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Autore: Lukeee    08/09/2015    2 recensioni
Se un fiore può crescere e sbocciare tra i sassi, può un amore sopravvivere a intrighi e guerre?
Dal testo:
“Sei pronta a seguirmi? Sarà una via oscura e…e molto difficile. Sei pronta a mettere in gioco tutta te stessa?”
Per un istante che durò millenni si fermò.
“Noi…noi danzeremo coi draghi”
Non sapeva se prenderla come un’affermazione o una domanda. Ma era sicura della scelta che aveva preso. E decise che era la seconda opzione.
Trovò la forza di parlare, mentre il cuore accelerava.
La notte era oramai scesa e le stelle assistevano a quello che forse sarebbe stato ricordato come il principio di una nuova era.
Lei gli sorrise sinceramente. E poi, lentamente, le sue labbra articolarono poche ma inequivocabili parole.
“Yes Trystane. We will dance with dragons”
- Myrcella Baratheon - Trystane Martell - Aegon VI Targaryen - Arianne Martell - Jon Snow - Cersei Lannister - Jaime Lannister - Tommen Baratheon - Howland Reed - Daenerys Targaryen - Mark Ramius (New) - Stone Temple/Jon Connington - Daario Naharis/Euron Greyjoy - Tyrion Lannister
Storia che rende giustizia a una delle tante inutili vittime del finale di stagione.
Ora e sempre, long live the lioness
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Myrcella Baratheon, Nuovo personaggio, Trystane Martell, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 13


Long live the lioness





Drive until you lose the road
Or break with the ones you've followed
He will do one of two things

He will admit to everything
Or he'll say he's just not the same

 
How to Save a Life, The Fray

 

 

 

 

Meereen, sei mesi dopo

 

 

Il tanfo di quella città era qualcosa di…allucinante. E combinato con il caldo, era davvero micidiale.
Quanto gli mancava il clima dell’occidente. Ma se tutto sarebbe andato per il verso giusto, presto…
Sospirò. Troppe, troppe questioni gli affollavano i pensieri. Mille cose da fare, da sistemare, da pianificare, da prevedere in ogni minimo dettaglio.
Se quello, che altro non era che preparativi, richiedeva tutto ciò, non osava immaginare cosa fosse governare i Sette Regni…No, non voleva pensarci.
In mezzo a quel caos di pensieri, gli balenò per un istane un pensiero.
Doveva assolutamente mandare notizie a Trystane. Dèi, erano passati quasi due mesi dall’ultima lettera che aveva spedito da Tyrosh.
Loro…beh, dovevano essersi finalmente sposati. Suo cugino e…la principessa. Sospirò al ricordo. Era mai stato più sorpreso e spiazzato in vita sua di quando aveva conosciuto Myrcella? Era completamente diversa, l’esatto opposto di come se l’era immaginata, di come l’aveva configurata dalle parole di Trystane. La cosa probabilmente era stata reciproca. Lei si aspettava un drago pieno di rancore, assetato di sangue e vendetta, con in mente solo il passato. Ma per quanto le fosse rimasta visibilmente sconvolta nello scoprire che non era così…aveva reagito subito, si era immediatamente adattata alla nuova situazione, era riuscita a parlare con lui senza complessi o pregiudizi, liberamente. Era…
Suo cugino…aveva trovato una donna eccezionale, un sostegno, un punto di riferimento, un aiuto costante e che non sarebbe mai e poi mai venuto meno. E poi era anche bellissima. Il principe di Dorne non poteva assolutamente lamentarsi.
Questi pensieri lo fecero finalmente sorridere. Un sorriso in cui, come sempre, la parte malinconia della sua indole volle porre una sfumatura.
Sospirò.
Aveva anche bisogno di notizie dalla capitale. Come stavano andando i preparativi, cosa stavano facendo i Tyrell, se qualcuno sospettava qualcosa. E voleva anche novità dalla barriera. Aveva intrapreso quel viaggio sapendo che gli estranei erano ancora troppo, troppo a nord.
Ser Stone era rimasto a dirigere e comandare gli uomini, a preparare…il caldo benvenuto che loro, i draghi, avrebbero dato agli estranei e al loro esercito di morti.
Si chiese se fosse stata una scelta saggia lasciarlo là. La sua fedeltà di certo non era in dubbio e nemmeno la sua abilità di comando e militare. Tuttavia…quello che aveva passato…l’aveva minato nel profondo.
Scosse la testa. Era già impazzito abbastanza su quell’argomento. E non voleva dedicarci altro tempo o energie. Sapeva di avere fatto la scelta migliore. O forse…la meno peggiore. No, no, no. Non doveva pensarci.
Lui e Jon erano giunti in città un paio di settimane prima. Ma Daenerys non era a Meereen. L’avevano raggiunta lungo il corso del fiume. E questo era il primo vero concilio che si teneva da quando erano rientrati in città.
Avevano già perso abbastanza tempo. Il viaggio era stato più lungo del previsto, e quell’inconveniente… Ma del resto, non poteva farci molto.
Tutto quello che doveva fare ora era…riportarla a casa.
The dragon must have three heads…” si ripetè mentalmente per l’ennesima volta.
La sala del trono era ora gremita da tutti i membri del concilio della regina.

