Serie TV > Hannibal
Ricorda la storia  |      
Autore: Charly_92    01/09/2015    3 recensioni
[SPOILER 3X13] Una retrospettiva che unisce "Mitsumomo" (2x13) dal POV di Hannibal e "The Wrath of the lamb" (3x13) dal POV di Will. Perché la tazza può ricomporsi col sangue nero alla luce della luna. E le ferite risplendere come un metallo prezioso. “Chiudi gli occhi, Will. Pensa al fiume.”
Dedicata a tutti i Fannibals orfani dell'Hannigram e inconsolabili come me. Buona lettura!
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Kintsugi
Kintsugi



Il kintsugi (金継ぎ), letteralmente "riparare con l'oro", è una pratica giapponese che consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d'oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall'idea che dall'imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.



Mitsumomo, 2x13


Ti guardo, Will.
Osservo il tuo volto che si trasfigura in un misto di paura, incredulità, rabbia, sgomento.
Posso sentire l'odore di questo turbinio di emozioni mischiato a quel disgustoso dopobarba di bassa lega che ti ostini ad utilizzare.
Saresti dovuto andare via.” Sibili, perché è per questo che ho ricevuto la tua telefonata.
Non potevamo partire senza di te.” Ti rispondo con ineluttabile sincerità.
Avevo creato un mondo Will, un mondo dove avremmo potuto vivere.
Io, Abigail... E te. Un mondo possibile eppure unico, dove il tempo scorre al contrario e le tazze si ricompongono. La perfetta trasposizione materiale di uno dei tanti angoli del mio palazzo mentale, quello più intimo e caldo, quello che in uno sciocco romanzetto rosa chiamerebbero nido d'amore. Io preferisco definirlo semplicemente casa.
Avrei perfino acconsentito a lasciarti portare qualcuno dei tuoi cani con te, avrei sopportato il loro olezzo e la loro mente semplice e arrendevole a un gesto d'affetto qualsiasi, se avesse contribuito a seguirmi e renderti felice.
Ma tu hai rifiutato questa possibilità, rigettandola dalla tua mente labile quanto ostinata, per una sciocca cristiana condotta morale che già sai non potrai perseguire a lungo senza perderti nella follia.
Non possiamo essere diversi da ciò che siamo, Will.

Non si può piegare la Natura al nostro volere di uomini sciocchi, egocentrici e presuntuosi.
Perché ti ostini a voler essere come loro, come Jack, Alana, Chilton e tutti gli altri, quando invece risultiamo chiaramente due facce della stessa medaglia?
Loro osservano il mondo attraverso un semplice cannocchiale, perché la loro visione è semplice e limitata a pochi, stupidi precetti. Noi no, Will. 
La nostra condizione è tanto alienante quanto superiore: il nostro universo è un intero caleidoscopio di possibilità. Io te ne ho mostrate alcune, le più remote, complesse ed oscure, e tu hai acconsentito affinché ti facessi da guida, per poi buttare quel caleidoscopio a terra e frantumarlo in mille pezzi.
Non posso evitare di punirti per questo affronto.
Ti faccio una carezza, il gesto più affettuoso e primordiale che abbia mai rivolto a un essere umano da così tanto tempo che quasi non riesco a ricordarlo. Misha.
Lacrime sgorgano dai miei occhi, andando a bagnare la camicia sporca di sangue e di peccato.
Devo punirti, Will. Devi sentire dolore per ciò che mi hai fatto così come lo sto avvertendo io.
Ti abbraccio stretto, mentre ti apro la pancia, il sangue che imbarca il prezioso parquet, i tuoi gemiti che stilettano il mio udito. Se anche vorrai mai dimenticarmi, ci sarà questa cicatrice a ricordarti ogni singolo giorno di me. La vista e l'odore del tuo sangue, le smorfie di dolore, mi portano una nuova ondata di rabbia e disprezzo.


