Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Arya Rossa    31/08/2015    3 recensioni
okay, è un'idea abbastanza assurda, ma non scrivevo su Game of thrones da un pezzo e mi mancava, così ho deciso di scrivere questa... cosa: mi sono chiesta, se i personaggi di GoT si ritrovassero nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts?
è tutto ambientato dopo la prima guerra magica ma prima di Harry e ci sono quasi tutti i personaggi di game of thrones ed anche alcuni della storia originale, più un po' di Jon/Ygritte e di Arya/Gendry (le mie OTP) per rendere tutto più... 'alla me'
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters, Jon Snow, Un po' tutti, Ygritte
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Bran era a dir poco stremato. Non solo si trovava in giardino da più di un’ora, ma non aveva neppure fatto colazione e la sera prima per cena aveva mangiato molto poco.
Il sole era alto nel cielo e faceva sembrare quella giornata invernale molto più calda di quanto non sarebbe dovuta essere, o forse erano semplicemente gli effetti della stanchezza a farlo sentire così. Era seduto per terra da pochissimi istanti ma senza alcun dubbio non voleva alzarsi: gli piaceva starsene lì fermo e, soprattutto, non gli andava di andare a lezione di storia della magia, sarebbe stato troppo brutto per davvero con il professore che si ritrovava...
Jojen e Meera Reed stavano litigando proprio come facevano le sue sorelle o come aveva sempre fatto lui con Rickon e, non poteva negare, che si divertiva a vederli così.
“Alzati, devi riprovarci” affermò Jojen avvicinandosi a lui. Dal punto in cui si trovava sembrava molto più grande della sua età.
“Sono stanco, non ne posso più” rispose lui con un orgoglio degno di qualunque grifondoro.
“Non m’importa, devi riprovare. Lo so che consuma molte energie ma devi”
A Bran dava fastidio quel tono da so-tutto-io. “Primo, io non devo fare niente. Secondo, come fai a sapere che ne sono davvero in grado? Insomma, magari ti sbagli. Se fossi ciò che dici tu non credi che avrei dovuto scoprirlo prima?”
“Fidati, sono uno che certe cose semplicemente le sente”
Meera si avvicinò. “Non ha mai sbagliato Bran. È una specie di dono il suo. Per favore ascoltalo”
Aveva un tono molto più dolce rispetto a quello del fratello. Il piccolo Stark decise che con lei avrebbe parlato molto più volentieri e si alzò. “Sì, ma continuo a non capire. Mettiamo pure che voi abbiate ragione, perché volete aiutarmi a sviluppare questo potere? Non riesco a capire!”
“Ed a noi non va di spiegare. È una cosa che dobbiamo fare, chiamalo compito, dovere o anche istinto che ci spinge, ma dobbiamo. E tu devi provarci. Ce la puoi fare, concentrati!”
Il ragazzo sospirò. “Concentrarmi su cosa? Non ho mai fatto una cosa del genere, non so a cosa dovrei pensare! Perché si crede che concentrarsi sia una cosa semplice? Guarda che non lo è per niente! Inoltre voi come fate a sapere come devo fare? Da quello che ho capito non avete questa capacità che sostenete abbia io”
Jojen si passò le mani tra i capelli e fissò la sorella. “Siamo qui da un’ora, considerando il suo atteggiamento sono pronto a scommettere che non si è neppure impegnato”
“Mi sono impegnato! Fidati, altrimenti non sarei così a pezzi!”
Meera sorrise. “Questo è vero” affermò con un’aria un po’ impossibile da descrivere.
“Allora c’è qualcos’altro che sta sbagliando perché dovrebbe esserci riuscito da un pezzo. Dovrebbe essere parte di lui, non capisco perché lo consideri così complicato”
La sorella gli mise le mani sulle spalle tentando di calmare quell’agitazione che, a dire il vero, Bran non capiva. “Jojen, respira. Sai, ti fa bene ogni tanto, o almeno fa bene ai tuoi polmoni. Ci penso io va bene? Tu limitati a rilassarti un po’”
“Sai che sono io l’esperto in queste cose, tu…”
“Ti guardo da molto tempo, so bene cosa devo fare e, non prenderla male, ma credo che urlando così non farai rilassare il nostro amichetto né tantomeno lo aiuterai”
Jojen passò lo sguardo dalla sorella al ragazzino lì accanto e decise di tirare un sospiro ed un sorriso. “Ti concedo un tentativo, altrimenti quando andremo a Mielandia dovrai offrire tu”
Anche Meera ridacchiò. “Offro sempre io e lo sai”
Dopo di che si avvicinò a Bran. Lui era ancora piuttosto scettico e che non avesse fiducia in ciò che doveva fare era piuttosto palese, ma Meera sapeva come risolvere questo punto. “Bran, ascoltami bene. Tu lo sai con precisione cos’è un animagus?”