Un ammasso di incapaci che non riuscivano nemmeno a mantenere l’ordine e la pace all’interno della città.
Attorno al tavolo si susseguivano alcuni nobili meerenensi. Arpie. Certo, vestite bene, profumate, gentili, amichevoli, collaborative, reverenziali. Anche troppo. Erano schifosamente falsi.
Non aveva davvero idea di come Daenerys riuscisse a sopportarli. Lui era il primo ad essere pronto a lasciarsi le spalle il passato, a tendere la mano verso i vecchi nemici, a rimettere tutto in gioco. Ma dall’altra parte dovevano essere altrettanto volenterosi e determinati a dare una svolta, a cambiare. Altrimenti…

Il drago non accettava di essere preso in giro. Era tanto pronto a tendere una mano quando a lanciare un affondo di spada.
“Un re deve saper valutare e soppesare ogni decisione nei minimi particolari. Ma deve anche essere risoluto e inflessibile nell’applicarla” si ripeté mentalmente. Fin da bambino gli avevano impresso in mente quella frase. Era un ottimo consiglio. E mai e poi mai avrebbe potuto dimenticarlo.
Seguivano i vari capitani delle compagnie libere, il comandante degli immacolati…Verme Grigio? Si, si chiamava così, se la memoria non lo ingannava.
Veniva poi…una leggenda. In armatura scintillante e impeccabile come al solito, la spada al fianco, un leggero e candido drappo bianco sulle spalle e un ordinato ciuffo di capelli altrettanto candidi e bianchi sul capo.
Barristan Selmy aveva servito una regina e quattro re fino ad ora. E Aegon si augurava potesse servire abbastanza a lungo anche un quinto.
La regina era seduta a capotavola, nel punto più lontano rispetto alla porta.
E di fianco a lei c’era… “Eccolo” pensò il principe con disprezzo.

Doveva occuparsi di quell’uomo il prima possibile. Daenerys non aveva la più pallida idea del pericolo che stava correndo. Già quando l’aveva conosciuto, prima di partire per l’occidente, c’era stato qualcosa… Come se un sesto senso gli dicesse già di diffidare di quell’uomo. E nei Sette Regni…aveva avuto un’agghiacciante confessione che aveva confermato la sua diffidenza. Ora doveva dirlo a lei. Ma non sarebbe stato facile convincerla…
Si portò in disparte su un lato della sala, non troppo lontano da lei.
Stavano discutendo di questioni interne e lui non aveva la benché minima intenzione né tantomeno voglia di interromperli.
Quella discussione, o meglio, quel delirio, sembrava non avere mai fine
Alla fine sembrarono riuscire a trovare una precaria e momentanea soluzione. Continuavano a rappezzare, ma l’enorme buco non si sarebbe mai e poi mai potuto chiudere.
Lei finalmente lo degnò di uno sguardo. E comprese all’istante che qualcosa non andava. Che doveva dirle qualcosa.
Con un gesto della mano invitò tutti ad uscire dalla sala.
Quando finalmente furono soli osò avvicinarsi a lei.
Daenerys…dèi, perché deve essere tutto così complicato?”
Prese un lunghissimo respiro.
Non vorrei farti così male. Ma non posso nasconderti la verità, nemmeno per proteggerti.”
La regina lo fissava stupita, incuriosita e forse, dentro di sé, anche un po’ preoccupata e intimorita.
Aegon sospirò e lasciò che le parole tanto a lungo cercate e soppesate fluissero lente e solenni come un grande fiume.

