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Autore: FigliadiDurin    31/08/2015    1 recensioni
Attenzione:spoiler 3x13!
Will e Hannibal erano ancora aggrappati l'uno all'altro in un abbraccio disperato, perverso e malato. Le loro mani stringevano violentemente l'indumento dell'altro, niente di delicato in quei gesti rabbiosi e dettati da un sentimento spietato e corrosivo.
Misero tentativo di ripresa dopo il finale di Hannibal. Mi raccomando, chi non ha ancora visto l'episodio non legga questa one shot!
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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L'acqua era fredda e il vento accarrezzava la pelle bagnata in una morsa gelida; il sale bruciava le ferite e il mare attirava nelle sue profondità buie ed oscure.
Will e Hannibal erano ancora aggrappati l'uno all'altro in un abbraccio disperato, perverso e malato; i loro respiri pesanti riscaldavano il collo dell'altro in cui ogni tanto appogiavano i denti per scacciare i dolori del coltello e ancora di più quelli del cuore. Cuori accoltellati e brucianti, pieni di passione e rabbia repressa, pieni di desiderio e adrenalina; pieni di tutto e pieni di niente.
Le loro mani si aggrappavano violentemente all'indumento dell'altro, niente di delicato in quei gesti brutali e dettati da un sentimento spietato e corrosivo; si stringevano per non per perdersi in quel l'abisso blu, per non affogare e per non mancare ogni battito del cuore dell'altro. Will sentiva il cuore dell'amato sulla camicia fracida e le sue mani forti artigliargli il fianco in una stretta dolorosa ma rassicurante ed essenziale; Will pensò, facendosi coccolare dal respiro caldo di Hannibal, che in quel momento non sarebbe caduto. Nient'altro, era vuota la sua mente come non lo era mai stata, vuota da complessità e timori; vuota a causa del muro che era appena crollato. Si sistemò meglio tra le braccia di Hannibal beandosi del vuoto e annusando la macchia di sangue sul collo dell'amato non ancora cancellata dall'acqua. Era in pace.


-Dobbiamo disinfettare le ferite.- il sussurro di Hannibal era appena percettibile; la sua voce era calda e il rimbombo la rendeva più rigida, ma nello stesso tempo come più dolce e comprensiva. Will aprì di controvoglia gli occhi accorgendosi solo dopo di averli chiusi ed aver dormito per un lasso di tempo non definito. Cercò la spalla di Hannibal come un bambino indifeso e spaventato cerca la mamma tra la folla; la folla di Will erano i muri di pietra della grotta in cui si erano rintanati, alte ed austere guardie su cui si infrangevano le onde alte del mare in una cacofonia di rumori. Forse era stato il mare stesso a trasportarli in quella insenatura, ma a questo Will non ci pensò; non aveva la forza, né la voglia, né la mente per poterlo fare. Si accocolò tra la spalla nuda dell'amato che si era sfilato la maglietta e con una precisione meticolosa tolto la pallottola dal fianco. Aveva poi bloccato il flusso di sangue con uno straccio umido e salato ricavato dai resti della maglietta.
Hannibal gli passò il dito sulle labbra, sorrise debolmente nel compiere quel gesto che aveva tanto desiderato di fare ma che non ci era mai riuscito. Sorrise ancora più dolcemente lasciandosi cullare dal sorriso timido e pieno d'amore di Will. Decise che quell'immagine avrebbe perseguitato i suoi sogni e lui avrebbe ritratto quell'angelico suono in uno dei suoi disegni; avrebbe sorriso stupidamente ogni volta osservando il foglio. Ascoltò quel sorriso ancora per un minuto scarso e ammirò quelle labbra increspate in un'espressione innocente. Hannibal finalmente possedeva anche il suo corpo oltre la mente.
Passò quello che rimaneva della sua maglietta tra le ferite di Will, sfregò con forza per togliere da quella pelle candida il sangue rappresso. Aveva sempre ammirato quel viso quasi al limite della venerazione; la barba curata e tagliata meticolosamente e i capelli ricci ora disordinati ora acconciati incorniciavano un viso pulito e dai lineamenti delicati. Libero da imperfezioni e pieno di arte riconosceva un Hannibal estasiato. Aveva imparato tra le altre cose a dipendere da quel viso unico e famigliare, che minacciava a denti stretti ogni tanto di riuscire a cambiarlo.
-Questo posto non ci appartiene; desolato ed imprigionato dal mare. Non è libero, Hannibal, e nemmeno cerca di esserlo, si accontenta di quello che è.- Will sussurrò tenendo gli occhi chiusi, la testa gli doleva e fece un grande sforzo nel mettere in fila parole di senso compiuto; ll crollo di ogni barriera aveva provocato in lui il più disastroso degli effetti: era cambiato.
O forse era rimasto lo stesso, scoprendo addirittura qualcosa in più di se stesso.
-Noi adesso siamo liberi.-

