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Autore: IlrespirodelleOnde    02/09/2015    4 recensioni
I padri non sanno nulla dei loro figli.
Né i figli dei loro padri.
Dal testo:
“Lilith” la chiamò l’unica voce che voleva sentire, “bambina, ascoltami.”
“Ti prego, papà, non lasciare che lo facciano.”
“Lo faranno, principessa, e io e te non possiamo fare nulla. Non serve credere alle favole quando vivi nella realtà, ma io ti ho fatto una promessa, te lo ricordi?”
Lilith annuì, cercando di stringere le mani di suo padre dietro il vetro.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se suo padre doveva morire allora lei lo avrebbe accompagnato.
Non era un pensiero razionale, non aveva mai avuto pensieri razionali riguardanti suo padre.
 
Dopo averlo visitato, Loki le aveva sorriso e lei era stata felice. Frigga non era venuta a trovarla e nemmeno Thor, nonostante glielo avessero promesso. Lilith aveva notato che entrambi rispettavano la parola data solo nei limiti che la convenienza permettesse. Loki non era così, perché Loki era sua padre, era come lei e le aveva promesso che sarebbe rimasto vivo.
Lilith si addormentò pensando a questo e non si svegliò prima dell’alba, a differenza di tutte le notti di quella settimana. Sognò la sua infanzia, fatta di immagine sfocate e dalla mancanza di suo padre.
 
Frigga si presentò in camera sua con la colazione su un vassoio d’argento. Il profumo dei dolci appena sfornati arrivò prima che lei aprisse la porta della stanza.
Lilith si sforzò di sorriderle anche se non ne aveva voglia. In qualche modo sapeva che qualcosa stava per colpirla.
 
“Buongiorno, tesoro.”
Frigga poggiò il vassoio sulle coperte stropicciate e si piegò a baciarle la fronte. Profumava di fiori, era stata nel giardino, pensò la ragazza, adocchiando una fetta di torta alle ciliegie ancora calda. Non si era resa conto di quanta fame avesse, la sera prima non aveva cenato.
 
“Buongiorno, Madre degli Dei.” rispose Lilith addentando la torta.
 
“Sai che non voglio che mi chiami così, bambina” la rimproverò bonariamente, “e non parlare con la bocca piena di cibo.”
 
“Scusa.” disse lei con la bocca piena di cibo.
La donna rise, scuotendo leggermente la testa senza staccare gli occhi da quelli della ragazzina. Le faceva male vederla tanto simile a Loki e fra tanti motivi, solo per uno: suo figlio era in prigione e lei non poteva fare a meno di pensarci ogni volta che Lilith scuoteva le lunghe ciglia nere o si aggiustava con le dita pallide i ricci scuri.
 
“Ieri sera non hai mangiato nulla.” disse.
 
“Non avevo fame.” rispose Lilith allungandosi verso un’altra fetta di torta, stavolta al cioccolato.
 
“So dove sei andata, Lilith, e non c’è bisogno di dirti che non approvo quello che hai fatto.”
La ragazza la guardò e rimise la torta sul vassoio. Non pensava sarebbe stata così diretta e non aveva pensato a cosa dirle, così le disse la verità.
 
“Mi manca.” disse.
Frigga non pensava che Lilith sarebbe stata così diretta e nemmeno lei sapeva cosa dire, quindi non disse niente e pianse in silenzio, così che la ragazza, che aveva reclinato il capo, non l’avrebbe vista. Le diede un altro bacio sui capelli.
 
“Devi andare ad allenarti oggi” disse solamente, “hai voluto combattere così tanto, ora non puoi saltare le lezioni.”
 
“Va bene.”
 
Quando Frigga chiuse la porta, Lilith finì tutti i dolci sul vassoio e bevve il suo latte, poi si lavò e vestì, convinta che sarebbe andata ovunque, tranne che a lezione.
 
<-> 
 
Loki avvertì i passi della ragazzina prima di riuscire a vederla.
Non si meravigliava più di vederla lì ogni giorno, ma non per questo non dava valore alle loro visite. Soprattutto quel giorno, perché con tutta probabilità quello sarebbe stato il loro ultimo incontro.
 
Lilith non entrò nella cella quel giorno.
 
“Cosa ti faranno?”
 
“Oh, sono sorpreso! Tu sì che hai del tatto, bambina.” fece il dio, sarcastico, voltandosi a guardarla. Era ancora spettinata dalla notte.
 
“Dimmelo.”
 
“Non lo so, principessa, non assillarmi” sbuffò Loki, “è ancora presto.”
Lilith si avvicinò al vetro, le guance arrossate dalla rabbia.
Loki smise di guardarla. Non aveva bisogno di vedere i suoi occhi per sapere cosa brillava in essi.
 
