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Autore: ehitsfrannie    09/09/2015    5 recensioni
Grace è un'aspirante giornalista costretta a tornare nella sua città natale per trovare uno scoop che non le faccia perdere il lavoro. Grace è anche la cugina di Stiles e, una volta venuta a conoscenza della cotta che suo cugino prova per Derek Hale, decide di aiutarlo nella sua conquista. Ma non tutto andrà secondo i piani...
Tratto dal testo:
[-Ami Stiles?-
Derek alzò gli occhi su Peter di scatto, come preso in fragrante. Ma la sua espressione era dura, impenetrabile, e non lasciava trapelare alcun sentimento. -Come devo dirtelo? Io non amo Stiles!-
-Lo sai cosa ho sentito non appena l'hai detto?- chiese Peter facendosi più vicino. -Il tuo cuore ha iniziato a battere più forte dopo le parole: "Io non amo".-
-Non significa nulla.-
-Puoi anche raccontarmi una balla ma non puoi mentire a te stesso.- replicò lo zio, mentre Derek spostava lo sguardo da un'altra parte. Peter però era sicuro di averlo in pugno. -Tu lo ami.-
Derek tacque. Un gelido silenzio li avvolse, e fu proprio allora che Stiles fece un passo indietro e lo scalino cigolò, tradendo la sua presenza.]
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I
 

Stiles ridusse gli occhi in fessure, mettendo a fuoco il cestino davanti a sé. Strinse tra le dita attorno al foglio di carta appallottolato e si concentrò.
Con una lieve spinta, la pallina volò dal banco di Stiles verso ciò che il ragazzo sperava essere il cestino, ma la sua mira lo tradì e il pezzo di carta finì esattamente a pochi centimetri dal viso del professor Finstock che stava seduto alla cattedra.
Il coach alzò pigramente gli occhi dal registro e spostò lo sguardo dalla pallina di carta a Stiles, il quale, seduto in primo banco, si schiaffeggiò la fronte con il palmo della mano, preparandosi all'ennesimo rimprovero.
-Stilinski.- lo apostrofò il professore con sguardo glaciale, afferrando la pallina tra le dita. -La tua mira ti tradisce non solo a lacrosse. Ti darò dieci esercizi in più da fare per casa.-
-Esercizi di...lacrosse?-
I compagni di classe risero alle spalle del ragazzo. Finstock mirò verso il cestino, dove la pallina di carta lanciata dal suo studente cadde dopo un'ampia parabola. -Di economia.-
Stiles alzò gli occhi al cielo, maledicendosi. La mira, in quel momento, era uno dei suoi numerosissimi problemi. Per citarne qualcuno, la sua migliore amica Lydia era scappata nuda dall'ospedale dopo essere stata morsa da un licantropo che, tra le altre cose, aveva riportato in vita e spettava solo a lui ed a i suoi amici proteggerla e proteggere coloro che si sarebbero imbattuti nella creatura che era diventata, perché Stiles non era sicuro che il morso l'avesse trasformata in un lupo mannaro. Proprio no.
Come l'avrebbero trovata? Stava bene? Avrebbero capito quale creatura era diventata?
Una lieve vibrazione all'interno della sua tasca lo ridestò da tutti quei quesiti. Tirò fuori il cellulare con attenzione, nascondendolo dietro l'astuccio così che il malvagio coach non aumentasse gli esercizi da dieci a trenta e aprì il messaggio.
Torna a casa appena finiscono le lezioni, c'è una sorpresa per te! Papà. Xx
Stiles ripose il cellulare in tasca e spostò lo sguardo verso la finestra, sperando ardentemente che le cose si sistemassero il prima possibile.

 

**

Non appena Grace sentì “Stressed out” dei Twenty One Pilots alla radio, la sua mano si allungò per alzare il volume.
Iniziò a battere le dita sul volante a ritmo della canzone, mentre fischiava la melodia osservando le auto dietro di sé nello specchietto retrovisore. Aveva decisamente fatto bene a noleggiare una macchina, nonostante lo sceriffo Stilinski le avesse consigliato di fare il viaggio dall'aeroporto verso casa in navetta – probabilmente per farla arrivare in ritardo per il funerale.
Già, il funerale di Kate Argent. La storia della psicopatica assassina che aveva dato fuoco a una casa di una famiglia innocente era arrivata fino alla Grande Mela ed era così che Grace aveva comprato il primo biglietto disponibile per Beacon Hills e aveva giurato al suo capo che sarebbe tornata con l'articolo dell'anno. In realtà, Grace voleva solo prendersi una lunga vacanza in un posto soleggiato e non claustrofobico quanto New York, ma se non fosse tornata con uno scoop interessante avrebbe perso il lavoro e ogni speranza di poter scalare la gerarchia sociale e diventare un giornalista apprezzato a dovere.
Quando la canzone finì sospirò e cambiò diverse stazioni radio fino a quando, impazientita e con il braccio che le doleva, non decide di spegnere. Prese il cellulare dalla borsa e compose velocemente il numero di John Stilinski.
-Pronto?-
-Ciao zio! Tra dieci minuti sono a casa.-
Dall'altro capo del telefono l'uomo fece un lungo sospiro. -Grace, dimmi che stai usando l'auricolare.-
La donna si morse il labbro, ricordandosi d'un tratto che stava parlando con un agente dell'ordine. -Uh, ho gli occhi incollati sulla strada, lo giuro!-
John rise e questo la fece rilassare. -Va bene, va bene. Tieni anche le mani sul volante, per favore. Ci vediamo non appena arrivi, sono sicuro che Stiles non vedrà l'ora di vederti!-
Grace sorrise, mettendo giù la chiamata. Lo sperava davvero.

