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Autore: EclipseOfHeart    06/09/2015    3 recensioni
«Sheldon, mi piacerebbe insegnarti a guidare.»
«Prego?» chiese lo scienziato, assolutamente stupefatto dalle intenzioni espresse dalla sua ragazza.

La storia prende spunto da un dialogo nella puntata 8x12, dove Sheldon afferma che Amy gli ha insegnato a guidare, buona lettura!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«A compromise is me driving you everywhere because you refuse to learn how.»

«Oh, I learned how. Amy taught me. »

 

Lezioni di guida

 

 

«Amy.»

«Amy.»

«Amy.»

Il consueto bussare di Sheldon Cooper aveva interrotto gli esercizi di rilassamento con l’arpa di Amy Farrah Fowler, irritata per il ritardo del suo ragazzo al loro settimanale appuntamento.

«Sei in ritardo.» gli disse subito, incrociando le braccia. Non voleva iniziare la loro serata già litigando, ma già quegli appuntamenti duravano troppo poco senza che Sheldon arrivasse con un’ora e mezza di ritardo.

«Non è colpa mia.» rispose lui, alzando le mani ed entrando nell’appartamento. «Ho dovuto aspettare tre autobus prima di poter salire.»

«Perché?»

«Beh,» iniziò lui, poggiandosi sul divano. «stavo salendo sul primo quando una signora ha starnutito per ben 3 volte a pochi metri da me, infestando con i suoi germi tutto il veicolo. Non sarei mai potuto salire lì sopra.» concluse, con un’espressione di puro ribrezzo nel volto.

«E il secondo?» chiese Amy.

«Poco prima di salire ho realizzato che non ci fossero posti a sedere poiché erano già tutti occupati: ergo, sarei dovuto rimanere in piedi per chissà quanto tempo, rischiando seriamente di morire se l’autobus avesse avuto un incidente.»

Amy sospirò, consapevole che fosse inutile controbattere qualcosa in risposta.

«Per tua fortuna, sono riuscito a salire sul terzo autobus.» finì Sheldon, sorridendole.

«Già, sono la ragazza più fortunata di Pasadena!»

Sheldon rimase in silenzio qualche secondo, per poi annuire.

«Molto probabilmente hai ragione, Amy.»

La ragazza gli lanciò uno sguardo infastidito, ma mettersi a discutere sulla totale incapacità di Sheldon di cogliere il sarcasmo avrebbe soltanto rovinato ulteriormente l’umore ad entrambi.

«Leonard non poteva accompagnarti?»

«No, è rimasto a lavoro. Tornerà in tarda serata.»

«E chi ti ha riportato a casa oggi pomeriggio?»

«Koothrappali, ovviamente.»

«Ma non sei stanco di dipendere da loro?» chiese lei, con una lieve nota di frustrazione nella voce.

«Perché dovrei privarli del piacere di accompagnarmi? È ingiusto dire un’affermazione come questa.»

Ci fu qualche minuto di silenzio, finché Amy non decise di rischiare, mettendo al corrente Sheldon dell’idea che aveva nella mente.

«Sheldon, mi piacerebbe insegnarti a guidare.»

«Prego?» chiese lo scienziato, assolutamente stupefatto dalle intenzioni espresse dalla sua ragazza.

«Contratto tra Fidanzati, Articolo 12, Doveri della Fidanzata: la fidanzata dovrà impegnarsi, al meglio delle sue possibilità, ad aiutare il fidanzato nelle varie situazioni di necessità in cui potrebbe incorrere, persino quelle dove il fidanzato stesso non ritiene di aver bisogno d’aiuto.» citò Amy, sapendo bene che quello fosse l’unico modo per convincere il suo metodico fidanzato.

Sheldon, infatti, aprì la bocca per controbattere qualcosa, ma fu costretto a chiuderla ed assumere un’espressione infastidita e contrariata.

«E sia.»

«Bene!» gridò Amy, alzandosi dal divano, contentissima per averla spuntata. «Andiamo!»

