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Autore: applestark    31/08/2015    1 recensioni
Una raccolta di tre one shot sulla coppia Neville Longbottom-Hannah Abbott, ambientate tutte nel periodo Natalizio. Perché a Natale sono tutti più buoni e felici, perché tutto è magico e straordinario.
"Got my halo on, I know what I want: it's who I'm with. It's an extraordinary Merry Christmas!"
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hannah Abbott, Neville Paciock | Coppie: Hannah/Neville
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Extraordinary Merry Christmas
 


Ciao a tutti!
So che siamo ancora in estate –per poco-, so che Natale è decisamente lontano, ma è il mio periodo dell’anno preferito e quindi mi sembrava lo scenario perfetto per scrivere di questa coppia che mi piace tanto. Sono dolcissimi e carini, Neville è uno dei miei personaggi preferiti, e spero che a voi piacciano queste one shot.
Dovrebbero essere tre, ma per adesso ecco a voi la prima, al solito se leggete fatemi sapere cosa ne pensate.
 
Tanto amore,
 
_stargirl
 
 
 
Can't you see how this could be? The greatest gift of all! 
It's a very, very, merry, merry Christmas. 
 
 
  1. The greatest gift
 
 
Hannah camminava a passo svelto lungo le strade di Londra, illuminate dalle luci delle decorazioni natalizie. Un insistente profumo di zenzero e cannella, aromi tipici dei biscotti di quel periodo, le pizzicava le narici, provocandole una leggera nausea.
Significava forse quello, aspettare un bambino?  Avere le nausee per ogni cosa?
Era quello che le aveva raccontato Ginny Potter, quando un paio di settimane prima le aveva detto di essere incinta, e la rossa per poco non si metteva a piangere.
Hannah invece era stranamente agitata, probabilmente si trattava solo dell’adrenalina che le causava ogni volta il rientro di suo marito da Hogwarts, per le vacanze di Natale.
Non si vedevano da così tanto tempo, e a lei batteva forse il cuore, mentre procedeva svelta verso King’s Cross.
Come l’avrebbe presa, Neville? Era sicura che ne sarebbe stato felice, ma una parte di lei aspettava comunque con ansia una sua reazione reale, e non quella che si era figurata nella mente. Sarebbe stato dolcissimo, lui, come papà.
Quel pensiero la fece sorridere, tanto da sembrare un’ebete appena arrivata alla stazione. Si strinse nel cappottino di lana grigio, faceva molto freddo ed il vento gelido le aveva congelato la punta del naso, diventato di un rosso scarlatto. Prima di uscire, si era osservata minuziosamente allo specchio, per assicurarsi di essere carina, esfiorandosi la pancia dove di lì a pochi mesi sarebbe cresciuto il suo bambino; era un pensiero che la emozionava tantissimo, e spaventava, allo stesso tempo.
Prese un respiro, per calmarsi, e attraversò con fermezza il muro che divideva il binario nove dal dieci, per trovarsi a un luogo da lei tanto conosciuto e amato.
La nostalgia si impadronì di lei, come sempre quando andava a prendere il marito, da qualche anno professore di Erbologia alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ripensava agli anni passati, alla magia di quel posto, alle persone che avevano reso quell’esperienza fantastica, e, purtroppo, anche al periodo oscuro  della Guerra. Quando avevano perso delle persone care, e con loro, era andata via anche una parte di sé stessi, che sempre sarebbe stata marchiata dalla paura del buio.
Si portò una ciocca di capelli bionda dietro l'orecchio, e iniziò a contare i minuti che la separavano dall’arrivo dell’Espresso, e quindi dal momento in cui avrebbe riabbracciato Neville. Gli mancava tanto, quando non c’era, con la sua sbadataggine e quei modi un po’ goffi, che per lei contribuivano a renderlo ancora più affascinante, e dolce.
Quando udì gli sbuffi del treno, il cuore prese a martellarle nel petto, come al loro primo appuntamento, come quando da ragazzina lo vedeva e non riusciva a rivolgergli la parola, come quando, anni indietro, l’aveva visto essere uno dei leader dell’E.S. in mancanza di Harry.
     E anche Neville, non appena la vide, sorrise felice ed agitò la mano libera dalla sua borsa da professore verso di lei, che ricambiò quello sguardo felice. Aumentarono entrambi il vigore del passo, per accorciare la breve distanza che li divideva, fino a che non finirono uno tra le braccia dell’altra.
-Neville!- esclamò la bionda, affondando la testa nell’incavo del collo del marito e respirando il suo odore così buono.
-Ehi, come stai? Mi sei mancata- le disse all’orecchio, stringendola forte nella sua stretta e lasciandole un piccolo bacio sulla testa.
-Sto bene, anzi benissimo. E tu invece?-
