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Autore: Shawol_Locket    01/09/2015    3 recensioni
- Pensi che non ci abbia provato?!
Quante volte vuoi ancora che te lo ripeta, per far sì che tu lo capisca?
Ti desideravo accanto a me, volevo che tu fossi lì con me.
E forse nemmeno capisci quanto sia stato difficile accettarlo per me, sai quanto etero pensavo che fossi, come credi che mi fossi sentito a desiderare di nuovo le tue labbra, le tue carezze e il tuo corpo vicino al mio?
Pensavo di essere sbagliato, pensavo di poter deludere la mia famiglia; sono un uomo, Kibum, ho il compito di proteggere la mia famiglia.-
Confessò il biondo tentando di avvicinarsi a te, ma tu subito ti allontanasti da lui.
- Io avrei lasciato tutto per te.
Non sopportavo più nemmeno il fatto che non potevamo vederci tutti i giorni.
Nel senso che mi mancavi davvero, anche se erano trascorse soltanto alcune ore.
Non puoi immaginare il vuoto che hai lasciato dentro di me quando sei andato via, c'era un dolore così lancinante, proprio qui sul petto.
Tu eri andato via e l'unica cosa che mi era rimasta era il tuo profumo sul cuscino.
E. . Dio me ne scampi, ho pianto come una ragazzina quando anche quello è scomparso.-
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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* Shinee's back, Shinee'sback*
Okey sono ritornata, dopo un  lunghissimo periodo di vacanze, aggiungerei piuttosto imprevedibili.
In effetti i miei genitori non si sono fatti scrupolo per dirmi dove andavamo ogni volta, vacanze a sorpresa (?), chiamiamole così.
Insomma sono riuscita a finire il capitolo ieri sera alle due e mezza di notte *faccina imbarazzata*.
Tra due giorni ho due esami importanti, *chiede in ginocchio di pregare per lei* e sembra proprio che sia in grado di scrivere soltanto quando sono sotto pressione.
Bene così, mi dicono.
Quindi niente, questo è un dei capitoli, forse il penultimo.
Il prossimo capitolo potrebbe sconvolgervi, perciò non aspettatevi nulla di scontato!
Sarà davvero una bella sorpresa *si spera*.
Comunque non mi rimane che augurarvi buona lettura, e di ringraziarvi di essere ancora qui nonostante i due mesi di assenza.









19/12/14
Ore: 12.00 a.m.


Diario di Kim Kibum

- Giorno 156 - 


Caro Diario consci il detto ' la calma prima della tempesta' ?
Perchè è quello che sono stati questi giorni, esattamente un periodo di calma prima della tempesta.
Ma che dico, forse anche peggio.
E' che questa situazione mi ha messo così tanto in ansia. . Credo di aver sbagliato Diario.
Credo di averla combinata grossa questa volta. . Non credo neppure di poter attribuire la colpa a qualcun'altro.
Cosa faccio?
Accidenti che periodo.
Sinceramente non so nemmeno come esprimermi al riguardo, Diario.
Ecco, credo che abbia bisogno di scusarmi, infondo è solo colpa mia. . Cosa faccio?
E' che ho proprio detto tutto quello che pensavo senza filtro, non ho proprio pensato alle conseguenze.
Dio, davvero, e ora?
Non avrei mai pensato che qualcuno avrebbe mai potuto farmi sentire così.
Sono così agitato, non so davvero cosa fare, come muovermi, dove andare. .
Probabilmente un posto dove andare lo avrei anche, ma è la cosa giusta da fare?
Insomma tocca a me questa volta corrergli dietro giusto?
Lui l'ha fatto molte volte con me, anche se non aveva proprio tutta la colpa, quindi ora tocca proprio a me vero?
Eppure non voglio che vinca l'impulso, deve essere una cosa studiata, non posso correre ovunque, no?
Forse dovrei chiamare qualcuno, magari c'è qualcuno che è disposto ad aiutarmi. . 
Ma perchè l'ho fatto? Non potevo semplicemente dire come mi sentivo piuttosto che dirgli quelle cose?
Dio, perchè sono così?
E' mezzanotte passata ora, sarà alla stazione radiofonica?
Probabilmente sì, ama quel lavoro non lo salterebbe per una sciocchezza come questa.
Okey , ora è il mio turno, io. . Vado?

Dio Kibum, come puoi parlare in questo modo confuso?
E' così difficile per te prendere certe decisioni? Eppure mi sembra ovvio cosa tu debba fare in questo momento.
Questa volta non puoi semplicemente stare fermo dove sei.
Devi andare da lui, non importa il resto, non importa quello che ti abbia detto tuo padre.
Ora è lui la tua famiglia, ti sei forse dimenticato?
Il tuo cuore prende a battere sempre così velocemente quando c'è lui nelle vicinanze, come se fosse la prima volta.
Ti ricordi l' emozione così forte che ti ha colpito nel momento in cui ti sei accorto che lui era tutto ciò che ti importava?
E' la tua famiglia Kibum.
Un uomo come tuo padre non si merita di starti accanto e non devi nemmeno pentirti di quello che gli hai detto.
Hai detto il giusto, sei stato sincero e non hai avuto nemmeno bisogno di me questa volta.
Eri determinato, e sai perchè?
Perchè è Jonghyun quella strana sicurezza che avevi nel cuore quando affrontavi le parole di tuo padre.

