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Autore: notoveryou    02/09/2015    3 recensioni
C'era qualcosa in Scott che pareva urlare "puoi affidarmi il tuo conto in banca, la tua vita, il tuo cuore", e ciò spaventava Isaac.
(Scisaac) (Traduzione) (Fluff)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Isaac Lahey, Scott McCall
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Spread the Scisaac word!'
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Ciao gente! Poche parole prima di lasciarvi alla lettura: è la prima volta che mi cimento nella traduzione su EFP, ho chiesto ad un'amica di mandarmi qualche OS Scisaac che le fosse piaciuta e ho ricevuto questa insieme a poche altre, spero vi faccia sorridere ed intenerire come è successo con me! Purtroppo non ho avuto modo di reperire il nome dell'autore, quindi se qualcuno dovesse conoscerlo non esiti a farmelo presente, così da poterlo aggiungere! Baci e buon rientro dalle vacanze, notoveryou

As the sun fell, so did I


I.
Isaac si rifugiò nell'accogliente e ben riscaldata caffetteria per ripararsi dalla sferzante aria gelida di dicembre alle sette e mezza del mattino, e ordinò un frappuccino lungo, con panna, sbadigliando profondamente. Isaac non era solito fermarsi per bere il caffè, ma era davvero troppo presto per essere sveglio e aveva l'esame finale di chimica quella mattina, aveva bisogno di caffè per sopravvivere.

"Anch'io, amico", esordì il barista con una risatina. Isaac concentrò la sua attenzione sul barista, Scott, secondo il suo cartellino di riconoscimento.

"Cosa?"

"Hai sbadigliato perciò ho intuito che fossi stanco, come me. I turni di apertura sono letali ma incontro sempre persone fantastiche. Cosa ti ha trascinato fuori dal letto così presto?" Scott era davvero attivo per essere uno che sosteneva di esser stanco, ma ad Isaac piacque. Scott era una di quelle persone che ti piacciono per forza, ed era anche bello.
E stava aspettando una risposta.

"Oh, sì. Sono già in piedi perché ho un esame di fine corso" gli disse Isaac, facendo una smorfia sia per la propria risposta imbarazzante che al pensiero dell'esame di chimica da sostenere.
Prese mentalmente nota di non prenotarsi più per alcun esame alle otto del mattino: questi ti trascinano fuori dal letto e in una caffetteria dove incontri ragazzi carini e probabilmente etero, e ti metti in imbarazzo da solo.

"Ahia, buona fortuna. Il totale è quattro dollari e cinquanta centesimi".
Gli occhi di Scott, di un marrone così caldo, osservavano Isaac con impazienza.
Giusto, i soldi.

Isaac estrasse dal portafogli una banconota da cinque dollari e la porse a Scott, sobbalzando per una scossa elettrica quando le dita del barista sfiorarono le sue. Isaac sapeva che probabilmente era stato soltanto un accumulo di elettricità statica, ma ciò non impedì alsangue di affluire al suo volto e renderlo bollente, e non impedì al suo cuore di iniziare a battere furiosamente.
Merda, non aveva bisogno di prendersi una cotta per il ragazzo che gli aveva preparato il caffè. Quando tornò a guardare Scott, che era impegnato a preparare il suo ordine.
Già, decisamente etero. Era così che finiva di solito, per Isaac.

Quando ricevette il proprio caffè, Isaac uscì velocemente dal locale. Non osservò il bicchiere di plastica finché non fu già in strada.
Al posto del nome, che Scott non gli aveva chiesto, il bicchiere aveva la parola "Bellissimo" scarabocchiata sul lato.

Isaac osservò la parola, incredulo. Forse Scott non era poi così etero. Si morse le labbra mentre continuava a percorrere la strada che l'avrebbe condotto all'università, combattendo l'impulso di tornare indietro.
Non aveva tempo, ma sperava che Scott sarebbe stato ancora lì dopo il suo esame.

II.