Mi sono esposto come mai prima d'ora, solo con te.
Ti ho messo a parte della mia visione e del mio essere, perché tu potessi comprendere che non eri più solo, perché li sposassi entrambi facendoli anche tuoi. 
Era un onore e un privilegio cui nessuno aveva mai avuto accesso. E tu non hai saputo che fartene. 
Hai gettato il mio dono lontano, come qualcosa che si rifugge, che si disprezza, qualcosa che disgusta e repelle.
L'allievo ha superato il maestro. Con l'arroganza della bontà che ti ostini a voler praticare hai creduto di potermi rinchiudere, per proteggermi secondo il tuo sciocco cuore, forse addirittura redimermi. 
Ma non sono io a dovere cambiare, Will. Io sono già libero.
Sono già la migliore, la più evoluta, la più completa versione di me stesso.
Non posso più regredire, il mio Divenire è già compiuto.
La colpa è tua, mi hai seguito tra le cime più alte dell'Essere, sei arrivato alla meta, ti sei chinato sul precipizio e hai guardato giù. Dovevi buttarti, ti avrei tenuto per mano, invece sei fuggito, come uno scalatore in preda alle vertigini dell'esistenza. Non hai saltato con me, Will.
Sono di nuovo rimasto solo, dall'altra parte.
Io che ero riuscito nell'impossibile: ricostruire la tazza, riportarti Abigail.
Credevi di potermi cambiare come io ho cambiato te?” Sibilo con furia e arroganza, facendomi beffe della tua ingenuità, umiliandoti.
Ma tu, il volto cereo, il sangue che continua a sgorgare, gli spasmi che contraggono ogni espressione, stai sorridendo. 
“L'ho già fatto.” Mormori, gli occhi brillanti di chi sa di aver pronunciato una verità incontrovertibile.
E il mio dolore e la mia disperazione sono più forti dello sdegno, del tradimento, del furore, perché non posso non darti ragione. Perché la ferita che ti ho inferto, per quanto profonda, per quanto dolorosa, per quanto futura portatrice di una cicatrice ben visibile, ti permettrà di sopravvivere, come desidero che sia.
Perché sto provando compassione, per te. E so che questo e tutti i sentimenti che ad esso sono legati un giorno riscuoteranno il proprio prezzo, con te come esattore.
Non basta. Non basta infilarti un coltello nella carne, perché il dolore che stai provando non è minimamente paragonabile allo sgomento che mi pervade. 
Devo colpirti al cuore, alla parte più morbida e fragile, devo straziarti usando la tua stessa empatia.
Io ti perdono, Will. Tu puoi perdonarmi?”
Tu sopravviverai. Non Abigal. La tazza può ricomporsi una volta sola. Se va di nuovo in mille pezzi, allora è persa. Per sempre.
Ti osservo smaniare, supplicare, gridare, piangere, mentre le taglio la gola da parte a parte.
Sono consapevole che ti perseguiterà a lungo questo mio gesto, che affollerà i tuoi incubi, che sfamerà i tuoi sensi di colpa. 
Chiudi gli occhi, Will. Pensa al fiume.
Panta Rei è la filosofia di Eraclito. Non si può discendere due volte nello stesso fiume. Non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato. 
Tutto si disperde, tutto si raccoglie, viene e va, continuamente, in perenne mutamento. In perenne Divenire.
Io e te ci rincontreremo. E non saremo più gli stessi.


Sono fuori, pronto a scappare lontano. Alzo gli occhi verso il cielo e lascio che le gocce di pioggia torrenziale lavino via il sangue dal mio volto, ma non il dolore, non il mio cuore, quello sanguina copiosamente e non accenna a smettere. So, pur nella fuga, di avere subito la più amara delle sconfitte. 
La speranza, che si corrobora del mio conoscerti a fondo, è che, quando sarai guarito, quando sarai tornato alla vita e la troverai ancor più insopportabile che prima del mio arrivo, quando sarai pronto, tu verrai a cercarmi.
Hannibal the Cannibal” mi hanno soprannominato, con un gioco linguistico banale e inetto.
Eppure, tu solo, Will, mi hai divorato il cuore.





Hello, darkness, my old friend
I've come to talk with you again




The Wrath of the Lamb, 3x13


Sembra davvero nero alla luce della luna..” è tutto quello che riesco a dire, zuppo di sangue, a tal punto da non riuscire più a distinguere se sia mio, di Hannibal o Francis, che giace a terra esanime dopo una lotta estenuante. Lo stesso sangue che ha disegnato a terra quelle che paiono essere un paio di macabre ali in onore della dipartita del Grande Drago Rosso.
Sono certo che Hannibal ne stia apprezzando il lato artistico.

