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Autore: _Atlas_    03/09/2015    2 recensioni
Durante un viaggio di lavoro in Svizzera, l'abituale imprudenza di Tony Stark diventerà causa di un nottata lunga, tesa e decisamente fredda.
[Pre-Pepperony / Pre-Iron Man]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pepperony Holidays'
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In the middle of nowhere
 
 
 
 
 
«Ci siamo persi.»
«Cosa? No! So perfettamente dove ci troviamo.»
 
Pepper pensò preoccupata al paesaggio innevato al di là del finestrino, alla macchina ferma a un angolo della strada e al panorama illuminato soltanto dalla pallida luce della luna; Tony prese a picchiettare con le mani il volante dell’auto mentre i secondi trascorrevano lenti.
«Ci siamo persi eccome, Tony» proferì Pepper dopo un lungo silenzio.
L’uomo sbuffò e si girò a guardarla: «D’accordo, ammetto di avere qualche difficoltà a ricordare la strada, ma…»
«Qualche difficoltà? La prego» continuò la donna con sarcasmo «Stiamo girovagando per la campagna svizzera da almeno un’ora e mezza. Lo ammetta: ci siamo persi.»
«Non ci siamo persi, Pepper!» ribadì. «Conosco questa a strada a memoria, l’ho fatta sei…»
«…sei anni fa in occasione del Capodanno a Berna, sì. È da quando siamo partiti che non fa altro che ripetermi questa storia sperando che io me la beva.»
Tony scosse la testa, incredulo: «Non mi crede?»
«Per favore, come se fosse possibile ricordarsi una strada fatta sei anni fa in Svizzera, la notte di Capodanno, con chissà quanti litri di alcol in corpo!»
«Chieda a Happy, c’era anche lui con me!»
«Giusto, Happy. Se lei prima lo avesse seguito con la macchina, come le avevo suggerito di fare, è probabile che la strada se la sarebbe ricordato davvero e a quest’ora non ci troveremmo qui. Invece no, lei ha voluto fare di testa sua, come sempre del resto.» Puntualizzò Pepper, contenta di aver trovato un ulteriore motivo per essere arrabbiata con lui, ma allo stesso tempo innervosita dalla piega che stava prendendo la serata.
«Se lo avessi seguito saremmo arrivati domani mattina a quella dannata festa.»
«Sempre meglio che non arrivarci affatto, Tony!» si sfogò poi definitivamente la donna incrociando le braccia e voltandosi dall’altra parte.
Tony sbuffò seccato e si prese qualche secondo per capire che forse non era il caso di aggiungere altro. Fece un sospiro e poi mise di nuovo in moto la macchina.
Una, due, tre volte, ma senza risultato.
«Merda.»
 
 
 
Tre ore prima…
 
 
Non era la prima volta che Virginia Potts veniva costretta dal proprio capo a partecipare a viaggi lavorativi, spesso all’estero e quasi sempre inutili; in otto anni di carriera ormai ci aveva fatto l’abitudine. Non che la cosa le dispiacesse troppo, comunque.
Los Angeles, New York, ma anche Parigi, Venezia e Londra, di certo Tony Stark non era una persona con cui ci si potesse annoiare.
Quell’ anno erano partiti per la Svizzera per concludere alcune importanti trattative che, a detta di Pepper, avrebbero potuto benissimo risolvere anche rimanendo a Malibu, ma Tony aveva insistito e lei come sempre aveva ceduto alle sue suppliche.
La settimana di pausa - perché poi di quello si era trattato - era giunta al termine piuttosto rapidamente e Tony, per festeggiare la buona riuscita del contratto, si era lasciato invitare a una suntuosa festa in un edificio nel pieno centro della capitale, la neve e il freddo di metà gennaio non sarebbero stati di nessun intralcio, a sua detta.
Pepper, a cui non era stato dato nemmeno il tempo di declinare l’invito, era seduta da circa mezz’ora nella hall dell’ hotel in cui alloggiavano, immersa in un elegante abito nero mentre aspettava un Tony Stark in consueto ritardo.
A dirla tutta era stata costretta persino a quello, visto che avrebbe potuto approfittare della gentile offerta di Happy di farle da autista e rifiutare invece quella del suo capo.
«Oh, eccola. È in anticipo» esclamò l’uomo raggiungendola una decina di minuti dopo.
Pepper, mettendo per un attimo da parte tutti i rimproveri che avrebbe voluto fargli, non poté fare a meno di notare quanto fosse assolutamente impeccabile ed elegante nello smoking nero che indossava, ma fu questione di un attimo, poi tornò in sé.
«È lei ad essere in ritardo, come sempre.»
«È incantevole questa sera» le disse Tony ignorando il suo commento e porgendole il braccio perché lei lo afferrasse. «Non che gli altri giorni non lo sia, comunque.»
Pepper sorrise imbarazzata, non immaginando neanche lontanamente che piega avrebbe preso la serata da lì a poco.
 
