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Autore: applestark    29/08/2015    5 recensioni
Lily Luna Potter frequenta il suo penultimo anno ad Hogwarts, dove, anni prima, è stata smistata nei Serpeverde. Nonostante quella notizia l’abbia da subito sconvolta, ormai si è integrata perfettamente in quell’ambiente. Corre invece l’ultimo anno per Albus Potter, Rose Weasley e Scorpius Malfoy che, spinto dal suo desiderio irrefrenabile di ottenere ciò che più gli è proibito, si avvicina pericolosamente alla piccola Potter.
Nel frattempo, un’oscura minaccia sembra destabilizzare la vita di Malfoy, ed inevitabilmente anche quella di Lily, che nonostante gli avvertimenti dei suoi fratelli, non riesce a non cacciarsi in un guaio.
||New generation|| ScorpiusxLily
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Malfoy, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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XII.

Ciao ragazzi! 
Vorrei ringraziare tutti coloro che leggono questa storia, che l'hanno messa tra i "preferiti" e seguono (siete sempre di più, mi emoziono!). Ma, in modo particolare, mi va di ringraziare le persone che recensiscono, impiegando un po' del loro tempo per farmi conoscere le loro opinioni, i loro pareri, preziosissimi per me. 
A voi mando un mega abbraccio! 
Questo capitolo è pieno di sentimenti, spero di non essere stata troppo sdolcinata ma...quando si tratta di feels, mi lascio un po' prendere ahahahahaha 

buona lettura, 

_stargirl

 
 
Due giorni dopo la Vigilia, gli Auror erano ancora a lavoro per scoprire il “Mistero” della presunta innocenza di Malfoy.
Ancora una volta Harry, Ron ed Hermione erano in quello stanzino grigio del Ministero, con Draco annoiato sulla sua poltrona, braccia incrociate e uno sguardo di sufficienza.
-Dovreste muovervi ad accertare la mia innocenza- si lamentava, ricevendo in risposta delle occhiate in cagnesco di Ronald, mitigate da sguardi comprensivi di Hermione, che stava sempre attenta a non rimanere sola con l’imputato.
-Draco, davvero non hai idea di chi potrebbe averti potuto metterti nei guai? Voglio dire, non hai dei nemici?-
Gli chiese Harry, portandosi una mano sulla fronte, all’altezza della cicatrice.
-Quando sei una persona importante, di nemici, ne hai a bizzeffe- rispose il biondo, risoluto.
-Non posso darti torto… e… insomma, mettiti nei nostri panni. Se non abbiamo almeno una prova a tuo favore, come facciamo a liberarti? Quella delle lettere è la tua scrittura- proseguì Potter, guardando negli occhi Hermione, preoccupata.
-Io credo che dovremmo cercare di capire chi è lo sconosciuto che si è presentato a Scorpius, forse è lui che sta mettendo nei casini Draco-  propose la donna, insistente.
-Ma come, Hermione, se non abbiamo alcun contatto con lui?- fu la domanda retorica del capo Auror, che si lasciò cadere sulla poltrona, dietro la scrivania.
Nessuno parlò per una manciata di minuti, come se tutti stessero profondamente riflettendo, ma poi esordì Ron.
-Perché non mandiamo il ragazzo nella Foresta Proibita? Magari quello lì si trova nei paraggi e…puff! Lo prendiamo!-
-Tu sei matto- commentò immediatamente Draco, scuotendo la testa. –Non metterò mio figlio in pericolo-
-Ma noi andremo con lui, ci apposteremo nei dintorni e non gli succederà niente- incalzò Harry, alzandosi di scatto per rendere più forte la sua esclamazione.
Ma Malfoy continuava a non trovare geniale la proposta di Weasley, ed infatti gli Auror dovettero mettersi a pensare a un altro piano, che tutelasse l’incolumità di chiunque l’avrebbe dovuto effettuare.
 
