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Autore: Usagi_Chiba    02/09/2015    17 recensioni
Spin Off della fanfiction: "Una Scommessa Di Troppo"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Minako/Marta, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Sabato, 21 Marzo.*
 
 
Il campanello di casa Tsukino suonò intorno alle 5 del pomeriggio, ad aprire fu Usagi, la quale si ritrovò davanti un’accigliatissima Minako, infagottata in una tuta fucsia.
 
- Se Seiya e Mamoru non vogliono accompagnarci al ballo, questo non vuol dire che non possiamo andarci da sole! – esclamò la bionda, facendole notare il vestito, ben coperto da un telo di plastica trasparente, su una stampella e un borsone tanto voluminoso che sembrava volesse esplodere, da un momento all’altro.
 
 
 
Qualche giorno prima.
 
 
Mancava una settimana e la primavera tanto attesa, sarebbe arrivata più ardente che mai, a giudicare dallo spigliato tepore degli ultimi giorni.  
La squadra di basket della Rancho High era in cima alla classifica ed era già, matematicamente, campione del torneo scolastico. Nonostante ciò, il coach non risparmiava i suoi giocatori con i soliti massacranti allenamenti che, quell’improvviso caldo, rendeva ancora più pesanti.
 
Mamoru infilò la testa sotto il forte getto freddo del soffione della doccia, lì negli spogliatoi della palestra, chinando il capo e lasciando che l’acqua gli raffreddasse il corpo infiammato dallo sport.
 
Quando prese il doccia schiuma e iniziò a insaponarsi, Seiya lo raggiunse, nella cabina accanto.
 
- Il coach ci ha proprio distrutti oggi! – gli disse l’amico, regolando la temperatura dell’acqua.
 
- Come sempre, del resto… ­− rispose Mamoru, con un tono spossato.
 
- Con questo caldo, poi… − aggiunse Seiya, guardandolo di sbieco.
 
- Mm mm… − mugugnò, sovrappensiero.
 
- Andiamo a prenderci una birra, dopo? – insistette, sciacquandosi i capelli.
 
- Perché no?! – esclamò, richiudendo la doccia con l’apposita manopola.
 
Il suo migliore amico si girò di scatto, verso di lui.
 
- Insomma, che hai? – chiese, perché era chiaro che avesse la luna di traverso. Anche durante gli allenamenti l’aveva visto palesemente nervoso.
 
Mamoru scosse la testa fiaccamente e uscì dalla doccia, coprendosi dalla vita in giù con un telo. Si mosse, poi, dirigendosi verso le panche, accanto agli armadietti. Fortunatamente, erano già andati via tutti gli altri compagni di squadra.
 
Seiya lo raggiunse, pochi minuti dopo, quando lui stava già iniziando a infilarsi i pantaloni.
 
- Allora? – insistette, continuando a osservare il suo sguardo nervoso.
 
- La mia ragazza mi tiene il broncio da tre giorni perché non voglio andare al ballo di primavera. – gli disse, infine, alzandosi per tirarsi su la lampo.
 
L’amico si girò verso il suo armadietto, per non mostrare il risolino che aveva sulle labbra. Mamoru odiava le feste e i balli organizzati dalla scuola, soprattutto.
 
- Effettivamente, l’avevo vista strana al cinema, ieri sera. Non ti parla proprio? – s’informò, giusto perché non poteva restarsene a bocca chiusa.
 
- Sarebbe meglio se fosse così, invece di sentirmi rispondere a monosillabi o alzate di spalle, quando le chiedo qualcosa! – esplose infilando la testa in una T-Shirt.
 
Seiya tentò di nascondere un altro sorrisino, ma non poté evitarlo quando Mamoru aggiunse un ulteriore dettaglio.
 
- Mi ha perfino rifiutato… prima di riaccompagnarla a casa! – tuonò tutto d’un fiato.
 
La risata che sfuggì al giovane arrivò fino al soffitto e sbattè contro le pareti degli spogliatoi, il suo corpo venne quasi scosso da singulti e Mamoru se ne infastidì non poco.
 
Il capitano della squadra di basket, chiuse la zip del borsone con un colpo secco e Seiya si girò, ancora una volta, verso di lui!
 
- Ehy, scusa… dammi il tempo di rivestirmi. Ne parleremo meglio dinanzi la birra! – esclamò alzando le mani in segno di resa, sperando, in cuor suo, di riuscire a fermare altri attacchi di ilarità.
 
 
Usagi entrò come una furia in casa, sbattendosi la porta alle spalle. Lasciò cadere lo zaino nell’ingresso e, stava per salire direttamente in camera sua, quando sua madre la richiamò in cucina.
Anche se fortemente contrariata, mosse alcuni passi a ritroso e attraversò il piccolo corridoio.
Avrebbe fatto meglio a ignorare il suo richiamo, perché quando notò che Ikuko stava terminando di confezionarle il vestito che avrebbe dovuto indossare al ballo di primavera, si arrabbiò ancora di più.
 
- Ciao! – disse la donna, ma la ragazza non rispose, anzi si avvicinò al frigo e scavò al suo interno, apparentemente senza cercare nulla di specifico.
 
- C’è corrente? – chiese la donna, riprendendo a cucire.
 
- In che senso? – domandò Usagi, dopo averci ragionato un po’ su.
 
La donna la guardò da sopra la spalla, poi alzò il naso e abbassò gli occhi nelle lenti da vista, per seguire meglio l’ago che bucava e cuciva velocemente il tessuto.
 
- Ho sentito la porta sbattere poco accuratamente… − si spiegò, girandosi di scatto verso di lei, per una frazione di secondo.
 
La bionda tossicchiò e non rispose e onde evitare la raffica di domande che sarebbe sicuramente partita dalla bocca di sua mamma, visto che era chiaro che si era ravveduta del suo nervosismo, si mosse verso la porta.
 
- Beh, io vado a studiare! – esclamò passandole accanto, poi si bloccò e la guardò quasi irritata. - È completamente inutile che continui a cucire quel vestito, tanto non ci sarà nessun ballo di primavera, per me! – strepitò infastidita, muovendosi di nuovo, ma sua mamma la richiamò.
 