Una volta saliti in macchina, prima aveva suggerito a Tony di seguire la direzione che aveva preso Happy, in modo da essere certi di non imboccare una strada sbagliata, poi, dopo che il suo consiglio era stato bellamente ignorato, aveva tentato di collegarsi al navigatore satellitare con il suo smartphone - con scarso successo dal momento che mancava la linea telefonica - e infine si era arresa, poco convinta, alle vacillanti rassicurazioni dell’uomo.
La situazione era precipitata quasi due ore dopo, quando a peggiorare le cose, oltre al buio, erano sopraggiunte una strada di campagna, la perdita completa di segnale e l’auto in panne.
«E adesso?» domandò Pepper.
«Aspettiamo che qualcuno passi da qui, sperando che sia in grado di darci una mano.»
«Certo. E nel frattempo?»
Tony si tolse la giacca dell’abito e si mise più comodo sul sedile, perfettamente a suo agio dopo aver definitivamente rovinato la serata. Il tutto sotto lo sguardo incredulo di Pepper.
«Non lo so. Però se vuole può stilare una lista di tutti gli insulti che le vengono in mente di dedicarmi, visto che sembra essere il suo passatempo preferito.»
La donna sospirò, esausta. Adesso si metteva anche a fare l’offeso, grandioso.
«Ora sta esagerando. Ho solo cercato di farle notare i suoi errori: se mi avesse dato ascolto fin dall'inizio di certo a quest’ora non ci troveremmo qui!» cercò di spiegare.
 «Oh, che perspicace Potts, sono colpito!» sbottò improvvisamente l’uomo, iniziando ad arrabbiarsi, «mi ripeta ancora una volta quanto lei abbia ragione e quanto avrei fatto meglio ad ascoltare i suoi consigli, credo di non averlo ancora afferrato bene!»
Pepper sgranò gli occhi, stizzita: «Non provi ad essere arrabbiato con me! È colpa sua se ci troviamo in questa situazione e sì, glielo ripeto ancora visto che ci tiene tanto: la prossima volta che intende dare spettacolo della sua megalomania davanti a me, mi avvisi per tempo perché non ho intenzione di ritrovarmi ancora una volta in situazioni come questa!»
«Benissimo, come desidera signorina Potts! C’è altro? Perché se vuole abbiamo tutta la serata a disposizione!» le disse alzando un po’ troppo la voce e pentendosene all'istante.
«Certo che sì, Tony! Si rende conto che per colpa della sua arroganza e presunzione dobbiamo sempre - e ripeto sempre- finire nei guai?!»
Tony sbuffò rumorosamente: «Sono un amante del rischio, che ci posso fare?»
Pepper evitò di rispondergli e gli voltò le spalle, ritendendo che il silenzio in quel momento sarebbe stato di gran lunga più eloquente di qualsiasi altra parola. O insulto.
 
 
Passò quasi un’ora senza che si rivolgessero parola e soprattutto senza che nessuno si facesse vivo per quella strada.
Pepper iniziò a temere di dover passare la notte in macchina, al freddo e dispersa in chissà quale posto; un brivido le percorse la schiena e si mosse appena sul sedile, infreddolita.
«Ha freddo?» le chiese Tony voltandosi e rendendosi conto solo in quel momento di essere stato proprio lui a spezzare quel silenzio carico di tensione e rabbia.
 