Sciolse l’abbraccio, solo per poterlo guardare negli occhi verdi*, e prendergli la mano tra le sue.
-Anche io, è bello rivederti-
-Sì, hai ragione…allora, andiamo?- disse Hannah, con una nota di agitazione che non sfuggì al marito.
-Sei sicura che sia tutto apposto?-
-Sicura- ripeté la bionda, iniziando a camminare con Neville al suo fianco.
Un bambino, snello e con una chioma ramata e spettinata alzò la mano verso quest’ultimo, sorridente.
-Buone feste, professor Longbottom!-
-A te, John!- rispose Neville, sorridendogli allegro.
Hannah ridacchiò a quella scena tanto carina, e guardò l’uomo al suo fianco con uno sguardo fiero.
Era un eroe, il suo eroe, ed era certa che Hogwarts non avesse mai avuto un insegnante migliore di lui.
-Allora, ci materializziamo?- le domandò, non appena furono usciti dalla stazione di King’s Cross.
-Oh, va bene- rispose Hannah, preparandosi mentalmente a dovergli dare quella notizia, di lì a poco.
Un groviglio di ansia le si formò al centro dello stomaco, come se uno stormo di falene le stesse svolazzando dentro.
Si aggrappò al braccio di Neville, e in un vortice si ritrovarono all’esterno della loro villetta a schiera alla periferia di Londra.
-Casa dolce casa- mormorò Neville, dando un’occhiata al loro giardino, che Hannah aveva cercato di tenere in buone condizioni.
-Sono stata brava?- gli chiese mentre sussurrava un “ Alohomora” alla porta d’entrata.
-Bravissima- si complimentò lui, andandole vicino e baciandole distrattamente le labbra.
Lei sorrise, un po’ tesa, e quando furono entrambi dentro, aiutò Neville a togliersi la giacca beige, che gli dava un’aria da professore trasandato che lei trovava dannatamente affascinante. Poi fece lo stesso con il suo cappottino grigio, che poggiò sul divano.
-C’è qualcosa che non va, Hannah?- chiese con apprensione, raggiungendola accanto al piano cottura, dove si era allontanata furtivamente come se avesse preoccupazione per qualcosa.
-No, no…cioè dovrei dirti una cosa- mormorò, spostandosi i boccoli biondi dietro le orecchie, in un gesto nervoso.
-Allora dimmi, ti ascolto-
Si era posizionato proprio di fronte a lei, le braccia conserte e un’aria indagatrice. Conosceva sua moglie, e sapeva che se si comportava in quel modo…allora qualche notizia importante, o pericolosa, stava per giungergli alle orecchie.
-Allora…noi…cioè io- iniziò, schiarendosi la voce con un colpo di tosse, e roteando lo sguardo intorno alla stanza, evitando gli occhi di Neville.
-Su- la incitò, posandole l’indice sul mento per fare in modo che lo guardasse. Erano tanto vicini, e il suo profumo muschiato le pizzicava le narici, facendole venire voglia di stringerlo, restare tra le sue braccia e basta.
Ma prima, prima doveva dargli quella bella notizia.
-Io sono incinta- disse un attimo dopo, con una semplicità disarmante, che tolse il respiro a Neville, lì davanti a lei.
-Come?- mormorò, con un’espressione strana negli occhi che fece ridacchiare Hannah. Che razza di domanda era, “come”?! Doveva saperlo benissimo, supponeva.
-Aspettiamo un bambino- ripeté, coinvolgendo anche lui in quella che sarebbe stata l’attesa più bella della sua vita.
-Non ci posso credere, io…io sono felicissimo. Oh Godric!- esclamò, questa volta con tono deciso, e si portò le mani sul viso come a tastare che non stesse sognando.
-Anche io lo sono-
-Hannah Abbott- continuò, guardandola nelle iridi azzurre e poi prendendole il volto tra le mani.
-Professor Longbottom- scherzò lei, prima che lui potesse posare le labbra sulle sue, per lasciarle un dolce bacio.
-Ti amo- le sussurrò, accarezzandole la guancia.
-E adesso sono ufficialmente l’uomo più fortunato del mondo- continuò, portando distrattamente la mano sul ventre ancora piatto della giovane donna, che istintivamente sorrise.
-Anche io ti amo- gli rispose, e posò una mano sulla sua nuca per avvicinarlo a sé, e schiudere appena le labbra, baciandolo piano.
-E’ il regalo di Natale migliore  che potessi ricevere- disse Neville, avvolgendo in un abbraccio la donna della sua vita, la sua Hannah, e sorridendo all’immagine di una famiglia felice, che gli era spuntata nella mente.
 
 
 
N o t e:
 
Il titolo di questa raccolta (“Extraordinary Merry Christmas”), è una canzone di Glee, non so se lo conoscete, ma è uno dei miei telefilm preferiti, quindi una frase della canzone starà all’inizio di ogni one shot.
 
*L’asterisco al colore degli occhi è perché in effetti non è definito il colore degli occhi di Neville, magari io mi sbaglio, ma c’è chi dice castani, chi ‘hazel’, chi verdi…  io ho scritto verdi, come quelli di Matthew Lewis, che adoro.
  
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