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Autore: magnetism    31/08/2015    3 recensioni
Il primo anno fu indimenticabile: lui era il ragazzo più gentile che lei avesse mai conosciuto. La portava a fare lunghe passeggiate al chiaro di luna sulle morbide spiagge della California. Restavano lì fino al tramonto e, quando i primi raggi di sole coloravano il cielo di rosa e arancio, facevano l'amore, proprio lì, sopra la sabbia.
Sfortunatamente, però, furono indimenticabili anche i successivi tre anni.
Quante volte aveva sentito il forte desiderio di incontrarlo, anche solo per l'ultima volta? L'uomo che l'aveva attirata nella sua pericolosa trappola, l'uomo che amava a tal punto da odiarlo, l'uomo che odiava a tal punto da odiare se stessa
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore dei tacchi a spillo sulla sfalto le ricordavano i momenti in cui ascoltava il ticchettio dell'orologio nell'attesa di vederlo arrivare. Quante volte aveva sentito il forte desiderio di incontrarlo, anche solo per l'ultima volta? L'uomo che l'aveva attirata nella sua pericolosa trappola, l'uomo che amava a tal punto da odiarlo, l'uomo che odiava a tal punto da odiare se stessa.

Lorie, a mezzanotte in punto, si fermò davanti ai cassonetti della spazzatura nella solita strada poco illuminata dai lampioni, troppo distanti l'uno dall'altro. Sistemò i lunghi capelli tinti di nero, si assicurò di avere ben in mostra le gambe, ricoperte da un paio di calze nere a rete, e aspettò.

Diverse macchine passarono davanti a lei senza fermarsi e ci volle più di un'ora prima che qualcuno accostasse e abbassasse il finestrino. Lei, lentamente, si avvicinò e, appoggiandosi all'auto, si chinò verso il primo cliente.

"Ciao, dolcezza" ammiccò l'uomo. Lorie era disgustata  dal suo aspetto: il tale emanava un forte odore di sudore e alcol e la macchina era stracolma di lattine di birra, cartoni di pizza e buste di plastica.

Lei sorrise, quando tutto quello che avrebbe voluto fare era vomitare. Si misero d'accordo sul prezzo che avrebbe dovuto pagare l'uomo, dal momento che richiedeva un servizio completo e in tasca aveva solo 50 dollari.

Lorie sapeva di valere molto di più: passava un sacco di tempo a sistemarsi, a farsi bella e desiderabile, anche se desiderabile stava a dire volgare. Nel suo appartamento, però, era ben fornita di vestiti volgari. Aveva una gran quantità di tanga, che lei stessa trovava incredibilmente scomodi, corpetti in pizzo nero, rosso, fucsia, tacchi a spillo molto più alti di quelli che indossava in quel momento e tante, tantissime ciglia finte. Anche il trucco doveva essere pesante, se voleva attirare l'attenzione.

Non le piaceva affatto doversi conciare in quel modo, ma aveva poca importanza, perchè non era a sè stessa che doveva piacere, ma ai suoi clienti; e se non si vestiva da troia, come avrebbe potuto sfamarsi? Come avrebbe potuto sfamare il piccolo Joe?

Ogni volta che pensava a lui, chiuso in quel miserabile appartamento, tutto solo ad aspettarla, le veniva un nodo alla gola. E faceva male, tanto male. Faceva male ripensare a quanto stupida era stata. Tutto quello che desiderava era tornare indietro nel tempo, cambiare le cose e tornare ad essere una persona, quella che era prima.

In quell'istante, Lorie rammentò com'era cominciato tutto.


Come se stesse ancora vivendo quei momenti, ritornò ad essere la Lorie di 18 anni, felice e ingenua. Stupida.

Stupida perchè, quella sera, nel locale sotto casa sua, accettò una birra da uno sconosciuto. E la mamma glielo aveva sempre detto di non parlare con gli sconosciuti. E a scuola lo ripetevano sempre di non accettare alcun tipo di cortesia da parte di uno sconosciuto. E anche la fiaba di Cappuccetto Rosso lo diceva: era questo il messaggio, no? Non fidarsi degli sconosciuti. Non fidarsi.

Ma Lorie era stanca di ascoltare questi stupidi consigli, voleva godersi la vita. Voleva incontrare un ragazzo, voleva avere delle avventure, voleva ridere e gridare di gioia, voleva baciare, voleva fare l'amore. Per la prima volta.

Voleva amare.

Lei aveva baciato solo un ragazzo, prima d'allora, ed era addirittura stato accidentalmente. Lorie voleva amare, ma aveva paura. Dove l'avrebbe portata l'amore? Non avrebbe mai immaginato che l'avrebbe portata in un altro stato, lontana da casa sua, da coloro che amava, in un quartiere squallido.

