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Autore: Svazzi    01/09/2015    3 recensioni
Partecipa al contest #fuoricèilsole di Lilac J
Harry non era mai stato un tipo particolarmente romantico, a discapito di quello che le sue adorate fan pensavano di lui, era più che altro un ragazzo pieno di cliché; cene sotto le stelle di tanto in tanto e tentativi di baci sotto la pioggia che finivano per essere solo dei fallimenti. Ma a Maya andava bene così, le bastava sentire la sua voce quando era lontano, le bastava stare in pigiama sul divano a guardare un film mentre si mangiavano la pizza fredda, le bastava semplicemente stare con lui.
Si passò una mano tra i capelli mentre le parole che tanto aveva cercato di tenere lontane dalla sua testa le rimbombavano nel cervello «Sai una cosa Maya? Forse hai ragione, forse non ti amo più e presto finirai per essere rimpiazzata da lei, avrei dovuto ascoltare i fan sin dall’inizio, non sei abbastanza».
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partecipa al contest #fuoricèilsole di Lilac J

 

Maya adorava l’estate, nonostante il sudore appiccicoso sulla pelle, il sole troppo caldo per la sua pelle chiara e troppo luminoso per i suoi occhi color ghiaccio.
In estate c’era il suo compleanno, in estate era nata la sua sorellina e, sempre in estate, aveva conosciuto Harry.
Sorrise a se stessa e tirò fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette stropicciato, ne prese una e se la mise in bocca.
Aveva appena litigato con Harry, una di quelle litigate che facevano tremare i muri, e si era rifugiata nel parco di fronte casa per non dover vedere la sua faccia.
Accese la sigaretta e inspirò il fumo, subito la sensazione familiare le riempì i polmoni e chiuse gli occhi per godersi quell’attimo di pace.
Harry odiava il fatto che lei fumasse, Maya lo sapeva bene, ma lei ne aveva bisogno davvero; un po’ per ripicca perché lui non la ascoltava e se ne andava sempre in giro con quella stupida moto che l’avrebbe ucciso prima o poi, un po’ perché stare con Harry Styles era stressante.

Non aveva mai capito perché la gente fosse così morbosamente attaccata alla vita privata di Harry, insomma era un cantante no? Dovevano interessarsi alla sua musica e non alla persona che stava insieme a lui; invece ad ogni intervista gli facevano domande su domande circa la sua relazione, perché?
Che importava a loro del perché Maya non avesse ancora un solitario al dito? Che importava a loro dei pettegolezzi che dicevano che lei era incinta?
Che poi, incinta? Si vedevano a malapena a causa dei vari tour ed Harry era davvero maniacale quando si trattava di protezioni e anticoncezionali, come se un bambino con lei fosse la fine del mondo.

La verità era che Maya era stufa, stufa di questa pressione, stufa di essere sempre sotto gli occhi di tutti e stufa di essere presa di mira.
Sapeva già da sé di non essere abbastanza per Harry, l’aveva saputo sin dalla prima volta che si erano visti quel lontano 12 agosto di quasi quattro anni prima quando entrambi erano alla stessa festa sulla spiaggia.
Lui con una famosa e bellissima modella di Victoria’s Secret alta mezzo metro in più di lei e con un bellissimo vestitino di Armani; lei con degli stupidi pantaloncini a fiori e una camicetta sgualcita. L’aveva già visto in varie foto su internet, ma mai avrebbe immaginato una tale bellezza, insomma le foto spesso vengono ritoccate, invece per lui sembravano non rendere nemmeno giustizia. Quegli occhi verdi che risaltavano sotto la luce chiara della luna e del fuoco proveniente dal falò, i lineamenti marcati, le labbra piene e rosee e il suo fisico tonico; tutto di lui era accattivante.
Non aveva programmato di parlare con lui, non aveva nemmeno programmato di passargli vicino; ma improvvisamente, una mano si era posata sulla sua spalla e lei si era ritrovata davanti quegli occhi verdi magnetici.
Non era abbastanza per Harry e lei lo sapeva, come lo sapeva il resto del mondo.
L’aveva saputo sin da quella festa sulla spiaggia, quando lui aveva cercato di rimorchiarla con una stupida frase che usano i quindicenni per fare colpo; Maya lo sapeva, ma non poteva farci niente perché lo amava, incondizionatamente, nonostante tutto.