Eccolo, anche lui scarmigliato, ferito, col fiato corto, un proiettile che gli ha trapassato l'addome, evidentemente provato dal combattimento, la bocca gocciolante di vermiglio dopo aver letteralmente strappato via coi denti la gola di Dolarhyde. Eppure non ha perso la sua eleganza nei movimenti, la compostezza dell'espressione. Allunga una mano, mi aiuta a rialzarmi, difficile farlo, con le gambe che tremano convulsamente per la paura mista all'adrenalina data dalla consapevolezza della sopravvivenza a una morte quasi certa, ma, più di tutto, dall'omicidio efferato che abbiamo appena commesso. Insieme. Attendo il senso di colpa, che non arriva. Solo una sensazione estremamente simile al piacere fisico, quasi non avessi partecipato a un crimine, bensì a un atto sessuale, macabro forse, ma non meno eccitante e appassionato.

Hannibal è.. Innamorato di me?” Doveva essere qualcun altro a dirlo ad alta voce, proiettare questo pensiero nel mondo, renderlo reale, perché mi rendessi pienamente  conto della sua compiutezza. Tutti i pezzi del puzzle di questi anni sono andati insieme, con una luce nuova, rischiarandoli, rendendoli pienamente comprensibili ai miei occhi.
Hannibal che si è sentito tradito da me quella notte quando non ho avuto il coraggio di fuggire con lui, come, ora lo comprendo, un amante si sente tradito dal proprio partner, che ha fatto in modo che io potessi ritrovarlo, a Firenze, attendendomi davanti quel quadro che l'aveva tanto affascinato anni addietro, mentre invece ad ammaliarlo quel giorno c'ero io.
Se ti vedessi ogni giorno Will, per sempre, ricorderei questo momento.” Mi aveva detto, sfiorandomi il ginocchio con la mano, e non avevo potuto fare a meno di sorridere,  di accogliere quella confessione a cuore aperto, perché l'avevo già perdonato, con poche semplici parole, dentro a quella cripta piena di luci, certo che lui fosse in ascolto.
Avevamo affrontato Mason Verger, uscendone ancora una volta feriti, scossi, cambiati, ma vivi.
Mi aveva salvato, trasportandomi incosciente in braccio con non so quale forza in mezzo alla neve, fino a portarmi al sicuro. Si era consegnato all' FBI, di sua spontanea volontà, forse l'unico modo per mettere le mani su di lui, non prima di specificarmi: “Voglio che tu sappia dove sono e dove potrai sempre trovarmi.”.
Invece, ancora una volta, ero fuggito. Da lui, da un mondo differente che non vedeva l'ora di offrirmi, ma che non ero pronto ad accettare.
Molly, un bambino, i miei adorati cani, un armistizio con la mia empatia.
Eppure un pensiero si insinuava continuamente in quella nuova vita, che mi teneva sveglio la notte, 
oppure mi sorprendeva nei momenti più inconsueti, come la mattina, da solo, nell'aria l'odore del caffè. E quel pensiero aveva la sua grazia nei movimenti, i suoi modi cortesi, i suoi vestiti sempre eleganti e inappuntabili, la sua voce, che mi rimbombava nella testa. “Dove potrai sempre trovarmi.”.


Will, quando la vita si farà insopportabile nel suo quotidiano scorrere, pensa a me. Non preoccuparti per me.”
Ad Hannibal non potevo nasconderlo, a lui non avevo né avrei potuto mai nascondergli nulla di me stesso. Sapevo benissimo che aveva ragione. 
Che una vita ordinaria, una vita qualsiasi, una famiglia preconfezionata, a lungo andare, non sarebbe bastata più.
Non poteva bastare. Non ad uno come me. Come noi.
E avevo realizzato che l'avrei cercato per sempre, in un angolo remoto della mia testa, ogni giorno, struggendomi dei ricordi che si affievolivano col passare degli anni, centellinandosi, fino a scomparire, lasciandomi solo, con la mia empatia, un dono tanto grande quanto terribile, senza più l'unica persona al mondo in grado di comprendermi a fondo e, persino, apprezzarmi profondamente come tale.
E alla domanda “É stato bello rivedermi?” Avevo risposto no, perché era stato molto di più e non ero in grado di trovare le parole per esprimere tutto quello che aveva significato ritrovarmelo ancora una volta davanti a me, a capirsi con uno sguardo, consapevoli di essere il Re e la Regina di quella scacchiera di semplici pedoni, e la frustrazione del non poterlo toccare, limitandomi ad appoggiare una mano sul vetro che a forza ci separava.




