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Autore: Inquisitor95    11/09/2015    0 recensioni
Non tutti affrontano il dolore con l'angoscia. Spesso le persone combattono per contrastare quel dolore. Dopo poche settimane dalla rottura con Tony Stark, Steve Rogers è ancora una volta sulle tracce dello Scettro di Loki in mano all'Hydra. Lo Shield è ormai distrutto, i suoi agenti sono sparsi e di Nick Fury non si ha traccia. Questa nuova missione tuttavia gli verrà assegnata da Metalhead che scopriremo essere un vecchio amico di Capitano.
[Ispirata alle mie altre ff e continuo di The Iron Lord]
[Accenni Stony]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa, Steve Rogers/Captain America
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Avengers Assembly'
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 “Hunted”

 

 

 

Mi muovo velocemente, attraverso l'intero corridoio di metallo da una parte all'altra, ormai conosco bene la tipica struttura delle basi HYDRA: lunghi corridoi di pannelli metallici, stanze con macchinari e grandi camere d'aria con ventole per far arrivare ossigeno anche là, mi sento quasi in un posto fin troppo familiare. Mentre corro mi scontro con una guardia che mi dà le spalle, la afferro per il collo e lo stringo con forza così da fargli mancare il fiato, dopo un po' smette di fare forza, sviene e lo lascio cadere a terra. Mi appiattisco alla parete e tolgo il corpo di mezzo nascondendolo in un corridoio stretto e vicino. Resto in silenzio e tendo l'orecchio, sono pronto per lanciare il mio scudo in qualunque istante. Stringo i pugni e sento il guanto che lo ricopre che tira. Sento il viso sudato per il calore estivo e lo strano senso di soffocamento che porta e quindi tolgo la maschera lanciando che ricada nella schiena.

Asciugo la fronte e sistemo i capelli biondi e schiacciati verso l'alto. È tempo di lasciare la base HYDRA una volta per tutte visto che ho fatto quello che dovevo fare qui. Di conseguenza riprendo la mia corsa verso l'uscita; stavolta la missione non mi è stata assegnata dallo S.H.I.E.L.D bensì da un contatto esterno e sconosciuto: immagino sia comunque un agente della divisione che opera per conto proprio, si è fatto chiamare Metalhead, non so quanto possa fidarmi visto quant'è stato vago, tuttavia combattiamo contro l'HYDRA entrambi e il nemico del mio nemico è mio alleato.

A distanza di pochi mesi dall'inizio della caccia all'HYDRA mi trovo ancora qui, sulle tracce dello Scettro di Loki, nonostante però abbia iniziato con Occhio di falco e Agente 13 adesso mi trovo solo. Questo perché lo S.H.I.E.L.D ormai non è più un'organizzazione compatta.

Il consiglio mondiale ha infine deciso di scioglierlo. Questo mi ha lasciato spiazzato, era imminente e sapevo che sarebbe successo ma è comunque strano realizzarlo. Molti agenti sono ormai dispersi, scomparsi da qualunque computer, per non parlare di Nick Fury che sembra scomparso nel nulla insieme ai resti dello S.H.I.E.L.D. Non ho idea di dove possa trovarsi, se sta pensando di ricreare l'organizzazione, quello che so è che non è stato lui a portarmi qui. Svolto due corridoi, sento di essere vicino all'ingresso che avevo trovato in un vicolo di Chicago, in questa città super controllata dai sistemi di sicurezza della Orchideous pare che persino l'HYDRA abbia saputo infiltrarsi. O forse i sistema di sicurezza non sono così utili.

