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Autore: _Angelica_    01/09/2015    0 recensioni
"Ogni lettore,quando legge,legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico,che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che,senza libro,non avrebbe forse visto in se stesso."
-Proust,
Non starò qui a scrivervi la trama di questa storia,vi dico solo che ha a che fare con una ragazza e la serie di sfortunati eventi che compongono la sua vita. Prometterò,a ogni lettore, che in questa storia riscoprirà se stesso o in qualche modo si rispecchierà in qualche capitolo.
Buona lettura.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Nuovo giorno,stessa storia.
Corridoi pieni di persone che gridavano il nome di Jennifer, peluches,bigliettini di cordoglio e fotografie scattate che dettavano il tempo passato che non potrà mai più esserle restituito.
La morte di Jenny mi aveva scossa, non potevo crederci che il giorno prima fosse accanto a me ed il giorno dopo sotto cumuli di terra e polvere.
Posai i miei libri nell’armadietto,mentre una mano gelida mi sfiorò il collo e poi la spalla.
“Ciao Angelica!” Una voce strozzata dal pianto in gola riecheggiò nelle orecchie mentre di scatto chiusi l’armadietto e mi voltai.
“Salve signora Smith.” La madre di Jennifer era proprio lì avanti a me. Indossava una larga maglia nera,Jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica. Aveva il viso contratto dal forte dolore,ed i capelli sparpagliati come se quel giorno non avessero visto alcuna spazzola.
“So che tu eri un’amica di Jennifer,eri la sua compagna di biologia. Mi chiedevo se ti avesse parlato di qualcosa o di qualcuno recentemente magari riconducibili alla …” Restò in silenzio fissando il vuoto,nella mia mente conclusi la sua frase MORTE.
La morte,alle volte, ci sembra cosi lontana,impercettibile,come se noi fossimo immuni da tutto ciò che potrebbe farci smettere di respirare.
“Mi dispiace signora Smith, non ricordo mi avesse detto qualcosa che potrebbe aiutare nelle indagini ma farò di tutto pur di aiutarla o perlomeno ad aiutare tutti a trovare una risposta.” Dissi con voce sommessa.
“Ti ringrazio.”
Non appena pronunciò queste parole si voltò di scatto,percorse il lungo corridoio rivolgendo il suo ultimo sguardo verso l’armadietto di sua figlia dando un bacio sfiorando le sue dita scheletriche e lo posò sul freddo ferro dell’armadietto.
Fu un colpo al cuore per me …
La giornata passò inesorabilmente, volevo solo tornare a casa e stendermi sul letto a rimurginare sull’accaduto.
“Ciao Angieeee”
“Cassy … Ciao! “
L’abbracciai, come se mi fosse mancata da tempo e invece avevo solo bisogno di sfogarmi.
Lei ricambiò l’abbraccio e,non appena ci staccammo disse:
“Mi è arrivato un messaggio con su scritto che dopo l’orario scolastico dobbiamo restare qui per i corsi di recitazione.. E’ arrivato anche a te? ”
La guardai sbigottita,presi il cellulare e constatai che non mi era arrivato nessun messaggio.
“No,nulla.”
“Magari l’hanno mandato a pochi affinchè potessero avvisare gli altri, o magari il solito macello in segreteria. Sai quanto sono imbranati.”
“Avrai sicuramente ragione.” Le dissi rivolgendole un sorriso sghembo.
“Ci vediamo alle 6 pm, mi raccomando non tardare!”
Mi fece un cenno di mano, mentre si incamminava nell’aula B13 arte e scultura.
Al rintocco dell’ultima campanella,aspettai Cassy nell’atrio.
I minuti passavano inesorabilmente, quando finalmente la vidi salutare Randy il suo ragazzo.
Notai con quanta velocità cercava di uscire da quelle quattro mura, ma poi associai il tutto ai suoi allentamenti di Basket.
Randy era il classico atleta ammirato da tutte: Occhi azzurri e capelli biondi. Sorriso smagliante e fisico asciutto e muscoloso. L’unica pecca? Un idiota.
Tradiva Cassy ripetutamente, ma a lei poco importava,era pur sempre in una squadra di Basket.
Aprimmo le porte dell’aula di teatro e ciò che vedemmo fu una scritta inquietante gocciolare dalle pareti imbrattando di rosso le pareti del teatro.

GIOCHIAMO? E’ STATO FACILE RECITARE CON VOI.  

Mentre fissavamo quella scritta inquietante.
Una mano sfiorò il vetro opaco della porta e all’improvviso una figura nera entrò nell’aula di teatro sbattendo le porte e correndo verso di noi.
In preda al panico iniziammo a correre tra le sedie,mentre la figura tagliava l’aria con un coltello e sfoggiava un sorriso da pagliaccio in faccia,tutto merito di una fottuta maschera di Halloween.
Riuscimmo a fuggire da quell’aula,mentre percorrevamo i lunghi corridoi che ci avrebbero portate alla salvezza  
     …

To Be Continuad..

  
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