“Qualcuno in grado di trasformarsi in animale”
“Bene, devi anche sapere che questo potere può essere acquisito e per farlo ci vogliono anni ed una capacità a dir poco immensa”
“E tu credi che io abbia questa capacità?”
“Poco ma sicuro ma, anche se non avessi questo potere immenso, a te non serve! Tu ce l’hai nel sangue. Puoi trasformarti se lo vuoi, in qualunque momento”
“Non ci riesco Meera! È difficile! Non credo affatto di esserne capace”
La ragazza abbassò improvvisamente la voce. “Davvero? Mio fratello sostiene che una notte nel letto ti a visto trasformato per metà però”
“Cosa?”
“Non è vero che non puoi e non è vero che è difficile. Non siamo riusciti a capire qual è il tuo animale, ma una cosa assolutamente certa è che ciò in cui ti trasformi rispecchia la tua personalità quindi se non sai su cosa concentrarti allora concentrati su te stesso. Sai, l’altra volta mentre andavo nell’aula di pozioni ti ho visto fuori da una finestra. Ti stavi arrampicando ed eri almeno a cinquecento metri d’altezza e non sembravi per niente intenzionato a fermarti! Sono rimasta a fissarti per non so quanto tempo non sapendo se chiamare un professore o direttamente il san Mungo, ma una cosa che so è che ad un certo punto la finestra dove mi trovavo mi impediva di guardare più in alto e ti ho totalmente perso di vista”
Si fermò qualche istante per vedere la reazione del ragazzino e sembrò piacergli perché subito riprese il discorso. “Pensa a questo. Chiudi gli occhi, concentrati su un’altezza che non sei mai riuscito a raggiungere ma che vorresti, pensa di farlo sotto forma di animale. Inoltre ricordati che ci sei già riuscito. Durante la notte e mentre eri privo di coscienza, questo è vero, ma sei stato comunque tu”
Meera aveva fatto un immenso discorso in cui, effettivamente, l’aveva solo incoraggiato, ma Bran si sentiva effettivamente molto più sicuro. Inoltre sapere che si era già trasformato…
Doveva assolutamente riuscirci. Iniziò a fare come aveva detto la ragazza e chiuse gli occhi, estraniandosi da tutto ciò che accadeva attorno a lui pensò solamente alle sue arrampicate.
Adorava salire sulle torri. I muretti bassi non erano per lui perché, quando arrivava in cima, non riusciva a vedere nulla: era ancora circondato da muri più alti, da case, dai palazzi… così cercava sempre posti più alti dove andare, in modo da vedere un panorama migliore di quello cittadino.
Più superava i suoi record e più aveva la sensazione di toccare il cielo con un dito. Chi lo sa… magari se fosse riuscito a raggiungere la vetta più alta del mondo ci sarebbe anche riuscito. Inoltre adorava percepire il vento. Più arrivava in alto e più riusciva a sentirlo, bastava quella sensazione a convincerlo ad andare avanti ogni volta.
Non si mise a cronometrare il tempo che passava, ma sta di fatto che quando aprì gli occhi non era più nel suo corpo. Era… un uccello, un corvo più precisamente. Era in alto, stava sbattendo le ali come se da questo dipendesse la sua stessa vita ma, nonostante questo, gli sembrava di star compiendo il movimento più comune del mondo. Come se fosse nato sotto quell’aspetto ed in realtà fosse l’essere umano la sua trasformazione.
Fece molti giri intorno alle varie torri e ad un certo punto si vide costretto a fermarsi per la stanchezza. Entrò in una torre generalmente vuota e si appoggiò ad un mobile vecchio di legno che probabilmente era un vecchio tavolo. Stava per ritrasformarsi in umano quando vide delle persone entrare.
