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Autore: xbeforethestorm    07/09/2015    1 recensioni
"Due giorni fa odiavo Nicholas Jerry Jonas,e adesso eccomi,nervosa,felice all'idea di vederlo...Di nuovo! Bizzarra la vita,non trovate?" NILEY.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno del ringraziamento
 
Ero così emozionata all’idea di tornare a Franklin. Ero appena arrivata all’aeroporto di Nashville, nonché una delle mie città preferite in tutto il mondo. Mi sedetti aspettando che mia sorella Brandy mi venisse a prendere. –La mia nipotina!- sentii urlare da lontano. Mi guardai intorno, cercando di capire da dove venisse la voce, e in lontananza vidi mio Zio Earl venirmi incontro. Mostrai tutti i denti non appena lo vidi –Zio! Quanto tempo!- lo salutai –Che sorpresa- e lui mi catturò in un grosso abbraccio che per poco non mi tolse l’aria. –Bambina, sono così contento di vederti- esclamò –Sei cresciuta tantissimo, che bella ragazza- complimentò. Sorrisi –E tu invece Zio non sei cambiato affatto- dissi. Pantaloni arrotolati sugli stivali da pompiere, camicia a quadri, cappello da cowboy. Il solito zoticone di campagna. Era un po’ buffo ma gli volevo un mondo di bene. Prese la mia valigia e insieme ci dirigemmo verso il suo furgoncino.
-Allora- cominciò una volta in cammino –Tua madre mi ha detto che hai ricominciato a suonare- esclamò, contento. –Si sono anche entrata alla Julliard- annunciai. –Beh non so cosa sia ma complimenti- disse, facendomi ridere. –Qualcosa in particolare ti ha spinto a tornare a cantare?- mi domandò –O meglio qualcuno?- chiese. Sgranai gli occhi, fissandolo –Che c’è? Sarò pure un vecchio zoticone ma so capire quando la mia nipotina è innamorata … - disse –E poi tua madre mi ha accennato qualcosa su una certa celebrità di Hollywood- confessò alla fine –Ma francamente gli unici musicisti a cui ho mai dato importanza sono stati Elvis, te e tuo padre- continuò. Risi –Lo sapevo che mamma ti aveva detto qualcosa- risposi –E beh la storia è un po’ complicata, te la racconterò dopo- dissi infine.

Arrivati a Franklin mi soffermai a guardare il paesaggio attorno a me. Non c’era niente come questo posto. Ero circondata da ettari infiniti di verde. Vivere in mezzo alla natura mi era sempre piaciuto. Ho avuto un’infanzia straordinaria qui. E poi i miei cavalli, quanto mi erano mancati. Arrivata al portico venni accolta dalla mia numerosa famiglia, che mi salutò in coro. I miei cugini come sempre avevano le loro chitarre in mano, intrattenimento i miei familiari. Dentro casa mia o si parlava o si suonava, non esisteva il silenzio. Era tutto l’opposto di Miami, dove mi trovavo molto spesso da sola. Guardando la mia famiglia numerosa pensai alla famiglia Jonas, sempre unita in tutto e per tutto, e mi chiesi come se la stessero passando. Era tantissimo che non li sentivo. Avevo legato molto con Danielle. –Piccolina!- mia nonna Ruthie mi venne incontro dandomi due enormi pizzicotti sulle guance, facendomi anche un po’ male. –Oh nonna- esclamai abbracciandola –Mi sei mancata tantissimo- dissi. –Anche tu, sono anni che non ti fai viva signorina- disse, con tono di rimprovero. –Lo so ma non ero ancora pronta…- risposi, riferendomi a papà. Lei sorrise amaramente –Si lo so- disse, per poi cambiare argomento –Senti c’è il tuo amichetto rockstar sopra in camera tua, perché non la vai a chiamare?- mi chiese, in un modo talmente tranquillo come se mi stesse chiedendo di andare a comprare il pane. Spalancai gli occhi –Come scusa?- balbettai. –Si, Nick giusto? Poi mi devi raccontare tutto eh- rispose, stuzzicandomi. –Ma, ma come?- non stavo capendo. –Tua madre lo ha invitato, credevo lo sapessi- disse, confusa. Mi voltai verso mamma, che mi guardò con un sorrisetto malizioso –Doveva essere una sorpresa- disse, lanciando un’occhiata a mia nonna. Ero sconvolta. –Non chiedermi nulla- disse mia madre –Vai sopra adesso- mi sorrise. Brandy era accanto a mia madre e mi diede un pollice in su.