Solo poche ore prima, Hannibal mi aveva parlato della scogliera, di come il mare ne erode la materia, lentamente, un minuscolo frammento alla volta, inesorabile, fino  a divorarla e a vincerla.
Non avev
o capito subito che, velatamente, era a noi due che stava riferendosi. Ma, in quel momento, alla luce della luna, la sciabordio delle onde come unico suono a fare compagnia ai nostri respiri affannati, appuntellati l'uno all'altro in bilico sull'oceano, improvvisamente mi è tutto chiaro.
Vedi? .. Questo è tutto ciò che ho sempre voluto per te, Will.” Mormora, gli occhi ridotti a due fessure piantati nei miei... Per entrambi.”
A quelle parole, sento il cuore ingrandirsi di un'intera misura, mi sento vivo, e, per la prima volta in vita mia, completo, impaurito dal solo fatto che quella dichiarazione di totale riconoscimento, accettazione e venerazione della mia persona possa essere troppo tutto insieme per la mia psiche ultra empatica.
É bellissimo..” Sussurro, incapace di dire altro senza che la voce mi si spezzi, e lascio che Hannibal accolga il mio capo sul proprio petto, arrendendomi, senza rimorso  difese. Lo avverto sospirare, sento le sue braccia deboli ma decise a stringermi di più a sé, come chi si ritrova, a sua volta, finalmente accettato. 
E intorno a noi tutto, per una manciata di istanti, è soltanto pace e silenzio.
La tazza si è ricomposta, i frammenti rimessi assieme col sangue nero alla luce della luna, le lacrime versate lontani l'uno dall'altro, le ferite che si rimargineranno e quelle troppo profonde per permetterci di adeguarci agli altri. 
Dentro quella casa, un calice vuoto in mano, temevo di non riuscire più a essere felice. Adesso, invece, non provo più alcuna paura.

Non puoi vivere con lui, non puoi vivere senza di lui.”.
Le parole di Bedelia mi rimbalzano in testa.
Stringo più forte a me Hannibal, senza che nessuno dei due pronunci una sola parola. Non ce n'è mai stato alcun bisogno. Sento che anche lui sta giungendo alla mimedesima conclusione. L'FBI sta arrivando, pronta ad ucciderlo e, se sarà necessario, a ucciderci entrambi.
Sorrido. Non ho mai provato questa serenità prima d'ora. Sento che va bene così.
Questo è il mio Divenire. Qualunque cosa accada, andrà bene.
Un leggero colpo di reni ed eccoci cadere all'indietro, con grazia innaturale, in pochi, eterni istanti.
Perché quello che voglio con Hannibal è un' Eternità, che sia in questo mondo o in qualunque Altrove possa esistere, sarà là che andremo.
Lui non si muove, non oppone resistenza, si limita a seguirmi, arrendendosi totalmente tra le mie braccia, senza che la sua compostezza si scalfisca.
Chiudi gli occhi, Will. Pensa al fiume.”.
Forse la scogliera si sarà erosa abbastanza. Forse.
Comunque vada, va bene così.





THE AUTHOR'S CORNER: Cari Fannibals, questa OS è dedicata a tutti voi. Intanto se arrivate a leggere queste poche righe significa che avete letto il resto, e quindi vi dico grazie. So che è poco di più di una riflessione su quanto accaduto, ma ho preferito non cambiare né aggiungere nulla a ciò che Fuller&Co. hanno creato.
Ho voluto legare i due episodi perché li trovo speculari (e perché morivo dalla voglia di scrivere riguardo "Mitsumomo" dal POV di Hannibal, che spero con tutta me stessa di aver reso IC), mentre la 3x13 la trovo perfetta per il POV Will, in quanto è la presa di coscienza di ciò che è.
La tecnica del Kintsugi l'ho citata (vedi Wikipedia) per riallacciarmi al famoso discorso della tazza (e perché fa molto "titolo ricercato alla Hannibal").
I due versi che separano i due episodi sono l'incipit di "The sound of silence" di Simon&Garfunkel. La trovo splendidamente tetra per i Murder Husbands.
Ho detto anche troppo, lascio che i Nakama parlino al mio posto. Spero che la mia scrittura risulti all'altezza. Spero davvero possiate apprezzare e, se vi va, lasciare una recensione, tengo davvero molto a questo scritto, così come sono legata a questa serie che mi ha lasciata estasiata, in lacrime, annichilita di fronte a tanta bellezza. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: Charly_92