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Autore: Moon_E_Lion    01/09/2015    0 recensioni
“Dobbiamo essere tutti in grado di rispettare gli altri, di riconoscere i diritti che appartengono ad ogni essere vivente. Dobbiamo saper aiutare il prossimo, allungare il braccio quando qualcuno ci chiede una mano. E questo dobbiamo essere in grado di farlo non per quello che è il buon costume o il giusto modo di apparire. Dobbiamo farlo per noi, per vivere bene con gli altri ma soprattutto con noi stessi. Ma per vivere bene, credo dovremmo sempre ricordarci che al primo posto c’è il rispetto per chi siamo e per la nostra persona.”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Donne contro le donne
“Dobbiamo essere tutti in grado di rispettare gli altri, di riconoscere i diritti che appartengono ad ogni essere vivente. Dobbiamo saper aiutare il prossimo, allungare il braccio quando qualcuno ci chiede una mano. E questo dobbiamo essere in grado di farlo non per quello che è il buon costume o il giusto modo di apparire. Dobbiamo farlo per noi, per vivere bene con gli altri ma soprattutto con noi stessi. Ma per vivere bene, credo dovremmo sempre ricordarci che al primo posto c’è il rispetto per chi siamo e per la nostra persona.”
Fin da piccola, nonostante l’età che ancora oggi non supera nemmeno la doppia decina, ho sempre creduto che tutti in questo mondo meritino rispetto ed amore in egual misura. Ho sempre cercato di parlare il meno possibile, anche se adesso ne parlerò, dell’ingiustizia che c’è nella disuguaglianza a causa del colore della pelle o a causa dell’orientamento sessuale. Non perché credo non sia importante parlarne, anzi. Solo perchè parlarne è già di per sé un modo per riconoscere che la diversità esiste, e a me piacerebbe vivere in un mondo in cui non esiste nemmeno più un modo per chiamare chi ha la pelle più chiara o le persone a cui piacciono gli uomini. Comunque sia non voglio negare che la diversità sia un fattore effettivamente bellissimo. La diversità è probabilmente ciò che di più bello abbiamo, e ognuno di noi dovrebbe conservare la sua, anche se nell’angolino più buio e nascosto di sé. Ma la diversità è bella quando ogni persona può essere diversa senza essere contestata o umiliata per ciò che è. La diversità è bella quando noi attraverso la diversità manifestiamo le nostre scelte, le nostre idee, i nostri pensieri. Quando invece diventiamo “diversi” per un bisogno del nostro corpo, come può essere la necessità di essere più chiari di pelle o più scuri, come quella di essere più robusti o più magri o anche semplicemente perché madre natura ci ha fatto senza tette o con il naso storto, la diversità diventa un problema. Diventa un problema perché qui le persone iniziano a sentirsi derise per qualcosa che non hanno nemmeno avuto la possibilità di decidere. Per esempio. Io non credo in Dio. Se la mia vicina di casa mi insulta perché non sono credente, io sono forte e consapevole della mia scelta, so che la mia scelta comporta anche questo e il fatto che io con il mio cervello sono arrivata ad essere “diversa” in questo mi dà quasi forza. Se io domattina vado a fare la spesa, e la cassiera mi dice : “cavolo, ma  sei brutta parecchio eh!” io potrei essere una persona abbastanza forte da fregarmene ma potrei anche rimanere male, potrei anche dire: “ma io non ho scelto di essere così, perché devo essere criticata o disprezzata per questo?”.