Buttò a terra la sigaretta ormai finita e avvicinò le ginocchia al petto in un gesto di conforto. Tutte le parole che lei e Harry si erano urlati poco prima erano ancora un eco lontano nella sua testa.
Chiuse gli occhi e cercò di ricordare i momenti belli che aveva passato con lui, cercò di dimenticare le brutte cose che ultimamente accadevano troppo spesso e si focalizzò su quei ricordi che le riempivano il cuore.
Ricordò il loro primo bacio, nella penombra dell’appartamento di Harry, quando ancora tentavano di nascondere la loro relazione agli occhi dei media; ricordò la prima volta in cui avevano fatto l’amore, su quel letto scomodo e con le molle rotte nella vecchia casa dei suoi genitori e ricordò anche la sua faccia contrariata quando gli aveva detto che non era più vergine da un pezzo e che aveva avuto più di un ragazzo.
Andava tutto bene allora, la loro storia era ancora una cosa abbastanza privata, le prime foto cominciavano ad uscire su internet, ma nulla di ingestibile.

Ora, dopo quasi quattro anni, Maya non sapeva più se l’amore che provava per lui sarebbe bastato a tenerli insieme; diamine, non era nemmeno sicura che lui la amasse ancora, non dopo quella litigata almeno.
Aveva imparato, nel corso degli anni, ad ignorare i commenti cattivi e maligni delle persone su internet; aveva imparato ad ignorare i pettegolezzi e le foto che cercavano di dipingere Harry come un traditore e un donnaiolo.
Gli aveva sempre creduto, aveva sempre cercato di essere forte e di lasciarsi scivolare addosso tutte le malelingue; ma i fatti delle ultime settimane le vorticavano in testa come un brutto film che non finisce mai.

Harry non era mai stato un tipo particolarmente romantico, a discapito di quello che le sue adorate fan pensavano di lui, era più che altro un ragazzo pieno di cliché; cene sotto le stelle di tanto in tanto e tentativi di baci sotto la pioggia che finivano per essere solo dei fallimenti. Ma a Maya andava bene così, le bastava sentire la sua voce quando era lontano, le bastava stare in pigiama sul divano a guardare un film mentre si mangiavano la pizza fredda, le bastava semplicemente stare con lui.

Si passò una mano tra i capelli mentre le parole che tanto aveva cercato di tenere lontane dalla sua testa le rimbombavano nel cervello «Sai una cosa Maya? Forse hai ragione, forse non ti amo più e presto finirai per essere rimpiazzata da lei, avrei dovuto ascoltare i fan sin dall’inizio, non sei abbastanza».
Una lacrima le rigò la guancia, ma prontamente la asciugò con il dorso della mano. Le faceva un male cane, un male che pensava non avrebbe mai provato in vita sua. Non sapeva se sperare che lui le avesse detto quelle cose solo per ferirla, perché sapeva che l’avrebbero colpita dritta al cuore e lo avrebbero disintegrato in mille pezzi, o se rassegnarsi e capire che tra lei e Harry non c’era più niente.

Harry spinse a fondo l’acceleratore fino a trovarsi facilmente ai 130 km/h. La campagna sfrecciava intorno a lui mentre cercava di concentrarsi sul rumore del motore piuttosto che sui suoi pensieri.
Perché le aveva detto quelle cose? Sentiva il cuore pompare nel petto ad un ritmo troppo accelerato mentre i polmoni facevano fatica a inalare l’ossigeno e le guance iniziavano a bagnarsi.
Non aveva mai provato per nessuno quello che provava per Maya e si era comportato da completo idiota. Non solo nelle ultime settimane, ma da sempre.
Non era mai riuscito a toglierle quella convinzione che lei non fosse abbastanza per lui, non era mai riuscito a proteggerla dagli insulti delle fan e dalle domande indiscrete dei paparazzi e degli intervistatori. E dopo anni di tentativi, lui vanificava tutto dicendo cose dettate dalla rabbia e dalla situazione solo perché consapevole di quanto avrebbero colpito la sua ragazza.

