Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |       
Autore: Gwen Chan    31/08/2015    2 recensioni
"Hari Seldon ha previsto il futuro".
L'Impero cadrà e sarà il caos.
Cinque storie. Cinque storie per raccontare le vite di individui a volte straordinari, a volte semplici, ma ugualmente importanti. Il tutto durante il primo secolo della Fondazione.
Perché i singoli sono il punto debole della Psicostoria, il suo angolo cieco.
[CicloDellaFondazione!AU][Prima Classificata al Beware the warning contest/Second edition di Rota]
Genere: Generale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Note autore: Il contest prevedeva di ambientare un fandom a scelta, tra le opzioni proposte, in un altro fandom!Au. Data la mia passione per la fantascienza, ho scelto l'Asimov!Au, più precisamente il suo celeberrimo "Ciclo della Fondazione". Per varie ragioni, ho deciso di concentrarmi sul primo libro della Trilogia della Fondazione originaria, cioè su “Prima Fondazione” (o “Cronache della Galassia”, se si possiede un’edizione vecchia). Caratteristica di questo primo libro era la divisione in parti, ciascuna suddivisa a sua volta in sottocapitoli, che si concentravano su episodi quasi autosufficienti, per quanto accumunati da un unico filo conduttore, ovvero il Progetto Seldon.
La seguente sarà una raccolta di cinque OS, come cinque sono le parti di “Prima Fondazione”, in cui ho voluto inserire i personaggi di Hetalia non in contatto con i protagonisti dell’opera originale (fatta eccezione per la prima OS), ma come semplici cittadini. A questo proposito ho intitolato la raccolta “L’angolo cieco” facendo riferimento al fatto che la Psicostoria non tiene in considerazione i singoli individui. Le loro storie sono quindi “l’angolo cieco della Psicostoria”. 
Ritengo che la raccolta possa essere compresa anche senza avere letto "Prima Fondazione" e di aver dato sufficienti elementi. Tuttavia, rimando a santa wikipedia per un quadro generale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Fondazione_(romanzo)
 
PARTE PRIMA
 
"GILBERT BEILSHMIDT. Nato su Trantor da una famiglia di burocrati, fu un ottimo matematico, forse secondo solo al Grande Hari Seldon. Nonostante il temperamento acceso e violento - si racconta che a tredici anni ... - il suo contributo alla Fondazione ...
Suo fratello non fu da meno, dando un input fondamentale al processo di miniaturizzazione che sarebbe stato indispensabile  per l'economia di Terminus."
ENCICLOPEDIA GALATTICA
 
I fratelli Beilshmidt erano nati su Trantor, cresciuti su Trantor, lavoravano su Trantor e avevano la granitica convinzione che su Trantor sarebbero anche morti.  Questo, almeno, era quello che credevano. Di famiglia benestante, non erano mai usciti dal pianeta, ma quest'ultimo era tanto vasto e variegato da soddisfare da solo, con gli innumerevoli settori in cui era divido e i suoi quaranta miliardi di abitanti, i loro più accesi desideri di esplorazione. 
Gilbert Beilshmidt, il maggiore, un uomo sulla ventina dal notevole curriculum scolastico, accolse senza mostrare particolare entusiasmo la notizia che Hari Seldon, il grande Hari Seldon, il fondatore della Psicostoria applicata, desiderava colloquiare in privato con lui. Per una proposta di lavoro, aveva rivelato infine il messo, pressato dalle rumorose insistenze. Lo stesso messaggero avrebbe detto a un paio di amici, davanti a un buon bicchiere di vino dolce, che il signor Beilshmidt avesse commentato con un: "Mi stupisco che Seldon non sia venuto prima da me".
Tuttavia, a dispetto delle maniere grezze, al limite della maleducazione, con cui era solito trattare con gli altri, il giorno del colloquio Gilbert si presentò tirato a lucido da capo a piedi. Non un granello di polvere o una grinza erano visibili sul suo costoso completo, mentre controllava che tutto fosse in ordine. 
"Sembro il damerino" sbuffò davanti allo specchio. "Certo, lui questo portamento e questa classe può solo sognarseli" aggiunse. Gonfiò il petto. Si pavoneggiò un po'. Quando Seldon suonò alla porta, andò ad aprire personalmente.
"Hari Seldon", lo scortò nel salotto spartano, invitandolo ad accomodarsi. "Desidera da bere?"
