Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Silly_Symphony    01/09/2015    5 recensioni
Min Yoongi, fra le tante cose, odiava i dolci. Si chiedeva allora come proprio lui, fra tutti, avesse potuto innamorarsi della persona più dolce sulla faccia della Terra.
-Yoonmin-
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love Songs

-Capitolo 1-





Min Yoongi, lo sapevano tutti, odiava un sacco di cose e ne amava appena qualche manciata.

Odiava sentirsi stanco, detestava le folle, la confusione, la gente stupida, le domande indiscrete, gli insetti, il profumo della lavanda, il sole troppo splendente e la pioggia... La lista sarebbe potuta continuare pressoché all'infinito.

Quasi a compensare, amava veramente poche cose: scattare foto, giocare a basket, vestire di bianco, dormire e, più importante di tutte, la musica. Le era talmente dedito che, da sempre, l'aveva considerata il suo unico vero amore, certo che nient'altro avrebbe mai potuto superarla e nemmeno sperare di eguagliarla. Si sbagliava.

Min Yoongi, fra le tante cose, odiava i dolci. Si chiedeva allora come proprio lui, fra tutti, avesse potuto innamorarsi della persona più dolce sulla faccia della Terra.
Perché non c'era dubbio che Jimin fosse fuori scala. Insopportabilmente dolce. Sempre lì a ballare, gironzolare o saltellare come una molla impazzita. Sempre a sorridere con quegli occhi a mezzaluna, o a ridere a crepapelle con quella voce vagamente infantile. Sempre a far rumore, a parlare, a cantare. Sempre, sempre, sempre. Senza mai sembrare stanco. Sempre ad essere così gentile e disponibile con tutti senza mai offendersi, neppure quando ne avrebbe avuto ogni diritto.

Probabilmente c'erano tonnellate di cose che Jimin amava e nemmeno una che odiava. Era fatto così: incredibilmente ingenuo e insopportabilmente dolce.

Tutto il contrario di Yoongi.

Come era potuto succedere, dunque? Perché proprio lui? Più Yoongi ci pensava, meno ne veniva a capo. Fissava il computer dello studio quasi questo potesse fornirgli le risposte.

Non sapeva neppure quando fosse successo e lui detestava non sapere le cose.

- Suga-hyung.

Yoongi saltò sulla sedia come colpito da una scarica elettrica.

- Tu... Jimin! Cazzo!

Quasi il pensarlo tanto intensamente l'avesse evocato, Jimin era apparso sulla soglia dello studio ed ora lo fissava con la testa inclinata da un lato.

Dopo un'iniziale confusione gli rivolse un sorrisino gongolante. - Non è che per caso ti ho spaventato?

Yoongi lo contemplò domandosi se anche gli altri esseri umani provassero la tentazione di prendere a calci il proprio amato. Poi baciarlo. Poi strangolarlo. Poi baciarlo di nuovo. Poi colpirlo con un corpo contundente e nasconderne il cadavere. Decise, per il momento, di sorvolare sull'argomento. - Che ci fai qui?

- Rap Monster mi ha chiesto di portarti questa.

Gli porse una chiavetta USB che probabilmente conteneva delle tracce musicali o alcune rime.

Rap Monster avrà pure avuto un QI di 150, ma ciò non lo esulava dall'essere un completo imbecille.

Yoongi prese la chiavetta tra indice e pollice, lanciandole uno sguardo vagamente seccato.

- La posta elettronica non esiste più?

Jimin parve colto alla sprovvista. - Beh... Certo, potevamo usare quella, ma ho pensato che non avessi ancora cenato e quindi, già che c'ero, ti ho portato anche qualcosa da mangiare.

Yoongi afferrò il sacchetto che Jimin aveva tirato fuori da dietro la schiena. Avvertì una specie di calore crescergli al centro del petto pensando a quanto premuroso fosse stato il più giovane. Calore che si dissipò non appena il rapper analizzò il contenuto della busta. C'era forse una cena comunque lì dentro? Certo che no. Dolci. Ovviamente.

- Ho preso tutti i miei preferiti - confidò Jimin con un sorriso a trentadue denti. Yoongi non riuscì proprio a dirgli che i dolci gli facevano schifo. Anche se l'altro avrebbe dovuto saperlo dopo tutti quegli anni di convivenza, no? Stupido Jimin, con le sue cene e i suoi sorrisi diabetici. Si sentiva così impotente da far schifo.