- Perché no??? – chiese sfilandosi gli occhiali dal naso.
 
Sua figlia si girò e con la mente ritornò a qualche giorno addietro.
 
 
Usagi e Mamoru stavano rientrando dai giardinetti della scuola dove, finalmente, dato il bel tempo, gli studenti erano potuti uscire a riposare, dopo aver passato un semestre chiusi nella sala mensa.
 
Mano nella mano, come loro abitudine, camminavano attraverso i corridoi verso l’aula della prossima lezione della ragazza, luogo in cui lui la stava accompagnando.
 
D’improvviso, la bionda interruppe il suo incedere, costringendo il suo ragazzo a fare altrettanto. Si staccò da lui e si avvicinò a un grande manifesto colorato, raffigurante un gruppo di giovani intenti a ballare su una pista, vestiti con smoking e abiti eleganti. In alto, al centro, campeggiava una scritta a caratteri cubitali: BALLO DI PRIMAVERA.
 
- Wow! Finalmente! Nella mia vecchia scuola non l’hanno mai organizzato! La mamma ha iniziato a cucirmi il vestito un mese fa! – esclamò estasiata, con gli occhi che risplendevano come due stelle. - Beh, per fortuna lei sa cucire, perché non potrei mai permettermi di acquistare un vestito bellissimo per un’occasione del genere. Sono costosissimi! Sarà sabato prossimo, ci andiamo, vero? – chiese, praticamente parlando a raffica, girandosi, infine, verso di lui.
 
Lo trovò a guardare altrove, verso l’uscita della scuola, con uno sguardo imbronciato.
 
- Mamoru? – lo richiamò, credendo che non avesse udito una sola parola di ciò che aveva detto.
 
- No! – sbottò, invece, scuotendo la testa.
 
- Come? Perché? – domandò con viso e occhi delusi, vedendo i suoi sogni infrangersi.
 
- La trovo una cosa al quanto inutile! – si spiegò, sbuffando e iniziando a camminare verso l’aula di geografia.
 
Usagi lo guardò allontanarsi lentamente per qualche attimo, ma non demorse e lo raggiunse con dei passi veloci.
 
- Ho sempre desiderato andarci, dev’essere una serata bellissima, invece! – disse, fermando la sua marcia, trattenendolo per un braccio.
 
- Io ci sono stato ed è soltanto un’assurda perdita di tempo!!! – esclamò Mamoru alzando la voce.
 
Aveva usato un tono che non ammetteva repliche, effettivamente, aveva deciso per entrambi.
 
La bionda restò senza parole, poi si mosse e, senza alcun indugio, si incamminò in direzione della classe. Quando, poi, si accorse che il ragazzo la stava seguendo, si girò verso di lui.
 
- Non ho bisogno del tuo aiuto, conosco la strada! – disse, bloccandolo dall’accompagnarla.
 
Il ragazzo restò lì titubante a pensare se avvicinarsi o meno, poi strinse la mascella e si voltò, raggiungendo la sua prossima aula di lezione: odiava i balli, le discoteche, le feste e quant’altro e Usagi non l’avrebbe spuntata!
 
 
 
- Perché Mamoru non ci vuole andare! – sbottò ritornando alla realtà. Sospirò e, poi, andò subito via, onde evitare che sua madre vedesse le sue lacrime di frustrazione.
 
Ikuko la osservò fino a quando non sparì su per le scale, poi riprese a cucire, scuotendo il capo, mentre un sorriso si delineava sul suo volto.
 
 
Seiya bevve un lungo sorso di birra, seduto a un tavolo del Precious’s insieme a Mamoru.
 
- Beh, potresti fare un piccolo sforzo! – esclamò, posando il boccale sulla superficie.
 
Il suo amico lo guardò quasi di traverso, imitandolo.
 
- Mi dici perché dovrei farlo? Sai che odio queste cose! – proruppe, battendo un pugno sul tavolo.
 
- Semplice, perché la ami… ­− disse, rimescolando il liquido ambrato, roteando il bicchiere con una mano.
 
Mamoru lo guardò e non rispose, lanciando un’occhiata oltre le finestre del locale. Sembrava a tratti pensieroso e a tratti insofferente.
 
- La ami, giusto? – gli chiese l’amico, scrutandolo in viso, non avendo ricevuto replica.
 
- E me lo chiedi??? – la sua fu una domanda retorica, detta, prendendo a fissarlo con sguardo irato.
 
Che faceva? Metteva in dubbio i suoi sentimenti, forse?
 
- E allora accompagnala! – esclamò, lasciando andare le parole spazientito, mentre si appoggiava allo schienale della sedia, pensando che, certe volte, il suo amico si perdeva in un bicchier d’acqua.
 
- Perché devo sempre fare ciò che dice lei, l’ho accompagnata già a quella stupida mostra d’arte e a quell’insensato incontro letterario! No, questa volta si fa a modo mio! – decise, allungando le gambe sotto al tavolo e incrociando le braccia al petto.
 
- Fai come vuoi, ma poi non ti lamentare se ti rifiuta! – sogghignò, alludendo a ciò che gli aveva detto negli spogliatoi, prima di bere un altro sorso di birra.
 
Inquieto, Mamoru alzò gli occhi azzurri sull’amico in maniera piuttosto truce e, poi, fissò un punto qualsiasi sul pavimento.
 
 
Il giorno seguente, la campanella dell’ultima ora era appena squillata. Usagi e Mamoru si erano rivolti giusto un saluto e nei giardinetti, durante il break, lei aveva preferito sedersi a un tavolo insieme a Nina, con la scusa di dover ripetere per un’interrogazione. Entrambi i ragazzi, erano decisi a non cambiare le proprie decisioni, per quanto riguardava la questione del ballo di primavera. 
 