La donna nascose dietro la frangetta l'espressione di stupore che le si era appena dipinta sul viso.
«No» rispose senza voltarsi ma ammorbidendo il tono di voce.
Tony annuì e sorrise appena, prendendosi un paio di secondi per vantarsi del fatto che ormai conosceva la donna da fin troppo tempo per non capire che gli aveva appena mentito.
«Dicono che la cioccolata aiuti...» disse ancora e pensando che, se avessero dovuto passare un' intera nottata chiusi in macchina, a un certo punto avrebbero dovuto pur parlare di qualche cosa.
«Per il freddo, intendo. Dicono che faccia aumentare la temperatura corporea» spiegò pensando a quante altre cose avrebbero avuto lo stesso effetto e stabilendo subito come sarebbe stato opportuno tenere per sé quel genere di informazioni, data la serata.
Pepper si voltò finalmente a guardarlo e sorrise leggermente, sentendo ormai scemare l'arrabbiatura di poco prima.
«Ha della cioccolata qui in macchina?» gli chiese divertita.
L'uomo arricciò il naso e sospirò «Temo di no. Ma se vuole possiamo...» esitò.
«Cosa?»
«Niente, lasci stare. Non le sarebbe piaciuto» disse lasciandosi sfuggire un ghigno divertito.
Pepper sbuffò scherzosamente «No, ho capito. E la ringrazio per non aver continuato la frase.»
«Non c'è di che. Comunque non ho mai conosciuto una donna testarda quanto lei, dove ha imparato?»
«Talento naturale» rispose con una certa soddisfazione «Aggiunti agli otto anni di esperienza a farle da babysitter»
«Segretaria...»
«Babysitter»
«...assistente personale è meglio.»
«Babysitter» ribadì Pepper con un tono che non ammetteva repliche.
«Lo vede? Vuole sempre avere ragione!» esclamò Tony agitandosi.
«Si da il caso che io ho sempre ragione, almeno quando si tratta di lei. E poi con quale coraggio mi accusa di essere testarda? Le devo forse ricordare per quale motivo siamo fermi qui?»
«Ok, basta» la interruppe Tony serrandole le labbra con un dito per poi ritrarre la mano subito dopo. «Ha ragione, glielo concedo: è colpa mia. Ma adesso basta litigare e cerchiamo di passare una serata quanto meno decente, per quel che ci rimane» disse ammettendo le proprie colpe e abbozzando un sorriso gentile.
Pepper sospirò e scrollò le spalle, lasciandosi ricadere sul sedile dell'auto. C'era da dire che almeno aveva ammesso di aver sbagliato.
«D'accordo» acconsentì provando a rilassarsi.
 
Tony annuì compiaciuto e la imitò, sollevando appena il braccio destro per attivare il pulsante di accensione della radio.
«Vediamo cosa riusciamo a trovare...» borbottò iniziando a fare zapping fra le frequenze.
I Black Sabbath sarebbero stati perfetti in una serata come quella, la giusta carica di adrenalina per combattere il freddo della notte. Purtroppo si dovette accontentare di qualche misera boyband di precario successo e di vecchie canzoni pseudo-romantiche risalenti agli anni Ottanta. Andiamo, c'era davvero qualcuno ancora capace di emozionarsi sulle note di Mandy di Barry Manilow?
Tony continuò a cambiare le stazioni con un ritmo frenetico, riuscendo a far innervosire Pepper anche per quello.
«Lo sa che non troverà mai niente se continua a saltare tutte le canzoni che trova?» gli chiese lei a un certo punto.
«In realtà le sto saltando proprio perché non mi piacciono, non si era capito?»
«Ma se non le ascolta nemmeno!»
«Certo che sì! Ho un orecchio allenato e queste canzoni non mi piacciono.»
«Oh, faccia come vuole» si arrese infine la donna rinunciando all'idea di farlo ragionare.
Tony annuì contento di averla avuta vinta e continuò la sua ricerca, interrompendosi solo quando sentì la mano di Pepper afferrargli il braccio e allontanarglielo bruscamente dalla radio.
«Lasci. Mi piace questa» gli disse con entusiasmo.
Tony riconobbe le note di Stand by me di Ben E. King e fece come gli venne chiesto, pensando a come la cosa lo avesse stupito. Non si era mai domandato quali potessero essere i gusti musicali di Pepper, ma pensando a come la donna si preoccupasse di abbassare la musica tutte le volte che scendeva in laboratorio, era arrivato a credere che non se ne intendesse affatto. O che comunque potesse avere dei gusti molto discutibili a riguardo.
E invece si ritrovò a vederla sorridere proprio su una canzone tanto vecchia, quanto bella. Dovette riconoscerlo.
«Non pensavo le piacessero queste canzoni...» commentò.
Pepper lo guardò scettica e Tony si morse la lingua.
«Cioè non volevo...» sospirò, vittima dell' ennesima occhiata in cagnesco della donna «Pensavo fosse più portata per un altro genere di musica, tutto qui. Ma mi sono sbagliato, per la seconda volta stasera. Notevole.» borbottò.
La donna gli sorrise divertita e il suo sguardo divenne lucido.
«Mi ricorda la mia infanzia...mio padre la adorava» disse stupendosi di star parlando con il suo capo di quell'argomento, tuttavia Tony parve gradire il retroscena.
« Capisco. Le è molto affezionata?» chiese quasi senza accorgersene e con un velo di malinconia.
 
