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Autore: H4ri3l_    10/09/2015    0 recensioni
Hyoyeon e Hyungsuk, dopo essere stati in vacanza, si trovano sulla via del ritorno.
La vacanza durata due mesi li aveva fatti divertire, rilassare e unire profondamente.
Ma tutto questo sta per essere sconvolto da un evento inaspettato.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hyoyeon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: Questa volta ho voluto cimentarmi in un tipo di storia diverso, più “impegnativo”. In questo racconto troverete soltanto i frutti della mia fantasia e “ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. ~Plagio su ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti non casuale.” (Cit. Nonciclopedia)
Tralasciando le cazzate, spero che ciò che leggerete sia di vostro gradimento perché –SPOILER ALLERT- ho intenzione di andare avanti! Buona lettura!
Ps: la marimba è uno strumento africano a percussione tipo lo xilofono ma più grande. Inoltre, una suoneria degli Iphone si chiama appunto “Marimba” ed è fatta con il medesimo strumento. Il disegno sottostante è fatto interamente da me e poichè non si trovano immagini dei due personaggi nel contesto della mia storia, mi è venuta questa idea. Spero vi piaccia!
Ringrazio il mio revisore che mi sopporta (e non revisiona niente perché non mi sta bene mai nulla) ma soprattutto voi!

Un sfortunato rientro
Capitolo 1
 

Era una notte fredda e gelata, nevicava. Hyoyeon e Hyungsuk, da poco atterrati all’aeroporto di Incheon, si dirigevano verso i parcheggi dove li attendeva l’auto. Fortunatamente, prima di partire, l'avevano lasciata al coperto: in caso contrario, avrebbero trovato un igloo a forma di Audi A4 Rendered. Si accomodarono nell'autovettura dove nuvolette di vapore comparivano al contatto con l’aria fredda. Hyungsuk mise in moto l’auto e ben presto l’abitacolo diventò caldo e accogliente grazie al riscaldamento.
 
Dopo essere uscita dall’aeroporto, l’auto imboccò la strada verso casa. I nuovi fiocchi di neve ricadevano sui cumuli di altrettanta neve (non più soffice) posti ai lati della carreggiata allo scopo di liberarne la via. Aveva nevicato per diversi giorni nel mentre che, dall'altra parte del mondo, i due fidanzatini si godevano le vacanze in spiaggia.
Alla luce dei fari, a causa della temperatura sottozero, si potevano scorgere delle onde di aria fredda che frustavano l’asfalto rendendolo ghiacciato.
 
   «È piuttosto buio fuori» commentò Hyungsuk illuminando la curva con gli abbaglianti e spegnendoli subito dopo. Sparsi qua e là, dei lampioni illuminavano fiocamente la via. Era difficile persino scorgere i profili all’interno dell’auto. Le uniche fonti di luce provenivano dalle frecce illuminate del quadro strumenti e dalle scritte rosse sul cruscotto: un piccolo display tra il contagiri e il tachimetro segnava la data e l’ora (5 GEN 23:45; l’aereo aveva fatto ritardo a causa del tempo), i chilometri percorsi e la velocità dell’auto: 92 km/h. Nonostante la strada fosse ghiacciata, Hyungsuk riusciva a mantenere l’auto a quella velocità. Dopotutto non era la prima volta che passavano da lì. Con quell’andatura sarebbero arrivati a casa in meno di un’ora.
 
La strada era per lo più deserta: ogni tanto si vedevano delle auto provenire dalla parte opposta che, con i loro fari, facevano strizzare gli occhi a Hyoyeon ormai abituati alla scarsità di luce.
Hyungsuk trasalì (concentrato com'era sulla strada che scorreva difronte a lui) al suono del telefono di Hyoyeon.
   «Non è Profondo Rosso» scherzò Hyoyeon riferendosi alla suoneria del telefono «la marimba non è da film horror…» proseguì torcendosi per raggiungere il telefono lasciato dentro alla borsa che giaceva sui sedili posteriori «…a meno che non la suoni tu o-»
   «Smettila!» la interruppe Hyungsuk fingendosi offeso ma non riuscì a trattenere un sorriso. Hyoyeon scoppiò in una grossa risata e si slacciò la cintura per allungarsi senza intralci a recuperare la borsa firmata Alexander Wang.
   «Fai in fretta, l'auto si lamenta» disse Hyungsuk prima che il segnale acustico iniziasse a suonare ad intermittenza per ricordare di indossare la cintura.
La tracolla era semplice ma piuttosto costosa: possedeva due scompartimenti principali dove collocare tutto il necessario quotidiano e una tasca piatta sul retro adibita a mini tablet o E-reader. Questa “Diego” era in pelle martellata nera, decorata con borchie rosa-oro sul fondo e sui passanti della cinghia che permettevano la chiusura della borsa-sacchetto.
Afferrata la preda e recuperato il telefono squillante Hyoyeon disse «è…» ma un’altra macchina in arrivo le fece socchiudere gli occhi impedendole di leggere il nome del mittente della chiamata. Tuttavia, un altro fattore le distolse l’attenzione dal cellulare. La macchina non proseguiva dritta, ma arrivava verso di loro a tutta velocità.
   «La cintura!» e «attento!» si gridarono l’un l’altra all’unisono. Nell’invano tentativo di riallacciare la cintura di sicurezza, il cellulare scivolò sotto al sedile.
L’alta velocità e il terreno ghiacciato non sostennero la brusca manovra che Hyungsuk fu costretto ad eseguire per evitare lo scontro frontale, facendogli perdere il controllo dell’auto. In un istante l’Audi finiva dritta sulla pila di neve e in quello dopo rotolava su se stessa.
Hyoyeon non era più all’interno del mezzo ma distesa sul lucido asfalto e osservava una figura offuscata trascinarsi fuori dalla macchina fumante capovolta. Diventava sempre più faticoso riaprire gli occhi. Nel mentre che l’ombra avanzava verso di lei con passo svelto, il suono del segnale acustico si affievoliva man mano che perdeva conoscenza, lasciandola in un freddo e buio silenzio.
  
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