Alla vista dei gemelli Lannister il suo primo istinto fu quello di nascondersi ma poi ricordò che loro non si sarebbero accorti di lui e così rimase fermo. “Quegli imbecilli stanno sempre in mezzo! Sono dei luridi idioti, alcuni addirittura mezzosangue e credono di potermi sconfiggere!” Urlò Cersei prima di scaraventare un libro contro il muro dietro Bran che si vide costretto a cambiare posizione.
Jaime le afferrò le spalle. “Piantala, la maggior parte di loro sono solamente dei ragazzini che si credono più intelligenti di quanto non siano, non ci succederà niente”
“Lo sai vero che dobbiamo avere il controllo della scuola? Senza non riusciremo ad ottenere…”
“Lo so, non voglio neppure immaginare cosa direbbe nostra padre se fallissimo”
“Se fallissimo di nuovo vorrai dire! Devo ricordarti cos’è successo l’ultima volta?”
“No, non devi ricordarmelo…”
“Abbiamo commesso degli omicidi, abbiamo quasi raggiunto il nostro obbiettivo ed alla fine siamo quasi stati scoperti! Chi l’avrebbe detto che quegli auror della famiglia Stark si sarebbero dati tanto da fare per la morte di quello stolto di mio marito?”
“Già, non posso darti torto. Ora che ci penso forse è proprio per questo che sarebbe meglio non sottovalutare la famiglia Stark. Gli altri sono più piccoli rispetto a Robb, Eddard e Cat, ma comunque sono di più, hanno più alleati e… lo so che per te sono solo ragazzini idioti e lo sono anche per me ma sono degli Stark, con tanto di una Targaryen e quei due mezzosangue che disprezzi tanto li hanno aiutati. Meglio sopravvalutarli che fare il contrario”
“Hai detto solamente un attimo fa che non ci succederà niente!” urlò Cersei, come se non si preoccupasse minimamente che qualcuno potesse sentirla.
“Ascoltami, sono riuscito a spiarli durante un incontro e sanno molte più cose di quante tu possa immaginare. Dobbiamo stare attenti”
“Cosa programmi di fare?”
“Dimmelo tu, sei tu qui che da gli ordini” Affermò un Jaime più che scocciato, stanco di doversi sempre sottomettere a ciò che dicevano il padre e Cersei. Per un attimo incrociò gli occhi di Bran, ma anche se il ragazzino perse un battito il professore di difesa contro le arti oscure non ci fece minimamente caso.
“Ucciderli, no? Faremo a pezzi tutti coloro che rappresentano una minaccia e non uno di meno”
“Cosa? Come fai a dire una cosa del genere con tutta questa calma? E che ne dici di nostro fratello Tyrion?”
“Lui non è diventato un nostro alleato e quindi lo considero un nostro nemico”
“Cersei dimmi che stai scherzando!”
“Affatto. Dividi e conquista Jaime. I nostri primi obbiettivi sono quelli principali, uccideremo la piccola Arya Stark e quel mezzosangue di Waters durante il torneo. Dopo aver fatto questo sappiamo benissimo che gli altri saranno distrutti ed a quel punto uccideremo anche loro. Faremo a pezzi il loro piccolo esercito pezzo dopo pezzo. Compresi quei due piccolini… Brandon e Rickon. Non voglio rischiare come l’ultima volta”
“Cosa vuol dire?”
“Che la mela non cade mai troppo lontana dall’albero”
“STAI ESAGERANDO CERSEI! Vuoi uccidere i più piccoli solo per il rischio che un giorno potrebbero scoprirci?”
Lei si scoprì la manica destra dell’abito che indossava mostrando un segno che fece rabbrividire Bran, poi fece lo stesso con la maglietta di Jaime. “Abbiamo un compito, ricordati chi serviamo perché io non ho intenzione di mollare tutto quanto, chiaro?”
Bran aveva sentitò abbastanza e si calò giù dalla torre raggiungendo Meera e Jojen. I due lo guardarono ritornare al suo aspetto normale e poi gli corsero incontro iniziando a riempirlo di complimenti per la sua performance. Bran si concesse un minuto di vera allegria e, quando Meera si allontanò per la seconda ora, prese da parte Jojen. “Perché non mi hai detto che mi hai già visto trasformarmi?” gli chiese
“Cosa?”