Comunque, questa introduzione serve ad appunto introdurre un tipo di “diversità” che da sempre mi sta molto a cuore: quella tra uomini e donne. Ormai tutti sappiamo, abbiamo sentito dire o abbiamo detto, alcuni perché ci credono altri per fare bella figura, che le donne ancora oggi non sono considerate al pari degli uomini. Su questo argomento ci sarebbe da scriverci libri e probabilmente non basterebbero per far capire quanto questa enorme ingiustizia sia presente ogni giorno nelle nostre case e nelle nostre vite. Cercherò quindi di riassumere brevemente per arrivare all’argomento che vorrei realmente affrontare.  Nessuna persona con un minimo di buon senso può credere che esista l’uguaglianza tra uomo e donna (uguaglianza che, per carità, nessuna di noi vuole), infatti quasi nessuno ci crede. Molti uomini credono invece che questa disuguaglianza, o meglio, non parliamo di disuguaglianza ma di inferiorità che è un termine più adatto, credono che questa quindi presunta inferiorità sia giusta e legittima. Molti più uomini di quelli che voi pensate sono convinti, anche se lo nascondono o lo camuffano con false parole, di questo. Si sentono così autorizzati a “schiavizzare” la donna, che deve preparargli la cena, fargli trovare le mutande stirate e crescere per lui i suoi figli, come se questi figli appartenessero all’uomo solo in teoria e sono quando più gli conviene. Questa è ovviamente la parte da un punto di vista fisico meno grave di lesione ed abuso che abbiamo nei confronti delle donne, ma tutto questo è gravissimo da un punto di vista psicologico. Le donne arrivano a credere che tutto questo sia giusto e anzi, che per una donna sia doveroso fare tutto ciò. Certo, anche nell’ambito degli abusi psicologici abbiamo molto altro, parlando dall’umiliazione che spesso le donne subiscono nei luoghi pubblici, la derisione quando arrivano ad un colloquio di lavoro e vengono valutate in base alle tette, e comunque alla fine valutate sempre meno di un uomo. Abbiamo ovviamente poi gli abusi e le lesioni fisiche, che possono andare dallo schiaffo, lo stupro all’ormai sempre più frequente uccisione della moglie o ragazza. Si potrebbero fare milioni di esempi su questa situazione, perché personalmente credo che questa sottomissione della donna se ci fermiamo un po’ ad osservare il mondo attentamente la ritroviamo davvero ovunque. Ma io vorrei ora provare a parlare o meglio, a scrivere, di una cosa che mi ferisce veramente tanto: il maschilismo delle donne. Questo è il tema su cui vorrei soffermarmi, da cui prende spunto anche il titolo. Fa male, è vero, vedere un uomo sfruttare la donna che dice di amare, ma quanto fa male sentire una donna quando si preoccupa perché giustamente il marito vuole la casa ordinata, o quando dice che giustamente il babbo non può andare a are la spesa, e: ”devo tornare a casa veloce, o mio marito non troverà la cena e poverino chissà che fame!”.  Perché spesso sono le donne le prime a credere di avere il dovere di badare alla casa, alla famiglia e ai figli. Siamo noi che spesso ci rifiutiamo di anche solo farci passare per il cervello che decidere di costruire una vita, una famiglia con un uomo non significa diventare la schiava di qualcuno. Vorrei quindi provare a descrivere scene di vita quotidiana in cui è la donna ad abbattere se stessa, a mancarsi di rispetto e a farsi del male.
 
SCENA N.1
Tre donne si sono trovate al centro commerciale a fare la spesa. B e C sono insieme e incontrano A che è di corsa e sembra molto stanca. Le donne si salutano e B domanda A dove deve andare. A: “Scusate ragazze ma sono di fretta. Ho lasciato mio marito a casa visto che ha il giorno libero con i bambini e devo fare veloce, sennò sai come si altera. Vuole riposarsi perché stasera ha la partita di calcetto con gli amici e non vuole assolutamente avere i piccoli intorno quando dorme. Oltretutto mi aveva chiesto le lasagne per cena e devo ancora stirargli la maglietta per andare a giocare. Per fortuna, che è un uomo paziente, sono stava davvero fortunata ad incontrarlo! A presto ragazze!
SCENA N.2
A chiama B al telefono per raccontargli della “splendida” sorpresa che le ha fatto il suo ragazzo.