Aveva pianificato tutto alla perfezione, quelle ultime settimane aveva speso tutte le sue energie per essere romantico abbastanza e organizzare quello stupido viaggio per il suo compleanno.
Non era mai stato bravo a mentire, specialmente a lei che non aveva mai preteso niente da lui e non aveva mai approfittato della sua posizione né tantomeno dei suoi soldi; gli aveva chiesto solo di essere sempre onesto con lei e di dirle tutto ciò che capitava quando non erano insieme. Era sempre stato sincero con lei, mai aveva avuto la necessità di mentire; fino a qualche settimana fa quando questa stupida idea gli era balzata in testa.

Aveva cercato nell’ultima ora di incolpare Niall per questo casino, in fondo era lui che gli aveva fatto conoscere Melissa, o Melinda, nemmeno si ricordava il nome. Ma la verità era che la colpa era tutta sua, perché sapeva che i suoi tentennamenti e le sue bugie avevano fatto credere a Maya che lui la stesse tradendo.
Lui voleva solo sorprenderla, essere un bravo fidanzato per una volta nella vita, invece aveva solo fatto un casino allucinante e non sapeva più come rimediare.

Accostò sul ciglio della strada e tolse il casco. Abbandonò la moto e andò a sdraiarsi sull’erba umida. Chiuse gli occhi mentre sentiva le guance ancora appiccicose per via delle lacrime che aveva versato lungo il tragitto; sentiva le grida nelle orecchie, come se Maya fosse ancora lì a litigare con lui «Sai una cosa? Nemmeno io so se ti amo ancora, come faccio ad amare qualcuno che vedo a malapena una settimana ogni mese? Vattene da quella sgualdrina, mi faresti solo un piacere».
Si mise le mani sul volto e ricominciò a piangere, mai aveva pensato di piangere per una ragazza. Ma Maya era diversa, quattro anni con lei l’avevano reso felice come non lo era mai stato e ora stava buttando tutto via, per cosa poi? Per organizzarle una stupida sorpresa per il suo compleanno.

Rise per l’ironia della situazione; tutto quello che voleva era essere romantico per una volta e rimediare a tutte quelle occasioni in cui si era solo reso ridicolo.
A partire da quella stupida frase che le aveva rifilato quando l’aveva vista su quella spiaggia con quegli orribili pantaloncini a fiori «Per caso i tuoi genitori sono finiti in prigione dopo aver rubato due stelle per farti gli occhi?» rise ancora più forte mentre pensava a quanto fosse stato patetico.
Poteva semplicemente portarla in un ristorante carino, nel centro di Londra e fare tutto quello che doveva fare una volta tornati a casa, magari sul terrazzo sotto le stelle; poteva semplicemente fare un annuncio plateale ad un concerto o persino ad una premiazione.
Invece no, lui doveva incastrarsi da solo e dire bugie su bugie per organizzare un viaggio e portarla su quella spiaggia in cui si erano incontrati.

Guardò l’ora, erano le 2.50 del pomeriggio e aveva appena poco meno di due ore per convincerla a salire su quell’aereo con lui.
Tornò alla moto e, in fretta, si rimise sul sellino e accese il motore per ricominciare a sfrecciare questa volta in direzione della città.
Sapeva perfettamente dove trovarla, quello stupido parco era sempre stato il suo rifugio sin da quando si era trasferita a casa sua.
Non ci mise molto tempo ad arrivare nel garage, parcheggiare la moto e avviarsi verso la panchina dove sapeva che l’avrebbe trovata.

