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Autore: looking_for_Alaska    05/09/2015    2 recensioni
Nella piccola cittadina di Thorn City, Canada, si trovava una vecchia casa abbandonata. Dentro di essa viveva un fantasma assetato di sangue che uccideva chiunque ci metteva piede.
E poi c'era William, un ragazzo uguale a tutti gli altri, tranne per il fatto che era un "liberatore di fantasmi"; ovvero, li conduceva alla luce, salvandoli. Però a condurlo da Amelia dagli occhi dolenti sarà il segreto che lei custodiva da tempo e che in qualche modo li legava.
Ma le domande sono tante. Come è morta Amelia, e chi l'ha uccisa?
Cosa collega un fantasma morto da più di duecento anni ad un ragazzo adolescente? E soprattutto, qual è il segreto per cui Amelia ha ucciso e continua a uccidere?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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Amethyst sedeva davanti a me, sorseggiando té all'arancia e cannella. « Non fate il finto tonto, signorino William. Sappiamo entrambi che conoscevate Cristabel meglio di tutti » il suo tono era pratico, e lievemente cinico. Ma la mia espressione stupita non se ne andava. Cercai tra i miei ricordi quel nome, e un viso a cui associarlo. Non mi diceva nulla. « Signora Amethyst, non conosco nessuno di nome Cristabel, tanto meno col mio cognome » risposi sbuffando. Amethyst aggrottò le sopracciglia. « Come sarebbe a dire? » la sua bocca formò un ovale perfetto. « Cristabel era la figlia minore di Jacko. Me l'ha portata diverse volte, voleva che... » iniziò, ma io la interruppi. « Ha appena detto che Cristabel era figlia di Jacko? ». Amethyst annuì, ancora una volta stupefatta. « Sì, signorino William. Mi state dicendo che non conoscete vostra sorella? ». Mio malgrado, annuii. Amethyst scattò in piedi, rovesciando la tazza di té sul tavolo. Nonostante nella cucina fossero presenti anche i miei amici, il dialogo si svolgeva solo tra me e Amethyst. Avevo appena scoperto di avere una sorella, checcavolo. « Hai con te una sua foto? ». Amethyst scosse la testa, ma poi si illuminò. « Sì! Ma non é recente, risale a cinque anni fa. Me l'ha portata una donna vestita di nero. Io ero in gita turistica su una crociera diretta in Grecia; a proposito, la Grecia è proprio bella, dovresti andarci, sai? Dicevo, ero nella mia cabina, quando sento bussare. Apro la porta e mi trovo davanti questo donnino, alto poco più di un metro e cinquanta. Dice qualcosa in una lingua strana, tutta sibili e sputi... ». « Probabilmente tedesco » dice sotovoce James, facendomi ridere. « ...e mi mette in mano questa fotografia. Sinceramente non ho capito nulla di quello che mi ha detto la signora in nero, a parte "Cristabel" e " cincillà " ». Io, James, Amara e Austin ci lanciammo delle occhiate perplesse. Amara stava ridendo divertita, ma fu zittita da un'occhiataccia di James. « "Cincillà"? Ne é certa? ». Amethyst sbuffò. « Ma che ne so, ragazzo! A quei tempi avevo ben altro a cui pensare; la AUF mi stava col fiato sul collo ed era molto più cattiva e agguerrita di come é adesso ». Amethyst gesticolò aggraziatamente. « Quei pulcini erano piuttosto pericolosi, ai tempi. Ora non riescono a battere nemmeno, senza offesa, il fantasma di una bimbetta ». Strinsi i denti. « Lei non sa quanto Amelia abbia... » iniziò Amara, difendendola, ma Amethyst la bloccò di nuovo. « Frena la lingua, ragazzina. Tutti noi fantasmi abbiamo sofferto. La signorina Amelia non é diversa ». Austin scrollò la testa e chiese, con il massimo rispetto: « Come é morta lei, signora? ». Amethyst si sedette al tavolo, sospirando tristemente. « Ero su una nave. Dovevo partire per un lungo viaggio; volevo tornare da alcuni miei parenti in Irlanda e lasciare l'America per un po'. Ero nella mia cabina. Dovete sapere che ero molto ricca in vita, e lo sono tutt'ora da morta. Venivo da una famiglia aristocratica. Ebbene, mi ero dimenticata di chiudere la porta della cabina a chiave. Un uomo entrò e, non so ancora oggi come abbia fatto, mi rubò tutto i gioielli. Tentai di fermarlo, ma mi accoltellò alla schiena. Fu una ferita grave, ma non letale ». Amethyst si asciugò una lacrima col fazzoletto. « Ero molto amica con una strega potente, ai tempi. Nina Woodhen, si chiamava, credo. Sì, sono sicura che si chiamasse così. Davvero una bella ragazza, giovane e attraente. Dicevo, era una strega. Eravamo come sorelle, e quando mi trovò, riversa sul pavimento della mia cabina - ella stava appunto venendo da me per la nostra consueta