“Tu pensi che sia un gioco, questo, non è vero?” sibilò talmente piano che il dio fece fatica a sentirla.
Rabbia, lui l’avvertì come una scintilla elettrica attraverso la voce della ragazza.
 
“Spiegami in che modo mi sarebbe utile preoccuparmi come fai tu, ti prego.” non era più sarcastico, non ne aveva più la forza. Il suo tono rimase piatto e disperato.
 
“Troverai un modo.”
Loki non ne aveva la forza.
 
“Troverai una via d’uscita come hai sempre fatto.”
Le aveva mentito ancora per non farla soffrire e ora sopportava un dolore troppo grande da sopportare.
 
“Magari Odino avrà pietà…”
Erano venuti quella mattina prima dell’alba a comunicargli la decisione del Consiglio.
 
“…oppure Frigga lo convincerà a non punirti ancora.”
Gli avevano detto che se fosse morto sarebbe stato fortunato.
 
“Siamo una famiglia, dopotutto.”
Loki si asciugò una lacrima e chiese a Lilith che se ne andasse, ma lei rimase.
 
“Dovresti andare, bambina, dico davvero.” le ripeté, senza voltarsi.
 
“Perché? Aspetti qualcun altro?”
Perché verranno a prendermi, pensò Loki, e mi porteranno via e non voglio che tu veda tutto questo.
 
“Pensavo avessi delle lezione alle quali partecipare.” disse invece, mascherando come poteva il dolore nella sua voce.
 
“Cos’è questo rumore?”
 
Quelli che Lilith sentiva erano i passi delle guardie echeggiare contro le pareti delle segrete e la voce ovattata del Padre degli Dei che dava ordini, ma era tutto ancora troppo distante.
 
“Loki…”
 
“Vattene, Lilith.”
 
Lilith vide Odino e Frigga e Thor.
C’erano quattro guardie ornate d’oro con le lance e i Quattro Guerrieri.
Nessuno avrebbe voluto vederla lì e così la ignorarono.
 
“Loki di Asgard.”
La voce di Odino si fece forte del potere del quale era investito.
Lilith posò una mano sul vetro della gabbia.
Loki si voltò a guardarli tutti, uno per uno.
 
“A seguito di una serie di crimi dei quali sei stato accusato…” continuò il Padre.
Quando ebbe terminato di squadrare chi lo aveva tradito, Loki si avvicinò a Lilith, incurante della voce di Odino che riempiva le segrete.
 
“… tra i quali assassinio, tradimento, furto, rapimento…”
Si piegò sulle ginocchia fino a raggiungere il livello della ragazzina e poggiò anche la sua mano sul vetro, sovrapponendola a quella di Lilith.
 
“Non potete farlo” gridò lei, “voi non potete farlo!”
Odino si fermò. Per la prima volta Lilith vide una ferita aprirsi dentro di lui e la sua corazza rompersi.
 
“… sei condannato…”
Riprese a parlare, perché doveva farlo, perché lui era il re e quello era il suo compito.
Frigga piangeva al suo fianco.
 
“No… per favore, voi non potete” ripeté Lilith, le lacrime le rigavano le guance, “Madre, vi prego…”
Frigga non riusciva a muoversi, né a parlare. Quel giorno stava perdendo due figli.
 
“… a morire nella Gola.”
Nessuno si mosse più. Nessuno sembrava respirare più.
Tranne Lilith. Lilith piangeva forte come il giorno in cui aveva conosciuto suo padre e ora piangeva perché non riusciva a immaginare di non vederlo più.
Le girava la testa e si sentiva mancare, ma sapeva che nessuno l’avrebbe aiutata, nessuno avrebbe potuto aiutarla più, perché la ferita che le avevano inflitto non si sarebbe più chiusa.
 
“Lilith” la chiamò l’unica voce che voleva sentire, “bambina, ascoltami.”
 
“Ti prego, papà, non lasciare che lo facciano.”
 
“Lo faranno, principessa, e io e te non possiamo fare nulla. Non serve credere alle favole quando vivi nella realtà, ma io ti ho fatto una promessa, te lo ricordi?”
 
Lilith annuì, cercando di stringere le mani di suo padre dietro il vetro.
 
“Tornerò da te, bambina mia, tornerò sempre dove sei tu.”
 
Lilith urlò quando lo portarono via e si dimenò fino a che due guardie non vennero a tenerla ferma.
Pianse fino a non poterne più e svenne sfinita tra le braccia di Frigga svariati minuti dopo, sognando il giorno in cui avrebbe rivisto suo padre.














I am back.
Scusate per l'attesa. Scusate la lunghezza ridicola di questo capitolo, mi sono fermata perché stavo piangendo sulla tastiera del laptop #sorrynotsorry
Questa è la cosa più angst che abbia mai scritto. Torno a piangere.

Layla

PS magari ci metto altri due anni, ma non è ancora finito- Loki ha promesso.
  
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