«Ora?!» urlò Sheldon scandalizzato. «È sera! Non si possono fare esercitazioni di guida notturne, è vietato e pericoloso.»

«Infatti non ci muoveremo con la macchina. Voglio soltanto mostrarti i pedali e darti le prime nozioni.»

«Perché?»

«Perché no, Sheldon? Anticipiamo i tempi e domani potremo direttamente farti accendere la macchina.»

Lo scienziato fu nuovamente costretto a darle ragione e, insieme, scesero nell’auto di Amy.

Lei notò quasi immediatamente che il problema di Sheldon, come aveva già intuito, era soltanto emotivo: la sua paura gli impediva di familiarizzare con il veicolo e ciò lo portava a sentirsi insicuro e a commettere gli errori più banali, come il non riuscire a ricordarsi che la frizione fosse a sinistra.

Amy, tuttavia, non si desse assolutamente per vinta e incoraggiò a Sheldon a credere in se stesso.

«Io so di essere in grado, Amy. È l’automobile che va contro di me.»

«Sheldon, è una macchina! Non può pensare di andarti contro!»

Lui la guardò con sguardo contrariato: «Se ci sarà la rivolta delle macchine e dei robot, ti pentirai di aver detto ciò.»

«Certo, Sheldon. Ora preparo da mangiare.»

«È tardi per la cena. Preferirei che mi accompagnassi a casa.»

«Ma non hai mangiato nulla.»

«Molti studi scientifici sostengono che, occasionalmente, un digiuno serale aiuti l’organismo, quindi non c’è nessun problema.»

Amy avrebbe anche potuto accettare la decisione del fidanzato, ma non aveva ancora voglia di vederlo andare via e soprattutto si rendeva conto che per lui era stato un ‘appuntamento’ faticoso e snervante.

«Non cambieresti idea neanche se cucinassi gli spaghetti?»

«Con i pezzettini di wurstel?» chiese lui, già emozionato.

«Certo.» rispose lei, con un grande sorriso.

Sheldon, già pronto per andarsene, guardò Amy e tolse la borsa dalla sua spalla, con estrema lentezza.

«Altri numerosi studi però dicono che non fa bene dormire senza aver cenato, quindi accetterò la tua offerta.»

La ragazza aveva già messo la pentola sul fuoco, consapevole di avere la vittoria in mano e aveva annuito sorridente, felice per l’andamento della serata.

Dopo la cena e le espressioni gioiose di Sheldon nel mangiare quel piatto così importante per lui, erano rimasti un po’ a discutere sulla giornata lavorativa di entrambi, finché lo scienziato aveva decretato la fine dell’appuntamento. Normalmente, prendeva l’autobus per tornare, ma giacché aveva già dovuto usarlo all’andata, Amy si era offerta di riaccompagnarlo a casa.

Arrivati sotto il condominio, Sheldon l’aveva prontamente ringraziata ed aveva aperto già la portiera, quando si ricordò di un importante dettaglio.

Amy, in sovrappensiero per la lezione che avrebbero dovuto fare il giorno dopo, non ci aveva minimamente pensato finché non sentì le labbra di Sheldon premere sulle sue.

Il bacio di fine appuntamento.

Amy aveva faticosamente lottato, dopo quel loro primo bacio a San Valentino, per introdurre un bacio fisso alla fine del loro appuntamento settimanale e, benché Sheldon inizialmente si era dimostrato contrariato, ormai accettava di buon grado e, dopo la richiesta di Amy, la salutava con un bacio.

Erano più uniche che rare quelle volte che si ricordava o decideva di farlo di sua spontanea volontà, senza sollecitazioni da parte sua, ed era proprio in quelle volte che Amy sentiva chiaramente quanto lo amasse.