Seldon rifiutò educatamente. Beilshmidt da par suo ordinò a una domestica di portargli un boccale di birra. "E che sia ben fresca" si raccomandò, prima di gettarsi a peso morto sul divanetto. 
"Allora, a cosa devo l'onore di una sua visita?" 
"La falsa modestia non le si addice, signor Beilshmidt" replicò serafico Seldon. 
"Ed è anche faticosa. D'accordo, voi avete bisogno di me. Dopotutto sono uno dei migliori matematici su Trantor e oserei dire dell'Impero, dopo di Lei ovviamente. Ma voi siete vecchio e io giovane. La domanda è: che cosa volete?" concluse. Sorbì un sorso della bevanda che era stata portata nel frattempo e si asciugò la schiuma dalle labbra col dorso della mano, emettendo un sospiro soddisfatto. "Ottima, davvero. Dovreste provarla."
"Temo che l'alcol alla mia età non sia più indicato" - Gilbert storse la faccia come se l'ospite avesse detto una bestemmia - "Comunque, sono qui per offrirle un lavoro. Sto raccogliendo persone capaci per un mio progetto a lungo termine.  Possedete i requisiti adeguati."
"So già che vuole offrirmi un lavoro, il suo inviato è stato tanto cortese da informarmi... " tagliò corto il padrone di casa, interrompendosi però a metà frase. Aveva notato, infatti, che i vivaci occhi di Seldon lo stavano fissando. Catturare l'attenzione non gli dispiaceva, tuttavia l'anziano ospite riusciva nel difficile intento di metterlo a disagio. "Ci sono problemi" si risolse infine a chiedere. Seldon parve divertito. "Problemi? Certamente, decine, centinaia di problemi in tutto l'Impero."
Gilbert lo interruppe di nuovo, con un gesto stizzito. "No, qui! Perché continuate a fissarmi?"
"Avete buon spirito di osservazione" si complimentò Seldon. "Studiavo il vostro aspetto... singolare."
Chiarita la faccenda, Beilshmidt si rilassò, arrivando ad accavallare le gambe sul tavolino del salotto. "Albinismo, una malattia dei tempi antichi. Sono certo di non essere il primo che incontrate."
"No, ma siete molto rari."
Le labbra sottili di Gilbert si storsero in un ghigno compiaciuto. Si passò una mano fra i già disordinati capelli argentei e socchiuse sornione gli occhi cremisi. "Una mutazione genetica ricomparsa dopo migliaia di generazioni" Rivelò con orgoglio. "Non letale, solo fastidiosa. La mia salute purtroppo ne risente e non posso espormi al sole. Non che qui sia un problema" fece un ampio gesto col braccio, a indicare la volta metallica che copriva quasi il cento per cento della superficie abitata del pianeta. "Purtroppo quando ero ragazzo il settore dove viveva la mia famiglia conobbe una crisi, durante la quale cibo e medicine furono contingentati. Piccola, circoscritta e breve, tuttavia sufficiente a lasciarmi i suoi segni", senza però rivelare di che segni si trattasse.
Eppure a un occhio attento non sarebbero sfuggiti le occhiaie e la magrezza , segnali di una salute cagionevole. 
La pulizia eccessiva della casa, che contrastava con il disordine dei modi di Beilshimidt, lasciava intuire la presenza di qualcun altro più attento alla cura domestica. Su una parete faceva bella mostra una fotografia di Gilbert insieme a un uomo serio che lo superava in altezza di una testa buona. Si faceva fatica a credere che quel giovanotto tutto muscoli fosse il fratello minore di Gilbert Beilshmidt. 
"Ecco, parlando di crisi" riprese Seldon ed estrasse l'inseparabile calcolatrice. Quando ebbe finito il discorso, il padrone di casa era perplesso. Ripeté a grandi linee quanto appena udito e attese per ogni frase una conferma o una smentita da parte del matematico. Infine, fu chiaro che non aveva equivocato nulla. 
"Ovviamente il Progetto provvederà al sostentamento vostro e della vostra famiglia" aggiunse Seldon. Gilbert replicò che, dopo una serie di esperienze amorose in tutti i sensi, aveva stabilito di essere perfetto per la vita da celibe. Suo fratello, poi, era perfettamente in grado di badare a se stesso, anche economicamente. 
"Vorrei che anche vostro fratello entrasse nel progetto."
"Non è un matematico" obiettò Gilbert. Non che a Ludwig mancasse l'intelligenza necessaria. Semplicemente trovava maggiore soddisfazione nella pratica. 