«Già, avevamo un bel rapporto...» mormorò Pepper senza aggiungere altro e Tony afferrò cosa volesse intendere.
«Stasera non ne azzecco una, a quanto pare» commentò con amarezza.
«A cosa devo questo improvviso calo di arroganza, signor Stark?» gli chiese lei al termine della canzone, spostando la conversazione su temi un po' meno tristi.
«Beh, se l'avessi ascoltata a quest'ora non saremmo qui. Avrei dovuto darle retta, come sempre.»
«Appunto...» lo rimproverò bonariamente Pepper, contenta alla fine di essere riuscita a passare gran parte della serata senza litigare; certo, avrebbero dovuto passare ancora molte ore insieme, ma francamente sperava di addormentarsi a un certo punto.
Rabbrividì al pensiero di dover passare l'intera notte in auto e si strinse nelle spalle, cercando di ignorare i brividi di freddo che le percorrevano le braccia.
«Vado a vedere se nel bagagliaio c'è qualche coperta, prima che sarò costretto a trovarmi un'altra assistente» disse Tony osservandola tremare e deciso a rimediare, almeno parzialmente, al resto della serata.
«Babysitter» lo corresse Pepper un attimo prima che uscisse e richiudesse la portiera dell'auto.
Fu di ritorno pochi minuti dopo con un nulla di fatto.
«Niente coperte, la prossima volta mi toccherà avvertire il personale dell'albergo di metterne un paio nel bagagliaio, non si sa mai...» commentò fra sé e sé «A quanto pare l'unica cosa con cui si potrà coprire è il suo cappotto. E la mia giacca. Ecco, tenga» le disse porgendole la giacca dello smocking che lui non aveva praticamente utilizzato.
Pepper si raggomitolò sul suo sedile che aveva tirato all'indietro e cercò di rilassarsi sebbene stesse veramente patendo l'aria gelida.
«Lei non ha freddo?» domandò.
«Per il momento no...stia tranquilla, riuscirò a sopravvivere» le disse scherzando.
«Per favore, mi preoccupo solo per il mio lavoro. Se dovesse morire congelato sarebbe un problema non indifferente» ribatté la donna.
«Figuriamoci. Al massimo potrei addormentarmi e svegliarmi fra una settantina d'anni, chissà. E comunque sarei sexy e affascinante almeno quanto lo sono adesso» disse chiedendosi se tutto quel freddo non gli stesse congelando il cervello.
«Va bene, la lascio alla sua autocelebrazione del momento. Io provo a dormire» lo fermò la donna prima che fosse troppo tardi. «Buonanotte Tony.»
«Notte, Pepper.»
 