Maya era ancora lì, con un’altra sigaretta in bocca, mentre il riccio si avvicinava a lei. Alzò gli occhi al cielo e distolse lo sguardo, in pochi secondi Harry era seduto di fianco a lei e si grattava la nuca nervoso.
«Ti prego, butta quella sigaretta» lei scosse la testa, inalò una grossa quantità di fumo per poi sputargliela addosso mentre lui cominciava a tossire «Molto maturo, davvero, complimenti Maya» si complimentò lui con un finto applauso. Perché si ostinasse a fare una cosa così deleteria per il suo corpo, Harry non l’avrebbe mai capito.
«Ho imparato dal migliore, chi va con lo zoppo impara a zoppicare» ribatté lei girandosi nuovamente dall’altra parte per non vedere la sua faccia.
Odiava ammetterlo a se stessa, ma le sue difese stavano lentamente precipitando a causa della sua vicinanza e sapeva che presto sarebbe stato facile per lui manipolarla per perdonarlo.
Quello che non sapeva, però, era che dal canto suo Harry era ancora più fragile di lei e non sapeva come fare per convincerla a prendere quell’aereo con lui.
«Maya, ascolta – cominciò lui – non so perché ho detto quelle cose, ma ho davvero bisogno che tu prenda la valigia e che venga con me in aeroporto» la ragazza chiuse gli occhi qualche secondo assaporando la voce calma e roca di Harry.
Sarebbe andata anche in cima all’Everest se lui gliel’avesse chiesto, ma non poteva cedere così facilmente «Non so nemmeno dove siamo diretti Harry e domani è il mio compleanno, vorrei passarlo insieme ai miei amici, perché non chiedi a quella … poco di buono di venire con te? Sono sicura che a lei non dispiacerà» esclamò Maya girandosi a guardare il ragazzo.
Harry prese a tamburellarsi la tempia frustrato, possibile che fosse così testarda?
«Maya, ti prego» lei scosse la testa, le pizzicavano gli occhi e sapeva che prima o poi avrebbe ceduto e sarebbe scoppiata a piangere davanti a lui «Hai detto che non mi ami più, perché dovrei venire?».
Harry sospirò e le prese le mani, leggeva un dolore nei suoi occhi che non aveva  mai visto prima e si sentì un completo idiota perché aveva detto quelle cose senza pensarci e lei le aveva prese sul serio torturandosi probabilmente con quelle paranoie che la tormentavano da sempre «Hey, quello che ho detto è una stronzata, ok? Maya, ho solo bisogno che tu venga con me, se poi vorrai lasciarmi una volta arrivati lì, lo capirò; ma ho davvero bisogno che tu venga e che ascolti quello che ho da dirti».
Maya si passò un paio di volte la mano tra i capelli pensando al da farsi; non voleva cedere facilmente a lui e alle sue parole, ma voleva davvero riuscire a passare sopra le brutte cose per poter essere felice insieme a lui.

Senza dire una parola si alzò dalla panchina buttando a terra la sigaretta e si avviò verso casa.
Harry la seguì a ruota, confuso, senza aver capito le reali intenzioni della ragazza. Sarebbe partita insieme a lui? Sarebbe rimasta a casa o avrebbe fatto i bagagli e l’avrebbe lasciato da solo?
I suoi dubbi svanirono non appena la vide aprire il cassetto del mobile all’ingresso e tirare fuori i loro passaporti per poi girarsi verso di lui «Questa è l’ultima volta, Harry. L’ultima volta che mi convinci a fare qualcosa; sappi che sei sul filo del rasoio» disse con l’indice puntato contro il suo petto lasciato leggermente scoperto dai bottoni slacciati della camicia. Il ragazzo annuì e tutto quello che voleva fare il quel momento era prenderla dai fianchi e baciarla fino a toglierle di bocca tutte le parole che la sua lingua saccente e biforcuta era pronta a rivolgergli.

Il viaggio fino all’aeroporto era stato silenzioso, fin troppo silenzioso, mentre nella mente di Harry diversi scenari si erano fatti vivi.
Perché stava zitta? Di solito avrebbe parlato fino allo sfinimento chiedendogli dove stessero andando, invece adesso lei se ne stava con la testa appoggiata al finestrino e muta.
Maya, intanto, stava morendo di curiosità, dovette mordersi la lingua più volte per stare in silenzio e non chiedere ad Harry dove diamine la stesse portando.
Sperava vivamente che riuscisse a cancellare con un gesto tutto quello che le aveva fatto passare ultimamente, a partire dalle telefonate sempre più sporadiche, continuando per le foto in cui ballava in una discoteca insieme a quella stupida Melissa e per finire con le parole taglienti che le aveva urlato addosso quel pomeriggio.

