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Autore: Alyx    30/08/2015    2 recensioni
La vita di Julie sembrava andare meravigliosamente bene quando improvvisamente tutto si sgretola tra le sue stesse mani. Perde il controllo di quel che le succede intorno, di più ogni secondo che passa, tutto si rovescia, salta in aria, si rompe in tantissimi pezzetti che si ricompongono in maniera così assurda che niente ha più un senso logico. Le persone alle quali voleva bene si allontanano da lei come se avesse una strana malattia che loro soltanto sono in grado di riconoscere. E il suo ultimo anno scolastico si trasforma in un incubo giornaliero che non avrebbe mai potuto immaginare. Ma forse la soluzione a tutto è più vicina di quel che immagina...
*
«Julie…»
«So come mi chiamo, Scorpius.» replico tentando di mantenere un cipiglio serio e freddo. Riley è bravissima in queste cose. Lui mi sbarra repentinamente la strada. Incrocio le braccia sotto il seno, fissandolo.
«Non è colpa mia.» afferma scandendo bene le sillabe.
Sbuffo. «Lo dici tutte le volte.»
«Ma questa volta ho ragione!»
«Dici anche questo tutte le volte.»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo Cinque
 
 
 
Sono passati cinque giorni, sei notti, tredici ore e diciassette minuti scarsi da quando Scorpius ha chiuso quella porta. 
Non ci siamo più parlati da allora. 
Ogni tanto Albus si avvicina con la scusa di battibeccare con Riley, ma non mi sembra più così divertente come prima. Nemmeno le sue battute sembrano più così brillanti. E poi lo so che lo fa per me: per la prima volta in sei anni ho visto quei due parlare diligentemente. Senza urli, strilli, battutine maliziose o minacce. Parlano di noi, ovviamente. 
Ogni minuto che non ci rivolgiamo la parola, diventano più preoccupati. D'altra parte, ci evitiamo come la peste. Facciamo in modo di non rimanere mai soli in una stanza, addirittura preferiamo non vederci affatto: ma non sempre è possibile. D'altra parte frequentiamo lo stesso anno. A pranzo, le rare volte che ci incrociamo ci sediamo ai capi opposti della tavolata e non corriamo mai il pericolo di sostare troppo in Sala Comune. 
In realtà tutto questo mi sta uccidendo: ma non posso fare altrimenti. È stato lui ha tagliarmi fuori dalla sua vita. Lui ha deciso di mentirmi. E a me rimane solo il ricordo del dolce Scorpius dello Specchio. 
Non ci sono più tornata dal giorno dell'incidente. La tentazione è stata enorme, ma non sono così idiota. Rivederlo, lì bello e irraggiungibile, finto, impossibile, mi farebbe troppo male. 
La campanella trilla segnando la fine della mattinata. Pausa pranzo. 
Conosco così bene Scorpius che so le sue abitudini: ha sempre una fame da lupi quando finiscono le lezioni, ma oggi lo vedo uscire dalla classe di Pozioni e andarsene verso i dormitori. Mi lascio sfuggire un sospiro. 
«Dovreste parlare.» mi riprende Riley. 
«Come fai tu con Albus?» le rispondo velenosa. 
Lei alza gli occhi al cielo. «Jul, falla finita.» 
Sono stanca. Sono stanchissima. Ma ho anche una voglia infinita di litigare con qualcuno. Di liberare questo senso di angoscia che mi torce le budella. Piano piano e inesorabilmente. Adocchio dietro la spalla di Riley, il giovane Potter qualche metro dietro di noi: è ancora girato verso la direzione che ha preso Scorpius e la fissa sconsolato. 
È colpa sua. Di Scorpius. È tutta colpa sua. Ci ha rovinati. 
«Anche tu. Dovresti smetterla di fare la sostenuta con Potter.» sibilo più forte del normale, attirando l'attenzione del diretto interessato che si volta incuriosito. «Fai tanto la sprezzante quando ti riempie di attenzioni ma ci muori dietro, non è così?» 
La gente dovrebbe smettere di chiedersi come io sia finita a Serpeverde. 
«Non dire idiozie, Julie. Tappati quella bocca all'istante o finirai col pentirtene.» mi riprende secca ma leggermente più rossa sulle guance Riley.  