[Flashback]

- Kibum.-
Ti chiamò tua madre.
- Dhe?-
Domandasti tu mentre mettevi ogni cosa al suo posto in cucina dopo aver pranzato.
- Tuo padre sta arrivando proprio in questo momento.-
Rispose lei mantenendo lo sguardo fisso sul cellulare, dove probabilmente ancora leggeva il messaggio che qualcuno gli aveva inviato.
- Mmmh.
Lo aspetteremo qui.
Preferisci un the o una cioccolata calda?-
Chiedesti tu facendo finta di niente, come se a notizia data da tua madre non ti avesse colpito minimamente.
- Cioccolata? Non sapevo ti piacesse.-
Disse tua madre cercando di distrarsi dal pensare a cosa sarebbe potuto accadere alcuni minuti dopo.
- Ah, dhe.
La bevo ogni tanto, sai quando mi sento un po' giù di morale o quando ho bisogno di conforto.
Allora?-
Domandasti tu ancora una volta.
- Non credo mi possa giovare un cambiamento del genere, fa' pure del the per favore.-
Rispose lei alzandosi dal tavolo da pranzo per dirigersi verso il divano.
- Non è poi così male, umma.
Mi fa stare bene e ha come il potere di tranquillizzarmi a volte.
Sai è strano, prima la odiavo, neanche la potevo vedere, poi però con la giusta quantità di zucchero, ti fa stare bene.-

Replicasti tu prendendo i contenitori del the e dello zucchero dal stipetto in alto, quello dove Jonghyun si allunga ogni mattina anche se non riesce a prendere nulla.
Sorridesti nel dire quelle parole perchè la cioccolata con Jonghyun ha soltanto bei ricordi.
- Sei sicuro di star parlando di una cioccolata Kibum?-
Domandò poi tua madre osservando la tua espressione.
Arrossisci un po' e ringrazi il cielo che tua madre ora è seduta sul divano e non può distinguere il colorito del tuo viso.
Perchè infondo è vero, l'effetto della cioccolata calda, è lo stesso che ti trasmette Jonghyun.


Il bussare alla porta fece destare sia te che tua madre dai propri pensieri che piano piano si stavano sempre più complicando in quel silenzio.
E' da notare anche come le intenzioni di tuo padre sono così chiare dall'inizio, invece di usare il campanello ha preferito bussare in modo autoritario.
Segue uno sguardo intenso fra te e tua madre prima di alzarti e andare ad aprire la porta.
- Dov'è tua madre?-
Chiese appena la porta si aprì.
Tu ti limitasti ad aprire appena un po' di più la porta per mostrargli che tua madre era ancora seduta sul divano, beveva un the con lo sguardo basso e stringeva forte la tazza per paura di tremare.
- Ora andiamo.
Non abbiamo nulla a che fare qui.-
Disse lui entrando velocemente in casa e prendendo tua madre per il polso in modo da portarla fuori da casa tua.
- Questo forse vale per te.
Umma è qui perchè vuole passare del tempo con me.-
Affermasti poi tu, accarezzando il polso di tua madre che prima tuo padre aveva afferrato con forza.
Ma poi lei lascia la tua mano, così come aveva fatto con quella di tuo padre poco prima.
- Sono stanca di questa situazione, ho bisogno di vivere felicemente.
Per questo adesso voi due parlate e chiarite cercando di mantenere rapporti civili, se serve sono in camera di Kibum a riposare.-
Replicò poi tua madre coraggiosa, ma mantenendo comunque uno sguardo basso.
Pochi secondi in silenzio e tua madre chiuse la porta della tua camera, lasciando altro silenzio in sala dove sia tu che tuo padre non osavate ancora guardarvi in faccia.
- Senti di poter sopportare una conversazione con me in questo momento?-
Domandasti tu stringendo la mano intorno alla maniglia della porta d'ingresso.
- O preferisci andare via?
So quanto sei spaventato che la cosa possa contagiarti.-
Continuasti tu con un tono sarcastico.
Tuo padre si avvicinò alla porta e con una forte spinta della mano riuscì a provocare un forte rumore.
Iniziò a guardarti intensamente negli occhi in attesa di trovare le parole giuste per ferirti.
- Se hai una forte ragione, nulla può contagiarti.-
Concluse poi lui.
Tu rispondesti con un semplice sorriso sarcastico.
- The?-
Domandasti allontanandoti dalla porta.
- No. 
Parliamo e finiamo questa questione al più presto possibile.-
Rispose pronto il più grande.
Ti versasti altro the nella tazza che avevi usato precedentemente con tua madre e rimanesti in silenzio in cerca di parole giuste per iniziare il discorso.

