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Autore: Some of us are human    31/08/2015    1 recensioni
SPOILER BEAUTIFUL CREATURES
Ridley avrebbe dovuto sentirsi bene, completata, in quel locale all’ultima moda di Los Angeles, con un bel fusto accanto e un bacone ricoperto da shottini colmi di vodka.
Era quello che faceva di continuo: ubriacarsi e passare da un ragazzo all’altro.
E, beh, quello che aveva davanti era davvero da ustioni da terzo grado, come avrebbe detto Rinko Mink.
Poteva continuare a negarlo, ma il problema era lui.
[…]
I brividi le danzavano sulla schiena, ma non aveva freddo. Semplicemente avrebbe qualcuno che le cingesse le spalle e l’attirasse a se.
Come quella coppietta infonde all’aereo. […] Due ragazzi addormentati, lei con la testa sul petto di lui.
[…]
Non era detto che lei non potesse farlo, solo che non voleva che nel suo caso qual ragazzo fosse Sam.
[…]
Quello giusto se ne stava a Gatlin.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ridley Duchannes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Avverimenti: Spoiler! Anche questa storia è piena di spoiler, e vi suggerisco di non leggerla se non avete ancora finito la saga.
Numero di parole: 853.
Coppie presenti: La Lethan e la Lidley spero tanto si chiami così

……………………………………………………………………………

Sinceramente non ho tante cose da dire, si insomma quello che è uscito fuori dalla mia mente malata e contorta non mi convince, quindi se avete qualche suggerimento o vi accorgete di qualche errore potete scriverlo nelle recensioni. Vi lascio a questa schifezza.
Ah, e poi adoro le recensioni.

Un modo come un altro per dire:" riempitemi di recensioni!"

 
Questa OS la dedico a nessuno e a tutti, 
a quelli che la stanno leggendo adesso e a chi la leggerà domani,
o forse tra un anno.
A chi è si è svegliato presto e la sta leggendo alle 8 di mattina, 
e a chi, come me, adora la notte ed è rimasto sveglio fino alle 4 per leggere qualcosa.
Sarebbe stupendo se quel qualcosa fosse la mia ff .
La dedico a te, che, forse per caso forse no, stai leggemdo questo aborto.
E infine la dedico a Kira,
che non potrà mai leggere nemmeno la lista degli ingredienti delle sue crocchette.
Ma non importa, perchè io non potrò mai capire quello che mi vuole dire.
Sei un cane davvero stupendo, peccato che puzzi.



 




Tutto questo per te



 
Ridley avrebbe dovuto sentirsi bene, completata, in quel locale all’ultima moda di Los Angeles, con un bel fusto accanto e un bacone ricoperto da shottini colmi di vodka.
Era quello che faceva di continuo: ubriacarsi e passare da un ragazzo all’altro.
E, beh, quello che aveva davanti era davvero da ustioni da terzo grado, come avrebbe detto Rinko Mink.
Poteva continuare a negarlo, ma il problema era lui.
Era stato sempre e solo lui.
Ecco, magari non proprio sempre. Insomma, c’era stata tutta la storia di sua cugina, Lena, di Abraham e company, lei aveva perso i poteri e poi Ethan era morto due volte e tutte e due le volte era ritornato in vita.
Per non parlare di quel demone dallo strano nome che si era impossessato della prof. di Ethan.
La questione era piuttosto complicata, ma adesso non c’era più da preoccuparsi.
Lei poteva continuare a fare la sua vita da cattiva ragazza.
Tuttavia non era quello che voleva.
Non stavolta.
Posò lo shottino solo mezzo vuoto sul bancone, andando a prendere la giacca sull’attaccapanni all’entrata.
Sam si avvicinò e le cinse la vita da dietro, avvicinandola a lui.
“Che c’è Rid? Sei già ubriaca dopo un paio di bicchieri?”
“Lasciami!” gli urlò contro, divincolandosi.
Lui fece qualche passo indietro, sorridendogli perfido e divertito.
“Ti sei innamorata, Rid? La nostra bad girl si è appena presa una cotta!”
“Non è vero!” smentì lei, arrossendo.
Innamorarsi non era da lei.
Non avrebbe mai dovuto innamorarsi.
Mai.
Voleva dire diventare debole.
Lei non poteva permetterselo: apparteneva alle tenebre.
E poi avrebbe perso la sua reputazione.
Eppure nemmeno arrossire era da lei.
Suppongo ci sia una prima volta per tutti.