La punta di diamante della squadra di basket, si trovava seduta attorno ad una panca, dove la maggior parte dei suoi compagni di gioco, stava discutendo animatamente su una partita trasmessa in TV, la sera prima. Ogni tanto, Mamoru lanciava un occhio verso la sua ragazza, a qualche tavolo di distanza, intenta a studiare insieme all’amica, mentre si chiedeva febbrilmente, per quanto tempo ancora sarebbe andata avanti quella incresciosa situazione. 
 
Stava ascoltando Patrick discutere su un fallo commesso sul capitano di una delle due squadre che si erano scontrate, quando girandosi ancora una volta verso Usagi, notò Timothy Leeker, uno dei giocatori del gruppo di baseball, chiederle il permesso di sedersi al suo tavolo.
 
Inutile dire che la questione lo innervosì non poco.
Strinse gli occhi per osservare meglio la scena, il giovane atleta sorrideva, mentre le parlava. Vide Usagi rispondere, annuire e sorridere di rimando a una sua battuta, forse. Poi, entrambi si girarono in sua direzione, prima di riprendere a parlare loquacemente.
 
Uno strano moto di gelosia, aveva preso ad attanagliarli lo stomaco, tamburellò le dita di una mano sulla panca, mentre si portava l’altra sul mento, lanciando scintille dagli occhi.
 
Che cosa diavolo voleva da lei?
 
Perché stava arrossendo?
 
Usagi sorrise ancora, passandosi una mano fra i capelli.
 
Perché sembrava imbarazzata?
 
Quando lo vide allungare una mano per accarezzarne una delle sue, per il capitano di basket fu troppo, non capì più niente, anche se la bionda era stata lesta a ritrarla dal suo tocco.
 
Mamoru stava per scattare e precipitarsi al tavolo, ma guardò Tim salutarla, alzarsi e andare via, verso la panca del suo club. Lo seguì con lo sguardo, poi quando lo riportò su Usagi notò che lo stava osservando, per poi scuotere la testa e ritornare a parlare con Nina.
 
- Che hai? – chiese Seiya, che non si era perso l’intera scena.
 
- Gli devo spaccare la faccia! – sbraitò Mamoru, riprendendo a fissare l’avversario.
 
- Perché? – domandò ancora. Sembrava davvero non capirne il motivo.
 
- Come perché? Hai visto che si è avvicinato a Usagi e ha perfino provato a toccarla? – strepitò, chiudendo una mano a pugno, attorno a una lattina di aranciata e schiacciandola inesorabilmente.
 
- Beh, è successo tante volte che una ragazza si avvicinasse a te, anche in sua presenza, eppure lei non si è mai scomposta, fidandosi di te… − gli ricordò con un sorrisetto ironico.
 
A Mamoru non bastarono quella parole che, forse, volevano essere rassicuranti, anzi, se possibile lo innervosirono ancora di più, tanto che si alzò, scavalcò la panca e andò immediatamente da Usagi.
 
- Che cosa voleva? – le chiese, facendole alzare lo sguardo verso di lui.
 
La bionda scrollò le spalle, poggiando sul tavolo la bottiglietta d’acqua che stava sorseggiando.
 
- Invitarmi al ballo! – enfatizzò in modo molto fiero, non tralasciando un sorriso.
 
- Ah, sì?! – chiese lui retorico - E tu cosa hai risposto? – domandò ancora, stringendo le mani a pugno.
 
- Uhm… che ci avrei pensato, ovvio! – dichiarò, dopo l’ennesima alzata di spalle.
 
- Bene! – esclamò lui, annuendo inalberato.
 
- Benissimo! – rispose lei con un altro sorriso.
 
In seguito, lo vide andare dritto verso il tavolo di Timothy.
 
- Ehy, perché non gli hai detto che hai rifiutato subito? – domandò Nina, quando il giovane fu, ormai, lontano.
 
- Così impara a non portarmi al ballo!!! – esclamò, alzando il naso con dispetto.
 
Senza perdere tempo, infervorito dalla gelosia, Mamoru raggiunse il ragazzo, attirando la sua attenzione con una pacca poco delicata sulla sua spalla.
 
- Qual è il tuo problema? – gli chiese, quando lui si girò in sua direzione.
 
Il giovane si alzò dalla panca e lo guardò dritto negli occhi. Erano praticamente della stessa statura, forse a uno dei due mancava qualche centimetro, ma non si poteva appurare a occhio nudo. Avevano entrambi un bel corpo, ma quello era assolutamente diverso. Mamoru era più scolpito, Timothy più massiccio, dote fisica che caratterizzava gli atleti del suo club.
 
- Io non ho alcun problema! – dichiarò, puntandosi le mani sui fianchi.
 
- Allora perché sei andato da Usagi a chiederle di andare al ballo insieme a te? – domandò dandogli uno spintone, che gli fece perdere l’equilibrio per un attimo.
 
A qualche tavolo di distanza, la bionda esalò un respirò nervoso, vedendo i due controbattere.
 
- Cosa sta facendo? – si chiese, alzandosi con l’intento di raggiungerlo, ma Seiya intervenne, entrato in allarme non appena l’aveva visto dirigersi verso Tim.
 
- Stai buona lì! – le disse, passando davanti al suo tavolo, per poi muoversi in prossimità del suo amico.
 
- Tu la mia ragazza non la devi guardare neanche da lontano! – proruppe Mamoru, iniziando a respirare a fatica, tanto che era nervoso.
 
- Ho saputo che avevate litigato, così ho approfittato per chiederle di venire con me! – gli disse. Fra di loro non era mai corso buon sangue e vederlo indemoniato in quel modo, lo stava facendo parecchio divertire.
 
- Ti spacco la faccia! – gridò, sentendosi afferrare da due braccia, alle sue spalle.
 
- Stai calmo! Se il preside ti becca, ti espelle immediatamente! – esclamò Seiya, cercando di trattenerlo, ma Mamoru sembrava un leone in gabbia.
 
Timothy stava per rispondere, quando Usagi si mise fra di loro, spalancando le braccia come a separarli.
 
- Basta, smettetela! – urlò e, guardandosi intorno, si accorse che tutti gli scolari stavano partecipando da spettatori a quella vergognosa scena.
 