 

**

Stiles chiuse la porta della classe con forza dietro di sé mentre la sua espressione si trasformava sempre di più in una smorfia arrabbiata. Attraversò il corridoio senza dire una parola mentre il suo migliore amico Scott lo inseguiva, arrancando dietro di lui.
-Ehi, amico, ci hai messo una vita ad uscire da quella classe!-
-Il coach mi ha dato degli esercizi in più da fare, per quello ci ho messo tanto.- disse Stiles, fermandosi un momento per permettere a Scott di affiancarlo. -E sono anche in ritardo! Devo tornare a casa subito.-
Scott aggrottò le sopracciglia. -Come mai?-
-E' una sorpresa.-
-Per me o per te?-
-Spero per nessuno. Sono stanco delle sorprese.- ammise Stiles mentre uscivano dall'edificio. Scott tolse il gancio alla sua bici e Stiles montò sulla jeep.
-Vieni a prendermi alle sei?- chiese Scott prima che Stiles potesse chiudere il finestrino.
Lo abbassò nuovamente, guardando perplesso il suo amico.
-Per il funerale della zia di Allison. Le ho promesso che le sarei stato vicino.-
Stiles roteò gli occhi, ma annuì comunque. Scott aveva due insufficienze, la bocca storta e problemi a socializzare ma la sua vita sentimentale superava di gran lunga quella di Stiles.
E non perché Stiles non trovasse nessuno, oh no. Lui aveva qualcuno nella mente da un bel po': Derek Hale.
Derek era l'uomo che l'anno prima aveva quasi rischiato di buttare in prigione per delle false accuse e che, alla fine, non si era rivelato essere meno innocente. Era nato da una famiglia di licantropi che era stata decimata in un incendio e l'unico superstite era lo zio, Peter, che non aveva fatto una migliore fine.
Però Stiles non aveva potuto far a meno iniziare a provare qualcosa per lui. Sì, Stiles provava davvero qualcosa di importante per quel ragazzo, qualcosa che gli attanagliava lo stomaco e che non gli faceva chiudere occhio la notte, qualcosa che non avrebbe potuto tenere nascosto a lungo. E ogni volta che notava come Scott guardava Allison si chiedeva se mai Derek lo avrebbe guardato allo stesso modo o se avrebbe mai corrisposto i suoi sentimenti.
Stiles si riscosse dai suoi pensieri, scuotendo la testa. Annuì verso Scott e accese la macchina, uscendo dal parcheggio.
Derek poteva anche sembrare minaccioso, vendicativo e costantemente infelice, ma Stiles era certo che dietro quell'armatura d'acciaio vi fosse un anima buona. Voleva togliergliela e curare le ferite dietro di essa, ma Derek lo respingeva ripetutamente e Stiles non sapeva più come fargli capire ciò che provava senza venir deriso o ferito.
Nessuno sapeva della sua cotta per Derek e così doveva essere. Se qualcuno lo avesse scoperto, per lui sarebbe stata la fine.
Stiles strinse il voltante tra le dita a tal punto di far diventare le nocche bianche. Non avrebbe mai sopportato un secco rifiuto, ed era per questo motivo che aveva preso la saggia ma dolorosissima decisione di tenersi tutto dentro, sperando che questa sua ossessione per il misterioso licantropo dagli occhi magnetici sparisse il prima possibile.
Essendosi accorto di essere ormai in prossimità di casa sua sterzò appena per parcheggiare l'auto in garage ma fu costretto a frenare non appena notò che il posto della sua jeep era già stato occupato da un'altra macchina.
Aggrottò le sopracciglia, infastidito, e decise di accostare la macchina davanti a casa. Prese lo zaino e suonò il campanello.
Da lì ad un secondo le sorprese sarebbero state innumerevoli.
Ad aprirgli fu l'ultima persone che Stiles si sarebbe aspettato e un istante si trovò braccato in un abbraccio stritolatore. Stiles aveva provato diverse volte l'impressione di soffocare, ma mai in quel modo. La stretta di sua cugina Grace era così forte che si ritrovò presto con il viso rosso e gli occhi vicini all'uscire dalle orbite,
Quando lo sentì bofonchiare qualcosa come: -aiuto, non respiro- Grace decise di lasciare la presa, per osservare dall'alto al basso suo cugino.
-Cavolo, Stiles. Non ci vediamo da un po', ma l'adolescenza ti ha colpito come un camion!-
