Eyes
On Fire
-
Prologo -
Sola –
Ero
circondata dalla
vegetazione, così fitta e opprimente che mi sentivo
soffocare. L’agognante
avanzare dettato dal desidero di raggiungerlo spingeva avanti le mie
gambe
senza che io potessi farci nulla. Come fossero scollegate dal cervello.
Sì,
perché la mia testa era troppo
occupata a pensare a ciò che stava succedendo.
Il mio cuore, che pompava veloce a causa della fatica, mi bruciava,
caricandomi
di un dolore insostenibile.
Lo avevo perso, e probabilmente per sempre. E di chi
era stata la colpa?
Mia, mia, ovviamente mia. Solo e soltanto mia.
Sembravo una vera campionessa, la numero uno nel ferire chi mi amava,
passare
sopra i sentimenti altrui, senza guardare in faccia nessuno.
Ero disgustata da me stessa.
Pensai con ironia a una situazione piuttosto simile che avevo
già vissuto:
un altro addio, in un'altra vita, che in quel momento mi sembrava
lontanissima,
nonostante ce l’avessi incollata addosso, marchiata a fuoco
sulla mia pelle.
Quella volta mi avevano ferito. Questa volta era accaduto l'estatto opposto.
Però il dolore e il senso di perdita c’erano lo
stesso. Mi soffocavano.
E la voragine si era spalancata di nuovo, ma la profondità
era raddoppiata,
così come il dolore che ne conseguiva.
Continuavo a fatica ad avanzare nel verde, invocando il suo nome,
disperata.
Alzai il volto verso l’alto, provando immediatamente un
freddo pungente, un
brivido gelato che mi attraversò da capo a piedi.
Il Sole non
c’era.
***