 
Lily Potter, capelli rossi e legati in una coda disordinata, occhi in preda allo sconforto ed un mucchio di vestiti a circondarla; ce n’erano dappertutto. Sul letto, sul tappeto, sul davanzale, in ogni angolo della stanza.
Rose era occupata quel pomeriggio, Ivy era in vacanza in Scozia e quindi non si sarebbe potuta smaterializzare lì per aiutarla, e lei era disperata. Non sapeva proprio cosa indossare per il suo appuntamento con Scorpius.
Una palla, una di quelle di gomma babbane, colpì il vetro della sua camera, facendolo tremare, e un grido provenne dal giardino di casa Potter.
Sbuffò, visto che i suoi fratelli non facevano altro da praticamente due ore. Quidditch, Quidditch, Quidditch. Esisteva solo quello per loro, che adesso si stavano divertendo con Teddy ad infastidire il suo già fastidioso pomeriggio.
Ginny ovviamente non li avrebbe mai e poi mai richiamati, lei adorava quello sport.
Ecco che, a piccoli passi, fu proprio quest’ultima a comparire sull’uscio della porta.
I capelli identici a quelli della figlia, anche legati allo stesso modo, ed un sorriso appena accennato in volto.
-E’ così difficile dover uscire con un Malfoy?- commentò ironica, andandosi a sedere sul letto di Lily.
-Mamma, ancora più difficile che uscire con il prescelto- ribatté la ragazza, facendole un occhiolino.
-Non posso darti torto. Ad ogni modo, ti serve un po’ di aiuto qui?-
-Niente si addice a me, oggi- sbuffò Lily, alzando lo sguardo per incontrare gli occhi castano chiaro della madre.
-Allora lascia che ti proponga io qualcosa-
-Avevo pensato a quello- la interruppe, indicando un abito nero a maniche lunghe, appeso ad una gruccia alla maniglia della porta.
Ginny non riuscì a trattenere una risata.
-Dimmi un po’, vuoi somigliare a sua madre?- commentò scherzosa, riferendosi ad Astoria Greengrass.
A Lily ci volle un attimo per capire quella battuta, ma poi iniziò a ridere fragorosamente. In effetti, la mamma di Scorpius era quasi sempre vestita in quel modo, da Morticia Adams.
-Allora, io dico che dovresti mettere questa bella minigonna bordeaux, con quel maglioncino panna…e…. delle calze velate nere- concluse la rossa più grande, picchiettando con le dita sulla spalla della figlia.
-Credo… credo che tu abbia ragione. Oh grazie mamma!- si lasciò sfuggire quella dichiarazione d’affetto, e le soffiò persino un bacio.
Quell’appuntamento la faceva sentire assolutamente troppo euforica, così pensò bene di andare a farsi un bel bagno.
-Dov’è che andate?- le chiese Ginevra, mentre la figlia si alzava per dirigersi nell’altra stanza.
-In un posto babbano, a Trafalgar Square. Credo proprio che Scorpius abbia bisogno di non pensare alla sua travagliata vita da mago-
-Sono d’accordo, allora a dopo per i capelli- le propose la donna, facendole un sorriso smagliante.
Lily ne fu contenta. Se la mamma le avesse sistemato i capelli, in quel modo che faceva lei, allora sarebbe stata carina.
Ed in effetti così fu.
 
Un’ora dopo, nella sua camera, con addosso una vestaglia lilla, Ginny era alle prese con la chioma rossa di Lily.
Avevano provato a farle dei boccoli con un ferro per capelli, oggetto babbano che le aveva regalato Hermione, ma poi lasciarono che fosse la bacchetta di Lily a fare tutto.
Ed ecco dei capelli stupendi, da fare invidia a Raperonzolo.
-Mentre ti vesti, vado giù…I tuoi fratelli e Ted reclamano la cena-
-Oh, sfamali pure- scherzò, mentre la madre chiudeva la porta alle sue spalle.
Lily infilò con cautela le calze, e poi la gonna, attenta a chiudere per bene la zip di lato. Poi ecco che per non rovinare i capelli, lentamente, metteva il maglioncino. Si diede un’occhiata allo specchio, e sorrise, si sentiva a suo agio.
-Accio stivali- sussurrò, stringendo la bacchetta di biancospino* tra le mani.
Si alzò dal letto, e scavò nel cassetto dell’armadio alla ricerca di una borsetta nera in pelle, piccola e carina, si abbinava perfettamente al suo outfit.
Prese del profumo all’Ibisco e se ne spruzzò un po’ sul collo, poi uscì dalla stanza, e si diresse in cucina.
La scena che trovò fu sorprendente. Ginny alle prese con la cena, James, Albus e Ted come ai vecchi tempi, stravaccati sul divano a chiacchierare di cose da ragazzi.
Tuttavia, i passi di Lily fecero voltare tutti e tre verso le scale, dove lei fece capolino, ancora più bella del solito.
Albus le sorrise, esprimendo con la sua timidezza tutta la sua approvazione, James invece fece un piccolo fischio.
-Dici a Malfoy che hai un fratello Auror-
-Quasi- lo corresse Ginny, complimentandosi poi con la figlia.
Lily stava per aprire bocca, ma Ted Lupin si era alzato, per osservarla da vicino.
-Sei, come dire, incantevole- le disse, con un sorriso stupito sulle labbra e i capelli di un fiammeggiante rosso fuoco.
-Ti ringrazio- rispose Lily, abbracciando Teddy in una stretta goffa ma pur sempre sincera.
-Voglio un abbraccio anche io- scherzò Albus, ma Lily andò davvero ad abbracciarlo, scompigliandogli i capelli scuri.
-Allora Lily Potter, sai già le raccomandazioni. Non fare tardi- l’avvertì Ginny e poi le fece cenno di avvicinarsi.
-Vuoi un po’ di polvere volante?-
-Oh no mamma, ti prego! Finirei nel camino dei Malfoy e non mi va- esclamò la ragazza, e dopo gli ultimi saluti, uscì da casa sua.
 