Stiles si trattenne dal replicare e si concentrò sulla ventitreenne che aveva davanti.
Grace non era cambiata per nulla: era alta quanto lui, i lisci capelli biondi le ricadevano sulle spalle e i grandi occhi azzurri brillavano dall'emozione. Non si vedevano da tre anni, ma Stiles poteva giurare che sua cugina fosse rimasta la ragazza dall'ironia pungente e il sorriso sempre stampato in faccia con la quale aveva sempre avuto un rapporto di complicità e fiducia.
Anche lei aveva frequentato il liceo di Beacon Hills, ma aveva poi deciso di trasferirsi nell'altra costa degli Stati Uniti per studiare e diventare giornalista, il lavoro che aspirava da sempre. Ora, per un motivo ancora a lui sconosciuto, Grace era tornata.
Ma con le stranezze che succedevano in città e i problemi che si sarebbero poi presentati, Stiles sperò in cuor suo che se ne andasse presto.
-Uhm...grazie, Grace.- balbettò Stiles grattandosi il capo. -Tu invece sei sempre uguale.-
Dalla sottile bocca uscì una risata acuta e cristallina che gli ricordò per un piccolo – piccolissimo – momento quella di sua madre. -Lo prendo come un complimento!-
-Sai già dove dormirai?-
-Tuo padre mi ha detto che la camera degli ospiti è disponibile, spero non ti dispiaccia se dividiamo il bagno per un po'.-
Stiles, che nel frattempo aveva lanciato il suo zaino di fianco al tavolo della cucina e stava per aprire il frigorifero e svuotarlo, si fermò con l'anta spalancata. -No, ti prego.- si girò con le mani unite a mo' di supplica e la bocca mezza spalancata verso Grace. -Dividere il bagno no.-
-Dove dovrei fare i miei bisogni fisiologici, Stiles?- chiese allora questa sedendosi su una sedia e puntandogli l'indice con fare accusatore. -Lo so che preferiresti che andassi in albergo!-
-Devo essere sincero?- domandò Stiles afferrò il succo d'arancia dal frigo e pane e burro di arachidi da una credenza, posando tutto sul tavolo davanti alla cugina. -Tu mi devi ancora un favore!-
L'espressione di Grace cambiò da accusatrice ad esasperata. -Un favore...per cosa?!-
-Devo ricordarti di quella volta in cui sei scappata di casa e ti ho fatto nascondere sotto il mio letto per un giorno intero portandoti cibo ed acqua?-
Grace corrugò la fronte. -Ma avevo dieci anni!-
-Ma io l'ho fatto comunque!-
La ragazza alzò gli occhi al cielo, afferrando una delle fetta di pane con il burro che Stiles si era preparato. -Be', che ti piaccia o no, John mi ha dato il permesso di restare per quanto tempo io voglia.- si sporse sul tavolo, guardando il cugino dritto negli occhi con aria malvagia. -E farò di tutto per fare in modo che il mio soggiorno sia il più lungo possibile.- a quel punto si alzò con mezza fetta di pane morsa in mano per dirigersi verso il piano superiore.
-Sei malefica.- esclamò Stiles ridacchiando. -Ma dovrai comunque lasciarmi il posto auto libero per la mia jeep!-








Here I Am!
Ciao a tutti :) Facciamo un po' di chiarezza: punto primo, sono una Sterek shipper. Ma credo che questo l'abbiate già capito, hihi.
Nella storia siamo appena agli inizi della seconda stagione e Peter Hale è già resuscitato (lo amo troppo per non poterlo inserire, scusatemi lol), Lydia e Jackson sono stati trasformati in qualcosa di indecifrabile e una nuova comparsa è arrivata in città. Ho fatto finta che Grace fosse la figlia della sorella della mamma di Stiles (?) e che insieme abbiamo passato molti momenti felici e altri no, come due fratelli acquisiti, che abbiano condiviso il dolore nella perdita di Claudia e che ora si siano riconcigliati. Lei è una giornalista  che è venuta a conoscenza delle stranezze che capitano a Beacon Hills e quindi ficcherà il naso molto spesso in ciò che farà di Stiles, ma di questo ci occuperemo più avanti hahah!
Bene, adesso devo proprio andare. Spero commentiate in tanti con la vostra opinione su questo primissimo capitolo, fa sempre piacere! 
A molto presto, 
Frannie.

   
 
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