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Autore: Blakie    03/02/2009    12 recensioni
"Il cuore iniziò a battere forte, e inizialmente non riuscii a capire il perché. Pensavo spesso a noi due, a quello che avevamo passato e a ciò che stavamo vivendo, ma non mi era mai successa una cosa del genere… Niente stomaco in subbuglio, niente cuore galoppante. Poi, sentii uno strano formicolio alla bocca dello stomaco, che mi risalì fino alla gola e mi mosse la lingua, come se stessi per dire qualche cosa. Nello stesso istante, il mio cervello produsse un pensiero che mai, prima di quel momento, avevo considerato. Una cosa che per mesi ero stata incapace di pensare, ma che in quel momento avrei voluto dire ad alta voce. Il mio cuore prese il volo.
Jacob, ti amo."

La vicenda è ambientata in New Moon: Bella è saltata dallo scoglio e, quando la storia inizia, è sul
pick-up con Jacob, indecisa se voltare la testa e baciarlo o no. Ma poi, qualcosa in lei cambia e, quando le labbra di Jacob incontrano le sue, prende la decisione sulla quale ha meditato per molto tempo: essere felice con Jake, il suo sole personale.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: New Moon
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- Questa storia fa parte della serie '~ Juliet & Paris' Story' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Eyes On Fire

- Prologo -
Sola


Ero circondata dalla vegetazione, così fitta e opprimente che mi sentivo soffocare. L’agognante avanzare dettato dal desidero di raggiungerlo spingeva avanti le mie gambe senza che io potessi farci nulla. Come fossero scollegate dal cervello.

Sì, perché la mia testa era troppo occupata a pensare a ciò che stava succedendo.
Il mio cuore, che pompava veloce a causa della fatica, mi bruciava, caricandomi di un dolore insostenibile.
Lo avevo perso, e probabilmente per sempre. E di chi era stata la colpa?
Mia, mia, ovviamente mia. Solo e soltanto mia.
Sembravo una vera campionessa, la numero uno nel ferire chi mi amava, passare sopra i sentimenti altrui, senza guardare in faccia nessuno.
Ero disgustata da me stessa.
Pensai con ironia a una situazione piuttosto simile che avevo già vissuto:
un altro addio, in un'altra vita, che in quel momento mi sembrava lontanissima, nonostante ce l’avessi incollata addosso, marchiata a fuoco sulla mia pelle.
Quella volta mi avevano ferito. Questa volta era accaduto l'estatto opposto.
Però il dolore e il senso di perdita c’erano lo stesso. Mi soffocavano.
E la voragine si era spalancata di nuovo, ma la profondità era raddoppiata, così come il dolore che ne conseguiva.
Continuavo a fatica ad avanzare nel verde, invocando il suo nome, disperata.
Alzai il volto verso l’alto, provando immediatamente un freddo pungente, un brivido gelato che mi attraversò da capo a piedi.
Il Sole non c’era.

***

   
 
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