passeggiata serale - io ero in fin di vita, ma riuscii a dirle di vendicarmi. Ero una persona molto viziata e vendicativa, all'epoca. Nina allora, piangendo, mi strinse una mano e mi promise che l'avrebbe fatto immediatamente. Poi chiusi gli occhi e caddi nell'incoscienza. Ma ero viva. Nina, credendomi morta, fu presa dall'odio e dalla rabbia, e con un incantesimo fece affondare la nave, creando diverse aperture nella stiva e facendo penetrare l'acqua. Ben presto ci trovammo sott'acqua. Morii annegata. Non fu la ferita ad uccidermi. Poi, non so perché, dopo un tempo indefinibile mi risvegliai. Ma ero impalpabile. Ero invisibile. C'ero e non c'ero. Mi sentivo triste e sola. E, come se non bastasse, ero legata alla nave. Potevo girare sott'acqua, visitare la nave in lungo e in largo, ma non potevo andarmene. E ben presto diventò la mia prigione. Poi incontrai un uomo. Era un sob ». « Sub, semmai » la corresse James. Amethyst agitò la mano. « Ma sì, non ha importanza. Venne questo bell'uomo vestito con una tuta da pesce che voi chiamate sub. E mi vide. Capite? Finalmente, qualcuno mi riusciva a vedere! Nemmeno i pesci percepivano la mia presenza! Fu stupito e spaventata dalla mia presenza. Incredibilmente riuscivo a capirlo, anche se parlava tramite una botola di ossigeno... ». « É una bombola di ossigeno... ». « Senti un po', sei un ragazzo o un dizionario? Fai il signorino perbene e lasciami raccontare. Dicevo, in qualche strano modo diventammo amici. Ma io non potevo vivere aspettandolo, capite? Quindi gli dissi che ero rimasta attaccata alla nave mentre stavo nuotando e che per liberarmi doveva distruggere la nave ». « Non doveva essere sveglio, se ha visto una donna sott'acqua senza bombole senza nemmeno insospettirsi ». Amethyst scrollò le spalle. « Questo non é importante. L'uomo mise degli esplosivi e fece saltare la nave. Pensavo che, dato che ero legata ad essa, io me ne sarei andata con lei; invece non é successo. Da quando mi ha salvato, ho perso le sue tracce... non ho idea di dove sia oggi ». James incrociò le braccia sul petto. « Presumo in carcere ». Amethyst gli scoccò un'occhiata infastidita. Poi si rivolse ad Austin e con un sorriso dolce, gli chiese : « Perché hai voluto sentire la mia storia, Austin? ». Austin si guardó intorno circospetto, poi sussurrò : « Perché se distruggere la nave ha liberato lei, magari distruggere la casa potrebbe liberare Amelia ». Un silenzio denso scese su di noi. « Austin... » mormorò James, ma io lo interruppi. « E se non funzionasse? ». Ero terrorizzato. Ed egoista. Se radere al suolo avrebbe liberato Amelia, io non l'avrei rivista mai più. Se ne sarebbe andata, sarebbe passata oltre. Amethyst mi lanciò una lunga occhiata. Sapevo che aveva intuito i miei pensieri. « Allora potrà girare per il mondo come me ». James si alterò e sbatté un pugno sul tavolo. « É un fantasma assassino, dannazione! Non possiamo lasciarla andare in giro da sola per il mondo ». Mi alzai. « Non sarà sola. Io sarò con lei ». Amethyst abbassò lo sguardo. « Io vi aiuterò ad abituarla al pensiero di viaggiare e vivere come un'umana. Ma dovete sapere che potrebbe andarsene, oppure che distruggere la casa la liberi » mi fissò dritto negli occhi. « Sei pronto a fare dei sacrifici per la ragazza che ami? ». Tutti mi stavano fissando, ma non mi importava. « Sono pronto ». « Bene » rispose Amethyst, con uno sguardo deciso. « Ma sappi che, in qualsiasi modo vadano le cose, voglio Cristabel Blake. E desidero ucciderla con le mie stesse mani ». Amara la osservò. « Come mai proprio lei? ». Amethyst sospirò. « Ho scoperto più avanti che l'uomo che mi ha accoltellata sulla nave era stato mandato da Jacko Blake. E che in seguito tuo padre ha ucciso tutta la mia famiglia. Io ora, voglio distruggere la sua ». « Io sono suo figlio ». « Ma non sei come lui. Stai facendo i salti mortali per salvare un fantasma. E stai parlando con un altro fantasma senza tentare di ucciderlo. Tu sei diverso, signorino William. Sei umano ». Mi resi conto solo dopo che non mi stava più dando del "voi". « Jacko Blake amava sua figlia. E Cristabel ha sempre adorato il padre, tanto da seguire le sue orme. Ora é lei il capo della AUF. E io voglio ucciderla ». Annuii. Non conoscevo quella persona. Odiavo mio padre. Ma amavo qualcuno che era morto da tempo, e che la mia pseudo-famiglia voleva portarmi via. « Sì, farò ciò che mi chiedi » risposi. « Poi ti farò passare oltre ». Amethyst sorrise. « Grazie ».
   
 
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