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Autore: miki_08    04/09/2015    0 recensioni
Tratto dal testo:
Dentro di me stava crescendo una nuova voglia,la voglia di vedere del sangue.......il SUO sangue.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero appena entrata in casa e subito sentii mia madre correre giù per le scale  "IDIOTA!Sai quanto mi sono preoccupata!Ci hai messo 3 ore a tornare da scuola!Ho dovuto fare il tragitto da casa a scuola ben 4 volte per cercarti!Scommetto che eri con i tuoi schifosi amici,non è così? E poi non hai pensato che mi servisse aiuto al ristorante,eh?Ho dovuto fare tutto io il lavoro al posto tuo!E scommetto che non ti senti nemmeno in colpa per questo,vero?"  urlò tutto ad un fiato mia madre.
Il motivo di tutto quel trambusto era che ci avevo messo 3 ore a tornare dalla scuola.
La motivazione?
Ero stata presa di mira da alcuni bulli e avevo passato tutto quel tempo a nascondermi da loro,ma mia mamma era troppo cieca per vedere.
Dopo la sua sfuriata mi ha dato un sonoro schiaffo   "Hai qualcosa da dire!?!? "
"N-no"  risposi tremando
"Bene,allora vai in camera tua,non ti voglio vedere!"
"O-ok" e salii le scale.
Mi chiusi in camera e iniziai a piangere,avevo solo 16 anni e già odiavo la mia vita:a scuola ero tormentata dai bulli e gli altri per evitare casini mi evitavano,a casa invece dovevo subirmi le ire di mia madre,che da quando era morto mio padre 8 anni fa era diventata la rabbia in persona.
Mi sentivo tremendamente sola.
L'unica persona che mi amava era mio nonno,lui mi consolava quando ero triste ed era l'unica persona che mi apprezzava per come ero.
Mentre piangevo sentii mia mamma e il nonno litigare al piano di sotto.
Loro litigavano spesso,per la maggior parte delle volte era colpa mia.
Mio nonno sosteneva che era ingiusto trattarmi cosi, ero pur sempre sua figlia.
Io gli dicevo spesso di non preoccuparsi per me,che tanto era inutile;lei non avrebbe mai cambiato il suo atteggiamento nei miei confronti.
Ma lui si ostinava a cercare di proteggermi, sperando che un giorno cambiasse. 
Poi sentii mia mamma urlare che se non fossi diventata una figlia perfetta mi avrebbe cacciato di casa.La discussione finì cosi. 
Sentii mio nonno salire le scale e bussare alla mia porta chiedendo dolcemente   "Miki,posso entrare?"
  "Si"  Quando entrò capì subito che avevo sentoto la discussione,vedendo il mio stato
"Tranquilla, non ti manderà via di casa,te lo prometto" .
Lo abbracciai e mi consolai con quelle parole anche se sapevo che lo avrebbe fatto,prima o poi.
Poco dopo sciolsi quell' abbraccio,mi accarezzo i capelli color del grano e se ne andò. 
Prima di uscire mi disse   "Ti proteggerò sempre Miki"
Appena uscì presi il mio quaderno e cominciai a disegnare,disegnai una famiglia,una famiglia felice, che sorrideva.....
Già, il sorriso,un espressione che mai è stata sul mio viso;non sono mai riuscita a farne uno,neanche forzato.
Ma mi piaceva disegnarli,mi dava sicurezza,era il mio unico conforto......
Mia madre entrò in quel preciso istante e prendendomi per i capelli disse  "Muoviti,ho bisogno di te al ristorante,i piatti sporchi non si puliscono da soli! "  non osai obbiettare e mi incamminai verso la cucina.
Quella sera la locanda era piena, quindi finii di lavare tutti i piatti verso mezzanotte; risalii lentamente le scale e mi buttai sul letto,scendendo quasi subito nel mondo dei sogni.
Mi svegliai sentendo il suono di una bottiglia infrangersi,guardai l'ora, erano le 4.53 del mattino, ma non me ne preoccupai tanto,mia madre aveva problemi di alcolismo,quindi credevo che fosse ubriaca e avesse spaccato qualche bottiglia,tutto qui.