- Usagi, ripensaci… non rifiutare di nuovo il mio invito. Mi hai detto che desideri andarci al ballo! – esclamò Tim, con un sorriso, cercando di afferrarle una mano, ma lei si allontanò.
 
- Non la toccare! – sbraitò Mamoru, tentando di liberarsi della stretta di Seiya.
 
La bionda li osservò entrambi, poi mosse qualche passo indietro.
 
- No! – strillò, serrando gli occhi nervosa. - Mi è passata la voglia! – esclamò diretta soprattutto al suo ragazzo, prima di ritornare al tavolo, recuperare le sue cose e andare via.
 
Tim la guardò prima allontanarsi e, poi, si rivolse a Mamoru.
 
- Dev’essere proprio pazza di te, per rifiutare due volte un mio invito al ballo! Non sa cosa si perde… – disse con arroganza, guardando i compagni, alle sue spalle.
 
Riuscendo a sfuggire alla stretta di Seiya, Mamoru lo colpì diritto alla stomaco, facendolo cadere in avanti, con le braccia attorno al busto.
 
- Non ti voglio più vedere intorno a lei! – gli intimò all’orecchio, chinandosi su di lui, poi andò via, lasciandolo dolorante per terra.
 
 
Fu alla fine delle lezioni, che Usagi e Mamoru si rincontrarono, dopo ciò che era successo nei giardinetti della scuola. La bionda stava andando verso il parcheggio, mentre lui doveva raggiungere la palestra, per i consueti allenamenti.
 
- Torni a casa? – le chiese, vedendola salire le poche gradinate che portavano all’esterno.
 
Usagi annuì, girandosi per un attimo verso di lui, prima di riprendere a camminare.
 
- Per quanto tempo ancora, hai intenzione di continuare questo tuo assurdo accanimento? – sbuffò lui, non potendo fare altro che seguirla verso l’esterno.
 
Lei si voltò ancora una volta, ma non interruppe il suo passo.
 
- Fino a quando non la smetterai di fare lo zotico! – rispose, fermandosi per cercare le chiavi della macchina, nel suo zaino.
 
Quella sua affermazione aveva attirato un gruppo di ragazzine, che si erano bloccate all’uscita, nell’udire la coppia dell’anno litigare ancora per il ballo.
 
- Non avete niente da fare voi? – chiese Mamoru furente, facendole immediatamente dileguare.
 
- Ecco, appunto! – esclamò lei, riprendendo a camminare verso il parcheggio.
 
- Vuoi vedere che la colpa, adesso, è anche mia? – sbraitò, afferrandola per una mano e bloccandole l’incedere, così da fermarla definitivamente. Le sbarrò la strada, incastrandola fra le sue braccia ed il muro. I visi incredibilmente vicini, potevano sentire i propri respiri, fondersi tra di loro.
 
I loro occhi erano due calamite, si erano cercati, incrociandosi immediatamente. Come sempre, si erano incatenati senza poter evitarlo e, mentre Mamoru spostava lo sguardo desiderando lambire le sue labbra, a Usagi si imporporarono le guance. Era una magia fra di loro, c’era sempre stata ed entrambi erano coscienti che non sarebbe mai scomparsa. Proprio nell’attimo in cui lui stava avvicinandosi per baciarla, lei, cercò disperatamente di risvegliarsi e riprese, quasi per miracolo, a parlare.
 
- Certo...! ­– mormorò a stento, sbattendo qualche volta gli occhi. - Tim non ha fatto niente di male nell’invitarmi! – dichiarò, cercando ancora di riprendersi da quell’attimo di défaillance.
 
- Niente di male? Tu sei la mia ragazza, come ha potuto pensare d’invitarti? – disse dopo che gli si era infervorito lo sguardo, al solo sentirlo nominare.
 
- Perché sai benissimo che tu sei apatico! – rispose lei, con un sorriso ironico. Però, le piaceva da matti vederlo così geloso.
 
- Apatico? – lui parve ragionarci un po’, su. - Soltanto perché non mi piace ballare e stare in un luogo con la musica a palla? – davvero non riusciva a capire perché se la prendesse così tanto.
 
- Ti ho solo chiesto di accompagnarmi, non di ballare o di andare in una discoteca! Il mio solo desiderio è quello di stare con te e… – poi si fermò, decidendo di non continuare. Perché non riusciva a fare un piccolo sacrificio per lei?
 
- Stare con me? Bene, anche io voglio stare con te! Se andassimo a cena fuori, da soli, non sarebbe meglio? – continuò lui, riprendendo a guardarle le labbra. La sua voglia di baciarla andava al di là di ogni logica mentale, in quel momento.
 
Usagi incrociò le braccia al petto e spostò il viso dall’altro lato, con altezzosità. Lei che si era sempre sentita così diversa rispetto al loro status sociale, voleva stare insieme a tutti i compagni di liceo, partecipare insieme a loro ad un’attività extrascolastica divertente, per una volta. Inoltre, dopo tutto quello che lei e Mamoru avevano passato, dopo tutti quegli sguardi diffidenti e cinici, voleva tanto, disperatamente, sentirsi parte di quella scuola e serbarne, almeno, un bel ricordo.
 
- Non fartene più un problema, perché te l’ho detto: mi è passata la voglia! – poi, imprevedibilmente, con uno scatto fulmineo, si abbassò, oltrepassando la barriera delle sue braccia e andò via, lasciandolo impalato con entrambe le mani sul muro.
 
 
Erano tre giorni, a parte un frettoloso e casto bacio, dato giusto per saluto e che lui stesso aveva cercato, che non sfiorava le labbra di Usagi e questa cosa lo mandava in bestia. La bionda quasi non si faceva toccare, neanche con un dito. Stava impazzendo letteralmente.
 
Mamoru sbatté l’armadietto, come a volersi sforzare di allontanare quei pensieri che gli facevano ribollire di stizza il sangue nelle vene e, esattamente come gli altri alunni, fu subito attirato da Minako che urlava a squarciagola nei corridoi della scuola, contro Seiya.
 
