Una parola che racchiude un
ecosistema così vasto, eppure così fragile... un
luogo dove nessuno
poteva disturbare un tipo collerico e infuriato come lui.
O
perlomeno lo era quando si trasformava nelle notti di luna
piena. E anche se Remus non lo faceva apposta, diventava quel mostro
che tutti temevano, disseminando il terrore nelle vicinanze. Non
poteva farci niente, non riusciva a controllarsi.
E quando si
avvicinava quella notte da incubo cominciava ad aver paura. Paura di
trasformarsi, paura di avventurarsi al di fuori delle mura sicure di
Hogwars mettendo in pericolo i suoi amici, paura della foresta e dei
suoi misteri.
Ma soprattutto paura di sé stesso.
Si
sentiva... così simile a quella distesa apparentemente
disordinata
di alberi e rocce, buchi e burroni, fiumi e pozze, zone di luce e
zone d'ombra che, a malincuore, aveva imparato a conoscere. Odiava
tutto ciò che rappresentava e odiava sé stesso
per quello che era:
un essere né umano né animale, così
caotico e bestiale nella sua
forma da lupo come era ordinato e preciso nella sua forma umana.
Ma
ciò che lo preoccupava di più -ed era una cosa
che lo affliggeva da
quando i suoi unici amici lo accompagnavano in quella maledettissima
foresta come Animagus per farlo sfogare meglio- era che, pian piano
che passavano i mesi, insieme alla paura e all'odio si stava
sviluppando una voglia strana e selvaggia, come il giorno dopo la
trasformazione era fortissima e scemava poi con rapidità: la
voglia
irrazionale di tornare ad essere lupo e correre ancora una volta sui
sentieri della foresta. Una passione selvaggia frenata solo dalle sue
ambizioni di essere uno studente nella norma, anche se sapeva nel
profondo che non lo sarebbe mai stato.
Ma per quella notte,
quell'unica notte di luna piena, provava qualcosa che non poteva
sentire altrimenti. Correre, correre senza limiti, seguendo le tracce
degli animali selvatici, battere i loro stessi sentieri, immergere le
zampe nei ruscelli, evitare le trappole naturali e i burroni.
Combattere ed avventurarsi in quell'ambiente così diverso
dalla
scuola insieme ai suoi amici. E di colpo tutto cambiava.
Ma
dopotutto, quando si trasformava, si lasciava dietro il quindicenne
trasandato che era e prendeva forma di un lupo ugualmente trasandato,
ma sicuramente più audace.
E la foresta si trasformava con lui.
Dall'ambiente ostile che vedeva da umano diventava improvvisamente un
mondo tutto nuovo, il suo mondo.
Un mondo, una dimensione
in cui non ammetteva nessuno se non i suoi tre amici Animagus.
Felpato, Ramoso, Codaliscia...
Il gruppo più strano di tutta
Hogwarts. Anche in forma animale non avevano gran che in comune,
tranne forse James e Sirius.
Ma anche quella notte, nonostante
tutto, erano con lui. Ringhiando, aveva cominciato a correre dietro
alla figura di quest'ultimo mentre si trasformava in un cagnone
nero.
Le restrizioni della mente già si stavano dissolvendo
insieme ad essa, lasciando posto all'istinto, all'eccitazione e alla
fame di libertà che la sua forma di lupo aveva.
Odiava la
foresta, ma in quell'unica notte provava qualcos'altro ben diverso
dall'odio. Qualcosa che, puntualmente, la mattina dopo si vergognava
di aver provato, sentendosi in colpa di aver trascinato di nuovo i
suoi compagni in un'altra pericolosa avventura e non aver fatto nulla
per impedirlo.
Come non riusciva a impedire loro di maltrattare
quello strano ragazzo, Severus, sebbene non stava simpatico neanche a
lui.
Ecco, da umano si sentiva quasi inutile.
Ma in quella
notte, quell'unica notte del mese dentro alla foresta, finalmente
sentiva qualcosa di diverso dall'inutilità.
Si sentiva
libero.
Libero di vivere quel lato oscuro che tentava sempre di
reprimere.
Odore di terra bagnata.
Le foglie scivolose
sotto le zampe che rendevano sdrucciolevole il terreno.
E poi il
buio, interrotto solo dalle lame argentee della Luna che filtravano
tra il fogliame delle chiome degli alberi.