 
Per Scorpius quel Natale non era proprio stato dei migliori. Il glaciale pranzo si era protratto solo per una trentina di minuti, e poi ognuno si era ritirato nella propria stanza, a crogiolarsi nelle sue preoccupazioni; inoltre, quell’anno nemmeno sua nonna Narcissa era andata a fare loro visita, e quindi era stato un giorno di pura desolazione.
Era strana la sua famiglia, lo aveva sempre pensato. Singolarmente, i suoi genitori gli davano tanto affetto, ma insieme, soprattutto negli ultimi anni, non erano questa gran bella coppia di genitori.
Forse solo alle serate di gala  alle quali suo padre partecipava, allora dovevano enfatizzare il loro essere uniti, mostrandosi impeccabili nei loro abiti costosi e, soprattutto, sorridenti.
Quel modo di fare dei suoi genitori a volte lo infastidiva, ma pensava che avrebbe trovato asfissiante anche una famiglia come quella di Lily, in cui tutti hanno sempre qualcosa da dire su cosa fai, con chi stai, dove vai.
Perfetto nel suo soprabito nero, Scorpius era appoggiato al cancello vittoriano della sua villa, ed aspettava che Lily venisse. Per un attimo ebbe il presentimento che non si presentasse, e una certa rabbia si impadronì di lui perché era da tanto tempo che non si vedevano, perché stava passando un momento da schifo e, soprattutto, avrebbe tanto voluto capire cosa erano, loro due; poteva definire Lily Potter, la sua ragazza?
Proprio mentre questo pensiero gli sfiorava la mente, la vide camminare verso di lui, con un cappottino di lana addosso, i capelli appena un po’ ondulati, e un bel sorriso.
-Iniziavo a pensare che mi avessi dato buca- le apostrofò, quando furono vicini, e poté avvertire il dolce profumo di Lily.
-Oh, buona sera anche a te Malfoy! Com’è andato il Natale? A me benissimo- squittì la rossa, ironicamente. Quel ragazzo a volte dimenticava le buone maniere.
-Sei assurda.-
-No, quello sei tu. Ad ogni modo, non ti avrei dato buca, e sai perché? Perché non mi sarei mai persa un appuntamento babbano con Scorpius Malfoy- scherzò, allargando le braccia per poter ricevere un abbraccio.
Il biondo la guardò un attimo confuso, non era propriamente abituato a dimostrazioni d’affetto concrete né ricercava il contatto fisico con le persone,  ma poi avvolse Lily in una stretta, e sorrise, con lei era diverso.
-E dunque questo lo chiami appuntamento?- sottolineò l’ultima parola, ma lei lo allontanò con una spinta scherzosa.
-Perché, tu no?-
-Direi proprio di sì e…presta molta attenzione perché probabilmente questo non si ripeterà- annunciò Scorpius, schiarendosi la voce con un colpetto di tosse.
Lily lo guardò negli occhi, di uno splendido azzurro torbido, quella sera.
-Mi sei mancata, Potter. E, Salazar, sei bellissima- le confessò, quasi come se fosse un segreto da custodire, qualcosa di prezioso; ed infatti, la rossa lo stava ancora scrutando in volto, incapace di poter rispondere; aveva il cuore così in gola che le parole erano rimaste bloccate all’altezza dell’esofago.
Balbettò un “grazie”, e lui rise soddisfatto, era proprio quello l’effetto che adorava avere sulle ragazze, e che l’aveva reso il più desiderato della scuola.
-Ci materializziamo?- le propose, porgendole il suo braccio.
Lily si strinse a lui, poi socchiuse gli occhi e ricordò le tre regole della materializzazione: Determinazione, Decisione, Destinazione.
Con un sorriso, pronunciò: Trafalgar Square.
 