E mi rimisi a dormire.
Ma poco dopo il suono si ripeté e fu seguito da un urlo.
Era mio nonno.
Avevo ancora i vestiti dell'altra sera quindi mi misi le scarpe e corsi al piano terra.
Un altro urlo straziante mi spezzo i miei timpani.
Dovevo fare in fretta.
Presi un coltello da macellaio e mi diressi in garage.
Da dove provenivano le grida.
Guardai attraverso lo spiraglio della porta socchiusa. 
E lo spettacolo che mi si parò davanti mi paralizzò.
Mio nonno era steso per terra in un lago di sangue e di cocci di vetro.
Aveva ancora qualche scheggia infilata nel cranio.
Poi vidi mia madre che impugnava una sparachiodi.
La punto al cuore del nonno.
E sparò. 
Mio nonno è morto.
E io non ho potuto fare niente.
La rabbia preso il sopravvento.
E mi fiondai addosso a mia madre dandole una serie di pugni,ma lei era più forte e mi bloccò a terra.
Con una mano mi bloccò i polsi, mentre con l'altra prese una boccietta con uno strano liquido,poi capì. 
Era acido.
Mi dimenai più forte,ma lei era più pesante di me.
Cominciò a ridere,una risata isterica,una risata folle,una risata con niente di umano,che lasciava trasparire l'odio.
 "Sai" cominciò a spiegare "lui mi era di intralcio lo dovevo eliminare,poi..... voleva più bene a te che a me....che cosa triste"  disse con un falso tono triste.
Ricominciò a ridere stappando la boccietta, io piangevo,non potevo fare altro.
Mi verso il contenuto sull' occhio destro che iniziò a sciogliersi e con se la pelle intorno.
Io urlai,urlai senza una fine,il dolore era insopportabile. 
A quel punto mi accorsi di avere le gambe libere e 
con tutta la mia forza le diedi un calcio che me la tolse di dosso.
Ma non ero più la stessa,dentro di me stava crescendo una nuova voglia,la voglia di sangue.....del SUO sangue.
E in quel momento tutto cambiò. 
I miei capelli diventarono neri come la pece,la pelle diventò grigia e al posto delle mani mi crebbero gli artigli;la mia bocca invece si contorse in un enorme,sadico sorriso,che lasciava vedere i miei denti appuntiti.
Ma la cosa più inquietante erano gli occhi:quello mancante,che era leggermente coperto dalla mia frangia,lasciava vedere le vene pulsanti,mentre l'altro.....da azzurro era passato ad essere completamente rosso e stava piangendo sangue.
Ora ero io a comandare.
Con una velocità non del tutto umana sbattei mia madre al muro presi la sparachiodi e le inchiodai mani e piedi al muro.
Si mise a urlare, ma le tappaii la bocca o dissi "Shhh.....non urlare, ora potrai sorridere"
Presi il coltello dalla tasca e glielo conficcai nell orbita; fece un urlo straziante, ma era come musica per le mie orecchie.
Poi col coltello le feci un taglio circolare lungo tutta l'orbita e le staccai l'occhio.
Al suo posto ora c'era una cavità vuota che grondava di sangue.
Feci lo stesso procedimento con l'altro occhio. 
Le sussurrai nell' orecchio  "Ora ti penti di quel che hai fatto?"
Ma non ricevetti risposta.
Così iniziai a inciderle un sorriso che andava da zigomo a zigomo. 
Ormai non aveva neanche la forza per urlare e decisi di farla finita.
Le accoltellai il cuore finché non morì.
Sentii le sirene della polizia in lontananza,credo che i vicini abbiano sentito le grida.
Ma io dovevo finire la mia opera.
Presi del sangue dal suo cadavere e scrissi sul muro "Ora puoi sorridere     :)  "

E scappai dalla finestra dirigendomi verso il bosco.
Miki the fury era in circolazione.



 

  
   
 
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