Era la settimana dopo l'esame finale di Isaac e stava per incontrarsi con Scott dopo il turno al Wolfe Brew, per il loro primo appuntamento. Ancora non poteva credere che Scott, il sexy barista Scott, fosse realmente interessato a lui.
Se Scott non fosse stato così carino, Isaac avrebbe pensato che fosse uno scherzo.

Dopo l'esame Isaac era tornato alla caffetteria con il bicchiere, aveva raggiunto Scott e chiesto perché avesse scritto "Bellissimo" sul suo caffè. Scott era arrossito e aveva balbettato qualcosa, dicendo che non voleva importunarlo ma pensava semplicemente che Isaac fosse davvero attraente. Finirono invece per scambiarsi i numeri e, dopo qualche giorno di continui scambi di messaggi, Scott gli aveva chiesto di uscire.

Isaac sistemò ancora una volta il suo maglione a righe grigie e studiò il proprio riflesso nello specchio. Scott non voleva dirgli dove sarebbero andati, perciò sperava di essere abbastanza vestito.
Era stato un fascio di nervi tutto il giorno ed Erica e Boyd, la coppia di suoi amici e coinquilini, gli aveva reso la giornata un inferno, chiedendo quando fosse il matrimonio e raccomandandogli di fare sesso sicuro prima di uscire a loro volta. Isaac aveva davvero bisogno di nuovi amici.

Scott era fuori dal Brew e accidenti, era fantastico vederlo fuori dal contesto lavorativo, davvero bello.

"Isaac!" lo salutò Scott, prima di avvicinarsi.

"Ehi Scott" rispose "Hai intenzione di dirmi dove stiamo andando?"

"Nah, devi soltanto fidarti di me."
rispose lui con un sorriso.

"E se non mi fidassi?" chiese Isaac, sollevando un sopracciglio.

Scott lo guardò assumendo l'espressione di un cucciolo maltrattato e Isaac sentì il cuore stringersi: "V-voglio dire, te lo dirò se vuoi davvero saperlo. Niente di speciale, solo..."

Isaac tagliò corto: "Scott, sto scherzando. Mi fido di te."

Non lo disse per far sentire meglio Scott, ma perché davvero si fidava.
C'era qualcosa in Scott che pareva urlare " puoi affidarmi il tuo conto in banca, la tua vita, il tuo cuore", e ciò spaventava Isaac. Aveva avuto problemi a fidarsi degli altri a causa del modo in cui era cresciuto, ma Scott aveva buttato giù ogni barriera che avesse potuto costruire in tutti quegli anni, e l'aveva fatto senza neanche rendersene conto.

Scott prese la mano di Isaac e gentilmente lo condusse avanti. Nessuna elettricità questa volta, ma la mano di Scott era calda nella sua mentre passeggiavano. Si fermarono davanti ad una vecchia libreria, "Da Argent" e Scott lo spinse dentro.

"Una libreria?"

"Sì, ho pensato che potesse essere un posto tranquillo in cui parlare senza decine di persone intorno e una caffetteria sarebbe stata proprio un cliché, non credi?"

Isaac non rispose, catturato dai ricordi dell'ultima volta che era stato in una libreria antica. Sua madre lo aveva portato in una come quella proprio il giorno della sua morte, e poi suo padre non aveva più voluto portarcelo, perché aveva bisogno di incolpare qualcosa per la morte di lei. Successivamente aveva incolpato lui per la morte di Camden. Scott parlò di nuovo, attirando l'attenzione di Isaac.

"Scusami, possiamo tranquillamente andare in un altro posto" disse, cercando di trascinarlo di nuovo verso la porta d'ingresso.
Isaac non sciolse la stretta e non si mosse neanche, causando in Scott un moto di confusione.

Per questo motivo si affrettò a spiegare:"No, è fantastico. Adoravo posti come questo, non ci venivo da... Da quando mia madre non ha potuto più accompagnarmi".

Doveva esser apparso triste perché improvvisamente Scott lo stava abbracciando e Isaac, incredibilmente, non si sentiva a disagio in quell'abbraccio inaspettato. Non voleva davvero lasciare andare Scott, ma lo fece.

