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Autore: Dazel    07/09/2015    5 recensioni
«Non è importante la prima persona a hai cui dato il culo, raggio di sole, ma quella a cui hai dato il cuore. Brian non se n'è ancora reso conto che quella persona sei tu.»
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The One.

 

Brian Kinney era in grado di farlo sentire come in perenne bilico sull'orlo di un precipizio.

Non si rendeva nemmeno conto di farlo – pensò Justin, disteso a letto nel buio della propria stanza – perché Brian aveva la tendenza a fregarsene di qualsiasi cosa che non fosse se stesso, eccezion fatta per Michael. Per lui quella situazione del cazzo era perfettamente normale, e come biasimarlo? Per tutta la vita Brian non aveva mai condiviso niente con nessuno che andasse oltre la semplice scopata.

Per Justin però le cose erano un po' diverse.

Forse incosciamente desiderava di emulare Brian nello stile di vita, probabilmente solo perché gli sembrava il modo più semplice e indolore per liberarsi del macigno che gli gravava sul cuore, ma era tutt'altro che facile. Justin non poteva nemmeno avvicinarsi ad un altro uomo senza pensare alle mani di Brian che lo toccavano, alla sua bocca che gli marchiava la pelle, al suo cazzo. Così, anche se stava pomiciando con un perfetto sconosciuto, non appena le palpebre si chiudevano ciò che si ritrovava nella mente era Brian, solo Brian. La situazione era insostenibile.

Si era innamorato di lui. Si era innamorato di qualcuno che non credeva nell'amore, ma nelle scopate. Il solo pensiero era sufficiente a farlo ridere, sebbene volesse far tutt'altro. Come poteva essere stato così stupido? Brian andava a letto con lui quando voleva perché lo voleva, senza nessun altra filosofica motivazione a fare da sfondo. Justin, se fosse stato furbo, avrebbe provato ad imparare a fare lo stesso.

C'era stato Ethan ed era sembrato che qualcosa di bello fosse finalmente piombato nella sua vita. Ethan era il ragazzo perfetto, dolce e affetuoso, quasi poetico. Sembrava uscito direttamente da quei romanzi d'appendice di cui durante le pause pranzo, a scuola, aveva spesso riso in compagnia di Daphne. Si era sentito felice con Ethan, ma di una felicità dolce-amara, come lo sciroppo per la tosse alla ciliegia. Era una felicità chimica, fittizia, illusoria. Ethan ricordava il sapore delle ciliegie, ma non era altro che uno stratagemma per indorare il farmaco ad un bambino capriccioso.

Justin assieme a lui non avrebbe mai saziato la sua gola di ciliegie. Non si sarebbe mai davvero innamorato di lui nonostante fosse perfetto, dolce e affettuoso, per una semplice ed elementare ragione: non era Brian. Non era Brian e non lo sarebbe mai stato.

Brian poteva anche essere il più grande stronzo che la Terra avesse mai conosciuto, ma Justin non riusciva a fare a meno di amare tutto di lui, forse amava i suoi difetti persino più dei suoi pregi. La cosa che però amava di più di tutte, senza alcun dubbio in merito, era scoprire il vero Brian, quello visibile solo graffiano un po' con le unghie contro la corazza di cui soleva ricoprirsi.

Il Brian che era rimasto tutta la notte con una sciarpa sporca di sangue al collo, nel corridoio di un ospedale, supplicando un Dio in cui nemmeno credeva di salvare la vita del raggio di sole che, volente o nolente, aveva finito con l'illuminare la sua vita.

Il Brian che non aveva paura di giudicarlo o schernirlo, se questo significava aiutare Justin a crescere. Il Brian possessivo che non poteva fare a meno di guardare con sdegno chiunque si avvicinasse troppo a Justin, il Brian con manie di protagonismo che scansava chiunque solo poer poter ballare contro il corpo di Justin, come a voler dire al mondo che quel ragazzino era suo e di nessun altro.

Brian Kinney era un paradosso. Voleva Justin, ma non lo voleva. Gli piaceva andare a letto con lui e qualche volta aveva anche apprezzato la sua compagnia, ma per la maggior parte del tempo sperava se ne stesse lontano dai piedi. Eppure, quando lo faceva, gli mancava. E quando Justin era andato con Ethan, Brian aveva finito con frequentare decine di ragazzi cercando quello che maggior mente gli ricordasse lui.

In qualche modo quel raggio di sole era riuscito a scottarlo, e Justin ancora si domandava come fosse possibile. Comprendeva perfettamente il contrario – ossia, come mai lui fosse rimasto sotto per Brian con una tale intensità – ma come mai Brian avesse certi comportamenti nei suoi confronti restava una domanda alla quale non era in grado di rispondere.

Una volta Debbie gli aveva detto:

«Non è importante la prima persona a cui dato il culo, raggio di sole, ma quella a cui dato il cuore. Brian non se n'è ancora reso conto che quella persona sei tu.»

Per un po' Justin aveva provato a convincersi che fosse vero. Poi aveva deciso che forse era meglio dimenticare in fretta quelle parole, perché riuscivano a farlo stare più male che bene.

Brian non capiva. Brian era cieco davanti ai propri sentimenti, e Justin non poteva fare niente per farsi amare apertamente da lui.

Così – decise, infine – si sarebbe limitato ad essere la persona di cui Brian aveva bisogno. Il ragazzino biondo che quando arriva la notte bussa alla porta del suo loft, che gli dà quello che vuole senza fare domande e chiedere nulla in cambio. In fondo, come compromesso non era poi tanto male. Poteva avere Brian Kinney, con la consapevolezza di avere anche il suo cuore. Poco importava che Brian ne fosse cosciente o meno.

Prima o poi – pensò Justin speranzoso, ormai in procinto di addormentarsi – se ne sarebbe reso conto. E quando questo sarebbe accaduto, Justin sarebbe stato ancora lì, al suo fianco, ad amarlo come solo un ragazzino con la mente piena di speranze e illusioni è in grado di fare.

   
 
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