"No, vero, ma è un ottimo meccanico. Uno dei migliori secondo quanto ho udito. Come dicevo, il Progetto prevede la stesura di un'Enciclopedia per preservare il sapere e la civiltà."
Gilbert sorseggiò con innaturale lentezza gli ultimi rimasugli di birra. "Devo parlarne con Ludwig" concluse, dopo un'attenta e silenziosa riflessione. "È lui quello responsabile. Il mio adorato fratellino."
Accettò il limite di tempo di un giorno. Quindi fece scortare Hari Seldon, soprannominato Cassandra e ora capiva il perché, alla porta. 
La caduta dell'Impero. Ordinò un altro boccale di birra. 
Da quel giorno erano passati otto anni. Pur dubbiosi - i dubbi sgorgavano da Ludwig, Gilbert si buttava in ogni novità senza riflettere -, i fratelli Beilshmidt avevano finito con l'accettare la proposta di Seldon, ciascuno per le proprie ragioni. Ora, con la valigia aperta e tristemente vuota, nonostante mancassero pochi giorni alla partenza coattiva su Terminus, Gilbert si chiedeva se fosse stata la scelta corretta. I lati positivi c’erano, per chi voleva vederli: l’ebbrezza di una nuova avventura; l’onore di essere stati scelti per un compito tanto alto; l’occasione di non vedere mai più una serie di persone la cui sola presenza lo irritava. Significava anche dire addio ai pochi legami stretti in una vita di solitudine.
Fu distratto da un cauto bussare alla porta della sua stanza, sorta di prigione a domicilio dove era stato confinato. "Tu chi sei?"
Il ragazzino in piedi davanti a lui sgranò gli occhi, eccitato, poi lo investì con una raffica di parole dal forte accento periferico. Non era di Trantor.
"Feliciano Vargas" si presentò, saltellando da un piede all'altro. "Giornalista. Mi hanno chiesto di intervistarla", spiegò, sempre muovendosi. La stasi gli era sconosciuta. A riprova delle sue parole, estrasse dalla tasca della giubba un tesserino iridescente. Gilbert lo esaminò da ogni angolazione. Soddisfatto, si fece da parte per lasciare entrare il nuovo arrivato. Dopo Seldon, nulla aveva potuto davvero nutrire il suo ego. Attese con infantile impazienza che l'altro preparasse il registratore. 
"È incredibile!" sussurrò Vargas dopo quasi quattro ore di parlare ininterrotto.
"Non avete assistito al processo contro Hari Seldon immagino."
Il giornalista scosse la testa. Lo avrebbe desiderato, ma all'epoca una sciocca inchiesta su Korell lo stava tenendo  impegnato da mesi. "Un’indagine sull’aumento del prezzo dei cavolfiori! Un incubo!"
L'esilio di Seldon era però una notizia troppo succulenta perché la redazione del giornale non decidesse di sfruttarla al massimo, raccogliendo il maggior numero possibile di informazioni possibile dai ventimila uomini coinvolti nel Progetto, Ludwig e Gilbert compresi. 
La lancetta corta dell'orologio ebbe il tempo di compiere altri due giri e mezzo prima che Gilbert permettesse a Feliciano di congedarsi, con la sua preziosa registrazione. Stabilì che quel ragazzo gli piaceva. Un onore che concedeva raramente.
"Arrivederci. È un saluto del mio pianeta natale. Significa che ci rivedremo." Vargas gli strinse la mano in una calorosa stretta.
"Non in questa vita, temo. Non in questa vita" replicò Gilbert, serio. E quando Gilbert Beilshmidt diventava davvero serio, la situazione era grave.
Ghignava di nuovo, però, quando mise piede sul terreno arido di Terminus. Solo l'ampio edificio destinato a ospitare la Volta del Tempo e pochi altru casolari deturpavano il paesaggio. "Ludwig, vieni a vedere! È tutto così vuoto! È incredibile. Non incredibile quanto me, ma si merita tutta la mia attenzione! Guarda, un territorio vergine pronto a essere conquistato!"
Gilbert indicava con entusiasmo il nulla. Si voltò verso il fratello, il quale non sembrava condividere il suo entusiasmo. 
"Non pensavo che stare all'aria aperta potesse essere così ... piacevole."
"Sì, non è male."
Il rombo alle loro spalle li informò che la nave spaziale, scaricato l'ultimo passeggero, era decollata nuovamente. Non ne avrebbero viste per molto tempo.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Gwen Chan