Più avanti, verso
nord-ovest, si sentiva il gorgoglio di un ruscello di acqua
limpida che scorreva tra le pietre del suo letto.
Sirius alzò il
muso da terra, aprendo la bocca per permettere alla larga lingua
rosata di uscire. Ansimava per la felicità che solo quella
notte
chiara e la foresta gli davano.
Amava la foresta, ma l'amava ancor
di più in quella notte con i suoi amici. Tutta quella calma,
quell'intimità che a Hogwarts non poteva di certo avere. Per
quella
notte nella foresta c'erano solo loro quattro. Solo loro e nessun
altro a disturbarli.
Remus ancora non capiva il valore di
quell'angolo di mondo. Eppure da licantropo doveva saperlo
riconoscere...
Nella sua forma di cane nero guardava con una gioia
quasi infantile il sentiero che gli si profilava davanti invitandolo
a seguirlo.
Una leggera brezza muove le fronde degli alberi,
producendo quella leggera musica che solo il vento che scorre stra le
foglie sa fare.
Un brivido sotto il manto nero, e subito sente i
peli rizzarsi. Quel luogo aveva una magia tutta sua che attendeva
solo di essere scoperta più a fondo.
Perchè Remus non lo voleva
capire? La foresta non era per niente un luogo oscuro e ostile.
Bisognava solo trattarla con rispetto, e diventava una seconda casa.
Era come un grande, lento e vecchio animale: la vita lì
scorreva
molto più lentamente che alla scuola e ogni cosa aveva un
suo senso,
un suo significato. Un tipo particolare di albero cresce solo in
presenza di fiumi e la sua presenza significava acqua in abbondanza,
ampie zone di erba sradicate significava che lì erano
passati dei
cinghiali e un laghetto poteva essere un ottimo posto per cacciare
qualcosa.
Ah, la foresta, piena di segreti e novità da scoprire.
Ormai conoscevano da cima a fondo Hogwarts e cominciavano ad
annoiarsi. Ecco perchè accompagnavano Remus nella foresta.
Oltre che
per fare un favore all'amico, era anche un modo per evadere da quelle
mura di pietra che conoscevano fin troppo. Era una sfida, cominciata
quando decisero di diventare Animagus, impresa assai difficile. Le
trasformazioni potevano finire malissimo, ma era un riechio che erano
disposti ad accettare per Remus.
Ma lui... non capiva ancora bene
il valore di quel posto. Ci vedeva troppo sè stesso. Magari
col
tempo lo apprezzerà...
Un rumore.
Si girò di scatto verso la
direzione da cui era venuto, aveva sentito Ramoso galoppare con
regolarità, seguito dal basso e profondo ringhio di
Lunastorta.
James si fermò a pochi passi dal sentiero, osservandolo con
i suoi
occhi scuri da cervo per poi levare testa indietro, verso il
sentiero. Sirius sentì lo squittio eccitato di Codaliscia,
che si
era sistemato sul dorso di Ramoso. Remus emerse
dall'oscurità
completamente trasformato, con gli occhi gialli da lupo che fremevano
per l'eccitazione, le fauci semiaperte che lasciavano intravedere i
denti aguzzi da lupo.
Si intravedeva la collera per quelle
trasformazioni non volute, ma Sirius aveva compreso già da
tempo che
le loro spedizioni notturne prima nel parco sotto il Platano
Picchiatore -oh, caro vecchio Codaliscia, senza di lui tutto quello
non poteva esistere-per poi passare alla Stamberga Strillante e
poi... poi in quelle foreste.
Sirius si girò dinnanzi a sé e,
con l'entusiasmo tipico di quella situazione, scattò in
avanti e si
mise a correre, certo che i suoi amici lo accompagnassero in quella
nuova avventura notturna.
Autore: Danail
Titolo della fic: Into The Forest
Lunghezza della fic: OneShot (1181 parole)
Pacchetto scelto: Città-Foresta
Personaggi principali: Remus Lupin, Sirius Black
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: nessuno.
Rating: Verde
Note dell’autrice:
Nonostante sia una saga che mi ha appassionata, è da un bel pò che non seguo Harry Potter e tutti i suoi sviluppi dopo i Doni della Morte. Sono entrata nel fandom da pochissimo e... volevo approfittare della cosa per partecipare a questo contest. Bhè, non ho null'altro da dire. Lasciate un commento ^^