"Vogliamo sederci da qualche parte, allora?"
"Okay."


Sedettero e parlarono di qualsiasi cosa: libri preferiti, aspirazioni per il futuro, le storielle più imbarazzanti e tanto altro.
Avrebbero potuto parlare fino a rimanere senza voce, ma vennero raggiunti da una giovane donna che lì avvertì che era arrivato il momento della chiusura. Isaac e Scott acquistarono un libro a testa perché si sentivano in colpa per essere stati seduti lì così a lungo, e uscirono dalla libreria.

Scott si voltò verso Isaac.
"Ho passato una giornata fantastica" disse, con un sorriso tanto luminoso che Isaac si sentì sciogliere dentro.

Invece di rispondere, Isaac si chinò e premette le proprie labbra contro quelle di Scott brevemente, prima di scostarsi.

"Anch'io" sospirò, sorridendo all'espressione sorpresa sul viso di Scott. "Chiamami."

"Decisamente,"
rispose l'altro, attirandolo a sé per un altro bacio.

III.

Isaac e Scott stavano insieme da un paio di mesi, ma sembrava che durasse da sempre dal momento in cui si erano incontrati.
Erano avviluppati in un groviglio di coperte e seduti su una collina che si affacciava sulla città, osservando il tramonto.
Era stata un'idea di Scott, fare un picnic per il loro primo San Valentino insieme e, anche se fuori si congelava, Isaac dovette ammettere che era stata davvero una bella idea. Avevano preparato il cestino quel pomeriggio e poi erano saltati sulla moto di Scott fino alla collina, un'ora prima che il sole tramontasse.

Isaac strinse le dita intrecciate con le sue e guardò il suo ragazzo: la luce colpiva il suo viso dolcemente ed era la cosa più bella che Isaac avesse mai visto. Mentre guardava Scott, Isaac si chiese cosa sarebbe successo nella sua vita se non fosse andato al Wolfe Brew alle sei e mezza del mattino prima di andare a sostenere l'esame.
Non poteva più immaginare la sua vita senza Scott e, quando gli ultimi raggi di sole scomparvero, tutto gli fu più chiaro.

Era innamorato di Scott.

Isaac non era mai stato innamorato di qualcuno prima, ma sapeva che se non riesci ad immaginare la tua vita senza quella persona, non è una semplice cotta o attrazione.

"Isaac?"

"Sì?"

"Mi hai fissato per gli ultimi dieci minuti".


Scott lo stava guardando con preoccupazione: questa era una delle cose che Isaac amava di Scott, quanto si preoccupasse per gli altri.

"Oh, ho appena realizzato una cosa, ecco tutto." disse, non volendo ancora dichiarare i propri sentimenti.

"Puoi dirmi qualsiasi cosa, lo sai, vero?"

Isaac esitò, mordendosi le labbra.
Era ancora troppo presto, giusto? Quando devi dire ad una persona che l'ami?

"Non hai intenzione di rompere con me perché ti ho fatto sedere qui al freddo, vero? Perché farebbe davvero schifo", lo prese in giro Scott.

Le parole uscirono fuori dalle sue labbra prima che potesse fermarle: "Ti amo."

La mano di Isaac si sollevò per coprire la sua bocca e distolse lo sguardo.
Merda. Merda. Cazzo. Dannazione, Scott avrebbe probabilmente iniziato a scappare, e quella sarebbe stata la fine della loro relazione. Vicino a lui, Scott premette i polpastrelli tiepidi sulla pelle gelida di Isaac per farlo voltare verso di sé.

Ora che poteva vederlo, poteva vedere anche che Scott non sembrava essere inorridito o arrabbiato.
Piuttosto, guardava Isaac come se fosse l'unica cosa nel suo mondo.
Porca miseria.

"Ti amo anch'io, Isaac."
disse.

La tensione nel corpo di Isaac si sciolse a quelle parole e tornò con la mente alla prima impressione che aveva avuto di Scott.
Aveva ragione, poteva fidarsi di Scott con tutto il suo cuore.
  
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