Eccola, la piazza più bella che Londra potesse avere. Luci, colori, un gigantesco albero di Natale, gentilmente offerto dalla Norvegia ogni anno, come aveva raccontato una volta Hermione a sua nipote.
-Wow- commentò Scorpius, guardandosi intorno un po’ confuso. Molto probabilmente, pensò Lily, non era mai stato a Londra per Natale, visto che alla sua famiglia i babbani non andavano molto a genio.
-Visto, è stupendo! Non c’è niente di meglio che Londra, durante le vacanze natalizie- esclamò lei come una bambina, e poi fece una giravolta su se stessa per poter guardare ogni angolo di quella piazza.
Scorpius, che la guardava come se non ci fosse cosa più bella al mondo, allungò la mano verso la sua, per stringerla.
Lily non proferì parola, come se quello fosse il gesto più naturale del mondo,  e si limitò a guardarlo di sottecchi.
-Andiamo a pattinare?- gli propose, curiosa di sapere se sapesse cosa fosse il pattinaggio.
-pattinare?- ripeté, sbalordito.
Aveva le sopracciglia inarcate e la fronte vagamente corrugata, e Lily adorava quella sua espressione, così tanto da volerlo baciare, proprio in quel momento.
-Beh, il pattinaggio è uno sport babbano…bisogna mettere dei pattini, che sono stivali con le rotelle, e provare a camminare sul ghiaccio- spiegò, scrollando le spalle.
Il biondo sorrise, incuriosito. –Si, andiamo a pattinare-
Lily, senza lasciargli la mano nemmeno un attimo, lo guidò verso la pista, poco distante da dove loro erano “atterrati”. Lei non era mai stata brava sui pattini, la migliore era Rose, ma comunque se la cavava, senza cadere.
Era certa che invece Scorpius, elegante com’era in ogni movimento, sarebbe stato bravissimo.
Dieci minuti dopo, erano entrambi seduti su una panchina ad infilarsi i pattini, pronti a scendere in pista al loro turno.
-I babbani sono più intelligenti di quanto pensassi- commentò il biondo all’orecchio della rossa, che annuì.
-Il loro ingegno è magia- proseguì lei, alzandosi ed allungando una mano verso Scorpius, che la afferrò ma fece una smorfia contrariata.
-Non esageriamo- disse altezzoso, ricevendo una gomitata da Lily come risposta.
-Voglio vedere che sai fare- lo provocò, ridacchiando, ma lui, che prendeva le sfide molto sul serio, iniziò a camminare sul ghiaccio, dapprima in maniera decisamente goffa, ma poi in modo più sicuro.
Lily pensò che fosse carinissimo, con quello sguardo concentrato, mentre cercava di addentrarsi verso il centro della pista.
Lei invece, era rimasta con le mani appoggiate al corrimano della recinsione, e si muoveva camminando a piccoli passi.
-Potter, perché non vieni qui?- le chiese lui, agitando la mano per farsi vedere.
-Ehm- balbettò, guardandosi intorno. –Arrivo-
La pista era sommersa di persone di tutte le età, ed un mucchio di ragazzine, agili e con i loro cappellini colorati e lanosi, facevano piroette ed ampie giravolte sui loro pattini, provocando invidia in Lily che, quando decise di muoversi verso Scorpius, cadde platealmente a terra.
Immediatamente le sue guance divennero più rosse dei suoi capelli, e si mise a carponi per potersi alzare in fretta. In qualche falcata, Malfoy la raggiunse, senza riuscire a smettere di ridere.
-Finiscila, ti prego!- lo ammonì Lily, che però al contempo pensava che la sua risata avesse un suono piacevole, che non avrebbe mai smesso di ascoltare.
Così, quando la aiutò a rialzarsi, finì tra le sue braccia, e lo strinse immediatamente, poggiando la testa sul suo petto, respirando il suo buon odore.
-Credevo fossi un’esperta- le sussurrò all’orecchio, per schernirla, ma in tutta risposta Lily gli fece una smorfia.
-Vedo che tu hai imparato benissimo- disse poco dopo, e lui si passò una mano tra i capelli biondi, con superbia.
-Sei insopportabile- continuò la rossa, ma Scorpius non si lasciò scalfire da quel commento, ed anzi intrecciò le dita della sua mano a quelle della ragazza per trascinarla dietro con sé, mentre pattinava con grazia.
 