Scoppio in una risata amara, da isterica. Un capannello di gente rallenta per seguire la conversazione che si sta scaldando. Idioti. Sono tutti degli idioti. 
Meritano di soffrire. Io lo sto facendo, perché loro non dovrebbero? Li odio. Li odio tutti. E Scorpius. Quando odio Scorpius. 
«Oppure? Magari mi ficchi la lingua in gola come vorresti fare con Potter.» 
Riley è adesso palesemente imbarazzata. Vedo con la coda dell'occhio Albus che tenta di scacciare i curiosi, mentre si avvicina a noi. La mia migliore amica è nell'imbarazzo più totale: un'occasione più unica che rara.
«Julie, abbassa la voce. Ti prego. Non sai quello che dici.» dice tentando di tenere il suo tono da dura.Patetica
«Oh sì che lo so. Benissimo. Andiamo, ammettilo: è con lui che sogni di perdere la verginità?» 
Questo è troppo. Riley mi tira un ceffone da manuale, facendo cadere il silenzio nel corridoio. Albus mi guarda allibito dietro Riley. 
«Vaffanculo, Julie.» sibila la mia migliore amica, tanto piano che persino io faccio fatica a sentirla. Poi si gira per tornarsene ai dormitori. 
Rimane senza fiato quando vede Albus a qualche passo da noi, ma poi tossicchia e cammina velocemente via come se avesse il diavolo alle calcagna, la testa alta tranne di fronte al ragazzo Potter.
«Riley!» la chiama urgente Albus. Poi si gira verso di me. «Ma che fai, Julie?!». Un attimo dopo le corre dietro. 
Io sospiro, mentre riprendo il tragitto per i piani superiori. Non ho fame, ma di certo non me ne torno in Sala Comune dopo quello che ho combinato. 
Sono straordinariamente di buon umore e quando mi passa accanto Lily Potter la saluto allegramente, senza una ragione precisa. Lei mi guarda un attimo scettica e continua per la sua strada. Io anche, come se non avessi fatto niente. Sono consapevole di starmi comportando come una pazza, ma non me ne importa. Non è un mio problema se disturbo in qualche modo gli altri. 
Esco dal portone principale e mi avvio verso il Lago Nero. Sono quasi arrivata, dopo alcune pause meditative per i giardini, quando sento qualcuno urlare verso di me, e purtroppo riconosco la voce fin troppo bene. 
«Mi spieghi qual'è il tuo problema, Julie Moore?!» strilla Scorpius a una decina di metri di distanza. 
Mi stringo nelle spalle. «Io sto proprio bene, adesso.»
Lui marcia verso di me ed io mi giro e mi allontano. Ma lui mi raggiunge e mi afferra per le spalle, obbligandomi a voltarmi verso di lui. 
«Perchè devi prendertela con tutti? Con quelli che non centrano?» 
Scoppio a ridere. 
«Se pensi che facendo così io possa cambiare idea, ti sbagli! Perché Albus e Riley!? Che ti hanno fatto?!» 
Io continuo a ridere come una pazza. «Dio ti prego!» ansimo tra le risate. «Come sei patetico.» 
Mi faccio improvvisamente seria. «Il mio mondo non gira intorno a te, caro Scorpius. Ne a te, ne a Riley, ne ad Albus. Sono libera di fare quel che voglio, per puro divertimento.» 
Lui stringe la presa. «No, per divertimento giochi a Quidditch, a scacchi, leggi un libro. Per divertimento vai a ballare o ad una festa. Non prendi in giro i tuoi migliori amici!» 
Barcollo all'indietro, liberandomi dalla sua presa. «Mi fate tutti schifo.» sibilo minacciosa a poca distanza dal suo viso. Lui chiude gli occhi ed espira. Il suo fiato caldo mi colpisce. Quanto lo odio. 
«Sembri una pazza.»
Rido. «Mi sono solo resa conto che mi devo fidare solo di me stessa. Che i miei amici mi tengono nascoste delle cose importanti. Che posso fare da me, allora! Se non vi piace come cosa, non me ne importa nulla! Fatevele una ragione! Io sono così!» 
Scorpius scuote il capo. «Tu non sei così.»
«Solo perché sono sempre stata diligentemente al mio posto, non vuol dire che io non fossi così già prima.»
«Smettila di ripeterlo.» 
Gli afferro i capelli, prendendogli la testa tra le mani, e mi avvicino al suo viso. Devo farla finita. Con lui. Con tutti. 
«Io sono così.» sillabo piano, poi lo lascio e me ne vado. 
«Tu sei matta, Julie!» mi urla da lontano Scorpius, ma io lo ignoro.
Ho proprio voglia di un bagno caldo. 
 