- Posso sopportare il fatto che tu non mi abbia mai visto come tuo figlio,d'altronde, ma vorrei poter mantenere i contatti con mia madre senza che lei sia spaventata da te.-
Dicesti infine.
- E lasciarti libero di trascinarla con te, così come aveva fatto tuo padre?-
Domandò lui a braccia conserte mentre ti sfidava ancora con lo sguardo.
- Mio padre non ha mai portato via mia madre da te, tu sai bene come sono andate le cose.-
Rispondesti bevendo il tuo the e lasciando che lo sguardo di quell'uomo vacillasse per qualche secondo.
- Tua madre ti ha raccontato troppe sciocchezze.-
Replicò semplicemente, dandoti le spalle e sedendosi sul divano.
- Bene.
Ora ti dirò quello che mi ha raccontato lei, se non sei d'accordo con qualcosa, ti prego di intervenire.-
Continuasti tu più sicuro.
- Non ho intenzione di ascoltare una stupida storiella! -
Quasi urlò lui girandosi con rabbia per fissarti ancora negli occhi.
- Sono figlio di Kim Wheesung.
Era il tuo Hyung alle superiori non è così? 
Il trio Intent[1] vi chiamavano, perchè tu, mia madre e mio padre eravate davvero intelligenti e al liceo eravate quelli che avevano il futuro più luminoso di tutti gli altri.-
Iniziasti a dire e l'altro uomo in risposta sospirò riavviandosi i capelli esasperato.
D'altronde nemmeno tu eri sicuro di ciò di cui stavi parlando.
Tua madre ti ha raccontato tutta questa vicenda soltanto alcune settimane fa, non ti è rimasto neppure il tempo per controllare se la cosa fosse attendibile, l'unica cosa che ti era rimasta da fare in quei giorni era assimilare la notizia e cercare di dare alcune spiegazioni alle tue domande che mai hanno ricevuto risposta.
- Poi ti innamorasti di mia madre, non è così?
E provo pena per un attimo pensando a mio padre, che perse la testa dietro un uomo come te.-
Continuasti tu a raccontare una storia che fino ad ora hai pensato potesse essere soltanto una sciocchezza.
- Tuo padre non mi ha mai amato!
Si è solamente preso la donna che io, io , ho sempre voluto.-
Replicò lui irritato, ma nei suoi occhi si leggeva benissimo la delusione e la sensazione di una ferita aperta, che ancora faceva male al cuore.
- Si è preso la tua donna perchè se non poteva averti per sè, nemmeno lei avrebbe dovuto averti.-
Dicesti tu infine sentendo nel tuo cuore sentimenti tra loro contrastanti.
Soffri così tanto per essere nato da un rapporto che non era stato vero amore, per essere cresciuto con una persona che hai sempre pensato fosse tuo padre e per essere stato trattato così male negli anni a causa di un'esperienza adolescenziale di cui nemmeno facevi parte; e dall'altra parte pensi a come il tuo vero padre biologico, sia stato così sciocco da lasciarsi morire per qualcuno che nemmeno si curava dei suoi sentimenti.
- Non è così, noi eravamo come fratelli, non c'erano quei sentimenti tra di noi.
Noi. . Non ci poteva essere nulla.-
Replicò lui questa volta più agitato che arrabbiato.
Sorridesti con le lacrime agli occhi, rispecchiandoti nella testardaggine del tuo padrino.
- Dio, solo il modo in cui pronunci quel ' noi ', non ti dice nulla?
Chissà quante volte ha provato a farti capire i suoi sentimenti e tu l 'hai ignorato.
Tu davvero non ne sapevi nulla o stai semplicemente cercando di fare finta di niente come allora?-
Domandi con la voce che si incrina un po' per le lacrime che stai cercando di trattenere.
- Kibum, quante volte dovrò ancora ripetertelo affinchè ti entri in testa?
Non c'erano quei sentimenti fra me e tuo padre!
Tua madre. . Lei ha sempre scherzato su questa questione, deve essere impazzita e deve aver preso tutto seriamente.-
Rispose lui riavviandosi di nuovo i capelli.
- Aiishh, chommal.
So che il nonno. . Entrambi i vostri padri non amavano il vostro rapporto, so che tuo padre si è sempre comportato come hai cercato di fare tu fin ora con me.
Ma io voglio mettere fine a questa catena di sofferenze, io amo un uomo, lo amo e non mi importa di quello che potrai farmi.
Adesso capisco il motivo di tante cattiverie, in qualche modo devi vedere il suo viso nel mio, giusto?
E' mio padre, è impossibile che non gli somigli in qualche aspetto, e tu hai preso ad odiarmi non appena sono diventato più simile a lui.
Tu. . Lo amavi anche tu!-
Replicasti tu quasi urlandogli addosso usando un tono leggermente incrinato.
Ora non sai nemmeno se stai piangendo per quel qualcuno che non hai mai conosciuto, o per te stesso che hai vissuto in una bugia per tutta la vita.
- Kibum!-
Urlò lui alzandosi dal divano e fronteggiandoti faccia a faccia.
- Bwho? 
Bwho?!
Non sopporti che possa essere felice?
Pensi che per colpa di mio padre o per colpa tua, io debba soffrire di conseguenza?
Ti sbagli, io non voglio!
Ho trovato la mia felicità e non ho intenzione di rinunciarci così facilmente come hai fatto tu!
Solo uno stupido lo farebbe. .-
Sussurri l'ultima frase abbassando lo sguardo e avviandoti verso il lavello della cucina per posare la tazza sporca.
- Kibum da quando tuo padre è morto ho il compito di prendermi cura di te, non ti permetterò di fare i suoi stessi errori.
Non sarai mio figlio, ma ti ho cresciuto e sono in grado di decidere ciò che è giusto o sbagliato per te.
La strada che hai deciso di intraprendere non è giusta per te, è sbagliato e perverso quello che hai in mente.
E non parlo per la famiglia, parlo per te, molte persone potranno giudicarti e tu non farai altro che vivere nella sofferenza.
Non fare lo stesso errore di tuo padre, Kibum.-
Disse l'uomo guardandoti sinceramente negli occhi.
Tu distogliesti subito lo sguardo cercando di non versare alcuna lacrima.
- Io. . Davvero.
Non credo che mio padre abbia commesso un errore, ti amava e ha vissuto nella sofferenza perchè aveva a che fare con un uomo testardo come te che faceva finta di non sapere i suoi sentimenti.
Ho vissuto anche io una tale esperienza è stato un brutto periodo, davvero non vorrei riviverlo.
E ho sofferto molto quando. . Quando hai mandato via Jonghyun, il mio cuore. . Provavo un dolore così forte.
Ma ora è tornato, lui è con me e non mi sono mai sentito così felice, fa parte della mia vita e se prima il mio cuore soffriva così tanto per la sua mancanza, ora gioisce alla sua presenza.
Non mi importa di quello che potrà pensare la gente, ho passato esperienze peggiori.
Sapere che l'uomo che mi ha cresciuto per tutta la vita non è davvero mio padre, anche quello mi ha fatto soffrire.
Ma infondo lo sapevo, lo sospettavo, come potevo essere così differente da quello che dovrebbe essere il mio genitore?-
Concludesti tu sorridendo ancora una volta in modo sarcastico.
- Kibum è sbagliato.-
Sussurrò il tuo padrino dal divano.
- Non è sbagliato.
Non lo è se mi rende così felice, avresti dovuto accettare i tuoi sentimenti, davvero.
Sembra la cosa più giusta al mondo.-
Aggiungesti poi guardando nel vuoto.
- E' la tua vita Kibum.
Non aspettarti che possa mai appoggiare queste scelte.
Quando ti renderai conto che questa storia non può andare avanti, allora la porta di casa sarà aperta.
Per quanto riguarda tua madre, è libera di venirti a trovare quando vuole.-
Affermò lui alzandosi dal divano, facendo leva sulle sue braccia.
Prima che potesse lasciare la sala lo fermasti per un braccio, prendendo a sussurrare al suo orecchio.
- Il ventidue luglio, andiamo a trovarlo insieme.
Ho molte cose da dire a mio padre e immagino che anche tu ne abbia.
-
E poi lo lasciasti uscire dal tuo appartamento.