Sapeva benissimo che per Sheldon portare la loro relazione ad un livello fisico era difficile, quasi impossibile date le sue fobie e i suoi timori, ma vedeva chiaramente come avesse fatto degli sforzi per lei e come, lentamente, stessero iniziando ad essere momenti che piacevano anche a lui, che ricercava lui, senza che gli fossero imposti.

«Buonanotte, Amy.» disse poi, scendendo dall’auto e lasciando un’Amy Farrah Fowler sempre più innamorata.

 

 

Sheldon non aveva detto a Leonard, né agli altri suoi amici, dell’intenzione di imparare a guidare, consapevole che fosse meglio dare quell’informazione se avesse voluto davvero iniziare ad usare un’auto.

Amy era andato a prenderlo dopo il lavoro, portandolo poi in un grande spiazzo isolato, dove era impossibile causare o avere incidenti.

Osservava con curiosità ed entusiasmo le espressioni di Sheldon mentre stava davvero imparando qualcosa che non sapesse fare, sentiva i suoi assurdi timori e guardava la sua espressione stizzita quando sbagliava e non riusciva ad accendere la macchina o a cambiare marcia.

Dopo un’oretta, aveva preso abbastanza familiarità con i comandi ed Amy propose di fare un giro lungo tutta la piazza, che Sheldon riuscì a fare cambiando marcia e senza mai spegnere la macchina.

«Bene, direi che per oggi possa bastare, continuiamo domani.» disse lei, soddisfatta.

«Dobbiamo farlo di nuovo?»

«Certo Sheldon, non si impara in una lezione.»

«E in quante?»

«Dipende da te, ma in ogni caso dopo dovresti iniziare ad uscire quotidianamente con la macchina, altrimenti non imparerai mai.»

«Ricordarmi ancora perché dovrei togliere a tutti il piacere di accompagnarmi in giro per la città e a lavoro.»

«Perché così potresti essere indipendente.»

Sheldon non rispose, riflettendo per poi negare col capo.

«Continuo a non vedere i vantaggi.»

Amy sospirò rassegnata, conscia che fosse un discorso inutile e rimanendo determinata nelle sue intenzioni.

Le lezioni proseguirono per tutta la settimana, dove Sheldon aveva ormai raggiunto una piccola padronanza e una ferma memoria delle posizioni dei vari pedali.

Amy stentava a credere come un genio come lui, che ricordava quasi tutto lo scibile culturale e scientifico, si continuasse a confondere tra freno e acceleratore.

Nei momenti in cui sbagliava l’inserimento della marcia, Amy posava delicatamente la mano sulla sua, gioendo interiormente di quel piccolo contatto, e lo guidava per posizionarla correttamente, rallegrandosi dei suoi progressi.

Sheldon, prima di una settimana, non aveva assolutamente voluto provare ad andare in strada, nonostante le sollecitazioni di Amy che era anche stufa di girare in tondo sempre nello stesso spiazzo, ma il Lunedì della settimana successiva Amy lo aveva convinto a fare un giro, portandolo in zone relativamente isolate.

Se la scienziata avesse dovuto descriverlo, avrebbe detto che era stato come salire sulle montagne russe, per via degli urli e delle continue frenate che faceva Sheldon, ma incredibilmente lente visto che il suo fidanzato non era mai andato oltre i 40 km/h.

«È andata bene, direi.» annunciò con un sorriso stentato, dopo averlo fatto scendere dal posto di guida e aver ripreso il volante.

«Non credo che dovremmo continuare.»

«Sheldon…»

«Apprezzo ciò che hai fatto Amy e posso dire che, ormai, in casi di strettissima necessità saprei guidare una macchina senza investire e conoscendo il pedale per frenare, ma non ho intenzione di usarne una quotidianamente.»

«Lo dici soltanto perché ancora ti fa paura.» disse lei, poggiando una mano sulla sua. «Ed è normalissimo, ma perseverando la vedresti lentamente svanire.»

«Non fa per me. Ti ho dimostrato che ho tutte le capacità per imparare.»

«Ma io sapevo già che tu le avessi!»