 
Quando arrivo al bagno dei Prefetti, dopo aver borbottato la parola d'ordine («Grizafico.»), non sono più così sicura che costruire un muro tra me e i miei amici sia la cosa più giusta. 
Mi metto a sedere sul bordo dell'enorme vasca rettangolare al centro della stanza. Sembrano centinaia i rubinetti d'oro incastonati di pietre preziose che la circondano. Lo sguardo mi si posa quasi automaticamente sul quadro che ritrae un'elegante sirena bionda, che dorme e russa come sempre.
Sospiro. 
Ha ragione Scorpius. Io non sono così. 
Trattare male i miei migliori amici, la mia famiglia, va ben oltre il livello di stronzaggine e acidità di qualunque Serpeverde nella media. Ed io sono sempre stata sotto la media. 
Mi spoglio e poi mi lascio cadere nella vasca calda, sporgendomi poi per aprire qualche rubinetto a caso. Il silenzio viene rotto dal getto di acqua e sapone che ne esce, svegliando la sirena che smette di russare. Gioco distrattamente con le bolle di schiuma che galleggia sulla superficie. Da quando tutto si è complicato così? 
Me lo chiedo ancora e ancora, per l'ennesima volta questa settimana, ma ovviamente non trovo una risposta soddisfacente. Colpisco arrabbiata e frustrata la superficie, schizzando acqua dappertutto e mi affretto a uscire. Mi avvolgo in uno dei morbidi asciugamani impilati lì accanto e mi rannicchio in un angolo al caldo, nascondendo il viso tre le braccia. 
Sono stufa di questa situazione. Sono abituata a contare sui miei amici, su Scorpius in particolare, e all'improvviso mi trovo da sola, consapevole di essermi scavata la fossa. 
Sussulto quando la porta del bagno si apre portando dentro un pezzo di discorso. Riconosco all'istante la voce di Albus, nonostante rimbombi roca nella stanza. 
«La situazione sta degenerando, Scorpius. Non puoi continuare a startene lì ad aspettare che ti passi.»
I due ragazzi entrano e non si accorgono di me, anche se mi affretto a nascondermi ancora di più dietro le panche dello spogliatoio. Prego che non notino i miei vestiti appallottolati dall'altro lato della vasca. 
«Lo so, lo so, Albus. Ma non posso cambiare le cose. Non mi metterò in ridicolo davanti a nessuno, men che meno davanti a Julie.»
«Te e il tuo stupido orgoglio Serpeverde. Per una volta lasciati andare!» un fruscio di vestiti copre i borbottii di Scorpius. Dopo qualche secondo l'acqua di muove coprendo questa volta la voce di Albus.
«Sono venuto qui per staccare e non pensare ai miei problemi. Ti prego, Al.»
Scorpius si immerge e il figlio di Harry Potter poggia la testa al bordo e chiude gli occhi. 
In un battito di ciglia afferro i miei vestiti e sgattaiolo via. Sento Scorpius riemergere e coprire il suono del dipinto che si apre e chiude dentro di me. Mi accorgo di avere gli occhi lucidi e il telo umido avvolto sulle spalle mentre punto al mio dormitorio sperando di non incontrare nessuno nel tragitto. 
 