Quando il loro turno fu finito, Scorpius aveva trovato un nuovo passatempo preferito: il pattinaggio.
-Devo assolutamente rivenirci, dovrò parlarne con Zabini!- aveva esclamato, mentre Lily, divertita lo stava portando a St Paul Street, dove si ergeva la cioccolateria migliore della città.
-Vi ci vedo proprio a voi due a pattinare-
-Tu sei una frana invece- disse il biondo con naturalezza, provocando nella rossa un broncio colossale.
-Sarei disposta a finire ad Azkaban pur di scagliarti contro una Maledizione Cruciatus- borbottò tra i denti, ma lui le prese entrambe le mani tra le sue e si arrestò, proprio di fronte a lei.
-Ehi ehi ehi- mormorò piano, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Il cuore di Lily prese a battere forte, come se lottasse per uscirle dal petto, perché quel ragazzo era, ai suoi occhi, perfetto.
Non avrebbe mai smesso di guardarlo, con il cipiglio divertito, i capelli chiari e gli occhi grandi e chiari. Per quanto a volte non tollerasse la sua arroganza, doveva ammettere che quell’aria gli donasse, e tanto.
-Dovresti chiedermi scusa- gli disse, senza riuscire a trattenere un sorriso.
Lo guardava, e pensava che non poteva essere vero. Stava vivendo sicuramente un sogno, in cui lui, Scorpius Malfoy, il più bel ragazzo del mondo, la teneva per mano per le strade di Londra.
-Sai che non lo farò- fu la sua immediata risposta, seguita da uno spiritoso buffetto sul braccio esile di Lily.
I due ripresero a camminare, in silenzio, un silenzio che però non aveva alcun retroscena di imbarazzo, era anzi intimo, come se si conoscessero da una vita.
Giunti al negozio di cui aveva parlato a lungo Lily, precedentemente, Scorpius fece per frugare nella tasca alla ricerca di galeoni e zellini.
Allora la rossa lo guardò divertita, scuotendo appena la testa. “Oh questi maghi purosangue” pensò, prima di parlare e spiegargli.
-Nel mondo babbano esistono le sterline, quindi tranquillo, faccio io-
Il biondo le rivolse uno sguardo infastidito, e senza parlare entrarono nella cioccolateria.
La pasticciera, che conosceva bene Lily, la salutò in modo affettuoso, mentre quest’ultima sceglieva accuratamente quali deliziosi cioccolatini comprare.
Scorpius era confuso, infatti si limitò ad osservare la sua rossa che, indecisa tra gianduia e caramello, rimase lì impalata per un po’.
-Lily sei così indecisa- commentò, una volta che furono usciti.
-Senti, i cioccolatini sono una questione importante- esclamò stizzita, e poi gli porse un dolcetto a forma circolare, che Scorpius osservò a lungo prima di addentare.
-E’ buono- ammise alla fine, e Lily gli sorrise come soddisfatta.
Andarono a sedersi ad una panchina poco distante, in un piccolo parco ai margini della strada, che dava proprio al London Eye, la fantastica attrazione tanto amata dalla rossa e da sua cugina Rose.
Rimasero lì, la testa di Lily appoggiata alla spalla di Scorpius, e nessuno dei due osò proferire parola. A volte è proprio il silenzio a parlare, esprimendo muti sentimenti che sarebbe impossibile spiegare a parole.
Per quanto Scorpius fosse preoccupato da tutta l’ondata di difficoltà che la sua famiglia stava attraversando, in quel momento non pensava minimamente a quello che sarebbe potuto succedere, perché Lily era vicino a lui e in quel modo tutto sarebbe stato mitigato da quella presenza.
Pensò, forse, che quello era l’amore. Un sentimento che aveva disprezzato, ignorato e messo da parte per tanto tempo e che stava goffamente riaffiorando dentro al suo cuore, come una rosa sbocciata nel deserto.
Sperava che per Lily fosse lo stesso, ed in effetti, lo era.
Dopo un po’, la ragazza spostò lo sguardo su Scorpius, inarcando un sopracciglio.
-Credo di dover tornare a casa o mia madre si preoccupa-