-
 
Si incamminò per l’aeroporto nervosa, cercando di correre il più velocemente possibile con i tacchi alti.
Poteva anche rinunciare all’essere una specie di squillo, ma non al suo look.
Arrivata davanti al check-in estrasse dalla tasca della giacca di pelle il suo lecca lecca e un foglietto bianco delle dimensioni di un biglietto.
Posò nelle scatole tutti gli oggetti di metallo che aveva con se, ma arrivata davanti al controllore lui la guardò male.
“Mi prendi in giro?! Questo non è un biglietto!”
Ridley estrasse il dolce dalla bustina e lo leccò, dicendo all’uomo: “Guardi bene”.
Lui batté un paio di volte le palpebre e poi le sorrise: ”Mi scusi, è stato un piccolo errore da parte mia. Può passare.”.
Sorrise anche lei.
“Così va meglio”.                                  
 
-

Appoggiò la testa al finestrino dell’aereo.
La testa iniziava a farle davvero male, come se un martello la colpisse ripetutamente.
Bum.
Un secondo.
Due.
E di nuovo Bum.
 
Masticò la gomma alla fragola, facendo finta che quel mal di testa fosse dovuto alla quota e non agli shottini, che in realtà erano ben 7.
I brividi le danzavano sulla schiena, ma non aveva freddo. Semplicemente avrebbe qualcuno che le cingesse le spalle e l’attirasse a se.
Come quella coppietta infonde all’aereo, tre posti dietro di lei, lato destro. Due ragazzi addormentati, lei con la testa sul petto di lui.
Sospirò, malinconica.
Non era detto che lei non potesse farlo, solo che non voleva che nel suo caso qual ragazzo fosse Sam.
O Andrew.
E nemmeno Joshua.
Ne aveva conosciuti talmente tanti e, sinceramente, alcuni erano anche stati carini con lei.
Soltanto che, se lo sentiva, nessuno di loro era quello giusto.
Quello giusto se ne stava a Gatlin, la piccola cittadina sperduta nella carolina del Sud.
“Da Los Angeles a Gatlin, chi l’avrebbe mai detto…”  sussurrò piano.
Chissà, forse questa volta avrebbe preferito le stalle alle stelle.
 
-
 
Ridley rimase impalata, dietri metri davanti al Dar Kin.
Il posto era vuoto e silenzioso.
Quasi vuoto.
Link stava seduto lì, in uno di quei tavoli sporchi, vecchi e spaccati.
Solo.
Completamente solo.
Probabilmente Lena ed Ethan erano andati a farsi una passeggiata, o forse se ne stavano in camera della cugina, con la porta chiusa e le schiene appoggiate al letto.
“Senza dubbio la seconda”.
 
Sembrava… triste.
Triste e depresso.
Rid si fece coraggio, prese il lecca lecca mezzo consumato e lo lanciò via, per poi incamminarsi verso lui.
“Dovevo venire io d te, Link?” gli urlò.
Lui alzò la testa dal tavolo e i suoi occhi parvero accendersi.
Si alzò così in fretta che fece cascare la sedia per terra.
Ridley gli sorrise, più felice che mai.
Link alzo la mano per salutarla, visibilmente in imbarazzo.
“Ehi, Rid. Ciao”
Sempre con il sorriso sul volto, Ridley continuò a urlargli contro: “Oh, Rinko Mink, sai, spettava a te venirmi a trovare a Los Angeles. Ho dovuto prendere un aereo e un paio d’autobus, tutto questo per te.”
Link ricambiò il sorriso.
“Bambola, non sapevo nemmeno dove fossi.” Con il braccio indicò il vecchio bar “E sono sicuro che questo posto sia molto meglio di quello in cui te la spassavi poco tempo fa!”
“Ovvio” rise lei.
Lui si avvicinò, e proprio come succedeva nei film sdolcinati che Rid odiava tanto, le prese il volto tra le mani e poggiò le labbra su quelle di lei.
Con l’unica differenza che questa volta Rid non lo trovò esageratamente sdolcinato.
 
 


 
  
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