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Autore: Tnecniv Victus Mors    08/09/2015    7 recensioni
Beh se cercate una creepypasta penso che non siate nel posto giusto visto che è una semplice storia su un bambino e sull'incontro di suo padre in uno sfondo "Horror"........ ok.... è anche una Creepypasta.
Amate lo Slenderman?
In questa storia conosceremo il suo fantomantico figlio scomparso o per meglio detto rapito e della sua vita insieme ai suoi proxy e ad altre Creepy........
Se vi ho incuriosito allora entrate nella storia di uno scrittore che si mette alla prova.
TRATTO DA CAPITOLO 1
Lo Slender e il ragazzo si sono teletrasportati verso una magione, una piccola villa di tre piani circondata da una foresta di conifere innevata. 
Lo Slender entra, dirigendosi verso una delle stanze, per appoggiarlo nel letto matrimoniale. 
-Quindi alla fine l'hai trovato?- 
Chiede una figura simile allo Slender, ma differente per il costante e lussurioso sorriso con qui attira le proprie vittime, per l'impermeabile nero lucido, un paio di pantaloni attillati del medesimo colore, un capello con una rossa rossa, stivali neri e una cravatta violacea. 
-Giá... che ci fai qui, Offender?- 
-Non posso venire a salutare mio nipote, soprattutto se é tornato a casa?- 
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Slenderman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cammino senza guardarmi indietro, i corpi senza vita degli scienziati sono tutti riversarti a terra, con una profonda ferita sul petto identica per ogni corpo; un profondo buco di una circonferenza pari a quella di un pugno.
Le mie mani sono ricoperte di sangue che non mi appartiene, mentre gocce cadono sulla mia fronte. 
Mi hanno chiamato mostro. È veramente questo il mio nome? Chi sono? Conoscevo tutto, sapevo pure che E=MC^2, ma non sapevo nulla di me. 

-Torna a casa... ti dirò chi sei... vieni...-

Sento una voce, e non so il perché ma voglio raggiungerla. 
Arrivo d'avanti ad una porta blindata in acciaio temprato, un sistema di sicurezza con uno scanner per le impronte digitali e della retina. 
Mi giro e corro verso la sala da cui sono arrivato finché non trovo uno di quegli scienziati. 
Lo guardo un attimo per poi prendere la testa con le mani e iniziare a tirare. 
Sento dopo pochi secondi un rumore di ossa rotte e pelle strappata, mentre il sangue inizia a gocciolare dalla testa tra le mie mani. 
Ripeto lo stesso procedimento con il braccio destro dell'uomo, trattenendolo con un piede mentre tiro. Ecco a ripetersi il medesimo rumore. 
Infine prendo la testa e mi dirigo verso la porta. 

Appena il battente si apre, una luce bianca mi acceca per un paio di secondi; inducendomi portare le braccia davanti agli occhi. 
Appena il senso di stordimento e accecamento termina riesco a distinguere ciò che ho davanti; una schiera di uomini armati e corazzati da una tuta antisommossa mi sta puntando contro una miriade di armi, ma io non provo nessun timore, il mio corpo non reagisce e rimane impassibile. 

-... Non avere paura... non possono farti nulla...- 

Sento di nuovo la vocina dentro la testa, non so il perché ma mi fido ancora e comincio a camminare mentre uno di quegli uomini mi intima di fermarmi. 

-Non fermarti... loro non possono farti nulla...- 

Subito un sibilo, poi un altro e un altro ancora, finché non diventa uno scroscio di proiettili che si abbatte sul mio corpo, ma io non sento nulla e continuo fino a che non smettono. 
E poi, mi ritrovo dinanzi a colui che dovrebbe essere il capo. 

-Itatsops... non oilgov itraf alem... oilgov olos eranrot a asac!- 

L'uomo sembra non capirmi e mi punta la sua pistola alla fronte. 