Il biondo annuì, un po’ a malincuore, ma poi accennò un sorriso ironico. –Oh signora Potter non si preoccupi, sua figlia sta arrivando-
Lei accennò una risata, ed insieme si alzarono, si presero per mano e poi in un vortice si ritrovarono al luogo desiderato.
Il silenzioso giardino di casa Potter, con  la neve che formava un strato color panna sull’erba tagliata, e i cespugli colorati da curiosi ciclamini glicine.
-Grazie, Scorpius. E’ stata una serata fantastica- gli disse prontamente Lily, passandosi una mano tra i capelli per sistemarli.
-Già, dovremmo…farlo più spesso- proprose lui, guardandosi intorno come se si sentisse osservato, o peggio, in imbarazzo. Niente era capace di intimidirlo, e pure era convinto che a quella sera mancasse qualcosa.
-Allora buonanotte- concluse la ragazza, con un’aria stranamente agitata, che insospettì Scorpius.
Dal canto suo, Malfoy, avrebbe voluto rispondere al suo saluto, ma sapeva bene che non era così che voleva quella serata si concludesse.
Però si limitava a guardarla, con il suo sguardo tagliente e le iridi in tempesta.
-Beh allora, io vado…- balbettò Lily, e mosse qualche scalpitante passo verso l’entrata di casa.
Contò mentalmente fino a cinque… 1..2..3..4..5..
-Lily, aspetta-
La voce del biondo la colpì come una freccia dietro la nuca, infatti si voltò di scatto e lo trovò ad un passo da lei, con un sorriso da predatore sulle labbra e gli occhi lucenti.
Le posò agilmente la mano sul fianco e poi l’avvicinò a sé, facendo aderire le sue labbra a quelle rosee di Lily.
Fu un bacio dolce ma prepotente, e Lily posò le mani sulle spalle di lui per fare in modo di non crollare a causa di quel contatto enfatico che le faceva tremare le ginocchia, pulsare forte il cuore.
-Notte, Lily.- sussurrò con fermezza Scorpius, allontanandosi appena dalle sue labbra, ma stabilendo comunque un contatto visivo molto deciso, così tanto che le gote della ragazza divennero color porpora.
-Notte- ripeté, quasi a se stessa, ma prima di andare, si alzò sulle punte per baciare con delicatezza le labbra sottili del biondo davanti a lei, che le sorrise sghembo, soddisfatto di quel gesto.
-Credo proprio che tu…- iniziò a parlare, schiarendosi la voce con un colpetto di tosse. –che tu adesso sia, la mia Potter.-
Lily dapprima accennò una risata cristallina, poi lo osservò con aria ironicamente offesa. –Io appartengo solo a me stessa, e…-
-Lasciamo le polemiche femministe ad un’altra volta, che ne dici?- la interruppe Scorpius, posando l’indice sotto il mento della rossa, che a quel contatto dimenticò persino ciò che voleva dire.
-Lorcan Scamander deve, come dire, smammare.- aggiunse il biondo, addolcendo lo sguardo mentre baciava sulle fronte la sua splendida ragazza.
 
Lily lo vide scomparire nel buio, e poi, saltellando entrò in casa sussurrando un Alohomora. La luce della cucina era accesa, e seduto sul divano con una tazza fumante tra le mani, trovò Albus, che le sorrise divertito.
-Al! Che ci fai qui?-
-Non riuscivo a dormire, mamma e papà sono fuori con i signori Longbottom e James e Teddy dormono beatamente al piano di sopra- spiegò, scrollando le spalle.
La sorella si tolse il cappotto grigio e lo lasciò cadere su una sedia all’entrata, poi si avvicinò a lui con un sorriso.
-E’ stata la serata più bella della mia vita- esclamò con gli occhi brillanti di gioia.
-L’ho notato, cara, l’ho notato- fu la risposta divertita del fratello che, ovviamente, aveva dato un’occhiata in giardino poco prima, e Lily forse lo aveva intuito.
-Beh allora vado a dormire, ciao bello!- annunciò la rossa, scompigliando la chioma scura di Albus e poi saltellando verso le scale, felice come una bambina il giorno di Natale.  
 
  
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