bocca una cucchiaiata di granita, ostentando un verso di gradimento quasi indecente. Non nascose la propria soddisfazione quando Luigi gli arrossì davanti e si movicchiò a disagio sulla sedia, visto che aveva usato lui per primo la posata. Adorava fargli smarrire il suo contegno.

I boo cessavano di subire la schiavitù della fame dal primo giorno di morte, ma ciò non impediva loro di appagare qualche sfizio goloso di tanto in tanto, forse suscettibili ad un'antica nostalgia dei sapori. Re Boo in particolare aveva un debole per i dolci: l'idraulico se ne era accorto quando le liquirizie che aveva l'abitudine di tenere nel taschino della salopette avevano iniziato a sparire per magia tra una corsa coi kart e l'altra, per poi scorgere lo spirito in questione ridacchiare felice con la lingua annerita. Luigi gli aveva già fatto presente che non gliele avrebbe negate se si fosse disturbato a chiedere, ma lo spettro gli aveva risposto sereno che era più divertente così. Persino quando era stato l'idraulico ad offrirgliene una, Re Boo aveva rifiutato quasi con disdegno e dopo qualche minuto Luigi si era accorto di avere una caramella in meno in saccoccia. Ciononostante non aveva smesso di rinnovare le scorte, pazientando di riuscire a coglierlo in flagrante almeno una volta e concludendo l'ultima gara su quattro ruote con la tasca di nuovo svuotata, oltre al bruciore della sconfitta.

« Posso portarvi dell'altro? » Una toad con pois gialli sul capo ed un vezzoso vestitino rosa si appropinquò tentando di dissimulare la propria curiosità verso il bizzarro individuo che sedeva accanto al più riservato dei fratelli Mario, leggendo nel ghigno affilato che le si distese davanti un raccapricciante presentimento che d'istinto la fece arretrare di un passo. Fu solo grazie alla presenza sicura del secondo paladino del regno che la toad mantenne abbastanza sangue freddo per non venir meno, incapace tuttavia di reprimere una certa fretta nell'allontanarsi dopo che lo sconosciuto aveva ordinato la coppa di gelato più costosa sul menu e le aveva strizzato l'occhio riconsegnandole la carta.

« Potresti smetterla, per favore? » lo riprese Luigi a disagio. Sembrava davvero che lo spettro non potesse fare a meno di provocare chiunque a suo tiro.

« Di fare cosa? » si schermì questi con la solita faccia tosta. « Grazie, chérie » disse mellifluo quando venne celermente accontentato, rivolgendo un altro sorriso tutto denti alla toad che intimidita rientrò svelta nel locale restituendo loro la privacy mentre un brivido gelido le risaliva la schiena. « Vuoi favorire? » Sistemò la coppa invitante al centro del tavolo, lasciandogli disponibile il cucchiaino pulito e continuando ad usare l'altro che il giovane gli aveva ceduto, o meglio, del quale lui si era illegittimamente impossessato.

Luigi rifiutò con cortesia, immaginando che qualcuno avrebbe potuto costruirsi strane idee se avesse assistito per caso alla scena in cui loro due si servivano dallo stesso dessert e con Re Boo che si sporgeva verso di lui, comunicando fin troppa affabilità come una scolaretta giuliva.

Ad ogni modo, era già da qualche tempo che questi manifestava una curiosa ricerca di attenzioni e gli si approcciava con nonchalance durante le pause tra le corse coi kart, unica occasione che avevano di rivedersi al di fuori dei loro soliti ruoli: l'uno il grande spettro malvagio che aspirava a stravolgere l'armonia fra le ombre ed i vivi e, l'altro, l'umile acchiappafantasmi in erba ancora alle prese con la propria phasmofobia. Fino ad allora il lugubre sovrano si era limitato a qualche frasetta di circostanza buttata lì, tipo 'Alquanto scialba la concorrenza quest'oggi, nevvéro?' o 'Bowser ha sempre avuto un gusto grossolano per l'arredo', fluttuandosene via senza attendere una replica davanti lo sguardo perplesso di Luigi. Quella era la prima volta che Re Boo pareva essersi deciso ad intraprendere un dialogo da pari a pari, calatosi al livello del mortale paladino fino ad acconsentire di mostrare il suo volto precedente.

« Insisto che ne provi almeno un boccone. Ti fa venir voglia di resuscitare. » Assaporò soddisfatto una seconda cucchiaiata quasi spacciandola per ambrosia divina, tentando di convincere il silenzioso commensale a dargli quel piccolo contentino. « Accettalo come un pegno di scusa da parte mia per aver ostacolato le tue ambizioni di gloria durante la corsa di oggi. »

Luigi gettò un'occhiata alla coppa. Proprio a forma di cuore doveva sceglierla?, rifletté leggermente a disagio. Si girò intorno guardingo per assicurarsi che nessuno li stesse spiando dalla finestra del locale, prima di afferrare il cucchiaino intoccato e scavare nella zona opposta dove il fantasma si stava abbuffando.