-Non farti fermare e vieni qui... figlio...- 
Nel momento in cui sta per sparare, un viticcio bianco prende l'uomo e lo scaraventa contro il muro mentre altri tre ne spuntano fuori. 
Continuo a camminare mentre chiunque si avvicini finisce tra i miei viticci... sì, sono miei, li sento, hanno una coscienza propria ma allo stesso tempo li posso controllare a mio piacimento, sono un prolungamento della mia essenza. 
Inizio a rendermi conto solo ora del mio corpo. La carnagione, da come posso notare dalle mie braccia, è di un bianco latteo come i viticci, ma al contrario di essi non è ricoperta da una strana patina ossea. 
I miei capelli sono lisci, lunghi fino al ventre e sono di un nero quasi lucido. 
Il mio camice è ricoperto di sangue, non c'è più nessuno in vita, solamente io. 

-Erdap, evod ies¿- 
-Sono qui... figliolo...-

Una figura, alta circa 2.50m, vestita di uno completo nero, una cravatta nero petrolio e un paio di mocassini a punta neri, compare. La pelle è ricoperta dalla stessa patina ossea che ricopre i miei viticci e nel volto non ha tratti somatici. 
Ma nonostante questo riesco lo stesso a "sentire" la sua gioia. 
Però, poi, all'improvviso, sento un dolore immenso provenire dalle mie spalle: un uomo che era rimasto in vita mi ha appena tagliato di netto i viticci. Il dolore è insopportabile, forse perché è la prima volta che lo provo. Stringo quello che rimane del viticcio, che sanguina un liquido denso e nero quasi come se fosse petrolio. 

-Iha¡¡ Af alem....àpap af asoclauq.- 

All'improvviso, papà scompare dalla mia visuale, sento un grido di dolore e lo scricchiolio di ossa nella direzione dell'unico sopravvissuto. 
Repentinamente, poi, vengo risollevato da terra. Sento girarmi la testa, i colori iniziarono a correre in tondo mentre il buio mi divora lentamente. 

-Àpap... imatuia.- 
-Shhh... adesso torniamo a casa.-

Lo Slender e il ragazzo si sono teletrasportati verso una magione, una piccola villa di tre piani circondata da una foresta di conifere innevata. 
Lo Slender entra, dirigendosi verso una delle stanze, per appoggiarlo nel letto matrimoniale. 

-Quindi alla fine l'hai trovato?- 

Chiede una figura simile allo Slender, ma differente per il costante e lussurioso sorriso con qui attira le proprie vittime, per l'impermeabile nero lucido, un paio di pantaloni attillati del medesimo colore, un capello con una rossa rossa, stivali neri e una cravatta violacea. 

-Giá... che ci fai qui, Offender?- 
-Non posso venire a salutare mio nipote, soprattutto se é tornato a casa?- 

Lo Slender non risponde e inizia a bloccare l'afflusso di sangue dal viticcio. 

-Passami delle bende, dobbiamo bloccare l'emorragia, se vogliamo che inizi a rigenerarsi.- 

I due Tall Man iniziano allora a curare il giovane, per poi uscire per lasciarlo riposare. 
Slender rimane sulla porta e prima di uscire dice: 

-Ben tornato a casa, figlio mio... ben trovato nella famiglia... Kyle...- 

 

Angolo di Mors.

Eccomi con una One-Shot o per meglio dire rispostare una One-Shot da EFP, sempre mia, qui su Wattpad , I'm a genius, sopratutto con un nuovo Oc, ossia il tanto famoso figlio scomparso della legenda sullo Slender a cui o voluto dare una sotto-specie di storia. Da quando potete capire parla una lingua tutta sua ma semplice da comprendere (Es: Calcio=Ioclac) ossia la famosa scrittura speculare di Da Vinci semplificata. 

Ma per rendervi la vita piu semplice: 

-Spostati....non voglio farti male...voglio solo tornare a casa...- 

-Papá, dove sei?- 

-Ahi!Fa male...papá fa qualcosa.- 

-Papa....aiutami!-

Un saluto da V.Victus Mors alla prossima storia.

   
 
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