Al rumore della porta d'ingresso che veniva chiusa, tua madre entrò nella sala con un espressione seria ma uno sguardo dolce.
- Umma è meglio se ora lo raggiungi, penserò io a spedirti i bagagli.-
Dicesti con lo sguardo basso, mentre ti avviavi in cucina.
- Grazie. . e scusa Kibum-ah.-
Replicò tua madre abbracciandoti per qualche secondo.
Tu ti limitasti a sorridere al suo volto che tra poco avrebbe ospitato lacrime.
- Vivi bene con Jonghyun, arasso?
Verrò a trovarti appena troverò del tempo.
Saranghea [2], Figlio mio.-
Concluse lei dandoti un piccolo bacio sulla guancia e avviandosi verso le scale del palazzo.




Passarono soltanto alcuni minuti prima che Minho facesse la sua comparsa nell'appartamento con il fiato corto.
- Ho saputo.
Cioè, ho visto i tuoi giù.
Come è andata?-
Domandò lui prendendo fiato e ingogliando saliva.
- Bene?-
Rispondesti tu girandoti verso Minho con gli occhi rossi di chi trattiene per troppo tempo le lacrime.
Il ragazzo chiuse la porta d'ingresso e si avvicinò a te per stringerti in un abbraccio.
- Mi dispiace.-
Sussurrò lui fra i tuoi capelli, non appena iniziasti a singhiozzare.
- Minho. . Non ha provato a negarlo nemmeno, nemmeno una volta.
Non. . Non sono davvero suo figlio.-
Dicesti tu tra le lacrime, stringendo forte Minho tra le tue braccia.
- Mi dispiace così tanto Kibum-ah.-
Continuava a sussurrare Minho.
- Ma almeno ora conosci la verità.-
Aggiunse poi, cercando di consolarti con uno scarso tentativo.
-  Minho. . Mio  padre è morto.
Non ho un padre.-
Affermasti poi.
- Abbiamo mai avuto bisogno di loro, Kibum?-
Domandò Minho, ricordandoti come ve la siete cavata negli ultimi  anni.
- Se lo avessi conosciuto. . Sarebbe stato diverso, capisci?
Non, non avrei dovuto soffrire così tanto.
Mi avrebbe capito, sarebbe stato al mio fianco, provi soltanto ad immaginartelo?
Sarebbe stato tutto così semplice se lui fosse stato ancora qui con me.-
Aggiungesti staccandoti da Minho e pulendoti alla meglio il viso con le mani.
- Adesso calmati, vado a prendere quello che ho in macchina, torno subito.
Intanto rilassati, così potrai raccontarmi tutto per bene, arasso?-
Disse il moro sorridendo, cercando di risultare almeno un po' incoraggiante.



Quando Minho varcò la soglia di casa, Jonghyun era dietro la porta con le chiavi nella mano pronto ad entrare in casa.
- Oh, Minho.-
Esalò il biondo alla sua vista.
- Jonghyun.
Ci vediamo, stammi bene okey? Cerca di stare tranquillo, andrà tutto bene adesso.-
Disse Minho sussurrandoti quelle ultime parole di conforto.
Ti limitasti a salutarlo con un cenno del capo e a chiudere la porta alle sue spalle non appena Jonghyun decise di entrare in casa.

