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Autore: Moonshade    04/09/2015    1 recensioni
Finalmente arrivo di fronte alla mia tenda, la scosto, un tremolio insolito s’impossessa delle mie mani e il cuore mi sembra che voglia scoppiare e scappare dalla gabbia toracica. Infilo la testa dentro e noto una figura umana abbastanza minuta, dai capelli neri e gli occhi verdi. Ha lineamenti molto femminili, tipico del mio amico. Subito mi salta addosso e scoppia in lacrime. > esclama lui.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono scappato dalla prigione del nemico con alcuni uomini che lottano al mio fianco, sembrava impossibile fino a quel momento. Eravamo stati rinchiusi come prigionieri di guerra, siamo scappati da una realtà per tornare in una verità ancora più ingiusta. Il nemico che combatte contro di noi è a un livello superiore del nostro e non sappiamo come andrà a finire veramente.
Arriviamo all’accampamento militare, dove un’orda di persone ci acclama. Tutti i nostri compagni fanno a gara per abbracciarci e festeggiano con risate e imprecazioni. Prima che tutto questo possa finire, il generale ci viene a recuperare per trascinarci dentro la sua tenda dove deve parlarci.
Arrivati lì, l’omone mi fa i complimenti per aver guidato l’operazione di fuga e poi ci parla dell’assalto che dovevamo compiere. Ci affida delle armi e dice che nella mattinata saremo dovuti andare all’accampamento nemico per distruggerlo e finalmente vincere quella battaglia. Alla fine ci invita a tornare nelle nostre tende dove avremo potuto riposarci. Sono contento finalmente di poter riposare, in galera non avevo potuto dormire più di tanto, i letti erano abbastanza scomodi. Ma sono più contento di rivedere il mio compagno di tenda, è il mio migliore amico e mi manca da morire. Non so però come comportarmi con lui, non ci vediamo da mesi e non so come lui possa effettivamente reagire al mio ritorno. Ma sì, sarà felice quanto me! Penso che se non vedi una persona da tanto tempo alla fine sei felice di rivederla, ma il pensiero di una reazione negativa da parte sua mi turba alquanto.
Finalmente arrivo di fronte alla mia tenda, la scosto, un tremolio insolito s’impossessa delle mie mani e il cuore mi sembra che voglia scoppiare e scappare dalla gabbia toracica. Infilo la testa dentro e noto una figura umana abbastanza minuta, dai capelli neri e gli occhi verdi. Ha lineamenti molto femminili, tipico del mio amico. Subito mi salta addosso e scoppia in lacrime.
<< Da quanto tempo!>> esclama lui.
Un sorriso mi affiora tra le labbra. Finalmente l’ho ritrovato e non l’avrei lasciato mai più.
Subito mi chiede di parlargli della mia esperienza in prigione ed io, con molta difficoltà, gli racconto le poche cose che mi ricordo. Molto spesso mi addormentavano con dei narcotici ed è per questo che forse non mi ricordo più un granché. L’unica immagine che mi è rimasta impressa è quella di una ragazza dai capelli neri e gli occhi di fuoco, legata da una camicia di forza. Cosa ci faceva una matta in prigione? Non ne ho la minima idea appunto perché non mi ricordo molto.
Il mio amico ascolta con interesse e, alla fine, m’incita ad andare a dormire.
<< Domani è il gran giorno e tu sei molto stanco… Ti conviene riposare>>
Annuisco e mi caccio dentro il mio sacco a pelo. Il ragazzo spegne la torcia e finalmente cadiamo entrambi in un sonno profondo.
Il giorno seguente, cinque rintocchi di campana mi svegliano e mi spingono ad andare con gli altri miei compagni di fronte alla tenda del generale. Finalmente è giunta l’ora. M’incammino e arrivo in pochi secondi di fronte ad una marmaglia di gente che attende ordini e che chiacchiera speranzosa imbracciando un fucile. Il chiacchiericcio si spegne quando il generale esce dalla tenda.
<< Oggi combatteremo per liberare la nostra patria dagli oppressori!>> Comincia l’uomo.
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Il generale non finisce nemmeno la frase perché viene interrotto da un rumore assordante. Un mostro d’acciaio si staglia nel cielo facendoci perdere ogni fiducia in noi stessi.
Ci hanno scoperto.
In pochi secondi, il nostro accampamento divenne il campo di battaglia. I nostri nemici sembrano avere la meglio su di noi. Comincio a sparare all’impazzata sperando nelle mie sole forze, mi muovo come un mostro senza pietà che uccide persone che nemmeno conosce e che fa finta di non sentire gli urli di terrore intorno a lui.
Perché tutto questo? Una guerra che poi non porterà altro che disastri e uccisioni di persone innocenti. Una guerra dove nessuno sarà vincitore.
Perso tra i miei pensieri, non mi accorgo di un soldato dietro di me che mi blocca e mi fa respirare qualcosa su un fazzoletto.
Per me è la fine…
Mi sveglio di soprassalto un momento di lucidità finalmente. Non ne avevo uno da un bel po’ di tempo a quanto pare. Mi sento completamente intorpidita e mi sembra di avere la gola trafitta da mille spilli. Mi sento gli occhi gonfi, come se avessi pianto per un mese intero e non riesco a muovermi perché sono bloccata da qualcosa. Appena mi riprendo leggermente mi guardo intorno e capisco in poco tempo quello che è accaduto.
È successo di nuovo.
Le pareti bianche di una stanza che mi sembra familiare, la camicia di forza che mi tiene bloccata è sporca di sangue, una chiazza rossa occupa parte del pavimento al di sotto di me.
Mi giro di scatto e noto alcune persone che mi guardano da un finestrino. Mi agito, non riesco a controllarmi e sento che potrei anche uccidere qualcuno. La sensazione di pianto mi trafigge la gola.
Le molteplici accuse che collezionavo non si possono elencare: stragi, furti, possesso di armi senza licenza.
Sono pazza.
Dentro di me si affollano mille pensieri per poi affiorare in una risata isterica. Risata che risuona tra le pareti della stanza, disperata e che supplica aiuto. Una risata lontana dal mondo reale e incompresa…

  
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