« Questa sì che è una coppa per cui correrei volentieri » asserì convinto Re Boo, sporgendo la punta della lingua a un angolo della bocca con fare spiritoso. Gli occhi profondi dello spettro baluginarono vittoriosi scorgendo un sorrisetto affiorare di fronte. Aveva scoperto che gli piaceva osservare Luigi mangiare: quando qualcosa gli garbava particolarmente aveva un'espressione così serena e soddisfatta che il defunto re non finiva mai di trovare adorabile. « È stato un italiano ad inventare il gelato » disse casuale, abbandonando l'amaretto per passare alla crema.

Il giovane fratello Mario sollevò interessato lo sguardo, col cucchiaino tra i denti.

Re Boo cercò di astenersi dal ridacchiare. « Un siciliano, per l'esattezza » cominciò a spiegare senza interrompere la degustazione, tenendo la posata tra l'indice e il pollice ed il mignolo alzato. « Ha aperto un café nel cuore palpitante di Parigi dove si riunivano le menti più argute del XVIII secolo. Voltaire, d'Alembert, Diderot... È stato lì che ho incontrato il dottor Guillotin, col quale ho avuto diletto a indulgere in lunghe, illuminanti chiacchierate. Abbiamo sempre condiviso una certa intesa, malgrado l'opinione pubblica fosse stata distratta dalla sua eccentricità e non ne avesse subito compreso il vero genio. »

Ascoltando rapito stralci di storia di un'esistenza passata, confidatigli cordialmente tra un gusto di gelato e l'altro fino a raschiare il fondo della coppa, Luigi apprese con sommo sbalordimento che non solo Re Boo era stato un assiduo visitatore del suo mondo d'origine, ma ne apprezzava inoltre la cultura e principalmente la dimensione estetica e artistica dell'esperienza umana. Un'ulteriore rivelazione poi lo lasciò a bocca aperta.

« Tu hai conosciuto Luigi XVI? » ripeté affascinato.

Lo spettro fece roteare con indifferenza il cucchiaino tra le dita, come se stessero discutendo di una banalità quotidiana. « Luis le Dernier, sì. Deludente conversatore e di apatica compagnia. La sua consorte, invece, amabile provocatrice e invidiabile maestra del giogo d'azzardo. Le sue feste erano le più sfarzose a cui abbia mai presenziato. » Stabilì che l'espressione esterrefatta dinnanzi meritava un ritratto. « Sono stato anche nella vostra bella Italia » aggiunse con aria sorniona, godendosi il momento esatto in cui la sorpresa del suo gentile pubblico sfociò in entusiasmo.

« Dove, di preciso? » domandò Luigi, ormai incapace di contenere la propria curiosità. Sognava sin da bambino di potersi permettere un viaggio nella terra dei suoi genitori, ma le vincolanti responsabilità nel Regno dei Funghi ed i pochi fondi a disposizione nel conto in banca a New York lo avevano costretto a rettificare la lista delle sue priorità.

« Questa è una storia che riserverò per una volta seguente, se vorrai ancora gradire la compagnia di questo povero boo annoiato. » Lo spettro gli rivolse uno sguardo triste e indifeso, ricordandogli il suo poltercucciolo quando doveva lasciarlo solo a casa per uscire ad attendere agli impegni quotidiani (commissioni, lavandini da sturare, sequestri di principessa, ecc.); peccato per i denti acuminati che rovinavano l'effetto.

Luigi incrociò le braccia dubbioso. « Perché sei così gentile? »

« Come ho già detto: mi annoio. E tu sei un bravo ascoltatore. »

« Chi mi dice che non sia un tranello? »

« Puoi sempre portarti dietro quel tuo aspirapolvere infernale » concesse Re Boo con un sospiro. Detestava immensamente anche solo la vista dell'orrendo marchingegno che aveva il potere di imprigionarlo neppure fosse un misero grumo di sporcizia, ma se era quello il compromesso da scontare per rivedere in privato il suo idraulico preferito...

Questi prese il suo tempo per ponderarvi con attenzione. Per la prima volta, il timido e prudente Luigi parve cedere al brivido della novità. Quel lato imprevedibile dello spettro re aveva ridestato la sua sete di sapere sul mondo inesplorato dei fantasmi che infestavano le lande più tetre del regno. Se Re Boo sembrava accondiscendente a rivelargli dell'altro sulla natura enigmatica dei suoi simili, nonostante la scarsa fiducia che riponeva in quell'insolita tregua, sentiva che scartare a priori tale occasione lo avrebbe portato a rimuginarci in futuro. Oltre a ciò, non lo negò a se stesso, scoprire di più sul suo valido opponente lo allettava. « Stesso posto. Dopo il torneo della settimana prossima. »

« Ad una condizione. » Re Boo drizzò l'indice. « Tutto ciò che ascolterai resterà in confidenza tra noi due. »

Un patto venne dunque stipulato alla debole luce delle prime stelle.

