Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: _zaynsbabe    05/09/2015    0 recensioni
Michela stava per affrontare il suo primo viaggio all'estero, pronta per dimenticare il suo ex ragazzo e il suo caotico ambiente familiare. Era pronta a cambiare e tornare in Italia come una persona nuova.
Un incontro la metterà alla prova, permettendole di cambiare, un ragazzo dagli occhi color ghiaccio le ruberà il cuore e sarà lì che lei si chiederà qual'è il suo vero posto, il posto in cui lei è davvero felice.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo quattro


Mi allungai per prendere il diario nella borsa poggiata accanto a me sul letto e una volta preso ciò che mi serviva la rilasciai a terra. Mi rotolai per finire a pancia in giù sul letto e appuntai sul diario tutto ciò che mi era successo in quelle poche ore. Il viaggio, la bellezza dei paesaggi, le case nella città, il fatto che mio zio vivesse vicino un bosco, la bellezza della casa seppur di media grandezza. Diedi una veloce occhiata alla libreria dietro di me e dovetti frenare l'istinto di prendere ogni singolo libro e leggere di cosa parlava. La cosa bella dei libri è che non ci si aspetta mai cosa vi è raccontato all'interno. Alcuni si soffermano a leggere la trama, ma la storia in se per se non è quello. La storia narrata in un libro è ogni singola pagina scritta, ogni parola, ogni frase utilizzata. Scrivere un libro è faticoso e richiede impegno e abilità nel saper scrivere, immaginazione, esperienze ma soprattutto Emozioni... Scrivere un libro deve portare soddisfazioni, perciò perché scartarne uno leggendone solo la trama? Adoravo ogni genere di libro. Anche se trovavo un libro un po' più faticoso da leggere, alla fine di esso ne trovavo sempre un legame con me stessa. In tutte le storie che leggiamo c'è sempre un pezzo di noi. A volte sono proprio quelle storie a rendere ciò che siamo, sono quelle storie che ci fanno crescere, ci fanno vivere realtà improbabili, ma soprattutto ci fanno sognare. Mi piaceva leggere. Leggere mi portava a credere ancora nell'amore, nell'amicizia e in quei valori che al giorno d'oggi vanno a dissolversi sempre di più. A molte persone non piace leggere, forse perché sono troppo legati alla realtà, o forse semplicemente non hanno trovato ancora il libro adatto a loro. Io sono una di quelle che leggerebbe di tutto. Non passava estate che non trovassi qualcosa da mettere sotto gli occhi. Rimasi ad osservare per un momento la libreria e,senza una ragione precisa, tornai a pensare al mio incontro imbarazzante di qualche minuto prima. Scrissi sul diario del comportamento gentile della signora della porta accanto e del ragazzo dal sorriso impacciato. Il suono del campanello della porta mi fece sobbalzare. Finii per gettare il diario di fronte a me e mi diressi frettolosamente fuori dalla stanza, mia cugina era arrivata. Sentii delle voci infondo al corridoio, l'unica cosa che riuscivo a vedere erano i miei zii di spalle. Mi avvicinai a loro e nel momento in cui si voltarono verso di me, la vidi. Quella che ricordavo come una bambina dai codini biondi mi stava salutando in modo impacciato con la mano. Non era più una bambina ormai, era una ragazza, una donna. I suoi codini biondi erano stati rimpiazzati da un'unica coda alta, lasciando alcuni ciuffetti sul viso, incorniciandolo. Se non avessi saputo che quella era mia cugina, avrei giurato che fosse una bambola di porcellana. In otto anni era cambiata tantissimo, il suo fisico snello ora aveva un accenno di curve sui fianchi, il suo petto non era più quello di una bambina, e la sua altezza confermava il tutto, era quasi più alta di me. Avevamo solo un anno di differenza e per quanto ricordassi, eravamo inseparabili, finché all'età di sette anni partì con il padre per andare a vivere in Germania. Le sorrisi, anche io ero in imbarazzo. Pensieri di noi due che giocavamo con le bambole insieme, mi attraversarono la mente.

"Allora, Sara, ti ricordi di Michela?" -mio zio mise un braccio dietro le mie spalle costringendomi a guardare sua figlia negli occhi.

"Certo" -Sara si sistemò uno dei ciuffetti di capelli dietro un'orecchio.

"Parla ancora in italiano vedo" -sorrisi sorpresa.

"Si, papà mi parla in italiano, mamma in tedesco" -masticò la parola mamma come se la stesse pronunciando per la prima volta. I suoi occhi si incupirono.

"Non avrò troppi problemi nel farmi capire allora" -rilasciai un respiro di sollievo.
"Allora, avete fame?" -Larissa si decise a parlare dopo un lungo minuto di silenzio. Il suo parlare in tedesco era diverso da come tutti descrivevano la lingua, la sua voce era dolce e gentile, cosa che stava a pennello con il suo aspetto rassicurante e materno. Mi chiesi se anche lei avesse voluto dei figli, anche se Sara era già come una figlia per lei.  Minuti dopo, il pranzo era in tavola,vari tipi di pasta campeggiavano su di essa. 
"Qui si chiamano Nudeln, ma non sono come in Italia"- affermò mio zio riempiendosi il piatto. Ridacchiai per ciò che aveva appena detto e mi ritrovai sotto l'attenzione di Sara che continuava ad osservare ogni mio movimento, proprio come quando eravamo ancora delle bambine. Mi sorrise divertita dalla situazione e riempì a sua volta il piatto. 
Durante il pranzo mio zio e Larissa avevano discusso di una festa che avrebbero dovuto fare quel fine settimana, non essendo d'accordo su quali amici invitare. Rimasi ad osservare i due, ridendo quando Larissa si voltava verso di me per esprimere la sua disapprovazione in quanto detto da mio zio. Finimmo di mangiare e aiutai Larissa e Sara a sparecchiare. Dopo il rumore assordante dei piatti che sbattevano una volta messi in lavastoviglie, il silenzio prese parte nella casa. Larissa e mio zio andarono in camera a riposare subito dopo aver sistemato, congedando me e Sara che ci trovavamo nel salotto. 
Sara era, per quello che ricordavo, una bambina più estroversa di me, quindi non le servì molto tempo per avvicinarsi a me e chiedermi di com'era stato il viaggio. Le raccontai che quello era stato il mio primo viaggio da sola e della costante paura di dimenticare qualcosa di importante in Italia e tra una chiacchierata e l'altra finimmo per addormentarci. In quel breve tempo sognai di essere tornata sull'aereo e di essere seduta vicino al ragazzo che mi aveva sorriso prima di atterrare.

 


Avrei bigogno di sapere se avete qualche consiglio per migliorare la storia, accetto anche critiche. Mi piacerebbe sapere se vale la pena continuare a scriverla. Grazie per aver letto.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: _zaynsbabe