- Grazie - pronunciò lapidario afferrando l'eccesso di zuccheri e girando la sedia per dare le spalle a Jimin, sicuro che questi avrebbe capito l'antifona e levato le tende. In quel momento più che mai, voleva essere lasciato solo con le proprie crisi esistenziali.

- Stai scrivendo una canzone?

Ecco, appunto. Mai confidare nel buon senso delle altre persone.

- Posso leggere?

- Non ho ancora scritto nient...

Yoongi non fece in tempo a completare la frase. Proprio in quel momento abbassò lo sguardo sul suo fedele block notes, quello dove buttava giù le rime, accorgendosi con raccapriccio che due intere facciate, chissà come e chissà quando, si erano coperte della sua calligrafia. La sua calligrafia che, bianco su nero, costellava la carta con un solo nome, ripetuto centinaia di volte: "Jimin".

Quando allungò la mano era già troppo tardi. Jimin aveva afferrato il block notes con uno scatto e se lo stava portando agli occhi.

Guidato da puro istinto, Yoongi fece l'unica cosa che gli rimaneva da fare: si buttò a testa bassa contro al proprio dongsaeng sbilanciando entrambi e finendo per farli ruzzolare sul pavimento.

Con gli occhi socchiusi per il dolore, il rapper individuò il block notes, caduto a pochi centimetri dalla testa dell'altro. Lo afferrò con una mano e lo chiuse di scatto. Era salvo.

- Aish! Che male - mugugnò Jimin sotto di lui.

Yoongi, in tutta risposta, gli sbatté il block notes sulla testa.

- Così impari a spiare il lavoro degli altri senza permesso.

Si alzò rassettandosi i vestiti e contemplando Jimin, ancora steso a terra mentre si massaggiava il capo con un'espressione di dolore.

Yoongi sospirò pesantemente. Alzò gli occhi al cielo. Schioccò la lingua. Maledì per la seconda volta quel deficiente di Rap Monster. Alla fine, sentendosi infinitamente misericordioso, porse una mano a Jimin per farlo alzare.

- Sei cattivo, hyung.

Lo guardava come un cucciolo bastonato, nonostante fosse chiaramente tutta colpa sua e Yoongi lo stesse addirittura aiutando. Ma la faccia da cucciolo non se ne andava e il rapper avvertì una fitta di... Qualcuno avrebbe detto senso di colpa, ma lui propendeva più per la nausea.

Afferrò con uno sbuffo la mano di Jimin e lo trasse in piedi; quindi frugò nel sacchetto coi dolci per estrarne uno particolarmente zuccheroso e porgerlo al più piccolo.

- Ceniamo insieme - ordinò atono.

Jimin vantava la stessa sete di vendetta che avrebbe potuto avere un coniglietto puccioso. Quindi, gli bastarono un dolcetto e cinque secondi per accantonare l'accaduto, perdonare il suo hyung e tornare quello di sempre.

Yoongi non sapeva se sentirsi affascinato, grato o piuttosto raccapricciato da tale, mirabolante, capacità di passare sopra gli abusi altrui. Non che lui avesse fatto niente di male, sia chiaro.

Mentre Jimin mangiava beato, Yoongi continuava a lanciargli sguardi furtivi, studiando il suo volto in cerca di rabbia, pur sapendo che non ne avrebbe trovata. Il ragazzo si limitava a mangiare il proprio dolce cospargendosi faccia e vestiti di zucchero a velo, sorridendo come un ebete. Ondeggiava leggermente, seguendo il ritmo di una musica che solo lui sentiva e lo guardava con occhi luminosi che, dannazione, lo scombussolavano.

- A cosa pensi, huyng?

- Niente.

Il ragazzo finì l'ultimo boccone di dolce e si leccò lo zucchero a velo dalle labbra, facendo deglutire rumorosamente Yoongi. - Huyng, a dire il vero sono venuto per parlare con te a proposito di una questione.

Jimin interpretò l'assenza di reazioni dell'altro come un "oh mio Dio, non sto più nella pelle! Raccontami tutto fin nei minimi particolari!" quindi continuò avvicinando una mano al lato della bocca e abbassando la voce come stesse rivelando un segreto. - Voglio scrivere una canzone d'amore.

Yoongi alzò un sopracciglio, massimo cenno di sconcerto che si permetteva quando non era davanti alle telecamere.

Una canzone d'amore? Per chi? Cosa gli prendeva, tutto d'un tratto, per voler scrivere una canzone d'amore? Stupido Jimin.