Lui le rifilò un’occhiata di sottecchi, come se non fosse realmente convinto delle sue parole.

«Oh Sheldon, l’hai fatto per questo? Per dimostrarmi che avresti potuto imparare?» chiese Amy, con voce dolce, stupendosi sempre per i gesti di Sheldon.

Lei credeva di averlo realmente convinto, ma lui invece si era sottoposto a una settimana di pratica soltanto per dimostrarle che poteva farlo, se voleva.

Per non sminuirsi di fronte ai suoi occhi, come quando non aveva chiamato lei, ma Leonard per tornare a casa dopo il suo viaggio nelle varie stazioni americane.

«Andiamo a casa. Stasera non iniziano a rimandare l’intera serie di Star Trek

«Sì, proprio stasera, ma Leonard sarà impegnato con Penny, Howard è a cena con i genitori di Bernadette e Raj deve uscire con la sua “lei”, come l’ha definita stamattina.»

«Intendeva Cannella o Emily?»

«Sai che non l’ho ben capito, non è stato chiaro.» rispose Sheldon, dopo averci seriamente pensato.

«Beh, potremmo vederla insieme.»

«Dici sul serio?» chiese lui, stupito dalla proposta. Aveva faticosamente convinto Amy a vedersi Doctor Who, ma lei aveva sempre rifiutato di rivedersi Star Trek con lui.

«Sono serissima!» rispose allegra e alzando la mano nella posa tipica di Spock.

Sheldon la guardò per un breve istante, per poi iniziare a diniegare con il capo.

«Non sei degna di fare quel gesto.»

«Okay, scusa.»

 

La serata trascorse abbastanza tranquillamente ed Amy aveva guardato la puntata con tutto l’entusiasmo di cui disponeva, sapendo che Sheldon ne sarebbe stato contento.

Finita la puntata, parlarono un’altra mezz’ora finché Amy non decise che fosse ora di tornare a casa.

«Forse un giorno, Amy, potrei decidere di comprare una macchina.» disse sull’uscio della porta, con espressione seria.

«Forse. Fino ad allora, potrai sempre contare sulla mia, di guida.» le rispose sorridendo, consapevole che quello fosse un ulteriore passo avanti da parte di Sheldon.

«Buonanotte, allora.»

«Sheldon

«Dimmi.»

«So che non è la serata dell’appuntamento e sarebbe un’eccezione alle nostre regole, ma…»

Amy non ebbe il tempo di concludere la frase che Sheldon le stava già dando un bacio, avendo già intuito la richiesta della sua fidanzata.

La scienziata arrossì e sorrise nel loro bacio, cingendo leggermente i suoi fianchi.

«Buonanotte Sheldon.» gli disse poi, scendendo le scale e gongolando sul fatto che quella settimana, oltre ai baci che le spettavano per contratto, era riuscita ad ottenere non solo le impagabili visioni del fidanzato che arrivava a un incrocio e non ricordava da quale lato andasse messa la freccia, ma persino un bacio in più dal suo adorabile e amato Sheldon Cooper.

 

 

 

 

Fine!

È la prima volta che mi cimento in una fic su Big Bang Theory, telefilm che ho visto interamente nell’estate e di cui mi sono irrimediabilmente innamorata.

Come si noterà dalla fic, adoro Sheldon ed Amy

Mi piacciono molto anche le altre coppie del telefilm, ma gli Shamy sono assolutamente adorabili e il loro rapporto è di una profondità e di un amore che raramente si vedono.

L’idea l’ho presa da quel dialogo che ho riportato in alto, che avviene nella 8x12, quando Leonard e Sheldon stanno discutendo. Mi sono chiesta come fossero state le lezioni di Amy e ho voluto provare a scriverle.

Mi piacerebbe tantissimo una vostra opinione, specie sull’IC dei personaggi che non è affatto semplice x°D.

Che altro dire, spero vi sia piaciuta e vi mando un bacione!

 

 

 

EclipseOfHeart

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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