Si accorse di essere arrivata all’aeroporto solo quando il taxi si fermò davanti all’entrata permettendo loro di scendere e di prendere i loro bagagli «Dove stiamo andando?» gli chiese finalmente.
Un sospiro di sollievo lasciò le labbra di Harry mentre portava i loro bagagli dentro l’edificio e si avvicinava ai check-in «Aspetta e vedrai Hudson» disse con l’ombra di un sorriso sulle labbra «Styles deve essere una sorpresa meravigliosa e voglio ogni tipo di spiegazione, è chiaro?» il riccio si mise una mano sul cuore «Lo prometto! Ora, per favore, possiamo andare prima  di perdere il volo? Non vorrei spendere altri soldi, sai che devo stringere la cinghia» disse facendole l’occhiolino mentre lei cercava di trattenere una risata: non voleva dargli nessuna soddisfazione.

Atterrarono sulle coste di Nizza circa un’ora dopo, Maya sempre più curiosa di cosa avesse in mente Harry ed Harry sempre più nervoso.
Cominciava ad essere davvero agitato, cominciava a pentirsi della sua scelta e si chiedeva in continuazione se lei l’avrebbe perdonato davvero, se tutte quelle bugie ne erano valse la pena o meno.
Una macchina li porto fino all’albergo dove, in poco tempo, Maya e Harry sistemarono i loro bagagli.
Maya scostò la tenda dalla finestra per guardare di sotto dove già una discreta folla di ragazzine si era accalcata dopo aver scoperto che il loro idolo alloggiava nella loro città «Mi chiedo come facciano a sapere sempre dove diavolo ti trovi, hai per caso un radar con te?» chiese retorica riposizionando le tende al loro posto e andando a sedersi sul letto fin troppo grande per sole due persone.
«Ti saresti comportata allo stesso modo se alla loro età uno dei Backstreet Boys avesse alloggiato in un hotel della tua città – ridacchiò Harry – comunque non ci daranno fastidio, ho prenotato un posticino molto discreto per questa sera e ti assicuro che né fan, né paparazzi ci raggiungeranno» disse Harry sicuro di sé posizionandosi sul letto di fianco a lei e cercando di prenderle la mano che lei prontamente scostò.
Il riccio corrucciò lievemente la fronte prima di guardarla, il viso di Maya era rivolto verso il basso ed era coperto dai capelli. Aveva sperato che un po’ di tensione si fosse sciolta durante il viaggio, invece no; sentì una lieve fitta al cuore e sapeva che da quello che le avrebbe detto quella sera sarebbe dipeso il loro futuro insieme, la cosa lo rendeva molto nervoso.
«Vado a fare una passeggiata» disse poi Maya alzandosi dal letto e lisciandosi i jeans, l’ossigeno in quella camera cominciava a mancarle «D’accordo, ho prenotato il ristorante alle 8.30» la ragazza annuì dirigendosi poi verso la porta «Sarò qui per le 7.30».

I pensieri di Maya erano un groviglio, come uno di quei gomitoli di lana di sua nonna con cui si divertiva a far giocare il gatto quando era piccola.
Non sapeva nemmeno perché avesse seguito Harry fino alla costa francese, una parte di lei le diceva che doveva solo urlargli addosso e lasciarlo definitivamente, trovarsi una persona normale con cui passare la sua vita e non persistere e stare con qualcuno che a malapena riusciva a toccare una volta al mese; un’altra parte di lei le diceva che nessuno l’avrebbe mai fatta sentire come Harry e nemmeno riusciva a darsi una motivazione, insomma, si vedevano poco e lui non era di certo il migliore dei fidanzati. Quando era a casa passava le giornate a svuotare il frigo e a dormire, certo non mancavano i momenti di intimità tra di loro e nemmeno quei momenti in cui la portava fuori e la faceva sentire bene, ma non sapeva come il sentimento nei confronti di Harry fosse cresciuto così tanto.