- E'. . E' successo qualcosa?-
Domandò incerto il cantante.
- Non esattamente.
Ma non preoccuparti, starò bene.-
Rispondesti tu sorridendogli.
- Kibum. . Se Minho è stato qui fino a quest'ora deve essere successo qualcosa.
Non vuoi parlarmene?
Io cercherò di capirlo se non vuoi dirmi nulla.-
Constatò Jonghyun avvicinandosi lentamente a te e accarezzandoti leggermente il braccio.
- E' solo venuto a fare una visita da queste parti, è ancora in crisi per Taemin.
Quel ragazzo lo farà impazzire.
Come è andata a lavoro?-
Domandasti cercando di cambiare argomento e di sembrare il più normale possibile.
- Oh, perfetto.
Mi sono divertito davvero questa volta, ho addirittura dimenticato le fan fuori dallo studio che facevano fotografie.
E' stata una bella giornata.-
Rispose lui questa volta facendo sentire la presenza delle sue mani sulla tua pelle, accarezzandoti dolcemente.
- Mmmh.
Hai fame? 
Oggi sei arrivato prima del solito e non ho ancora avuto il tempo di preparare nulla.-
- Mmh, sì!
Provo a vedere nel frigo, dovrebbe esserci ancora qualcosa di mia madre.
Quella donna, davvero, pensa ancora che tu non possa cucinare bene quanto lei?-
Rise nel dire quelle parole Jonghyun.
Ma a te diedero tanto a cui pensare.

Ora che sembrava che tu non avessi mai avuto una famiglia, Joghyun era l'unico che era rimasto.

Per Jonghyun sarebbe mai stato lo stesso?
Avrebbe mai accettato di starti accanto allontanandosi dalla sua famiglia?

Sarebbe stato in grado di metterti al primo posto come tu stavi facendo con lui?

Senza dubbio la famiglia è qualcosa di davvero importante, ma per te che hai scoperto soltanto da poco cosa voglia dire, saresti disposto a rinunciarci se Jonghyun non ti scegliesse?
Rinunciare di nuovo a Jonghyun, rinunciare di nuovo alla sua voce, ai suoi gesti, alle sue abitudini.
Sarebbe stato facile, essendo la seconda volta?


O sarebbe stato ancora più difficile?

Hai solo lui, lui solo  è la tua famiglia e pensare di rinunciarci è  impossibile ormai.

Ma Jonghyun che prospettiva aveva?
La tua famiglia è la sua stessa concezione di famiglia?
Allora tu cosa significhi per lui? 
Se non sei qualcosa di forte come la famiglia, cosa sei per lui?

- Oggi mi ha chiamato di nuovo, diceva che gli mancavo.
E' strano come le madri possano percepire i tuoi sentimenti vero?
Perchè lei iniziava a mancare anche a me.
Dio, avercela in giro per tutto il giorno era quasi diventata un'abitudine.-
Disse sorridendo il biondo.
- So che non riuscivi proprio a sopportarla, ma qualche volta potremmo andare a trovarla, giusto?
Magari ci andiamo con Sodam e Jinki, potrebbe venirgli un infarto dalla gioia.
Poi chissà, potrei portarti in giro per l'America, farti visitare tutti i luoghi in cui sono stato.-
Continuò a blaterare Jonghyun mentre guardava il contenuto del frigo con la testa del tutto all'interno.
- Aigoo, Kibum penso che avremmo bisogno di una bella spesa.
Se mia madre vedesse questo frigorifero gli verrebbe un infarto.-
Affermò per poi prendere un paio di scodelle e posarle sul piano cucina.
- Jonghyun. .-
Quasi sussurrasti tu.
- Mmh?-
Rispose lui di buon umore.

Strano come ancora una volta voi rappresentiate gli opposti.