Le lenzuola erano di un grezzo cotone che graffiava appena la pelle delicata, di un colore marrone scuro scolorito in alcuni punti, avvolgeva scomodamente i corpi intrecciati dei due assassini. I polpastrelli di Hannibal saggiavano la pelle dell'amato con un tocco sicuro e appassionato, le dita scivolavano sulle ferite in via di cicatrizzazione e le labbra piano succhiavano quelle dell'altro; si scoprì essere dipendente anche da quelle labbra, da sempre così invitanti e proibite nello stesso tempo. Soffiava sulla pelle che aveva leccato per provocare nell'altro lunghi e intensi brividi di gelo.
-Sono sicuro- Will in un sussurro caldo e sensuale arrivò all'orecchio di Hannibal, gli sorrise, le sue mani raggiunsero le coscie dell'altro e le labbra si posarono stavolta castamente sulla guancia dell'amato. Ansimò.
-Che stavolta- il bacio si spostò sull'altra guancia; controllò con tutto se stesso una libera passione sfrenata, si concentrò nel giocare con Hannibal come ormai era abituato da tempo preparandosi poi a perdere. Ma nella libertà c'era la sconfitta? Nel loro gioco di amore si differenziava il vincitore e il vinto? Il muro era crollato; avevano già smesso di giocare.
-Non mi mangerai.- la voce si fece roca mentre le mani carezzavano la barba incolta dell'amato. Il bacio si fece intenso; non era una nuova esperienza baciare quelle labbra carnose e poco morbide, Will già le conosceva. Conosceva tutto di Hannibal, l'aveva sempre saputo ed ormai ne era sicuro. Il bacio si spezzò alla risata che veniva da sotto; I'amante stava ridendo di gusto.
-Non lo avrei mai fatto.- Hannibal invertì le posizioni con un colpo di reni; gli morse la guancia sensualmente e Will rise con lui. Faceva parte di lui, erano una cosa sola.
Will sapeva di dipendere da Hannibal ma non si era mai sentito così libero. Volle gridare, lo fece trionfando sulle catene della mente e sulle macerie del muro. Will era niente e poi era tutto.