Senza dire niente, entrai in casa. Lasciai la valigia vicino le scale e mi precipitai subito di sopra nella mia vecchia camera. Aprii la porta e vidi Nick, che nel frattempo stava curiosando per la stanza. Non appena mi sentì arrivare si volse a guardarmi. –Nick, cosa ci fai qui?- chiesi, sconvolta. Rimasi ferma all’ingresso della mia stanza, troppo scioccata per potermi muovere. –Tua madre mi ha invitato- rispose –Beh, veramente ho pregato tua madre perché mi invitasse. Quindi direi che è stato più un auto invito- si corresse. –Ma, ma perché?- domandai. Lui scosse le spalle –Perché volevo passare il ringraziamento insieme a te- disse, come se non ci fosse niente di più ovvio e semplice. Nel frattempo si fece strada verso di me. –E la tua famiglia?- chiesi, ancora insicura della faccenda. Lui ridacchiò –Lo sanno che sono qui con te, non c’è problema. Passerò con loro il Natale- mi assicurò –E lo so che sei ancora confusa e vorresti farmi ancora milioni di domande, e che sei spaventata. Ma lasciami fare il mio discorso, ti prego- mi implorò. Cercai di nascondere il sorriso che si stava formando sulle mie labbra, ma fallii. Feci segno di proseguire. Nick si schiarì la gola, nervoso.
- Miley, dal giorno in cui ti ho visto sapevo che eri speciale. Mi ricordo il primo giorno in cui ti ho vista come  fosse ieri. Sei entrata nella mia vita così all’improvviso, eppure pensai “wow questo potrebbe essere l’inizio di qualcosa di nuovo”. Ogni momento passato insieme a te è un regalo che va custodito. Ma la cosa più importante che ho realizzato è che noi, io e te, siamo speciali insieme. Il modo in cui ridiamo, il modo in cui parliamo quando siamo assieme è diverso da chiunque altro. Abbiamo legato da subito e mi fido di te più di chiunque altro. Lo so che entrare nel tuo mondo ha scombussolato la tua vita, e ho provato a dimenticarti. Ma è proprio questo il punto. Io non potrò mai dimenticarti e non voglio farlo perché io credo che la maggior parte della gente passi tutta la vita a cercare quello che noi abbiamo già trovato. – senza rendermene conto iniziai a piangere, e Nick prese il mio viso tra le sue mani mentre continuò il suo discorso -Inoltre io credo che non ci meritiamo tutto ciò che abbiamo passato quando ci siamo separati, quindi credo che sia meglio fare un favore ad entrambi e tornare insieme, tu che ne dici? – risi tra le lacrime, e lui me le asciugò con le sue mani – Conosci il detto “Due è meglio di uno”? Beh stando con te Miley l’ho finalmente capito, perché io non posso vivere senza di te. Hai tirato fuori la parte migliore di me, e non riesco ad immaginare di rinunciarci un’altra volta. – .
Mi aveva lasciato senza parole. –Wow- fu l’unica parola che uscì dalle mie labbra. Presi le sue mani dal mio viso e le strinsi, abbassando lo sguardo –Credo di doverti dare delle scuse. Ammetto di essermi comportata come una codarda a volte … - Contenta Emily? Lui mi zittì –Avevi le tue ragioni, eri spaventata –mi rassicurò –ma riusciremo a superare tutto quanto, ed insieme stavolta. Usciremo da questa storia più forti di prima- promise. –Sei sicuro?- domandai, titubante. Lui annuì e chinò la sua testa verso la mia, così che le nostre labbra si sfiorarono mentre parlavamo. –Non dico che sarà semplice. Ma ne varrà la pena- e con ciò bacio le mie labbra, ignaro che in quel momento stava baciando anche il mio cuore.
 –Per quanto riguarda la faccenda del tornare insieme … - cominciò, mentre le sue mani accarezzavano la mia schiena. Baciai il lato della sua bocca –Vedremo come va questa giornata- risposi, stuzzicandolo. Lui alzò un sopracciglio, e prendendomi per i fianchi mi buttò come un sacco di patate sopra il letto, facendomi ridere. –Mi era mancata la tua risata- disse, posizionandosi sopra di me. Il modo in cui mi stava guardando era da togliere il fiato. Lo baciai dolcemente. –Miley! Star di Hollywood! Scendete a tavola, non fatemi venire lì di sopra- minacciò mia nonna da sotto le scale, interrompendoci. Io arrossii imbarazzata, e Nick ridacchiò sul mio collo, inviando brividi su tutto il mio corpo. Mi prese le mani e aiutò ad alzarmi. –Comunque sia adoro questa casa, molto all’antica- complimentò –è un pezzo di storia per la nostra famiglia- spiegai –Fu il mio bisnonno a costruirla. Racchiude tantissimi ricordi … - dissi, con un po’ di nostalgia. Mi diede un bacio sui capelli e insieme ci dirigemmo verso la sala da pranzo.