«Hey! Maya, Maya Hudson fermati!» una voce sconosciuta la bloccò sul posto facendola girare. Vide delle ragazzine correrle intorno, sbuffò alzando gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto «Posso aiutarvi?» chiese con voce poco cordiale guardando le ragazzine che si erano fermate davanti a lei.
Una ridacchiò e si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio «Dov’è Harry?» chiese con impertinenza, Maya alzò un sopracciglio «In camera» un’altra ragazzina si schiarì la gola «Abbiamo letto che ti ha portato qui per farsi perdonare dopo il tradimento, è vero? Ho sentito che ha fatto sesso con Melissa nei bagni del locale» Maya non aveva toccato cibo dopo la colazione, ma era sicura che dopo quella affermazione avrebbe sicuramente rischiato di vomitare qualcosa «Per prima cosa, questi non sono affari vostri; per seconda cosa, anche se fosse vero non verrei di certo a dirlo a voi, piccole smorfiosette curiose; per terza cosa, sparite dalla mia vista» non si era nemmeno accorta di aver stretto talmente tanto i pugni da riuscire quasi a conficcarsi le unghie lunghe e laccate di nero nel palmo.
Un’altra delle ragazzine alzò le spalle  «Tanto Harry non ti ama e, in ogni caso, tu sei brutta e patetica, spero che ti molli presto» la ragazza strinse i denti fino a sentire male alle mandibole; tutti i suoi dubbi e le sue angosce stavano venendo a galla e sentiva una morsa allo stomaco che quasi le impediva di respirare «Sparite dalla mia vista, brutte ragazzine impertinenti. Magari non sarà innamorato di me, ma perlomeno ho avuto il piacere di dormire insieme a lui e baciarlo e anche farci del gran sesso, cosa che voi non farete mai» disse per poi girarsi e tornare sui suoi passi lasciando le ragazze a bocca aperta.

Harry si passava nervosamente le mani tra i capelli mentre faceva avanti e indietro per la stanza, il suo sguardo passava in continuazione tra l’orologio che portava al polso e la porta. Erano le 8.15 e di Maya ancora neanche l’ombra; l’agitazione lo stava logorando dall’interno, aveva provato a chiamarla almeno quaranta volte, ma lei non si era presa la briga di rispondere.
Era preoccupatissimo, e se le fosse successo qualcosa? Questa non era la serata che aveva programmato, doveva essere romantica e perfetta ed invece Maya era sparita, di lei nemmeno l’ombra.
Alle 8.45 si era ormai rassegnato e aveva chiamato il ristorante per disdire la prenotazione; aveva provato a richiamarla, ma ancora nessuna risposta, così decise di andare a cercarla.
Uscì dal retro dell’hotel in modo da non incorrere nelle fan che sembravano aumentare invece di diminuire, e andò verso la spiaggia. Avrebbe cominciato da lì, per poi addentrarsi nella città.
Odiava la sabbia, l’aveva sempre odiata, gli si appiccicava ovunque e si infilava nei posti più angusti del corpo, ma poco gli importava in quel momento perché avrebbe anche nuotato in un fiume di lava per lei.
Tutto stava andando storto e per un momento una risata triste gli vibrò nel petto, era tutta colpa sua. Nella sua vita non aveva mai programmato nulla, né aveva sentito il bisogno di perdersi in troppe romanticherie o smancerie con Maya ed era sempre andato tutto alla perfezione; una volta, una sola volta voleva fare le cose per bene e renderla felice, farle vedere che stare con lui e aspettarlo quando lui era dall’altra parte del mondo valeva davvero la pena, ma tutto era andato male, come se Dio lo stesse punendo per qualcosa.