Aveva sempre amato il profumo della cipolla che friggeva; non era pungente ma leggero e gradevole. Will si inebriò di quell'odore mormorando frasi sconnesse.
-La cucina è la più grande forma d'arte esistente.- Hannibal gli aveva stretto le braccia intorno ai fianchi, appoggiando il mento sulla sua spalla. Inspirò a fondo il profumo togliendogli il mestolo dalle mani per mescolare la cipolla.
-È un contatto diretto con la natura stessa, è una celebrazione di essa! Un quadro vivo, che vive tra i più sgargianti e incantevoli colori! C'è della meraviglia nel confezionare delle prelibatezze partendo da singoli ed anonimi ingredienti. 'Mangiare serve ad alimentare la vita.'-
Will gli sorrise osservando la disposizione della cipolla sulla padella ammirato ed affascinato.
Erano usciti dal loro rifugio il giorno precedente; non si erano preoccupati di poter essere visti, non importava più ormai. Avevano incontrato un uomo fermo sulla strada con le ruote della macchina sgonfie. Quello aveva chiesto loro balbettante se potevano aiutarlo a cambiare la ruota e Will e Hannibal risposero che sì, erano ben disposti a farlo. La strada era deserta e il sole stava tramontando; Hannibal con un sorriso gioviale strinse forte la mano dell'uomo timido facendosi indicare la posizione della ruota di scorta e chiedendo di seguirlo.
Will rimase appoggiato alla sua macchina, si strinse a sé per alleviare il freddo e guardò la scena dietro l'auto della povera vittima; un sorriso malizioso e sgraziato si dipinse sul suo volto, si ritrovò ad essere intrepidante e indecentemente felice per quello che sarebbe successo a breve. Rise, libero dalle catene dell'etica.
Hannibal tirò un cazzotto sulla guancia destra dell'uomo facendolo cadere a terra inerme e spaventato. Urlò ma quelle urla servirono solo a fare crescere il desiderio in Will e Hannibal.
Il cannibale si inginocchiò per essere alla sua altezza, lo guardò intensamente negli occhi e con entrambe le mani gli spezzò il collo facilmente.
-Uccidere non è una forma d'arte, tutti son capaci di farlo. Quello che riesci a fare con il cadavere lo è.-
Will stesso aveva tagliato la carne nel collo, era la parte più tenera e dolce ed amava la sensazione di sentirla sciogliere in bocca. Hannibal si era occupato del resto del corpo essiccando gran parte di esso.
Will tagliò la carne a cubetti grandi mettendola a rosolare con la cipolla, lo sfrigolio che produsse la carne a contatto con l'olio caldo lo mandò in estasi.
-Brunello di Montalcino; il migliore tra i rossi italiani. Intenso ed asciutto si accompagna alla perfeziona con la carne rossa.- Hannibal stappò la bottiglia di vino versandone un po' in due bicchieri ampi.
-Cogli l'aroma armoniosa Will, è caldo e speziato.- si portò il bicchiere sotto le narici per annusarlo, lo ritrasse compiaciuto e ne bevve un sorso gustandolo lentamente.
Versò dalla bottiglia altro vino sulla carne aspettando l'evaporazione.

-Questo è il nostro incontro più intimo, Will.- Hannibal aveva portato i piatti alla tavola apparecchiata senza eccessivi sfarzi.
-Abbiamo cenato innumerevoli volte insieme, anche quando io sapevo.-
- Con la differenza, Will, che adesso sei felice di sapere.-
-Mi rendi partecipe della tua onirica vita.- Will posò la forchetta sul piatto osservando l'amato a lungo.
-L'ho sempre fatto Will. Solo adesto però, incatenato dalla distruzione, ti sei arreso- non c'era rabbia o ironia nel tono di Hannibal; era una semplice verità.
-Mi sono arreso a te? No. Credo invece di essermi liberato da masse di pensieri superflui. Ed è bellissimo.-




Salve!
Primissima volta sul fandom di Hannibal ed ho una paura enorme.
Insomma il finale di stagione ha distrutto tutti ed io ho voluto rendere "l'addio" ancora più doloroso. Potremmo mai sopravvivere a tutto questo? Credo di no.
È stato proprio il finale a darmi l'ispirazione per scrivere questa one shot; la mia fantasia ha giocato con il finale e spero che questo non si allontani di molto da quello possibile nella serie.
Chiedo perdono non solo per gli errori grammaticali ma anche per quello in cui credo di essere proprio caduta:l'OOC.
Ho paura di aver esagerato con Will in particolare e con l'essenza della Hannigram in sè; chiedo scusa, non era davvero la mia intenzione e se qualcuno è ben disposto a farmi notare i punti in cui proprio non ci siamo ne sarei molto felice.
Grazie mille. Un abbraccio
Francesca
   
 
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