Nick’s pov

Appena arrivati di sotto venimmo accolti dal suono di chitarre e risate. Nessuno poté evitare di lanciare uno sguardo nella nostra direzione, poiché molti non avevano la più pallida idea di cosa stesse succedendo tra me e Miley. E poi appena arrivai in questa casa molti non sapevano nemmeno chi fossi, ed era una sensazione per me davvero insolita e piacevole. Le nostre mani unite portarono l’attenzione della Signora Cyrus, che ci sorrise maliziosamente. Forse stavo cominciando a piacergli. –Grazie Signora Cyrus per avermi permesso di restare qui oggi- dissi. –Non c’è di che Nick. Ci ho messo un po’ a mandare giù la vostra storia, ma vedendo quanto Miley ci tenesse a te…- disse, lanciando uno sguardo a sua figlia, che le sorrise –Ho capito che dovevo darti un’altra possibilità. E potremmo conoscerci meglio- concluse. Sfoggiai il mio sorriso, contento della sua risposta.-Ma attento a non fare passi falsi- mi avvisò con tono serio. –Mamma- sbuffò Miley. Deglutii –Non succederà- risposi, sicuro di me. –Fiorellino, ma quanto tempo volevi aspettare prima di presentarmi questo bel giovanotto?- chiese la nonna, facendo diventare Miley rossa come un pomodoro. Da gentiluomo che era le sorrisi e mi presentai, stringendo nel frattempo la mano a Miley per farle capire che non c’era motivo di preoccuparsi. –Quindi sei un cantante?- domandò, incuriosita. –Si, signora- risposi. –Ti prego, puoi chiamarmi Ruthie- disse gentilmente –Ho capito che per mia nipote sei speciale– aggiunse. Io e Miley ci lanciammo una breve occhiata, le luccicavano gli occhi e cercò di trattenere il sorriso imbarazzato che le si stava formando. Dovevo aver avuto la sua stessa espressione. - Comunque sia farebbe piacere se più tardi ti unissi con noi a suonare- mi invitò –Tu e Miley potreste cantare qualcosa insieme- suggerì, tutta contenta di risentire sua nipote esibirsi. Spalancai gli occhi. –Se Miley canterà per me va benissimo- dissi, guardando Miley con un sorrisino furbesco e lei abbassò lo sguardo. Subito dopo ci sedemmo tutti a tavola. Mi sedetti accanto a Miley e nel frattempo mi presentai al resto della sua famiglia. Durante il pranzo, che era abbondante e delizioso, mi chinai verso di Miley, colpendola scherzosamente al braccio con il manico della forchetta. –Cosa vuoi?- soffocò una risata. –Lo sai, a parte per qualche canzone canticchiata qua e là credo di non averti mai sentito veramente cantare- le dissi, alzando un sopracciglio. –Non ce ne è mai stata l’occasione- disse Miley, scuotendo le spalle. –Quindi mi suonerai una tua canzone oggi?- chiesi, mostrando tutti i denti. –Non lo so, non una di quelle che riguardano te se è quello che stai pensando- disse, per poi inforchettare un pezzo di tacchino. Spalancai gli occhi –Quindi ci sono canzoni su di me?- questa notizia mi rese particolarmente su di giri. Invece di rispondermi, si mise in bocca una grossa forchettata di arrosto in modo da non poter parlare, mentre io risi. Beccata.

