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Autore: Satanbanansss    04/09/2015    0 recensioni
Questa storia parla di una grande amicizia tra uno schiavo ed il suo padrone.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C'era una volta, un uomo di nome Giovanni.
Egli era alto, possente e di bella presenza, insomma, il solito uomo galante ed affascinante.
Giovanni era sempre molto impegnato, quindi un bel giorno, navigando nel Deep Web, decise di iscriversi ad un sito di schiavi e comprarne uno. Dopo numerose ricerche trovò l'uomo, (se così si può chiamare) perfetto per lui.
 Giovanni passò ore ed ore davanti allo schermo del suo computer ad ammirare la bellezza di quello schiavo, così si decise e lo comprò.
Passata una settimana, lo schiavo arrivò via posta a casa di Giovanni, egli era così felice, ora anche lui poteva vantarsi con i suoi amici di quanto fosse devoto e servizievole il suo schiavo!
Appena arrivato a casa, al nuovo arrivato vennero dati manette e catene per trattenerlo, di tanto in tanto, Giovanni passava a dargli qualche frustata per fargli capire chi era il capo.
Giovanni aveva molta cura del suo bellissimo schiavo, difatti lo portava tutti i giorni fuori con le catene legate al collo per fargli fare i bisogni, la cosa più curiosa di tutte però, era il fatto che ogni volta che lo portava in giro, riceveva una miriade di complimenti. Una bella mattina di aprile, incontrarono un addestratore per schiavi, che consigliò di iscriverlo a qualche concorso.Dopo vari  ripensamenti, il padrone accettò e iscrisse il suo servo ad una gara.Lo schiavo vinse e Giovanni fu così fiero di lui che accettò tutti gli ingaggi che gli venivano proposti.Passati mesi però, lo schiavo iniziò a montarsi la testa e a ribellarsi a Giovanni, quindi quest'ultimo lo cacciò di casa.
Giovanni divenne molto triste senza il suo schiavo che gli scorrazzava attorno, quindi, con la cosa fra le gambe lo richiamò ed egli accettò. Però ci fu una svolta!Giovanni diede un nome al suo schiavo, Giuseppe (amava i nomi con la lettera "G")e, decise di riaverlo a casa in vesti di "coinquilino".
I due si comprarono un nuovo schiavo ma, questa volta c'era in allegato anche un cane.Come di consueto, arrivarono a casa di Giovanni e Giuseppe dopo una settimana, li tennero entrambi in prova per qualche giorno, ma i due non sopportavano il cane del loro schiavo, quindi un giorno, Giovanni gli disse che se non lo avesse portato via da casa, gli avrebbe segato le zampe.Detto fatto, lo fece, le mise nella cuccia del suo schiavo e gliele fece mangiare per fargli capire chi comandasse a casa.
Lo schiavo dal troppo dolore si scuoiò vivo, vomitò e bevve il suo vomito più volte e, con le poche energie che gli rimasero si strozzò con le catene che gli cingevano le mani.
Giuseppe e Giovanni, oltraggiati da questo comportamento immaturo, tagliarono a piccoli pezzi il corpo del morto e lo buttarono nel WC.
I due decidettero di non comprare più schiavi e ahimè divennero grassi ciccioni.
   
 
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