- Cosa sono io per te?-
Domandasti ancora con un filo di voce, avendo forse paura della risposta.
- Che domande sono Kibummie?-
Rispose con un altra domanda, indaffarato a prendere una padella per scaldare il cibo di quei contenitori.
- Rispondimi.-
Affermasti tu non guardandolo in faccia e fingendo di pulire il marmo della tua cucina.
- Sei il mio ragazzo, che domande?-
Disse lui ancora una volta sorridendo spensierato.
- E prova a immaginare di dover scegliere un 'altra volta tra la tua famiglia e me.
Sceglieresti ancora una volta loro, vero?-
Domandasti ancora una volta, appoggiato al piano della cucina con uno straccio per pulire tra le mani.
- Kibum. . Perchè stai aprendo ancora una volta questo discorso, non avevamo già chiarito?-
Rispose lui perdendo quel bellissimo sorriso, rimpiazzandolo con un cipiglio sul volto.
- Voglio solo delle risposte Jonghyun.
Vorrei essere pronto, nell'evenienza in cui potresti abbandonarmi ancora una volta.
Sai, non credo di poterlo sopportare di nuovo.-
Replicasti, sussurrando l'ultima frase.
- Kibum tuo padre ti ha detto qualcosa di spiacevole?-
Domandò invece Jonghyun, alzando finalmente lo sguardo e osservandoti attentamente.
- Assolutamente no, cosa avrebbe mai potuto dirmi?
Che avrebbe messo di nuovo in pericolo la tua famiglia, o il tuo lavoro, o che ne so?!-
Rispondesti alzando la voce di alcuni toni.
- L'ha detto sul serio? Non si è ancora arreso, vuole ancora continuare con i ricatti?-
Continuava a domandare il cantante.
- Perche?
Perchè, eh?! 
Perchè così potresti già andare in camera e preparare i bagagli per scappare di nuovo?
Per poi magari ritornare, con la scusa che questa volta non t'importa e che magari sei stato uno stupido, che inseguivi soltanto il tuo sogno!
Riparerai tutto con un'altra cena a quel dannatissimo ristorante e del sesso in riva al fiume Han?!-
Gli urlasti contro senza motivo, nemmeno ti accorgevi delle tue parole, nè degli occhi di Jonghyun che presto diventarono rossi e lucidi,
accecato dalla tua sofferenza.
- Tu. . Davvero non sai quello che stai dicendo, vero?-
Sussurrò Jonghyun con voce roca, e questa volta non c'era nulla di sensuale in quel tono.
- Perchè, ti ferisce quello che sto dicendo?
Eppure a me non sembra nient'altro che la verità!-
Rispondesti ancora lanciando lo straccio nel lavandino e girandoti di spalle.
- Io. . Pensavo che tu avessi compreso il fatto che non sei stato l'unico a soffrire in quella situazione.
Ti volevo ogni ,singolo, dannato, secondo al mio fianco.
E non potevo farci nulla.
Tu eri ancora un ragazzino, la mia famiglia era in pericolo e mi era stato offerto di realizzare il mio sogno su un piatto d'argento!
Avrò forse sbagliato a rinunciare a te, anzi, so per certo che avrei dovuto starti accanto.
Ma non ero certo dei miei sentimenti, e nemmeno dei tuoi!
Cosa pretendevi? Che avrei dovuto lasciare la mia famiglia in rovina per qualcosa di cui non avevo nemmeno delle certezze?
Non è uno stupido film questo Kibum! Non potevo fare l'ingenuo stando con te e vedendo la mia famiglia soffrire, aspettando che magari tuo padre decidesse di smetterla.-
Disse Jonghyun con gli occhi sempre più rossi e una lacrima che solcava il suo viso.
- Avresti potuto dirmelo, avresti potuto scrivermi qualcosa o almeno cercare uno stupido cellulare da cui contattarmi!-
Urlasti, ancora più ferito dal vedere quelle lacrime sul viso della tua persona amata.
- Pensi che non ci abbia provato?! 
Quante volte vuoi ancora che te lo ripeta, per far sì che tu lo capisca?
Ti desideravo accanto a me, volevo che tu fossi lì con me.
E forse nemmeno capisci quanto sia stato difficile accettarlo per me, sai quanto etero pensavo che fossi, come credi che mi fossi sentito a desiderare di nuovo le tue labbra, le tue carezze e il tuo corpo vicino al mio?
Pensavo di essere sbagliato, pensavo di poter deludere la mia famiglia; sono un uomo, Kibum, ho il  compito di proteggere la mia famiglia.-
Confessò il biondo tentando di avvicinarsi a te, ma tu subito ti allontanasti da lui.
- Io avrei lasciato tutto per te.
Non sopportavo più nemmeno il fatto che non potevamo vederci tutti i giorni.
Nel senso che mi mancavi davvero, anche se erano trascorse soltanto alcune ore.
Non puoi immaginare il vuoto che hai lasciato dentro di me quando sei andato via, c'era un dolore così lancinante, proprio qui sul petto.
Tu eri andato via e l'unica cosa che mi era rimasta era il tuo profumo sul cuscino.
E. . Dio me ne scampi, ho pianto come una ragazzina quando anche quello è scomparso.-
Dicendo questo, ricordando il dolore di allora, non riuscisti più a trattenere le lacrime.
- Mi dispiace, mi dispiace davvero.
Ma se tu solo sapessi cosa vorrebbe dire avere una famiglia, allora capiresti e avresti fatto la mia stessa scelta.-
Sussurrò Jonghyun con le lacrime sul viso.
- Di chi credi che sia la colpa, credi che abbia scelto io di nascere in quella situazione?-
Domandasti stizzito, iniziando ad innervosirti per quella stupida affermazione del cantante.
- Io. . Non intendevo questo.-
Sussurrò ancora una volta il biondo, per poi spegnere i fornelli e tirare su con il naso.
- Ora devo andare di nuovo allo studio, devo sistemare alcune cose.-
Concluse asciugandosi le lacrime dal viso e indossando di nuovo il cappotto, per poi chiudere la porta dietro di sè, lasciando la casa in silenzio.

[ Fine Flashback]

E adesso ti ritrovi a correre per le vie di Soul con un'unica meta precisa in cui rifugiarti.
Mentre corri e sbatti contro le persone, scusandoti e inchinandoti per la maleducazione, ti viene in mente di essere uno stupido per non aver deciso di prendere la macchina.
Ma bastano pochi secondi per accantonare il pensiero e correre ancora più velocemente.
Hai bisogno di incontrare Jonghyun adesso, hai bisogno di dirgli tutto quello che ti è successo, di scusarti e sopratutto di ammettere le tue insicurezze.
Non so come ci sia venuto in mente di nasconderci a quel modo.
Eppure davanti a tuo padre hai dimostrato tutto quel coraggio, e poi cosa succede?
Solo la vista di Jonghyun ti ha fatto sentire così insicuro, così nuovamente esposto ad un abbandono.
Ma ora basta piangersi addosso Kibum, asciuga in fretta quelle lacrime che stanno ancora scendendo sul tuo viso e metti fine una volta per tutte a questa questione dell'abbandono.
Deciditi a diventare così importante per Jonghyun da non fargli passare nemmeno per l'anticamera del cervello di lasciarti andare di nuovo.
E' tempo di convertire quell'insicurezza in fiducia e amore nei confronti del cantante.
Ne avete passate tante, ma ora siete di nuovo insieme, cosa importa del passato?
E' il presente che conta ed è giusto viverlo insieme.
Non sei sbagliato, non è scorretto o perverso quello che desideri.
E' maledettamente giusto e vero.