La reazione di lei fu…ovviamente si aspettava che rimanesse incredula, sconcertata, distrutta, che si sentisse tradita, abbandonata, debole, stupida.
Ci fu tanta, tanta incredulità negli sguardi che Daenerys gli restituiva. Ma quando riuscì finalmente a convincersi che lui non le stava mentendo…vide rabbia, rabbia e furore cieco divampare come un incendio incontrollato insieme a…dèi, non osava immaginare come si dovesse sentire.

Ma lei era il sangue del drago. Non poteva soffrire per quello. Non poteva versare lacrime per…per quell’uomo.
Non avrebbe mai e poi mai voluto dirle così, ma doveva.

“Puoi perdonarlo, dargli un’altra opportunità, continuare a seguirlo, a fidarti di lui. Ma ti guiderà fino a farti smarrire la strada. E a quel punto…”
Le si avvicinò, andando a stringerle i polsi con le mani.
Oppure rompere, distruggere tutto. Abbandonare questa via, non mostrare neanche un briciolo di pietà per questo...”
Non ebbe modo di finire la frase. La voce di lei risuonò, forte, decisa, determinata, carica di furore e solo leggermente incrinata dalla morsa che le attanagliav la gola.
Per questo lurido traditore…si è approfittato di me, mi ha ingannata dopo che io avevo riposto la mia fiducia in lui. Recitava…non era altro che una farsa per raggiungere i suoi meri obbiettivi. Ha persino finto di…di amarmi per…”
Abbassò per un istante il capo.
Per portarmi via i miei figli…”
Scosse la testa, con gli occhi violetti persi in un orizzonte immaginario, persi tra mille e mille pensieri di rabbia, di dolore, di sconforto, di vendetta.
Non una singola lacrima cadde da quegli occhi.
Se spera di potersi appellare a ciò che siamo stati per…per avere clemenza, si sbaglia di grosso.”
Quegli stessi occhi violetti andarono a incrociare quelli, le perle di ossidiana, di Aegon.
Siamo draghi. E i traditori conosceranno sempre la nostra furia”
Un ennesimo sorriso malinconico gli si dipinse sul volto. Le parole di Daenerys erano forti, determinate, furiose. Stava imponendo a sé stessa di essere forte, stava reprimendo in un angolo di sé stessa tutto il dolore che quella verità l’aveva causata. Ma sapeva meglio di chiunque altro che prima o poi quella barriera interiore sarebbe caduta.
Riprese a sussurrarle, confortante.
“Negherà, proverà ad ammorbidire tutto, a fare leva su quello che tu provavi per lui…”
Sospirò amaramente.

“He will do one of two things…he will admit to everything…or he'll say he's just not the same…” le sussurrò.
Lo sguardo di lei non era cambiato di una virgola. La sua forza di volontà era qualcosa di straordinario. Quasi la invidiava per questo. Ma Daenerys era pur sempre una donna. Lui sapeva benissimo che prima o poi quella forza sarebbe venuta meno.
Non lo posso perdonare. No, non avrà nessuna pietà” ripeté ancora, distaccata, furiosa.
Si scambiarono un ultimo sguardo.
Daenerys si voltò verso l’ingresso, ordinando di farlo entrare.
Passarono solo pochi secondi e l’uomo varcò la soglia.
Venne rapidamente avanti e si pose a pochi metri da lui.
“Mi hai chiamato, mia regina?” chiese. Sembrò contrariato e sorpreso dalla gelida occhiata che Daenerys gli restituì.
Certamente si aspettava una risposta da lei, ma fu Aegon a parlare. Soppesò le parole, unendo al disprezzo e alla rabbia solennità e distacco.
“Finalmente ci conosciamo, Daario Naharis.”
Si fermò per un istante.
“O forse dovrei dire…Euron Greyjoy”




