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Autore: Delirious Rose    09/09/2015    0 recensioni
Ashley Valondja interpreta la Fanciulla nella Compagnia dell’Astrologiaio: vorrebbe avere il ruolo dell’Eroe (anzi, se potesse farebbe l’eroe e basta), ma l’impellente necessità di denaro della Compagnia lo costringe da mesi ad assumere anche quello della Cortigiana. Fuori scena. Ashley saprà cogliere l’occasione di realizzare il suo sogno e ottenere giustizia quando un mecenate lo inviterà a pranzo?
{questa storia partecipa al contest "Love for a fee" di Yuko-chan}
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Il giorno dell’interrogatorio, Malba aveva portato ad Ashley un abito sobrio e gli aveva acconciato i capelli con l’acconciatura più semplice che conoscesse. Mentre le guardie lo scortavano a palazzo – Souitnoi Lediak era pur sempre un membro della famiglia reale, nipote della Sua Eccellentissima Maestà, Re Denev – Ashley prese coscienza che quella sarebbe stata la sua ultima interpretazione della Fanciulla, che ne fosse uscito con la testa sul collo o in una cesta.
Aveva singhiozzato mentre attraversava la sala del trono, aveva tremato quando era stato buttato in malo modo a terra, aveva balbettato a ogni domanda che il sovrano gli aveva posto attraverso il ciambellano – perché il Sire dei Liberi Uomini di Vernolia non poteva abbassarsi rivolgendosi a una vile attricetta. Ashley aveva avuto modo di limare per bene il suo monologo, nei tre giorni trascorsi in una cella del Tempio.
Non era stata Ashley Valondja a uccidere Souitnoi Lediak, ma un ladro o un sicario con l’accento di Dwerissi – perché l’uomo chiamato Thalbas gli aveva confidato che l’obiettivo aveva nemici in quelle contrade. No, non ricordava esattamente il volto dell’uomo: le lampade erano fioche e una sciarpa nascondeva naso e bocca dell’assassino – usò i connotati di un mendicante che aveva notato in un vicolo del porto. No, la servitù era arrivata troppo tardi, ma sperava che l’assassino fosse trovato presto perché Souitnoi Lediak aveva difeso lei e se stesso e aveva ferito l’aggressore prima di cadere sotto la sua lama.
La Sua Eccellentissima Maestà gli concesse il beneficio del dubbio e Ashley dovette tornare nella cella del Tempio per un’intera luna.
Dieci giorni dopo l’udienza, gli fu permesso di ricevere una visita da parte di Malba, la quale gli portò notizie di Arthea. Un uomo potente e timorato doveva aver indagato sull’origine del dramma rappresentato a palazzo e aver parlato con il Gran Sacerdote: proprio in quel momento, un Confessore stava interrogando Arthea al villaggio, mentre i cinque novizi erano stati accusati di infamia e spergiuro. Ashley temette che sarebbe stato chiamato a testimoniare, cosa che avrebbe complicato un po’ la sua situazione. Tuttavia, la Sua Eccellentissima Maestà era solita mantenere la parola data e si glissò sulla colpa carnale dell’attore.
Qualche giorno prima della fine della sua reclusione, Ashley ricevette una visita di Barto. Il Gran Sacerdote aveva punito secondo i costumi della Fede i novizi e il Tempio cui questi erano attaccati avrebbe dovuto restituire alla Compagnia la multa ingiustamente riscossa. La somma era stata divisa in proporzione a quanto ciascuno aveva contribuito: Ashley lasciò i due terzi della sua parte ad Arthea e alla bambina, le quali si sarebbero ritirate con Barto in una cittadina a sud della Capitale. La Compagnia dell’Astrologiaio avrebbe continuato sotto la direzione di Puch.
Dopo che Barto fu andato via, Ashley si chiese se e quando qualcuno della Resilience sarebbe venuto a prenderlo. Sentì la tensione aumentare a ogni giro di clessidra, a ogni pollice di candela, ma non poteva far altro che aspettare.
Il giorno del rilascio, gli fu annunciato che l’assassino era stato trovato esangue in un vicolo del porto pochi giorni dopo l’omicidio e Ashley dovette simulare un misto di sollievo e rabbia. Si era poi preparato a rivedere la luce del sole, vestendosi per l’ultima volta come una donna, e aveva provato un moto di rabbia e delusione quando aveva trovato Tamlor, Pervinca e gli altri membri della Compagnia ad attenderlo fuori dal Tempio.
Si era rassegnato all’idea d’essere stato gabbato da quel Thalbas e stava salendo su un carretto della compagnia, diretto a Labrazia, quando sentì una voce dall’accento sconosciuto chiamare il suo nome.
“Ashley Valondja, il mio signore esige la tua presenza.”
 
 
Udite, brava gente, della miserrima Arthea la storia! Di come i suoi valenti fratelli furono massacrati e di come il suo corpo, votato al Chiostro, fu profanato sotto il loro sguardo morente!  
Udite e lodate Elanne la Casta, la quale mossa dalle innumerevoli lagrime della sua Diletta, per lei intercedette! Udite e lodate i Santi Gemelli, i quali inviarono il loro Sparviero a punir quegli empi sacrileghi!
   
 
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