Quando arrivi davanti alla stazione radiofonica la guardia posta davanti alla porta d'ingresso si oppone fra te e l'entrata.
- Mi scusi, avrei bisogno di entrare.
Sono piuttosto di fretta, sa com'è.-
Dici tutto d'un fiato, anche perchè ne hai veramente poco a disposizione.
- Non sono autorizzato a far entrare nessuno che non sia un dipendente.-
Replica invece l'uomo grassottello e come se non bastasse ti lancia anche un bruttissima occhiataccia.
- Lei, davvero non mi riconosce?
Insomma non ha letto i giornali di gossip o altro?
Per circa un mese non hanno fatto altro che parlare di me e Jonghyun.-
Domandi sempre più agitato e nervoso.
- Ohh, lei deve essere Key, lo stilista di Moschino.-
Sorride furbamente l'uomo.
- Sì, sì esatto.
Posso entrare ora?-
Domandi speranzoso e felice.
- Sì certo! -
Risponde l'uomo ghignando, ma appena ti avvicini alla porta ti allontana di nuovo.
- Come tutti i Key che si sono presentati questa settimana.-
Continua l'uomo facendo apparire di nuovo quella brutta espressione sul suo viso.
- Che cosa?
D'accordo, vuole che le mostri la mia carta d'identità?-
Chiedi iniziando a tirare fuori il portafogli.
- Non m'importa ragazzo, sa quante persone possiedono il nome di Kim Kibum, qui in Corea?-
Replica ancora l'uomo sogghignando.
- Yah, immagino che questa situazione la stia divertendo molto.
Forse non capisce quanto invece sia una cosa seria.-
Dici agitandoti sempre di più, ma l'uomo non sembra essere in grado di cambiare idea o lasciarsi convincere.
- Okey, allora forse sarà meglio chiamare Jonghyun.
Certo, se lei verrà licenziato non sarà mica una mia colpa, giusto?
D'altronde quanti Kim Kibum ci sono in corea?-
Domandi sarcastico.
Sul viso dell'uomo sembra apparire un lampo di spavento, ma subito si riprende, notando il fatto che non hai con te il cellulare e quindi sei incapace di poter telefonare Jonghyun.
- Diceva?-
Replicò sarcastico la guardia.
- Aish, che razza di situazione.-


- Kibum!-
Una voce familiare ti fa girare di spalle, dato che ti eri rassegnato ad aspettare sulle scale d'entrata della stazione.
- Jonghyun finalmente. .-
Sussurri un po' agitato.
- Kwan-sshi perchè non mi hai riferito che Key fosse qui?-
Dice il biondo alla guardia.
Quest'ultimo pare sorpreso e sconvolto allo stesso tempo, per un attimo sembra incapace di dare una risposta, ma poi subito riprende la sua facciata.
- Oh. . Ehmm, non ero sicuro si potesse trattare del vero Key, pensavo fosse uno di quei tanti ragazzi che si spacciano per lo stilista e non volevo nemmeno azzardarmi a disturbarla,  dato che mi aveva detto di non farlo in nessun caso.-
Risponde diligentemente l'uomo.
Jonghyun fa un piccolo sorriso verso la guardia e ti porge una mano.
- Grazie per la sua premura, in ogni caso, Kwan-sshi.-
Replica Jonghyun con un piccolo inchino per poi trascinarti verso la macchina.
- Si figuri Signor. Kim.-
Sussurra impassibile l'uomo mentre sei indeciso se lamentarti per tanta gentilezza verso un uomo così scorbutico o iniziare con le tue scuse.