- Che cosa ci faceva quella sulla moto con te? – urlò la bionda, attirando l’attenzione di tutti gli studenti.
 
- Di nuovo? È la terza volta che te lo ripeto: aveva forato! – esclamò lui, visibilmente esasperato.
 
- Pensi davvero che io ti creda? – domandò, rossa in viso, convinta delle sue idee.
 
- Certo! Perché è la verità! – insistette Seiya, arrivando ad usare un tono uguale al suo.
 
Minako lo scrutò livida in volto, poi si osservò intorno, attonita, riportò lo sguardo per un secondo su di lui e andò via, lasciando il suo ragazzo fissarle le spalle, fermo al centro del corridoio.
 
Fu dopo qualche attimo che Seiya notò Mamoru, fermo accanto al suo armadietto. Sembrava sconcertato, aveva gli occhi chiusi in due fessure, pareva quasi che lo stesse esaminando.
 
Non erano lui e Usagi a dare spettacolo, in genere?
 
- Cosa diavolo è successo? – domandò, raggiungendolo e poggiandogli una mano sulla spalla.
 
- Le donne… ­– mormorò Seiya, ritornando a guardare il punto in cui era sparita la sua ragazza, mentre tutti gli altri alunni ritornavano a pensare alle loro cose.
 
- Chi hai portato in moto? – chiese, scuotendolo dal suo stato di trance.
 
- Una delle pon pon! Non ricordo neanche il suo nome… ma giuro, aveva forato sul serio! – esclamò, come se si stesse davvero giustificando.
 
Mamoru rise, dandogli una pacca sulla stessa spalla, invogliandolo a camminare con lui, verso la prossima lezione che avrebbero dovuto frequentare insieme.
 
- Io ti credo, non devi di certo convincere me! – gli disse strizzandogli un occhio, prima di entrare nell’aula, poco distante da loro.
 
 
 
Sabato, 21 Marzo.
 
 
- Cosa? – chiese Usagi, facendola entrare in casa.
 
- Come non lo sai? Seiya e io abbiamo litigato! – esclamò in maniera molto irritata.
 
- Sul serio? Come mai? – chiese facendole strada verso la cucina.
 
- L’ho beccato sulla sua moto con una delle ragazze pon pon!!! – strepitò Minako scaraventato il vestito su una sedia, per poi precipitare su quella vicina.
 
La bionda la guardò sorpresa. Da quando stavano insieme quei due ragazzi non avevano mai litigato, anzi aveva sempre invidiato il loro rapporto sereno, in confronto a quello suo e di Mamoru, così burrascoso.
 
Prese dal frigorifero una bottiglia di Pepsi e la portò al tavolo, insieme a due bicchieri.
 
- Mi dispiace… – stava per aprire la bocca e aggiungere altro, ma poi decise di trattenersi, lasciando a lei la decisione di sfogarsi o meno, sull’accaduto.
 
Minako sbuffò affranta e guardò le bollicine frizzare nel liquido scuro contenuto nel bicchiere, poi alzò lo sguardo verso di lei.
 
- Non mi farò rovinare la serata da Seiya e da quella mocciosa, ho portato trucchi e tutto il necessario per i capelli. Accompagnami! Andiamo al ballo… ci divertiremo lo stesso anche da sole! – improvvisamente l’entusiasmo ricoprì il suo viso, mentre allungava le mani sul tavolo per raggiungere le sue.
 
In un primo momento, Usagi avrebbe voluto scuotere la testa con forza e dirle di no, perchè per lei non aveva senso andare al ballo senza il suo Mamoru. A lei non interessava parteciparvi perché si voleva divertire o voleva scatenarsi nelle danze, ma il suo desiderio, era quello di vestirsi da principessa e stare con il suo dolce cavaliere, per tutta la serata, come nelle favole, insieme agli altri compagni. Però, Minako sembrava così convinta e così speranzosa, tanto che non se la sentì di rifiutare, a maggior ragione perché in passato la ragazza aveva sempre preso le sue difese, spalleggiandola quando Rei l’attaccava. Inoltre, a sua insaputa, sua madre le aveva anche terminato il vestito, quindi non aveva scusanti.
 
- Andiamo! – le rispose, annuendo decisa, con un vistoso sorriso.
 
Il bagno del piano di sopra era stato completamente occupato dalle ragazze, in fase di preparazione pre-ballo.
 
Minako non si era risparmiata per niente con cosmetici e creme varie, nel suo beauty case c’era veramente di tutto, sembrava il retrobottega di una profumeria.
 
Senza perder tempo, aveva sottoposto Usagi e se stessa a dei veri trattamenti estetici. Scrub per il viso, massaggi facciali e creme idratanti e nutrienti. Dopo aver terminato, si erano dedicate ad asciugare i capelli, che avevano lavato prima di iniziare i loro esperimenti cosmetici e a dare loro una forma perfetta, attraverso l’utilizzo di ferri professionali. Usagi aveva aiutato Minako con la classica acconciatura liscia, lei non riusciva a guardarsi allo specchio con i capelli pettinati in maniera diversa, che poi aveva fissato con un fermaglio, su un lato del viso. Invece, l’ormai capitano delle ragazze pon pon, aveva proceduto a creare dei fantastici boccoli sui capelli della sua amica, che aveva assicurato, alla fine, con della lacca spray.
 
Avevano scelto delle tonalità che richiamavano i loro abiti, per abbellirsi le unghie con dei colori all’ultima moda: lilla per Usagi e prugna per Minako. Nel frattempo che aspettavano che lo smalto si asciugasse, avevano iniziato a fantasticare un po’ sulla serata. Minako aveva fatto qualche ricerca su internet, prima di recarsi a casa Tsukino, scoprendo la strada esatta dell’hotel nel quale si sarebbe tenuto il ballo di primavera. Addirittura, aveva saputo perfino quali cibi avrebbero servito e anche quali cocktail. Memore della sua sbronza colossale di qualche mese prima, quando era in rotta con Mamoru e lei e Seiya avevano dovuto soccorrerla a un rave, le aveva raccomandato caldamente di evitare determinati tipi di bevande!
 