Si stava rassegnando quando, all’improvviso, scorse una figura seduta sugli scogli. I capelli castani si muovevano alle sue spalle a causa del vento e le ginocchia erano salde al suo petto, stringeva una sigaretta tra le dita mentre la luna la illuminava debolmente.
Se fosse stata un’altra occasione, Harry avrebbe tirato fuori il suo cellulare e le avrebbe fatto innumerevoli foto per poi fermarsi ad osservarla.
Osservare quanto fosse bella, perdersi a guardare la donna della sua vita e recuperare tutti quei momenti in cui non era stato a casa per potersi godere quella felicità che derivava da lei e dalla sua vicinanza.
Si avvicinò cauto e si sedette di fianco a lei  «Ti aspettavo, non sei venuta e mi hai fatto preoccupare» esordì lui guardandola appena con la coda dell’occhio. Lei alzò le spalle e tirò su col naso, stava piangendo «Potevi andare, avresti trovato qualcun’altra disposta a farti compagnia» era arrabbiata, era seriamente arrabbiata, ma non sapeva con chi; non sapeva se con Harry, con se stessa o con quelle stupide ragazzine, non ne aveva idea.
Il riccio grugnì frustrato, era esausto di tutto questo «Santo cielo, Maya non vorrei essere con nessun’altra, perché è così difficile da credere?» la ragazza si alzò di scatto buttando a terra la sigaretta e pulendosi i pantaloni dalla sabbia.
Possibile che non riuscisse a vedere quanto fosse difficile per lei?
«Vuoi davvero sapere perché è così difficile? Harry, porca miseria, sono più i momenti in cui ti vedo in una foto su internet che di persona e sono stufa! Non sai cosa voglia dire vedere come la gente aspetti che tu faccia un passo falso per parlare di un ipotetico tradimento da parte tua e, onestamente, sto cominciando a crederci pure io.
«Non hai mai fatto niente che dimostrasse davvero quanto mi amassi, niente! Sì, ho sempre creduto che tu fossi sincero con me e ho sempre creduto che tu mi amassi, ma ora? Ora non lo so più, nelle ultime settimane ho dovuto mettere tutto in discussione e tu di certo non hai aiutato; in più quelle stupide ragazzine idiote non fanno altro che ricordarmi quanto io sia inferiore rispetto a te, quanto io sia inutile e stupida e persino brutta per stare con te. Io ti amo, Harry, ti amo sul serio, ma non so se riuscirò a passare sopra tutto; non più. Io credo che sia ora che ognuno prenda la propria strada» Maya si sentiva mancare il fiato, in quelle ultime ore non aveva fatto altro che torturarsi e mettere in discussione i suoi sentimenti e quelli di Harry ed era giunta alla conclusione che non potevano più stare insieme, non così.
Gli occhi di Harry erano spalancati, non poteva credere a quello che le sue orecchie avevano sentito. Lo stava lasciando, senza nemmeno dargli il tempo di spiegare la situazione, senza dargli il lusso di esprimere la sua opinione.
Guardava Maya piangere e si sentiva come se gli stessero stringendo il cuore in una gabbia. Prese un respiro profondo e cominciò a parlare  «Guarda dove siamo, Maya. Guardati intorno e dimmi se non riconosci questo posto» la ragazza si guardò intorno confusa prima di lasciar scappare un piccolo «Oh» sorpreso quando si rese conto di dove fosse «Quattro anni fa ci siamo incontrati qui, sotto queste stesse stelle, lasciami spiegare, ti prego. Se poi vorrai lasciarmi, potrai farlo, ma credo di avere il diritto di spiegarmi» Maya annuì.
«Ecco, lo so di non essere mai stato particolarmente romantico, né ho mai platealmente dimostrato il mio amore per te; non credevo che tu ti sentissi così, sapevo che facevi fatica a lasciarti correre addosso le brutte cose che diceva la gente su di te, ma pensavo che chiamarti e consolarti, farti regali e anche solo dedicarti qualche canzone fosse abbastanza. Non ho mai pensato che tu fossi inferiore  a me, mai una volta, anzi mi sono sempre chiesto cosa avessi fatto per meritarti, ma non riuscivo a capire come fare per farti capire quanto realmente fossi importate per me; questo fino a che non mi è venuta in mente questa idea che, dopo i recenti fatti, mi sembra assolutamente stupida» prese un respiro profondo prima di riprendere a parlare «Poche settimane fa mi è stato chiesto in un’intervista se avessi intenzione di sposarmi e questo mi ha dato da pensare, voglio sposarmi? Certo che lo voglio, diamine ho sempre desiderato una famiglia mia, ma la domanda reale era: sono pronto a farlo con Maya? E senza esitazione, ho capito che sì, ero pronto a farlo con te, ero pronto a fare la mia proposta, ma doveva essere speciale. Così ho organizzato questo viaggio, ma era così difficile riuscire a nascondertelo e ho inventato bugie su bugie solo per non farti capire cosa avevo in mente, poi Niall mi ha presentato quella ragazza che, tra l’altro, è la sua nuova fiamma e siamo usciti tutti insieme una sera, ma non è successo nulla, te lo posso assicurare» Maya si portò le mani alla bocca non appena vide Harry inginocchiarsi davanti a lei e tirare fuori dalla tasca del suo completo elegante una scatoletta di velluto blu.
«E ora, Maya Helen Hudson, dopo tutto questo casino, dopo tutte le lacrime e le incomprensioni, sono qui davanti a te a chiederti di diventare mia moglie e mi dispiace, ok? Non sarebbe dovuta andare così, non avrei dovuto dirti quelle cose e non avresti dovuto dubitare di te stessa a causa di alcune stupide ragazzine. Quindi, Maya, vuoi sposarmi?».

