39) Free at last.
Questa sera è
l’ultimo concerto prima della pausa e devo
prendere una decisione che riguarda Jaime. Lui è la prima
persona che è
riuscita a far battere questo cuore malandato. Ferito da troppe cose:
l’atteggiamento di mia madre che dall’assoluto
disinteresse passa al
trasformarmi in una macchina per fare soldi, gli insulti dei bulli, le
volte
che mi hanno picchiato, gli scherzi, le mie foto messe su Facebook con
descrizioni
“la grassona della scuola.”e altre
amenità.
Non ci sono mai passata veramente sopra, la mia autostima non
è mai stata alta
e quando un ragazzo carino e famoso si è interessato a me mi
è sembrato di
vivere un sogno, visto che anche io mi sono accorta di ricambiarlo. Un
sogno da
cui Jess mi ha crudelmente svegliata con le sue parole piene di astio e
forse
di verità.
Mi mordicchio le unghie per cercare di analizzare le cose
freddamente. Jess è una ragazza piena di rabbia
perché è stata piantata
dall’uomo che probabilmente pensava l’avrebbe
portata all’altare, è normale che
sputi cattiverie sulla rivale.
Sì, potrebbe avere ragione, ma anche torto. Potrebbe
averlo fatto per riprendersi Jaime e io sto facendo il suo gioco.
Jaime mi è sembrato sincero quando ha tentato di chiarire
questa situazione, sono stata io a comportarmi da stronzetta infantile,
lasciando che le mie paure parlassero per me.
Lo guardo chiacchierare con mia sorella e anche da qui
vedo che è triste, che non è esattamente questo
l’addio al tour che si
immaginava.
Lo guardo e lo guardo fino a capire che i miei occhi non
ne hanno mai abbastanza di lui, che non posso lasciarlo andare senza
combattere, che non posso permettere a Jess di vincere questa partita
immaginaria.
Saluta mia sorella con un abbraccio e si dirige verso il
pullman e – per la prima volta da giorni – ci
troviamo faccia a faccia, lui fa
per sorpassarmi, ma io lo afferro per un polso.
“Ti prego, non andare.”
Sussurro con una voce roca che non sembra nemmeno la mia.
“Pensavo non volessi più vedermi.”
“Ho sbagliato.”
Sento i suoi muscoli tesi e non so se aggiungere altro,
forse lui ha già deciso che non vale la pena perdere tempo
con un casino
ambulante come me.
“Va bene, Viviana. Parliamone.”
Saliamo insieme sul tourbus vuoto, lui si siede sul divano, io rimango
in piedi
e mi stringo le braccia al petto.
“Perché hai creduto a Jess e non a me?
Pensavo ti fidassi di me, pensavo di essere un tuo
amico!”
L’ultima frase ha una sfumatura ferita che non posso
ignorare.
“Io…”
Chiudo e riapro gli occhi.
“Quando lei mi ha detto tutte quelle cose ho sentito come
se tutte le mie peggiori paure diventassero vere, delle certezze.
Pensavo che
lei ti conosce da tanto tempo, di sicuro sa quando fai sul serio con
una
ragazza e quando no e sapere che per te ero solo un ripiego mi ha
ferito.
So che non sono una bella ragazza e mi sono sempre
chiesta perché tu mi stessi accanto e Jess mi ha offerto una
spiegazione,
quando ti sei arrabbiato ho pensato che lo fossi perché
avevo scoperto il tuo
gioco e posto fine al tuo divertimento.
Ho sbagliato tutto, non ho tenuto conto che quella che
stava parlando era una ragazza appena mollata, piena di rabbia e di
risentimento verso la sua rivale.
Ti ho ferito e, credimi, era l’ultima cosa che volessi
fare.
Io ti sono molto grata per come mi hai sostenuta durante
tutta la vicenda di Sofia e…”
Arrossisco.
“Mi hanno fatto molto piacere le tue attenzioni, mi hanno
fatto sentire amata, come se ti piacessi, ecco perché le
parole di Jess hanno
colpito in un punto molto debole.
Sono stata una vera stronza con te, per favore
perdonami.”
Lui rimane un attimo in silenzio.
“Quello che continuo a non capire è
perché hai preferito
credere a una sconosciuta invece che a me.”
Io abbasso la testa.
“Il periodo del liceo non è stato facile per me,
mi
prendevano tutti in giro e … una volta hanno fatto una
scommessa su di me. Sai,
se stai con il cesso della scuola per quindici giorni vinci venti
dollari e
cose del genere. Il problema era che io mi ero innamorata del tizio che
aveva
scommesso, quando mi ha detto perché stava con me mi
è caduto il mondo addosso.
Ho giurato che nessuno si sarebbe mai più avvicinato al
mio cuore, ma per te ho fatto un’eccezione e avevo paura.
Io tendo a credere alle persone che dicono il peggio di
me, piuttosto che il meglio.”
“Questo è un atteggiamento sbagliato.”
“Immagino di sì, visto a cosa mi ha portato: ho
rovinato l’unica cosa bella che
mi è successa in anni.”
Lui non dice niente, io mi avvio verso la porta. È ovvio che
non voglia saperne
più nulla di me, ma la sua mano si stringe sul mio polso.
“Dove vai?”
“Via. È ovvio che non vuoi più saperne
di me e non ti
posso biasimare. Ho buttato la tua amicizia alle ortiche e ne pago le
conseguenze.”
Sempre senza dire nulla mi stringe
a sé.
“Per favore, non te ne andare.
Sto cercando di capirti e accettarti e, magari, guarirti,
ma se te ne vai come faccio?”
“Perché vorresti farlo?”
“Perché c’è un motivo se le
mie nozze con Jess sono andate a monte e il motivo
sei tu. Non voglio più Jess, voglio te.
Vorrei che tu fossi la mia ragazza e ti fidassi di me e
mi amassi.”
Mi esce una risata acquosa, le lacrime sono dietro l’angolo.
“Ti amo già, Jaime o non avrei dato peso alle
parole
della tua ex.”
“Ti amo anche io.”
Sussurra piano.
“Sei sicura di amarmi? Perché se tu mi ami resto
questa
notte e poi ti porto a San Diego con me.”
“Ti amo.”
Poi inizio a piangere.
“Va tutto bene.”
Mi dice mentre mi bacia gentilmente ogni lacrima.
“Non ho fatto una scommessa con nessuno, mi piaci per
come sei. Mi piaci e basta.”
“Anche tu.”
“E
allora…”
Mi alza gentilmente il volto con il pollice e poi mi bacia.
È il bacio che
sogno da tutta una vita, quello romantico ricevuto da una persona che
davvero
ci tiene a me. Rispondo con passione e gli accarezzo i capelli ancora
mezzi
bagnati per la doccia di poco prima.
Sentiamo la porta aprirsi e qualcuno urlare.
“Jaime, vieni alla festa o…?”
Jack Barakat ci guarda stupito.
“Ho capito, hai una festa migliore a cui partecipare,
ricordati il preservativo, amico.”
Jack esce e noi scoppiamo a ridere.
“Rimarrò e ti porterò a San Diego con
me, spero ti
piacerà casa mia.”
“Sì, mi piacerà. Ne sono
certa.”
Tra le sue braccia abbozzo il primo sorriso vero della mia vita, tutto
quello
che mi è successo al liceo e che per anni mi ha tormentato
sembra volare via
come polvere.
Ci stendiamo sul divano abbracciati a guardare un vecchio
film, ma io non guado minimamente lo schermo, mi concentro sulla
sensazione di
felicità e di casa che
provo tra le
braccia di Jaime.
Finalmente anche io sono libera e felice.