Quando lo smalto si fu, finalmente, asciugato arrivò il bello, ciò che Usagi più amava fare: pasticciare con i trucchi. Minako aveva portato con sé talmente tanti colori che si ritrovò confusa e indecisa al massimo. Sicché, dopo una leggera base con il fondotinta, aveva deciso di affidarsi ai consigli dell’amica, che le aveva suggerito di usare dei colori attinenti l’abito. Così, sulla palpebra mobile aveva usato un lilla e un tono più scuro nella piega dell’occhio, per poi proseguire con il mascara e una spolverata di blush. Per completare il tutto, l’amica le aveva indicato un colore tenue da mettere sulle labbra, per non sovraccaricare il viso. Minako, invece, aveva optato per una decisa riga di eyeliner, abbondante mascara e un rossetto molto accattivante e simile al colore scuro del suo abito. 
 
 
Due colpi di clacson riecheggiarono dietro Mamoru, fermo al semaforo sulla sua moto. Il ragazzo guardò attraverso uno dei due specchietti retrovisori e si accorse che si trattava di Seiya, che gli chiedeva di avvicinarsi al marciapiede.
 
Appena scattò il verde, il giovane accostò qualche metro più avanti e si sfilò il casco, riuscendo ad afferrare al volo, come se fosse stato un passaggio della pallacanestro, ciò che il suo amico gli aveva lanciato dalla sua stessa macchina, senza neanche fuoriuscirne. Mamoru abbassò il viso ed esaminò il contenuto di quella scatola trasparente, dove una fila di fiori bianchi e delicati, simulava un bracciale che si chiudeva con un unico bocciolo di lillà, lievemente dischiuso: era un bouquet da polso.
 
- Che me ne devo fare di questo? – gli chiese, passandosi la scatola da una mano all’altra.
 
Seiya aprì lo sportello e ne uscì, restando fermo accanto al posto guida, con un braccio appoggiato al tetto.
 
- Minako è a casa della tua ragazza e… – ma Mamoru lo interruppe.
 
- Minako? Scusa, ma non avevate litigato voi due? – chiese alzando un sopracciglio interrogativamente.
 
Seiya lasciò andare un sospiro esasperato, scuotendo la testa nello stesso momento.
 
- Sei proprio un idiota! Possibile che tu non abbia intuito che si trattava di una messa in scena per convincerti ad accompagnare Usagi al ballo? – gli chiese, dal momento che solo lui sembrava non aver capito niente.
 
Mamoru sbarrò gli occhi sorpreso e stralunato, ritornando a guardare quella strana composizione di fiori.
 
- Quello è il bouquet per Usagi, che tu avresti dovuto procurarti... Minako mi ha inviato un sms nel quale mi ha spiegato come doveva essere! – gli spiegò, velocemente. - Io le vado a prendere alle 21, decidi tu se raggiungerci oppure no. – stava per rimettersi in auto, quando rialzò il capo e si lasciò andare all’unica frase che desiderava dirgli da quasi una settimana. - Se Usagi ti lascia fa proprio bene!!!
 
- Aspetta un attimo, perché dovrebbe lasciarmi? – gli chiese. Cavoli era un semplice ballo al quale si era rifiutato di accompagnarla, non le aveva fatto alcun torto. Anzi, dal suo punto di vista, gli aveva dimostrato davvero quanto ci teneva a lei, dopo che la storia della scommessa era venuta allo scoperto.
 
 
Minako raggiunse Seiya, dopo il litigio tra Mamoru e Timothy.
 
- Cosa succede? – gli chiese, guardando Usagi scappare via dai giardinetti.
 
- Tim le ha chiesto di accompagnarla al ballo di primavera e Mamoru si è imbestialito. – le riassunse, passandole una mano attorno alla vita.
 
- Lo credo! – dichiarò la bionda. - È logico che due fidanzati vadano insieme al ballo. Ha fatto benissimo Mamoru! – disse, osservando Timothy che si tastava lo stomaco, dove il pugno del capitano di basket l’aveva colpito.
 
- Ah, ti sbagli di grosso! – esclamò Seiya, guardando anche lui la scena.
 
- Cioè? – s’informò Minako, girando il viso verso di lui.
 
- Mamoru non ha intenzione di portare Usagi al ballo, Timothy l’ha saputo e si è fatto avanti. – le rispose, spostando il braccio attorno alle spalle della ragazza, iniziando ad incamminarsi con lei, all’interno della scuola. - Personalmente, credo che Usagi la stia facendo un po’ troppo lunga… è risaputo che Mamoru odia le feste, i balli e quant’altro… Se fossi in lei, mi metterei l’anima in pace. – disse, esponendo le sue riflessioni.
 
- Ah, voi uomini… davvero non ci arrivate proprio a capirci! – esclamò in maniera molto risoluta.
 
- Cosa vorresti dire? – chiese, allora, il suo ragazzo.
 
- Usagi, prima di questa, frequentava una scuola dove a stento si organizzavano i doposcuola per le matricole, per lei questo liceo fa parte di un mondo nuovo, dove non ha mai potuto vivere. Tutto quello che più desidera è stare principalmente con Mamoru, indossando un abito bellissimo per sentirsi a suo agio, almeno per una volta, tra di noi. – gli spiegò con un sorriso sognante.
 
- Non si sente all’altezza di Mamoru e di tutti noi… – realizzò Seiya, bloccando il suo incedere.
 
- Dobbiamo aiutarli! – decise Minako, vedendolo annuire.
 
 
- Possibile che tu non capisca? – domandò facendosi, letteralmente, cadere le braccia sui fianchi del corpo.
 
- Cosa dovrei capire, Seiya? – si inalberò Mamoru, alzando anche il tono di voce.
 
L’amico sospirò ancora una volta, poi alzò il mento e si preparò ad entrare in macchina.
 