Il resto del pranzo del Ringraziamento andò alla grande. Fu abbastanza rumoroso e ricco di risate e racconti. Zio Earl ci intrattenne con i suoi aneddoti, facendo un po’ il burlone. Miley fu un po’ imbarazzata all’inizio ma vedendo che mi stavo divertendo cominciò a rilassarsi. Mi sentivo abbastanza a casa poiché vivendo in una famiglia rumorosa sapevo quello che comportava. Inoltre, come nella mia, la musica era una parte importante di questa casa. Adesso eravamo tutti in soggiorno, sparpagliati chi al divano chi per terra, armati di chitarre, armoniche e tamburi. Mi ero unito anche io con la chitarra, cantando insieme agli altri alcuni classici country. Io e Miley eravamo seduti uno accanto all’altro sul divano. –Tocca a Miley adesso!- annunciò suo zio. Lei diventò timida, ma tutti chiamarono il suo nome incitandola a cantare. Le porsi la chitarra che avevo in grembo, e lei reclutante la prese –Perché non suoni quella canzone che cantavi sempre insieme a tuo padre?- propose suo cugino Frank. Portai una mano sulla sua schiena, incoraggiandola. –Andiamo, non devi imbarazzarti con noi- dissi, rassicurandola –E prima o poi dovrai esibirti alla Julliard, quindi…- continuai. –Va bene- disse, arrendendosi –Ma voi che la conoscete venitemi dietro- si rivolse ai suoi cugini. Mi sorrise timidamente e si schiarì la gola. Pizzicò le corde della chitarra e cominciò a cantare.
Caterpillar in the tree, how you wonder who you'll be 
can't go far but you can always dream 
Wish you may and wish you mine 
don't you worry hold on tight. 
I promise you there will come a day 
Butterfly Fly Away 
Butterfly Fly Away
La sua voce era profonda ma allo stesso tempo dolce. Semplicemente bellissima. Mi lasciò senza parole. In quel momento non riuscii a togliergli gli occhi di dosso. Il modo in cui si lasciava andare mentre cantava, socchiudendo gli occhi. Il modo in cui le sue dita si muovevano lungo le corde della chitarra. La sua voce lasciava trasparire tutte le sue emozioni. Bellissima. Nel frattempo, gli altri che conoscevano la canzone si unirono con lei a cantarla, facendo da accompagnamento.

Catch your wing now you cant stay 
Take those dreams and make them all come true 
Butterfly Fly Away
We been waiting for this day 
All along and know just what to do 
Butterfly,Butterfly,Butterfly, 
Butterfly Fly Away
Finii la canzone e tutti la applaudirono. Lei sorrise timidamente e rivolse il suo sguardo verso di me. La guardai intensamente e portai una ciocca di capelli che gli copriva il viso dietro il suo orecchio. In quel momento, non sapendo nemmeno come fosse possibile, mi innamorai ancora di più di lei.
 