“Meera mi ha detto che…”
“Non ti ho mai visto trasformarti”
 Bran rimase in silenzio per vari secondi. “Ma…”
“Mi sa che mia sorella ti ha un po’ preso per il culo lo sai? Beh, almeno ci sei riuscito no?”
 
Arya fissava la scacchiera che aveva davanti come se fosse la cosa più importante della sua vita. Molti pezzi erano alla sua destra, distrutti come in una partita seria agli scacchi dei maghi, ma ce n’erano molti anche davanti a lei e questo voleva dire che mancavano ormai poche mosse alla fine. Dopo altri minuti di titubanza sorrise. “Cavallo in F6. Scacco”
Gendry, davanti a lei, sorrise a sua volta e si rilassò sullo schienale del divano. “Torre in H4. Scacco matto. Vuoi la rivincita milady?”
“Merda!” il sorriso sparì improvvisamente dalla faccia di Arya. “Facciamo due su tre?”
“Ti diverti così tanto ad essere umiliata?”
“Tu inizia a riparare i pezzi che è meglio. È la nostra prima partita a scacchi ed anche nella nostra prima partita quidditch mi hai battuto ricordi? Mi credevi un’impedita ma poi direi che ho recuperato alla grande!”
Gendry sbuffò come se la ragazza gli avesse ripetuto quella frase mille e mille volte. “Come vuoi, come vuoi, però non ho intenzione di rimanere qui finché non vinci quindi facciamo solo due su tre”
A metà della terza partita Jon arrivò nella sala comune grifondoro ed iniziò a fissarli a braccia incrociate. “Non dovreste essere a lezione?”
Gendry alzò un dito per zittirlo. “Un minuto corvo, è la bella e tocca a me”
Arya invece si girò e sorrise al fratello. “Ne va della sua dignità visto che prima lo ho battuto. Comunque tu sei caposcuola, non dovresti esserci tu a lezione?”
“Io infatti sono stato mandato a cercarvi, allora? Perché siete qui?” Jon si avvicinò e si accomodò accanto alla sorella.
“Non mi andava di andare a lezione ed ho invitato il milord qui presente ad una partita a scacchi. Dici che l’ho picchiato se vuoi, così non dobbiamo venire a lezione ed abbiamo una scusa”
Il fratello sospirò e le passò una mano tra i capelli. “Quando ti metti in testa qualcosa non ti farà cambiare idea nulla, non è vero sorellina?”
“Ma che bravo”
Gendry sorrise e poi mosse un alfiere. “Noto che tua sorella ti mette i piedi in testa una meraviglia è?”
“Che cavolata”
“Ma sta zitto, sennò ci manda a trasfigurazione ed io sono negata in quella materia” commentò Arya lanciandogli addosso un pezzo di torre distrutta.
Jon si sedette accanto a lei. “Sentite, io me ne devo andare ma prima devo darvi una cosa importante” dalla tasca del pantalone cacciò un paio di fialette contenenti un liquido blu chiaro e leggermente denso. Disgustoso. “Io l’ho già presa e tra le varie lezioni sono riuscita a darla anche agli altri, tranne che a Bran che non riesco a trovare da nessuna parte… comunque, dovete berla”
Arya l’aprì e l’annusò richiando di vomitare ed intimando a Gendry di non imitarla. “Ma che cos’è?”
“Ogni cosa a suo tempo, intanto prendetela”
I ragazzi si fissarono tra loro ed intanto fissavano Jon, ma poi fecero come gli era stato chiesto e fecero scendere tutto il contenuto della fialetta giù per la gola.
 
*Angolo me*
Altro ritardo, altra scusa pietosa che stavolta, per chi lo volesse sapere, è: “libro nuovo”. Fangirl, voi potete capirmi vero?
Passando oltre! Allora, prima di tutto devo chiarire una cosa che non ho detto nello corso capitolo: ho messo i fratelli Reed allo stesso anno e cioè al secondo. So che in realtà hanno età differente tra loro e so che sono molto più grandi di Bran, ma questa differenza d’età mi dava fastidioe quindi l’ho cambiata *schiva un pomodoro marcio*
Comunque bella gente! Le mie vacanze sono ufficialmente finite, voi in questi tre mesi dove siete stati? Mi piace fare l’impicciona quindi ditemelo u.u
Non prometto niente ma tenterò di aggiornare presto la prossimo volta.
A presto!
Arya Rossa
  
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