- Usagi, una volta tanto, vuole che la ammirino con un bel vestito da sera al fianco del ragazzo di cui è innamorata. Riflettici! – esclamò, poi ingranò la prima e andò via, lasciandolo fermo a osservarlo, più stralunato che mai.
 
 
 
Minako tirò su la lampo del vestito di Usagi e le girò attorno, battendo due mani all’altezza del viso.
 
- Sei un vero incanto!!! – esclamò, sistemandole una piega inesistente sul tessuto.
 
La bionda si imbarazzò non poco e non poté fare altro che complimentarsi con la ragazza che aveva di fronte, fasciata in un meraviglioso vestito color prugna, che le arrivava qualche dita sopra al ginocchio. Molto scollato e audace sulla schiena, impreziosito da Swarovski che formavano come un serpente che l’avvolgeva, intorno la vita. A completare il tutto, un paio di decolleté dello stesso colore, dal tacco molto alto.

 

- Anche tu! Questo vestito ti sta veramente a pennello. Sembra esser stato confezionato proprio per te. – le disse, ammirando il costoso abito griffato.
 
- L’ho comprato alla boutique sulla V strada… possiamo andarci insieme se ti va. – si pentì all’istante di averlo detto e sperò che la sua mimica facciale non tradisse la sua subitanea afflizione. Aveva dimenticato le sue condizioni economiche, non proprio propizie per fare spese in negozi molto costosi. Sperò che non se la fosse presa a male.
 
- Certo, mi farebbe piacere fare dello shopping con te. – rispose Usagi, in maniera molto serena ed educata.
 
Minako rilasciò il respiro che aveva tenuto intrappolato nei polmoni per qualche secondo, prima di puntare lo sguardo verso la radiosveglia, sul comodino.
 
- Bene, bene! Direi, che siamo in perfetto orario! – esclamò, recuperando un rossetto dal beauty case.
 
- In che senso? – domandò Usagi, osservandola sistemarsi il trucco riflessa nello specchio, accanto all’armadio.
 
- Seiya ed io volevamo aiutarti con Mamoru, così abbiamo deciso di fingere di aver litigato… ora, se tutto è andato come previsto, il tuo ragazzo dovrebbe venire qui insieme al mio. Anzi, dovremmo iniziare a scendere giù, saranno qui a breve. – le spiegò strizzandole l’occhio, divertita.
 
Usagi restò ferma con la bocca spalancata dallo stupore, per qualche secondo. Quando riuscì a chiuderla, si sedette sul letto, sprofondando sul materasso quasi a peso morto. Parve pensarci un po’ su, poi si voltò verso la bionda, in piedi a rimirarla curiosa.
 
- Non mi va che Mamoru venga trascinato in questa storia. Non mi va di costringerlo ad accompagnarmi. Volevo che fosse una sua idea, che lo facesse con piacere. – si lamentò lei, pur non avendocela a male con Minako e Seiya, che ancora una volta si erano dimostri suoi amici, nel volerla aiutare.
 
La bionda sorrise, avvicinandosi e si sedette accanto a lei, posandole una mano sulle sue.
 
- Credimi, Mamoru non è il tipo che si lascia influenzare dal parere di nessuno. Se verrà, vorrà dire che ne avrà voglia, altrimenti se ne resterà a casa! – esclamò, convinta delle sue parole.
 
Usagi la guardò quasi triste, poi annuì e, imitandola, si alzò e si preparò a scendere al pian terreno.
 

Proprio mentre erano sulle scale, suonarono alla porta e fu la signora Tsukino ad aprire. Felice, perché pensava di ritrovarsi Mamoru sull’uscio di casa, Usagi alzò il capo con un gran sorriso che, purtroppo, gli morì sul volto.
 
Seiya era da solo e sembrava anche piuttosto imbarazzato dalla cosa. Abbandonando lo sguardo dal viso deluso di Minako e Usagi, il ragazzo si rivolse alla padrona di casa.
 
- Salve signora, è un piacere fare la sua conoscenza. Sono venuto a prendere le due ragazze più belle della scuola! – esclamò, cercando di risollevare il morale delle tre donne, giacché anche la signora Ikuko sembrava al quanto amareggiata.
 
La donna gli sorrise grata, passandogli una mano sul braccio in segno di riconoscenza.
 
- Io… – mormorò Usagi, chinando il capo. - Ho cambiato idea, non desidero più andarci. – voleva solo scappare in camera sua e singhiozzare tutta la notte.
 
- Dopo aver trascorso tutto il pomeriggio a farci belle? – chiese Minako, quasi indispettita. - Non esiste proprio! Forza, andiamo! – le disse appoggiandole la mano su un gomito, come a volerla accompagnare, ma lei si ritrasse.
 
- No. Sul serio, non mi va. – mormorò, procedendo a voltarsi per risalire le scale.
 
Minako e Seiya si guardarono e si sorrisero: si erano letti nel pensiero.
 
- Molto bene! – esclamò la bionda. - Vorrà dire che resteremo qui a farti compagnia. Dov’è la guida Tv, signora Tsukino? – domandò scendendo l’ultimo gradino che la separava dal pavimento.
 
- No! – strillò, quasi, Usagi. - Non è giusto che a causa mia, dobbiate rinunciare al ballo! – disse vedendola, avvicinarsi a Seiya.
 
- Certo che lo è! – disse il ragazzo. - Siamo amici! Guarderemo un film e ordineremo una pizza. – terminò, cominciando a sbottonarsi il primo dei tre bottoni dello smoking nero che indossava, mentre all’improvviso il campanello si faceva sentire.
 
Seiya scattò a guardare la sua ragazza, scuotendo la testa quando lei gli chiese sottovoce se si trattasse di Mamoru.
 
Ancora ferma accanto alla porta, la signora Tsukino fece di nuovo da anfitrione e la spalancò, dopo aver dato un’occhiata allo spioncino.
 
Bello più che mai, Mamoru era appoggiato con un fianco, allo stipite della porta. Nel suo elegante smoking nero e la camicia bianca immacolata, con il papillon sganciato, sospeso attorno al collo, era sicuramente poco sofisticato ma assolutamente sexy. Reggeva in mano la composizione di fiori che gli aveva dato Seiya.
 