Più tardi mi portò a fare un giro per la campagna, raccontandomi storie ed aneddoti di infanzia di ogni cosa ed ogni posto che incrociavamo lungo la strada. Ammetto che a volte smettevo di seguire i suoi discorsi, ma mi perdevo nell’osservare come il suo viso si illuminasse ogni volta che parlava di questo posto. Per lei era davvero speciale. E se lo era per lei, allora lo era anche per me. Credo che fu una delle giornate più lunghe passate insieme in tranquillità, senza i paparazzi e i rumori della città. Se ci fosse stato possibile, avrei subito comprato una casa qui e avremmo potuto viverci per il resto della vita. Sentirmi pensare già a queste cose un po’ mi sconvolgeva. L’idea di stare tutta la vita insieme a qualcuno mi aveva sempre un po’ intimorito, ma adesso qui con Miley, la cosa non mi infastidiva più come una volta.
Anzi, non vedevo l’ora di passare il resto della mia vita assieme a lei.
–Mi stai ascoltando?- Miley ridacchiò, distogliendomi dai miei pensieri. –Scusa, mi ero distratto- gli sorrisi, mentre continuavamo a camminare. Lei si girò verso di me, camminando all’indietro –A cosa pensavi?- mi chiese, incuriosita. –A quanto ti amo- risposi, senza esitazioni. Lei sorrise e si morse il labbro inferiore, e fissò lo sguardo sulle sue scarpe. Dandomi le spalle, camminò per altri venti metri per poi sedersi sul verde. La seguii, sedendomi dietro di lei e aprii le gambe, avvinghiandola con le mie braccia e facendola appoggiare sul mio petto. La sua testa si trovava nell’incavo tra il mio collo e la spalla. Baciai i suoi capelli e lei tirò un sospiro di sollievo, socchiudendo gli occhi. Il sole stava cominciando a tramontare ed entrambi restammo in silenzio a guardare il panorama che ci stava davanti.
-Non capirò mai perché hai scelto me, potevi avere chiunque.- disse rompendo il silenzio, con tono basso e rilassato -Nel mondo in cui lavori sei circondato da ragazze perfette, eppure hai voluto me, che sono tutt’altro che perfetta. Insomma sarebbe stato tutto più semplice- la girai verso di me in modo da poterla guardare negli occhi, e la zittii con un bacio –Come tu mi dissi una volta, non siamo noi a scegliere le persone di cui ci innamoriamo – sussurrai tra le sue labbra, per poi scherzare un pochino -E poi sono Nick Jonas, non scelgo la strada più semplice. Sono sempre aperto a nuove sfide- lei mi colpii il braccio facendomi ridere –Sempre a rovinare i momenti- girò gli occhi, trattenendo un sorriso. –No ma sul serio Miley, tu non devi nemmeno provare a paragonarti a nessun’altra, semplicemente perché non c’è nessuno come te. Prima cosa nessuno è perfetto, nemmeno il sottoscritto- dissi. –A questo punto dovresti dire “no non è vero, per me lo sei”- e come risposta lei ridacchiò. –Idiota- disse alzando il tono di voce. Si girò completamente verso di me, portando le sue mani attorno al mio collo. –Continua con il discorso, mi stava piacendo … - mi sussurrò con fare seducente, incoraggiandomi a continuare il discorso. Ma in questo modo non faceva altro che distrarmi. Le presi il mio viso tra le sue mani, guardandola dritta negli occhi –Per me non c’è niente di più bello che te. Voglio te e basta, non so in che altro modo fartelo capire. Tutte le tue imperfezioni, i tuoi errori, i tuoi sorrisi, le tue risatine, le tue battute, il tuo sarcasmo. Amo tutto di te Miley- conclusi per poi attirarla nel bacio più profondo e più appassionato che mai avrei potuto dargli.
-Ti amo così tanto- disse Miley accarezzandomi il viso. Con una mano sul mio petto mi spinse giù nel prato, attirandomi in un bacio che mi tolse via il fiato. Ridacchiammo durante il bacio. Lei era sdraiata sopra di me e io ribaltai le nostre posizioni, in modo da farla distendere sul prato. Baciai il suo collo, e lo sentii vibrare tra le mie labbra per via delle risate. Era bellissima, ed era mia. Affondando le dita tra i miei capelli mi catturò in un altro bacio.
Non c’era niente di più bello e di più prezioso di quel momento.

 
 
 
 
 
   
 
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