Harry trattenne il fiato per quelle che sembravano delle ore, nemmeno sapeva se quello che aveva detto aveva un senso, ma sperava che bastasse a farle dire quel si che tanto agognava e che potessero vivere per sempre insieme lasciandosi alle spalle questa giornata che doveva essere perfetta, ma che si era rivelata un totale disastro.
Maya tremava, era immobilizzata sul posto e le sue gambe erano molli, aveva capito poco del discorso contorto di Harry, ma era riuscita a captare le cose più importanti e, con un filo di voce, riuscì finalmente a parlare «Tu, maledetto idiota, hai fatto tutto questo casino solo per chiedermi di sposarti?» Harry annuì ansioso «Quando mi hai parlato per la prima volta eravamo proprio su questi scogli e tu mi hai rifilato quella stupida frase con cui ti prenderò in giro per il resto della mia vita. Mi dispiace di averti detto brutte cose e di avere anche solo pensato di lasciarti, ero arrabbiata e non ragionavo, ma ti direi di sì un milione di volte, Harry. Diavolo, ti avrei detto di sì anche se mi avessi confessato di essere andato a letto con quella. Quindi sì, Harry Edward Styles, voglio sposarti»un meraviglioso sorriso, contornato da due profonde fossette, comparì sul viso di Harry che, tremante, le mise l’anello al dito.
Gli occhi di Maya erano lucidi e il suo sorriso non accennava ad affievolirsi, il riccio le passò delicatamente una mano sulla guancia e la lasciò lì, sentendo la pelle calda sotto il suo tocco. Maya chiuse gli occhi, sentendo il pollice del ragazzo carezzarla dolcemente; sembrava che il tempo si fosse fermato e che non esistesse nulla al di fuori di loro due nel mondo.

Quando Harry si avvicinò alle labbra di Maya per baciarla, i suoi occhi erano ancora chiusi e lui si prese qualche momento per osservarla così. La luna risaltava la sua pelle chiara e avrebbe tanto voluto vedere i suoi occhi azzurri, ma ora gli importava solo di sentire le loro labbra muoversi in sincronia e sussurrarle quanto la amasse e quanto fosse felice di diventare finalmente suo marito.
Sorrise a sé stesso pensando a quella parola che era così sconosciuta per lui e, con un gesto veloce, incollò le loro labbra che subito trovarono il loro ritmo.
Si stringevano, come se volessero diventare un tutt’uno l’uno con l’altra, come se la loro vita dipendesse da quel bacio e non potevano assolutamente staccarsi l’uno dall’altra.
«Ti amo, futura signora Styles» le aveva sussurrato Harry tra un bacio e l’altro e ora lei lo sapeva, sapeva di essere abbastanza per lui e sapeva che nessuno gliel’avrebbe potuto portare via.

 

 

Ok, ecco finalmente la shot per il contest di Lily, spero vivamente che vi sia piaciuta, nel caso mi farebbe davvero piacere sapere la vostra opinione!
Spero soprattutto che sia piaciuta a Lil e che il prompt sia stato ben rispettato!
E nulla, come sempre vi lascio i miei contatti, per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi!

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Un bacio e alla prossima
Sil

 

   
 
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