Il lugubre sovrano osservò il giovane accomiatarsi educatamente e lasciare paga e mancia sul tavolino, prima di salire in sella alla sua moto e fare rotta verso casa col sollievo che per allora i festeggiamenti dovevano essere quasi terminati. Re Boo se la prese con molta più calma invece e chiamò la cameriera che non aveva avuto il coraggio di informarli che l'ora di chiusura era stata abbondantemente superata, facendole dolcemente cenno con un dito dopo averla pizzicata a sbirciare dietro le tendine della finestra. « Mi aggrada questo posto. Ho deciso che ci tornerò più spesso » proferì non appena la toad ubbidiente si fu avvicinata con malcelato timore impresso sui lineamenti.

« Grazie, signore. »

Non gli sfuggì la mancanza di entusiasmo nella risposta, ma poco gli importava. « Confido inoltre che di questo incontro, e degli altri che seguiranno, giammai se ne farà parola con anima viva. N'est-ce pas, chérie? »

« Sarò una tomba, signore » giurò la toad sotto il peso di quello sguardo tagliente che la trapassò come una lama gelida.

« In effetti quella sarebbe l'alternativa » ridacchiò il figuro facendole venire la pelle d'oca. « Non sarà un problema prorogare l'orario di apertura di qualche oretta, allora. Non tutti i giorni ovviamente, soltanto quando verrà informata del nostro arrivo. »

La toad deglutì sconfortata, chiedendosi in quale ginepraio si fosse appena cacciata. « No, signore. »

« E per il dessert... »

« Offre la casa. »

« Be', posso dire che la generosità sia la sua seconda qualità migliore, chérie, dopo la piacevolezza della sua presenza. » Il terrificante energumeno scattò in piedi, sfoderando la formidabile dentatura in un ghigno a mezzaluna, e con un gesto elegante del polso le rivolse una leggera riverenza a cui ella ricambiò meccanicamente, piegando le ginocchia come se una mano invisibile le avesse premuto sul capo bulboso.

Quasi collassò sull'aiuola accanto quando questi fu abbastanza lontano da ignorare la perdita di contegno, camminando con allegra baldanza e facendo volteggiare il bastone da passeggio che si era materializzato tra le sue dita, portante una voluminosa ametista incastonata in cima a mo' di pomo.

Re Boo non poteva ritenersi più compiaciuto. Aveva nutrito certezze sin dall'inizio sulla reazione favorevole di Luigi, e che sarebbe bastato svelargli una parte infinitesimale dei suoi segreti per riuscire a persuaderlo. A differenza di tutte le altre creature nel Mondo dei Funghi, il paladino in verde non rifuggiva le insidiose meraviglie di quella che non si poteva definire né morte né vita, ma un limbo perpetuo dove l'esistenza procedeva secondo altre regole e molte delle quali le aveva dettate il re medesimo. Aveva testimoniato in prima persona che il suo degno avversario in fondo ne fosse attratto e, nel momento in cui quest'ultimo aveva adottato il poltercucciolo, aveva accolto un frammento di quell'infinita oscurità nella sua stessa casa.

Confidava pienamente che, con la giusta dose di pazienza e perseveranza, lo avrebbe convinto a passare dalla propria parte, una volta mostratogli quanto infime erano le soddisfazioni che poteva riscuotere dalla vita e quanto grandi i doni che avrebbe potuto offrirgli se soltanto glielo avesse permesso.

Avvertì con fastidio il gelato squagliato sciabordargli dentro a ritmo dei suoi passi. Purtroppo ostentare l'apparenza umana che aveva perduto (assieme alla costanza della tangibilità) richiedeva la dovuta concentrazione, onde evitare che i resti liquefatti del suo spuntino colassero fuori dai vestiti inzaccherando il pavimento. Se ne sarebbe disfatto con discrezione prima di rimontare sul kart: non poteva fare altrimenti, non essendo più in possesso degli organi interni.


Nota d'autrice:

La fissa per questi due non mi passa... aiuto. Sto addirittura covando la malsana idea di scrivere di più su di loro.
Alcuni dettagli significativi in questa one-shot divergono dalla precedente nella quale ho trattato la sfera di Re Boo in maniera decisamente superficiale ed approssimativa, mentre qui ho deciso di attribuirgli un passato e soprattutto offrire una versione meglio approfondita di lui e del suo rapporto con Luigi. Mi ha affascinato molto l'idea che il fantasma possedesse la capacità di riassumere il suo aspetto da vivo e descriverlo è stata la parte dell'intero capitolo in cui mi sono divertita di più.

Riservo i miei doverosi ringraziamenti & un abbraccio virtuale all'utente Lulumiao, per la sua pazienza di beta ogni volta che mi rivolgo a lei e per i suoi preziosi consigli nella stesura della fanfiction.


« Le coteau tombe, la tête est tranchée à la vitesse du regard, l'homme n'est plus. »
J.I. Guillotin


Luigi, Re Boo & tutti i personaggi ivi citati dell'universo dei Mario Bros. © Nintendo


  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: koopafreak