- Ah.

- Mi aiuterai, hyung?

Col cavolo! Aveva un sacco di lavoro da fare, lui. Mica poteva star dietro a una simile stupidaggine. Per chi era la canzone? Ancora non gliel'aveva detto. A che pro intendeva scriverla? Una confessione? Una ragazza? Magari quella cameriera del bar di fronte allo studio, oppure la costumista. Aspetta, no, quella era sposata. Tradimento? Non era un po' grande per lui?

- Uhm...

- Ti prego, è veramente importante!

Addirittura "importante". Quella costumista... Aveva un figlio, maledizione! Anche se, effettivamente, Jimin sarebbe stato magnifico con un bambino. O con una bimba. Meglio una bambina. L'avrebbe viziata morire, poco ma sicuro. Avrebbero giocato e fatto gli scemi tutto il giorno. Lui le avrebbe insegnato a ballare. In effetti, non sarebbe cambiato proprio nulla dal comportamento che teneva di solito. Solo che avrebbe plagiato un'altra piccola mente, come se non fosse bastato il loro maknae.

- Ho da fare.

Jimin, in quel momento, fece l'ultima cosa che avrebbe mai dovuto fare o l'unica, dipendeva dai punti di vista. Gli afferrò una mano e la strinse tra le sue, ancora impiastricciate di zucchero. Avvicinò il viso, troppo, buttando un po' fuori le labbra. E per fortuna che non sapeva fare l'aegyo.- Huyng, tu sei l'unico che possa aiutarmi, sul serio, non te lo chiederei se non fossi disperato! Non ti domanderò mai più nulla, ma la persona per cui voglio scriverla... Desidero veramente raggiungere il suo cuore.

Yoongi avvertì il proprio, di cuore, accelerare come impazzito a quel contatto e, alle parole di Jimin, fermarsi causandogli uno spiacevolissimo dolore al petto.

- Il tuo alito puzza di caramello, che schifo - brontolò liberando la mano e spostandosi indietro. Afferrò una salvietta e iniziò a ripulirsi dallo zucchero.

Yoongi detestava non sapere le cose. Alcune, però, detestava saperle. Ad esempio, sapeva che, per quanto profondamente fosse innamorato di Jimin, stare insieme a lui, sviluppare una relazione, era impossibile.

Jimin lo fissava speranzoso, in attesa di una risposta. In fondo, pensò Yoongi, era meglio per tutti che le cose andassero in questo modo. - Va bene, per questa volta ti aiuterò.

Il sorriso che Jimin gli rivolse avrebbe potuto illuminare uno stadio, tanto era raggiante. - Sei lo hyung migliore del mondo!

-Ovvio. Ora lasciami solo, inizieremo domani.

Jimin cercò di abbracciarlo, ma lui lo tenne lontano con un braccio. Sul serio, lo voleva fuori da quella stanza. Subito.

- Vai, ho da fare.

- Ok, ti lascio tutti i dolci come ringraziamento.

- Quale gioia.

Jimin saltò in piedi e si diresse ballando verso la porta. Possibile che si muovesse sempre ballando?

All'ultimo, però, si giro verso Yoongi. - Grazie davvero, significa molto per me.

- Te ne vuoi andare o ti devo picchiare?

Jimin chiuse la porta dello studio con una risata.

Yoongi tornò a fissare il computer con occhi spenti. - Stupido - mormorò, e non sapeva nemmeno lui se si stesse rivolgendo a Jimin o se stesso.

 





Angolo dell'autrice: Ero partita dicendo "voglio scrivere una fanfic sui BTS, ma non userò la Yoonmin e non userò il POV di Suga" quindi, naturalmente, ho finito per scrivere una Yoonmin dal POV di Suga. La mia coerenza mi stupisce ogni giorno di più.

Tralasciando i miei evidenti problemi logici, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. Sarà una storia piuttosto breve, in gran parte ho già finito di scriverla, quindi spero (ma non prometto) di aggiornare abbastanza rapidamente.

Ringrazio tantissimo Bubbles_ : senza il suo aiuto e il suo sostegno continuo (e quando scrivo "continuo" intendo proprio "continuo"! Penso di aver quasi fatto impazzire quella povera donna...) questa fic sarebbe rimasta l'orrido abominio che era. Adesso, invece, è solo un mostriciattolo puccioso e un po' deforme. XD

  
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