Non
il momento migliore
E
stava abbracciato a Lily. In silenzio, lo sguardo fisso
sulle maledizioni che illuminavano a giorno le strade di Hogsmeade. La
stringeva forte a sé, timoroso che svanisse, che sgusciasse
fuori dal loro precario
nascondiglio, pronta a combattere. Ne inspirava il buon profumo di rose
e
vaniglia, James, i capelli di lei che gli solleticavano il naso
arrossato dal
gelo.
Sembrava
così piccola, rannicchiata tra le sue braccia.
Così spaventata, con le mani
premute sulle orecchie per non sentire le urla che si levavano da ogni
dove. E
James le accarezzava la schiena, lentamente, e non diceva nulla.
Poi
la Morte era arrivata.
Era
balzato immediatamente in piedi, la bacchetta stretta
in pugno. Pronto a uccidere, se
necessario.
Lily
aveva soffocato un grido, mentre fissava atterrita il mago
incappucciato in
piedi davanti a loro. Sarebbe morta. Sarebbe
morta, sarebbe
morta senza nemmeno aver avuto la possibilità di dire a
James che...
«Sono
incinta!»
Un
lampo di luce baluginò sullo stretto viottolo, il
braccio destro perse sensibilità, fuori controllo. E James
imprecò, non appena
il dolore si palesò, improvviso, facendogli vedere le
stelle. Lily gridò,
strillando incanti difensivi e dandosi della stupida incosciente ed
egoista per
non aver tenuto la bocca chiusa, per aver scelto il momento peggiore
per
condividere con l'amore della sua vita un segreto che si portava
appresso già
da cinque settimane. Ricordò la paura instillatasi dentro di
sé alla vista di
quelle due sottili lineette rosa, una paura mista a una gioia
selvaggia...
Ma
James sarebbe morto. James
sarebbe morto per colpa sua, distratto da un atto di puro egoismo di
sua
moglie. James che si teneva abbracciato a lei e con il suo silenzio le
infondeva coraggio, ricordandole che lui c'era e
che non se ne sarebbe mai andato. Ma James sarebbe morto,
e non ci sarebbe stato più.
Poi
la paura si trasformò in rabbia cieca, e con un unico
gesto della mano, a labbra strette, i denti che mordevano l'interno
delle
guance fino a sentire il sapore acre del sangue in bocca, Lily
mandò il
Mangiamorte a cozzare contro il muro di pietra del vicolo. L'ombra nera
cadde
in silenzio, riversandosi su un fianco, poi rimase immobile.
Lily
si affrettò a raggiungere il corpo ansimante di James, sul
cui volto scintillavano
sudore e sangue.
«James,
tesoro» rantolò, dando una rapida, spaventata
occhiata alla ferita. La maledizione aveva aperto uno squarcio
all'altezza
dell'avambraccio di suo marito, che a denti stretti cercava di
trattenersi
dall'urlare. Era così pallido, il suo James, che Lily ebbe
di nuovo il peggiore
dei pensieri. Stava accingendosi a recitare uno degli incanti curativi
più
potenti di cui fosse a conoscenza, quando si sentì
strattonare verso il basso,
tra la polvere e il sangue e le lacrime di James che ora la teneva
stretta al
proprio petto, dov'era giusto che fosse, ignorando bellamente l'acuto
dolore
provocato dall'incantesimo dello sconosciuto Mangiamorte. La sua mente
lavorava
frenetica, senza seguire alcuna logica, e ripercorreva a
velocità inumana
quanto era appena successo, l'eco di quelle strane parole che
rimbombava nelle
sue orecchie.
Sono
incinta.
Se
davvero era rimasta una briciola di felicità in quel
mondo che andava a pezzi, James era pronto a cibarsene seduta stante, e
poco
importavano le urla attorno a loro, poco importava Voldemort e la scia
di
sangue che si stava lasciando appresso.
Lily
Potter era incinta e lui sarebbe diventato padre di una creatura che
avrebbe
incarnato l'amore stesso, un bambino che avrebbe amato e protetto fino
alla
fine dei suoi giorni.
«James—»
sussurrò di nuovo Lily, la voce
spezzata, il cuore che le batteva all'impazzata. Una piccola mano calda
salì ad
auscultare i battiti del suo cuore, convulsi quanto quelli di lei.
«Ti
amo» la interruppe, stringendola ancora di
più a sé. Lei rimase in silenzio, le prime
lacrime che luccicavano da sotto le
lunghe ciglia scure. Gli si avvicinò con delicatezza,
terrorizzata dall'idea di
potergli fare del male sfiorandogli involontariamente la ferita.
Sfiorò le sue
labbra con la punta delle dita, posandoci poi un tenero bacio che
sapeva di sangue
e promesse. James sorrise contro la bocca di Lily, resa umida dal
continuo
ruscellare delle lacrime di entrambi, poi percepì la mano di
lui sul proprio
ventre, che ancora celava perfettamente la nuova vita che stava
crescendo al
suo interno.
E
stava abbracciato a Lily. In silenzio, il volto premuto
tra i suoi capelli rossi, mentre tutt'intorno la battaglia ancora
infuriava. La
stringeva forte a sé, posando delicate carezze sul suo
ventre ancora piatto,
quasi si aspettasse che da un momento all'altro il loro bambino gli
rispondesse,
rassicurandoli.
E
ringraziava di aver trovato James.
Ad
occhi chiusi, Lily si domandava cosa avrebbe
significato una vita senza di lui; scacciava poi quello stesso pensiero
con
rabbia, ancorandosi al suo presente.
E
stava abbracciata a James, e al loro figlio non ancora
nato, ignara del destino che già incombeva sulle loro vite.
NdA: Una piccola
James/Lily, per voi, perché
sono l'amore, perché è stato grazie a loro se
sono riuscita a ritrovare la
voglia di scrivere.
Veronica