- Sappi che è un supplizio per me! – disse a Usagi, raddrizzandosi e sorridendo alla Signora Ikuko, che l’aveva osservato con uno sguardo a tratti fra il divertito e l’arrabbiato.
 
Muovendo alcuni passi, dentro quelle insolite scarpe lucide che completavano il suo abbigliamento elegante, si avvicinò alla sua ragazza, fermandosi a pochi centimetri da lei. Abbassò il viso di lato e con un sorrisino soddisfatto, la rimirò in tutto il suo splendore.
 
Il vestito che sua madre le aveva pazientemente confezionato, era da fare invidia alle migliori boutique. Senza spalline, il corpetto l’avvolgeva fermandosi alla vita con una cintura in tessuto viola scuro, facendo aprire la gonna sotto di sé in tanti volant dalle sfumature lilla e viola. Ai piedini, calzava dei décolleté sulla stessa tonalità del vestito, aperte sulla punta e con un fiore di lato.

 
- Sei bellissima. – mormorò e appena lo fece a Usagi venne la pelle d’oca. La sua voce era capace di farle vibrare ogni singola cellula del suo essere.
 
Lei alzò le mani a chiudergli il papillon, poi, gli accarezzò il mento in un gesto molto confidenziale. Fortunatamente, gli altri presenti nell’ingresso, avevano preso a parlare fra di loro, ignorandoli apparentemente e dissociandosi dal rendere ancora più imbarazzante la scena.  Lei emise un tremulo sospiro, mentre sorrideva e accettò l’abbraccio di Mamoru, quando lo vide piegarsi lievemente per stringerla a sé.
 
- Mi dispiace... ­ – si scusò il ragazzo, al di sopra delle sue spalle. - Non pensavo fosse così importante per te andare al ballo. – disse, stringendola ancora più forte, se possibile.
 
Quando Seiya era andato via, lui aveva avuto modo di pensare a tante cose, successe durante quella settimana e non solo. Situazioni che lui non aveva mai considerato tanto importanti. Non aveva capito nulla di ciò che provava la sua ragazza, solo ed esclusivamente perché gli bastava stare con Usagi, si era innamorato della sua semplicità, non aveva mai badato all’abito che indossava o alle scarpe all’ultimo grido. Non aveva minimamente considerato che, invece, per una ragazza erano, forse, cose fondamentali. Passando davanti a una gioielleria, gli era venuto in mente quando, Usagi aveva visto un paio d’orecchini e lui si era offerto di regalarglieli con tutto l’amore che lo legava alla sua ragazza, ma lei aveva rifiutato e lui aveva lasciato correre, comprandoglieli lo stesso.
Quando glieli aveva dati, la bionda l’aveva guardato con occhi sognanti e felici, ma poi il suo sguardo si era rattristito e gli aveva detto che non doveva comprarle tutto ciò che le piaceva, perché lei non avrebbe potuto contraccambiare con tanta facilità. Anche quella volta, aveva sminuito la questione, senza ragionarci sopra, commettendo lo stesso errore, se così si poteva definire, altre volte.
Per Mamoru non c’era niente di sbagliato in questo, anzi molto probabilmente, avrebbe continuato, ma solo per il gusto di vederla felice. Gli piaceva farle regali e, anche quelle, per lui erano la dimostrazione del grande amore che provava per Usagi. Di ragazze ne aveva avute, ma non ricordava di aver fatto loro alcun dono, se non nelle feste comandate, tipo il Natale.
 
Sciogliendo lievemente l’abbraccio, Mamoru le lambì dolcemente le labbra, in un bacio casto, che durò qualche secondo in più.
 
- Tu per me sei speciale. Tutto quello che voglio è stare con te, qui, a scuola, al cinema e anche al ballo, se ti fa piacere. Niente e nessuno riuscirà mai a farmi cambiare idea su di noi. Nessuna persona e tantomeno nessuna moda. – le disse, mentre le infilava il bouquet al polso.
 
Usagi sorrise annuendo lentamente, effettivamente, forse aveva sbagliato a prendersela così tanto, pensò, mentre osservava il fiore di lilla.
 
- Come facevi a sapere il colore del mio vestito? – chiese, dopo un po’.
 
Mamoru sorrise, ma non rispose, attirato da Seiya che lo chiamava.
 
- Forza piccioncini, andiamo! – esclamò l’amico, aprendo la porta.
 
- Oh, no! Aspettate! – urlò la signora Tsukino, sparendo per un secondo nella camera adiacente, fuoriuscendone, poi, con una macchina fotografica. - Coraggio, avvicinatevi, ragazzi! – esclamò entusiasta.
 
Le due coppie si raccolsero al centro dell’ingresso, Mamoru cinse la vita di Usagi, dopo averle esaminato, ancora una volta, il vestito.
 
- Indossi le mutandine? – le chiese in un mormorio, facendola voltare immediatamente verso di lui con uno sguardo sbigottito, proprio nell’attimo in cui la signora scattò la prima foto.
 
- Tesoro, guardami! – la richiamò la donna.
 
Lei rimase per un attimo ferma a fissare Mamoru, poi sorrise, stando al gioco.
 
- Sì, ma molto, molto piccole... – sibilò, riportando il viso verso sua madre.
 
Il giovane sogghignò divertito, stringendosi di più alla sua ragazza.
 
- Ti concedo un’ora al ballo, poi ti porto a casa mia! – disse, dopo il secondo click.
 
 
* Non badate tanto alla data, non so di preciso quando si svolge il ballo di primavera.
 



 
Salve a tutte ragazze!

Come va?
 
Perdonate l’assenza, ma vi avevo già annunciato che… avrei staccato la spina per un po’.
 
Spero che questo Spin Off vi sia piaciuto e che me lo farete sapere tramite una recensione.
 
Presto, pubblicherò un nuovo capito di “Quell’Ombra Nella Notte”.
 
Un enorme bacio a tutte!!!
 
Usagi_Chiba

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