- Scusa.-
- Mi dispiace.-
Dite all' uni suono tu e il biondo.
- Kibum io- .  -
Prende l'iniziativa Jonghyun, ma tu non lo lasci finire che decidi di interromperlo.
- No, questa volta è colpa mia.
E' giusto che sia io a scusarmi questa volta, mi sono fatto prendere la mano e ho esagerato.
Non dovevo dirti tutte quelle cose, ti ho fatto soffrire inutilmente.
Insomma, sono cose che appartengono al passato e noi avevamo già chiarito il discorso molto tempo fa.-
Dici abbassando lo sguardo in imbarazzo.
- Kibum non preoccuparti, d'altronde è stato meglio così, adesso riesco a capire il perchè di molte cose.
Senti io. .-
Replica lasciando la frase in sospeso per girarsi verso di te e guardarti negli occhi.
- Io non farò lo stesso errore di allora.
Ora so che ti amo e che anche tu provi lo stesso per me.
Capisco che lasciarti andare sarebbe troppo per me e anche per te.
Se mai dovesse davvero succedere qualcosa alla mia famiglia, gli starò accanto ma con te al mio fianco.
Adesso che mi rendo conto che potrei perderti sul serio, non voglio rischiare, non sono pronto.-
Afferma abbassando gli occhi lentamente, sentendosi anche lui in imbarazzo.
- Oggi mio padre è venuto per portare mia madre a casa.
Quello che è successo in realtà non ha più nulla a che fare con la tua famiglia, mi dispiace averti fatto preoccupare per nulla.
Mi sono sfogato con te senza neanche averne la ragione di farlo.
In realtà pensavo fosse tutto apposto dal momento che Minho mi è stato accanto tutta la giornata; ma ecco. . Rendersi conto di aver vissuto in una bugia non è così semplice come pensavo.-
Dici tu sospirando all'ultima frase.
- Cosa intendi?-
Dice Jonghyun avendo un tono di voce piuttosto calmo e rassicurante.
- E' una storia piuttosto complicata, un giorno ti racconterò tutto nei dettagli, ma per ora ti basta sapere che quello che credi sia mio padre in realtà è soltanto il mio padrino, il mio vero padre è morto alcuni mesi dopo la mia nascita.-
Rispondi tu in un sussurro, ancora non ben sicuro su quello che stai dicendo.
- Bwho, dici sul serio? E ne sei venuto a conoscenza solo ora?-
Domanda ancora il biondo.
Tu ti limiti ad annuire.
- Il bello è che il mio padre biologico era innamorato del mio padrino, che però dice di non aver mai ricambiato i suoi sentimenti.
E' per questa storia che lui pensa che la mia storia con te sia soltanto sbagliata o perversa.-
Aggiungi tenendo lo sguardo basso.
- Oh, è davvero complicato.-
Replica il cantante sfiorando la tua mano, per poi intrecciare le vostre dita.
- Il fatto di non aver mai saputo che cosa volesse dire una famiglia mi ha ferito.
Inoltre quando ero finalmente disposto a vedere te, noi, come una famiglia, ho ripensato al fatto che tu avresti sempre amato di più la tua di famiglia.-
Affermi con sincerità, stringendo le tue dita attorno alla mano di Jonghyun.
- Avresti dovuto parlarmene Kibum.
Anche io ti considero una famiglia, dal momento che hai conosciuto mia madre, mio padre e mia sorella, tu sei entrato automaticamente a far parte di noi.
E' per questo che ti dico che se mai dovesse accadere qualcosa tu ora staresti al mio fianco.
Fai parte della mia famiglia ora, ho il compito di proteggere anche te.
Non c'è nessuno al primo posto, siete tutti importanti.-
Afferma Jonghyun prima di dare un bacio sulla tua mano e poi avvicinarsi al tuo viso per stamparti un bacio sulle labbra.
- Non l'avevo mai considerata in questo senso.-
Sorridi imbarazzato.
Anche Jonghyun ricambia il sorriso, ma poi il suo volto si illumina e tira fuori un CD dalla tasca del suo cappotto.
- Lavoravo a questa canzone da un po', sono riuscito a concluderla solo oggi, grazie. . Bhe a quello che ci è successo in questo paio d'ore.
Ti va di ascoltarla e darmi un parere? E' per un amico quindi è abbastanza importante.-
Afferma il cantante prima di accendere lo stereo della macchina.
- Non ti ho nemmeno dato una risposta.-
Ridacchi vedendo Jonghyun inserire il dischetto.
- Le hai già dato un nome?-
Continui poi, Jonghyun annuisce e ti guarda sorridendo.
- Si chiama  An ode to you.-
 


Al termine di una giornata impegnativa,
il vuoto è sempre lì
quando la strada è buia e strana, e mi sento solo.
Ma la mia tristezza è confortata da te,
il mondo nel mio cuore sta tremando, ma mi calma.

Sarò la tua canzone, diventerò una quieta musica,
così potrò asciugare tutte le tue dolorose lacrime,
Sarò la tua canzone, 
sarò il tuo respiro che tu potrai respirare tranquillamente.
Se solo potessi avvicinarmi di un passo a te.

Non sapevo di potermi alzare da solo nel passato,
e mi ritrovo faccia a faccia con il muro della realtà,
ma tu eri una luce che brillava su di me.

Sarò la tua canzone, diventerò una quieta musica,
così potrò asciugare tutte le tue dolorose lacrime,
Sarò la tua canzone, 
sarò il tuo respiro che tu potrai respirare tranquillamente.
Se solo potessi avvicinarmi di un passo a te.

Se non rimanesse qualcosa,
se solo potessimo ricominciare da capo.
Non è ancora l'ora, non è l'ora della fine,
lasciarsi non è giusto.

Sto chiamando il tuo nome,
lo faccio risuonare ovunque  nel cielo notturno,
con una voce che solo tu puoi sentire,
ti chiamerò silenziosamente.
Ci sono molte cose che vorrei dire,
è passato molto tempo,

ma mi sei mancato, sorriderò e dirò ciao.
Mi sei mancato, sorriderò e dirò ciao.







[1] Trio intent : l'ho praticamente inventato, dovrebbe essere un miscuglio tra intelligent e talent, ma non importa, sono cose stupide che mi saltano alla testa ogni tanto *sempre*.
[2] Saranghea : la maggior parte come al solito saprà il significato di questa parola coreana, 
Tradotto in italiano vuol dire ' ti amo' o anche ' ti voglio bene '.


Bye, bye!
Mi raccomando  fatemi sapere come è stato questo come back!
  
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