Lorie voleva fare l'amore. Non avrebbe mai immaginato che l'avrebbe portata a farsi pagare per fare l'amore.

Ma come avrebbe potuto saperlo, altrimenti?

Si ricordò di quando era seduta sullo sgabello da bar, in quel locale, e faceva tintinnare gli anelli contro il vetro del bicchiere, nell'attesa di veder arrivare il suo gruppo di amici. Di quando quello sconosciuto si sedette vicino a lei e incontrò il suo sguardo. Occhi limpidi, chiari. Erano verdi o azzurri? Non lo capiva, il neon attaccato al soffitto sopra di loro glielo impediva. In un istante, dimenticò tutto. Dimenticò la scuola e il college che dopo qualche mese avrebbe dovuto frequentare. Dimenticò i suoi amici e di essere arrabbiata con loro, per il ritardo. Dimenticò di essere felice.

"Mi chiamo Adam."

Da quel momento in poi, Lorie, avrebbe visto solo lui.

L'avrebbe seguito fuori dal locale, digitando sul telefono ai suoi amici che non sarebbe venuta all'appuntamento, sarebbe salita sulla sua auto e sarebbe andata con lui al parco a fare una lunga passeggiata, sotto la luna. Avrebbe parlato con lui tutta la notte e l'avrebbe baciato e avrebbe sentito il suo cuore battere così forte, come mai l'aveva sentito prima d'ora, e non si sarebbe mai sentita così accesa. Sarebbe tornata a casa solo all'alba e avrebbe fatto arrabbiare i suoi genitori.

Avrebbe passato l'intera estate con lui, provando delle emozioni che non pensava essere in grado di provare. Prima o poi, avrebbe fatto l'amore con lui, non sapendo che avrebbe continuato a farlo per tanto, tanto tempo.  Non sarebbe andata al college, ad agosto, deludendo le aspettative dei genitori.

"Ma Lorie, com' è possibile?" avrebbero detto loro. "Eri così impaziente di andarci! Abbiamo speso una fortuna per te!"

Lorie si sarebbe innervosita e, alzando la voce, avrebbe detto: "Verremo rimborsati, non dovete preoccuparvi di questo."

Ma loro avrebbero insistito, dal momento che desideravano il meglio per la loro figlia. "Cosa farai, altrimenti? Sarà più difficile trovare un lavoro, così... Guarda tuo fratello! Ancora un anno e sarà avvocato! Perchè non prendi esempio da lui?"

E queste parole l'avrebbero fatta arrabbiare ancora di più: "Non capite!" avrebbe urlato. "Perchè non riuscite a capire?"

"Aiutaci a capire, allora!"

Ma a lei non importava più, ormai. Non voleva frequentare nessun college, non voleva diventare un avvocato. Voleva solo stare con Adam ogni secondo della sua vita.

Per quale motivo non era possibile vivere d'amore?

Avrebbero continuato a litigare, finchè lei non si sarebbe chiusa dentro camera sua, a chiave. E a quel punto avrebbe guardato l'ora: 10.54 p.m. Era già tutto pianificato: Adam sarebbe venuto a prenderla alle undici e insieme sarebbero scappati.

Lorie avrebbe aperto lo zaino e infilato più vestiti possibile, poi sarebbe andata in camera dei suoi e avrebbe rubato dalla cassaforte ben cinquemila dollari. Tornando in camera, avrebbe legato lenzuola e coperte tra di loro in modo da formare un qualcosa con cui calarsi dalla sua finestra. L'avrebbe subito visto, appoggiato ad un albero nel vialetto di casa sua, e sarebbe corsa da lui per abbracciarlo. Lui le avrebbe asciugato le lacrime dal viso e, dopo aver dato un ultimo sguardo alla sua cara e vecchia casa, sarebbe salita sulla macchina di Adam e non avrebbe mai più fatto ritorno.




ANGOLO DI SOFIA
Salve a tutti! Allora, come prima cosa, ci tenevo a dirvi che questo è il mio primo tentativo di scrivere una one shot e, infatti, è uscito male. Ho scritto tutto la storia in due o tre giorni e, quando ho finito, mi sono resa conto che sarebbe stato troppo lungo per essere una OS. Così, ne avrei pubblicato un po' per volta, sperando che vi piaccia. Quindi, lasciatemi qualche riga qua sotto, per farmi sapere cosa ne pensate, così da valutare se vale la pena di andare avanti a pubblicare gli altri capitoli. Non dovrebbero essere molti: forse uno, forse due, forse tre. Ma, in ogni caso, scrivetemi qua sotto se la storia vi è piaciuta e volete che continui. Non esitate a scrivere anche critiche: mi servono soprattutto quelle!
Saluti,
Sofia.
   
 
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