 

 

-        -        -        -        -        -

 

 

 

Approdo del Re

 

 

Chiuse gli occhi, ansimando.
Sentiva la pelle bollente, come in fiamme. Lanciò via le coperte, lasciando che l’aria fresca della notte le accarezzasse la pelle. Le braccia e le gambe erano intorpidite, leggermente doloranti. Trystane non si era certo trattenuto…

Ma non poteva certo dire che questo le era dispiaciuto. Sorrise.
Il respiro poco a poco le si calmò.
Avvertì una mano che andava a perdersi tra i suoi capelli.
Riaprì lentamente le palpebre, voltandosi verso di lui.
Lo sguardo del principe era rivolto verso di lei, ma in realtà era perso come lui tra i pensieri.
“Trystane…” gli sussurrò.
Lui tornò a mettere a fuoco, sorridendole. La sua mano si spostò dai capelli al volto, ad accarezzarle la guancia cerea.
“Stavo pensando che…” cominciò a dire, con voce quasi malinconica.
Non sarebbe bello se…se fosse sempre così” sussurrò fantasticando, fissandola negli occhi.
“Tu, io e…nessun altro…”
Myrcella sospirò, divertita. Per un attimo si fece catturare da quell’idea.

Sì, sarebbe stato…
Sarebbe stupendo…sarebbe fantastico…” disse, sognando ad occhi aperti. Sapeva che però non sarebbe mai stato… Stava per aggiungere quel “ma” terribilmente triste e soprattutto reale, ma lui la interruppe.
"Let's do it..." sussurrò quasi follemente, fermandosi un istante per farle capire che non scherzava. Riprese a parlare, trascinato dall’immaginazione.
“Abbandoniamo tutto, prendiamo la prima nave in partenza per Essos e poi…” disse, con occhi che brillavano di sogni e di leggera follia
“E poi vivremo come persone normali nelle città libere… Lys, Volantis, Braavos… Saremo liberi di…
Si avvicinò a lei.
“Liberi di essere due qualunque, senza pesi, senza responsabilità, senza nessuno a chiederci e ad aspettarsi nulla da noi… liberi di poter fare ciò che più vogliamo…liberi di amarci e nient’altro
Senza darle il tempo di replicare, andò a sfiorarle le labbra. Lei chiuse gli occhi, abbandonandosi al principe.
Lui si staccò, scendendo a baciarle il collo. Myrcella gemette.