 
Sto fissando il soffitto, sdraiata sul mio letto da quelle che sembrano ore, ma che potrebbero benissimo essere minuti o giorni. Sento i capelli umidi bagnare lentamente e inesorabilmente le coperte sotto di me, ma lascio perdere. Mi accorgo vagamente di Riley che appoggiata con le braccia conserte allo stipite della porta del bagno mi fissa tra il dubbioso e l'arrendevole.
«La tua coscienza ti ha bussato alla porta del cervello facendoti presente che sei stata una stronza cosmica, Juls?» domanda ironica. 
Io sospiro. «La odio quando fa così. Come se mi portasse fuori a cena nel ristorante più lussuoso di Londra dicendomi di strafogarmi, e poi venisse a presentarmi il conto.»
Riley si avvicina, scuotendo la testa. 
«Non so da dove ti sia venuta fuori questa, ma penso che tu mi debba delle scuse.» esige senza tanti giri di parole. Tipico di Riley. 
«Scusa, Rì. Hai ragione, non avrei dovuto insinuare quelle cose tra te e Potter.» lei sembra compiaciuta. «Non davanti a tutti almeno.»
Non so come abbia fatto a prenderlo così velocemente, ma dopo pochi istanti mi scaraventa un cuscino in faccia. 
«Ahio!» mi lamento, mettendomi a sedere sul letto. «Mi hai fatto male, Riley! Mi hai preso con la cerniera!» 
Lei si avvicina, fissandomi minacciosa da in piedi. «Smettila di fare la bambina, Julie.» poi alza l'indice, il massimo segno di serietà della mia migliore amica. «Mettiamo una cosa in chiaro. Tra me e quel barbaro di Albus Potter non è successo niente, non succede niente, e mai succederà qualcosa.»
Lascio cadere il discorso, ripromettendomi di riprenderlo al più presto. 
«Infatti tu preferivi il fratello maggiore...» la prendo in giro, rinfacciandole la sciocca cotta infantile che si era presa per James Potter al secondo anno. 
Lei fa finta di offendersi. «Sempre meglio lui che Nott.» 
«In quale altra lingua devo dirtelo? Non mi è mai piaciuta quell'ameba di Nott!» mi difendo incrociando le braccia. 
«Certo, e quindi hai solo fatto finta di saltargli addosso alla prima lezione di volo dicendogli di afferrarti se fossi caduta?»
Questo è un colpo basso! «Lo stavo solo sfruttando
Riley si porta le mani sulle guance e piagnucola. «Oh Derek, mi afferri tu se cado da lassù? Vero Derek?» 
«Non ho mai detto così!» protesto ritirandole il cuscino che lei riesce ovviamente a evitare. 
«Sei l'unico in grado di farmi sentire sicura, Derek.» continua lei, trattenendo a malapena le risate. 
«Andiamo! Avevo undici anni! Non sapevo nemmeno cosa stavo dicendo!»
Riley scoppia definitivamente a ridere. «Avresti dovuto vedere la tua faccia in questo momento!» 
«Sei una viscida serpe, brutta...» minaccio quasi sibilando. Non faccio in tempo a finire di offenderla che la porta del dormitorio si spalanca. E devo dire addio a quella parvenza di normalità.
Yasmine Guillard, cacciatrice della squadra, si sporge dentro. «Mi dispiace interrompervi ma Julie... è urgente.»
Guardo interrogativa la mia migliore amica che ha smesso repentinamente di ridere per rimettere la maschera da perfetta studentessa modello, stronza e senza sentimenti. Come sempre. 
Riley mi rivolge uno sguardo appena confuso.
«Cosa succede?» domando alla mia compagna di squadra.
Yasmine prende fiato. «Scorpius. Ti vuole parlare.» 
 
 
 
 
Angolo della scrittrice:
Aloha, chicos. Alice è tornata! 
Dio, non mi ricordavo che questa storia fossi così da psicopatici, ma alla fine sono sempre felice di pubblicarla. Non ho mai preteso che fosse niente di serio, solo un passatempo divertente. Un po' da telenovela spagnolo con tutti questi molla e prendi, ma shhh. 
Spero comunque che gradiate. Beh, ogni tanto serve uno stacco da tutte quelle fanfiction potenti e profonde e ... Si okay. Mi sto consolando da sola. Ahahahah
Mi scuso per il ritardo dell'aggiornamento ma non avevo più connessione da più di un mese a questa parte, quindi arrivo solo ora. 
Sto cercando di concludere la storia coi capitoli che ho scritto e beh, penso saranno solamente una decina circa. Ripeto, nulla di impegnativo. 
Grazie sempre a chi legge, e spero di leggere presto dei vostri commenti. 
Alla prossima!
Alice
 
 
   
 
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