“Non ci crederai mai, mi ha chiesto di sposarmi. E me l’ha chiesto in un modo bellissimo e molto romantico, una cosa che pochi uomini avrebbero fatto. Stamani mi ha stirato la maglietta per andare al lavoro e mi ha preparato il caffè, ha svuotato la lavastoviglie e quando sono tornata a casa aveva messo a cuocere gli spaghetti “quattro salti in padella”. Dopo pranzo ha spazzato e nel pomeriggio ha fatto la lavatrice. La sera ovviamente ho cucinato io, poverino chissà come era stanco! E dopo cena mi ha chiesto di sposarlo! È stato indimenticabile!
SCENA N.3
A si lamenta con B del suo uomo. “Ieri avevo molto da fare, e visto che era al tabacchino accanto alla Coop gli ho chiesto se per favore arrivava a comprarMI il pane e la pasta. Lui ha cominciato una scenata paurosa. Io capisco che insomma giustamente si trova in imbarazzo se per caso i suoi amici lo vedono, ma per una volta poteva anche andarci. B: “Vabbe ma sai come sono, sono uomini vanno presi così. Per fortuna che ci siamo noi.”
SCENA N.4
La famiglia è in partenza per la vacanza. La mamma passa la mattina a caricare valigie e a preparare tutta la roba per la partenza. Alle due, il babbo sale in casa per cambiarsi. Dieci minuti dopo… “Non sei ancora pronta? Come è possibile che voi donne ci mettiate sempre due anni a prepararvi? E poi guarda che bagagliaio! Ma ti sembra normale tutta questa roba? Prima o poi perderò la pazienza.”


SCENA N.5
La famiglia è riunita a tavola. La mamma ha preparato la cena senza l’aiuto di nessuno e di fretta perché fino a un quarto d’ora prima era al lavoro. Il babbo: “questa pasta è immangiabile! Il sugo fa veramente schifo! Ma sarà mai possibile che non ci sia modo di mangiare in maniera decente?” Mamma: “Scusa mi dispiace l’ho fatto di fretta vuoi che ti prepari qualcos’altro?” Babbo: “Nono lascia perdere”
 
Penso che giocare al “trova l’errore” in queste scene sia fin troppo facile. Si ha l’errore quando le donne sono disposte ad essere trattate così, quando le donne sembrano quasi felici di “essere al servizio” del marito. Ovviamente con questo non voglio dare la colpa alle donne, mi sembra logico che la colpa principale e più importante è sempre degli uomini. Ma mi fa venire la rabbia tutto questo. Mi fa venire rabbia come le donne, anche quelle della mia età o comunque giovani, siano convinte che tutto questo vada bene e non solo: addirittura aspirano a questo per il loro futuro, tutto questo è il loro sogno.  Da quando ero più piccola ho sempre detto che io sarei stata assolutamente intransigente, non avrei mai permesso di essere trattata così da un uomo, non ho mai sognato una famiglia di questo tipo, dicevo alle mie amiche, alla mia mamma o a nonna che io non sarei mai stata disposta a sopportare anche solo minimamente i piedi in testa dalla persona che avrebbe dovuto camminare al mio fianco. Loro mi hanno sempre detto che ero esagerata, che poi mi sarei ricreduta, che per amore si fa questo ed altro. Ma io non ho quest’idea né dell’amore né della famiglia. Io ritengo che l’amore di un uomo tanto quanto dei figli e in generale una famiglia non siano cose necessarie, che non siamo costretti ad averle per vivere bene. Proprio perché possiamo essere felici anche senza un uomo al nostro fianco, se sceglierò di avere qualcuno vicino a me quando sarò grande sarà una persona che mi dà gioia e rispetto, non una persona per il cui amore devo sacrificare me stessa e la mia vita.
Vorrei quindi provare a chiedere a tutte le donne di guardarsi intorno, di aprire gli occhi, di essere almeno su questo intransigenti. Vorrei chiedere alle donne di vedere il babbo, il marito o il ragazzo in modo oggettivo, di trovare ed analizzare tutti quegli elementi che possono rendere il vostro rapporto non sano. 
   
 
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