No, doveva parlargli. Non potevano…non di nuovo.
“Trys…” sussurrò, mentre si lasciava sfuggire l’ennesimo gemito.
Si morse forte il labbro. “Dì quello che devi dire” si ordinò.
“Mi hai chiesto se sarebbe bello. Certo che lo sarebbe. Ma non possiamo…”
Alzò la schiena, appoggiandosi alla testata del letto. Lui rimase sdraiato di traverso, con il capo appoggiato sul grembo di lei.
Non possiamo…abbiamo delle responsabilità, dei doveri…”
Sorrise malinconicamente.
Non siamo due qualunque…”
Sospirò, scuotendo la testa. Si gustò il silenzio che era caduto per un po’. Ma dovevano parlare di…
“Novità da Dorne?” gli chiese, quasi distaccata. I suoi occhi andavano a perdersi tra la penombra della stanza, mente i pensieri cominciavano ad affollarsi nella sua testa.
Regnava una calma surreale. Il silenzio più totale, interrotto solo da un sottile e appena udibile soffio di vento. La magia della notte.
La voce di Trystane tornò a farsi sentire.
“Gli alfieri sono stati allertati…i mercenari dorati già in posizione. Al mio segnale…sarà guerra.”
Le tamburellò dolcemente con le dita sulla coscia.
“I Tyrell però…non se stanno rimanendo con le mano…
La sua voce era poco più che un sussurro. Sembrava…stanco. Era abbandonato su di lei, rilassato, calmo.
“La navi ad Arbor si moltiplicano come topi, le spie sui nostri passi montuosi altrettanto…”
Si fermò un istante.
“E più o meno dichiaratamente Margaery ha fatto arrivare in città quasi altri ottocento, mille soldati delle rose…”
Sospirò stancamente. Myrcella completò la sua frase, con la voce che vibrava di una sottile sfumatura di rancore e tristezza.
Appena quella cagna spedirà via Tommen, ce ne dovremo andare di corsa da qua”
Lui annuì.
Stettero così, immobili, in silenzio.
Il flebile sussurro di lui arrivò nuovamente alle sue orecchie.
“La regina ha convocato un concilio per domani…e c’è qualcosa di grosso in ballo” disse, con gli occhi neri che scintillavano dei raggi di luna che entravano dal lucernario.
Rispose all’occhiata interrogativa di lei.
“Ha preteso che tutti i membri tornassero per essere presenti…ha bisogno di ufficializzare qualcosa di importante
Myrcella sospirò.
Perché deve essere tutto così complicato?” gli chiese. Sapevano entrambi che a quella domanda però non esisteva risposta.
Trystane le accarezzò il fianco con il palmo della mano.
La guardò negli occhi.
“Domani sarà un giorno tutt’altro che facile. Ma la notte è ancora lunga…” aggiunse con malizia, mettendosi a sedere.
Lei sorrise, abbassando per un istante lo sguardo. Andò a sfiorare il volto di lui.
“E allora fino al concilio, il Principe di Dorne sarà mio. Mio e di nessun altro…” gli sussurrò a un orecchio.
Chiuse gli occhi, e andò a cercare le sue labbra.
E quella notte sembrò davvero non avere mai fine.

 

 





Note dell’autore:
 

mi scuso innanzitutto per il ritardo di questo capitolo, sarebbe dovuto uscire prima ma…beh, ho avuto il compleanno in mezzo e più che altro mi ci è voluto un po’ per riprendermi dalla nottata. Citando Il Pagante…sboccing like not tomorrow.
No, a parte queste parentesi, eccomi qui con questo nuovo capitolo.
Lo so, lo so. È una scelta folle. Daario e Euron. Lo so. Ma questa teoria…ha un qualcosa di stupendo e poi…è una delle più plausibili, delle più probabili.
Insomma, guardiamo i personaggi: entrambi sono violenti, sanguinari, non si fanno alcuno scrupolo, pensano di risolvere tutti i problemi ammazzando qualcuno. Sono entrambi un po’ folli, ma molto astuti e dei grandissimi oratori che sanno portare le masse dalla loro parte. E poi…ci sono delle “coincidenze” troppo in stile Martin per non essere espressamente volute. Il nome della compagnia di Daario per esempio: Secondi Figli nella serie (e Euron è il secondo figlio, dopo Balon) o Corvi della Tempesta nei libri (e ancora Euron è anche chiamato occhio di corvo).
Spero di aver chiarito ogni dubbio. Fatemi sapere le vostre opinioni in merito, ho fatto questa scelta per dare una svolta alla storia.
E fatemi come sempre sapere anche cosa ne pensate di questo capitolo. Lo so, le parti di Myrcella stanno diventando un filo noiose, forse sto trascinando troppo la scia mielosa post matrimonio, ma qui ho voluto riprendere un tema già trattato prima, la loro voglia di essere normali, di essere lasciati soli, di essere liberi di amarsi e niente altro. Nonostante questo desiderio di normalità però, sanno di avere delle responsabilità. Diciamo che ho voluto reinserire questo dubbio per non renderli due fredde macchine focalizzate solo sul dovere, sono pur sempre due ragazzi.
Tranquilli comunque, la prossima volta che vedremo lei e Trystane la situazione sarà diversa.
Ringrazio ancora tantissimo tutti quelli che lasciano feedback, siete un aiuto impagabile e un punto di riferimento importantissimo.
Al prossimo capitolo quindi…Ah, a proposito, vi preannuncio che sarà Aegon-centrico.
Stay tuned e, come sempre, long live the lioness.

 

 

 

   
 
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