Tony sospirò trattenendo un leggero sorriso sotto i baffi, in fondo doveva ammettere di aver trascorso una serata piacevole, sebbene fosse indiscutibilmente colpa sua se adesso si trovavano dispersi in campagna sotto quasi un metro di neve. Diede un'occhiata al suo smartphone, controllando se per caso ci fosse qualche traccia di segnale, ma nulla di fatto. Si sfregò le mani iniziando a sentire freddo, dopodiché si voltò verso Pepper, che apparentemente si era già addormentata e rannicchiata sotto il proprio cappotto, dandogli le spalle. La osservò per qualche minuto, la mente attraversata da strani e indecifrabili pensieri, poi la vide muoversi irrequieta e infreddolita sul sedile e decise, senza pensarci troppo, di stendersi al suo fianco e di avvolgerla in un abbraccio.
«Tony...» lo richiamò lei facendogli realizzare quanto fosse sveglia e perfettamente cosciente di quello che l'uomo aveva appena fatto. Non che le desse fastidio comunque, però aveva sempre insistito a mantenere una certa distanza fra loro.
«Stia calma, voglio solo evitare che muoia congelata» le disse prevedendo ogni suo pensiero. «Provi ad opporsi e giuro che la licenzio.»
«Le piacerebbe» rispose lei, cedendo infine alle sue parole e rilassandosi fra le sue braccia, cullata dalla sensazione di calore.
«Lo sa che non vado da nessuna parte senza di lei...» le mormorò affettuosamente all'orecchio, sicuro che con quella frase fosse riuscito a farla arrossire fino alla radice dei capelli.
Non parlarono più, avvolti dal silenzio e dai fiocchi di neve che leggeri avevano ripreso a cadere dal cielo e a coprire lentamente il vetro dell'auto. Tony aumentò la stretta sul corpo della donna, poi si addormentò cullato dal suo respiro.
 
 
*
 
 
«Sì, no...sì, Happy lo so che è colpa mia, da qui c'eravamo già passati. Potresti per favore smetterla di interrompermi e ascoltare quello che ho da dirti?»
 
Pepper aprì gli occhi all'incirca sei ore dopo, svegliata dalla voce irritata di Tony che discuteva animatamente al telefono con il suo autista. Evidentemente era riuscito a racimolare quel poco di segnale per chiamarlo e avvertirlo dell'accaduto.
«Certo che Pepper sta bene, per chi mi hai preso?! Cosa vuol dire che con me non si può mai sapere? Credi che non sia capace di prendermi cura di....oh» si interruppe voltandosi verso la giovane e scoprendola sveglia «Buongiorno!»
La donna abbozzò un sorriso e ricambiò il saluto.
«Sì, è sveglia e sta bene...Certo che sono sicuro! Va bene. Sì. Sì vi aspettiamo qui, dove vuoi che andiamo?" Tony chiuse la telefonata e sospirò esausto, poi si voltò verso la donna.
«Mi spiace, non volevo svegliarla.»
«Non fa niente. Ci vengono a prendere?»
L'uomo annuì. «Gli ho spiegato più o meno il punto in cui ci troviamo. Tra un'ora, massimo due, dovrebbero arrivare.»
 
«Un'ora?» Pepper rabbrividì al pensiero di dover passare ancora del tempo chiusa in auto e si lasciò sfuggire un lamento.
«Lo so...» convenne l'uomo «Ma pensi che entro mezzogiorno saremo in hotel, al caldo e pronti per tornare a Malibu» concluse afferrandole una mano a sorpresa e realizzando quanto fosse fredda.
«Uh, è sicura di essere viva?»
«Per il momento sì...» disse riprendendosi la mano, leggermente imbarazzata «Sono stata bene stanotte, nonostante tutto» si sentì poi in dovere di dire.
«L'ho notato, sa? Si è addormentata quasi subito dopo che l'ho abbracciata» le rispose Tony sfoderando una brillante faccia da schiaffi che la fece arrossire all’istante.
«Lei sa sempre come mettere a proprio agio le persone, non è vero?»
L'uomo si prese ancora qualche momento per prenderla in giro peima di tornare serio, «Sono stato bene anch'io» disse sinceramente per poi abbozzare un sorriso divertito.
«E comunque è veramente testarda.»
«Oh, per favore...» brontolò Pepper lasciandosi scappare un sorriso raggiante.
 
 
   
 
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