Mi fermo nuovamente, sento due guardie che camminano velocemente, le vedo che mi danno le spalle e sono al centro del corridoio, se dovessero girarsi mi vedrebbero. Parlano di qualcuno che si è infiltrato nel loro sistema e ha fatto formattato i loro dati. Non del tutto merito mio quanto del programma che mi è stato consegnato da Metalhead. Corro velocemente, i miei passi pesanti echeggiano e fanno girare le due guardie che interrompono il loro discorso, lancio lo scudo contro uno di loro, lo vedo saltare di alcuni metri indietro e la mia arma giace a terra, premo un pulsante che si trova nel mio guanto, una piccola modifica alla mia classica divisa a stelle e strisce: una funzione che permette di richiamare lo scudo a me con uno speciale magnete, un po' come Thor può fare col suo martello. Prima però che l'arma sia tornata da me ingaggio lo scontro a pugni contro la guardia HYDRA, mi spara contro e mi abbasso cercando di evitare i colpi, lo raggiro trovandomi alle sue spalle, spicco un salto e mentre sono in aria lo colpisco con i piedi in pieno petto, cade a terra svenuto e ritrovo l'equilibrio quando torno con i piedi per terra. Lo scudo si attacca nuovamente al mio braccio.

Una cosa della tecnologia che apprezzo: il fatto che molte cose sembrino quasi miracolose e incredibili visto che vengo da un'epoca in cui quest'ultima era scadente. Non è la sola aggiunta alla mia divisa, o meglio, questa è una parte della mia nuova divisa. Quella che indosso ora ha un design molto diverso, costituito da fibre di nomex e kevlar resistente alla trazione e agli urti, di un blu più scuro, il rosso più simile al sangue e non al semplice colore vivace. Il bianco è quasi opaco. Potrei definirla una versione oscura della mia vecchia divisa, eppure mi piace lo stile che lo S.H.I.E.L.D le ha dato prima della sua fine. Una nuova divisa che segna il cambiamento.

D'altronde è la cosa migliore che mi sia successa da quando ho rotto la “relazione” che avevo col grande e potente Tony Stark all'oscuro di tutti. La caccia all'HYDRA mi ha dato un motivo per andare avanti, d'altronde sono un supereroe, il mio compito è proteggere prima il mondo e gli innocenti; certo è anche vero che spesso ripenso a quel periodo. Ero felice? Non saprei, immagino di sì ma che non mi bastasse. E ora che ne resta? Solo bei ricordi. Ancora sento il suo profumo, il suo fiato sulla mia pelle e spesso mi esce un sorriso, è ancora passato poco tempo e cerco di superare tutti quei ricordi senza soffermarmici.

Prima stavo peggio, quasi senza potermi dare pace di quello che avevo perso, ma mi sono detto che non era colpa mia. Che tutto questo doveva accadere in un modo o nell'altro. Che io e lui siamo troppo diversi. E quando poi l'ho rivisto in televisione ho provato una strana sensazione: forse perché al suo fianco c'era una sorridente Pepper Pots a presentare una nuova tecnologia targata Stark Industries, legata in un abbraccio con il miliardario, ricordo di aver provato un calore piacevole che mi riempiva; l'ho visto felice, tranquillo e anch'io mi sono sentito tale per lui.

Pensavo che avrei provato rancore. Mi sbagliavo. Anche quando a fine di quell'intervista ha dato un leggero bacio sulle labbra di Pepper. Faccio un sospiro e sorrido guardando a terra, sono qui da troppo tempo, devo andare via.

Mentre i miei pensieri si fanno strada mi sposto anch'io nel corridoio, mi trovo davanti una scala di ferro, porta all'uscita della base, un tombino in un vicolo nascosto tra alcuni palazzi. Afferro la scala con le mani e mi spingo verso l'alto mettendo i piedi uno dopo l'altro sui gradini che salgono e infine mi trovo quasi a sbattere la testa contro il tombino che ho lasciato chiuso quando un'ora prima ero sceso.

Sferro un pugno così da farlo spostare e infine sento l'aria calda di Chicago che entra all'interno del condotto, risalgo gli ultimi gradini e poi mi arrampico fino a trovarmi fuori dal passaggio che mi preoccupo di richiudere. Grazie al mio contatto ho avuto modo di eliminare altre informazioni in mano all'HYDRA e un'altra base non è più operativa.

« Va bene Metalhead. È tempo di tornare a casa! Qui il Capitano Rogers, passo e chiudo. » dico a bassa voce, quasi un sussurro con me stesso ma in realtà parlo nell'auricolare, non ricevo una risposta dal contatto. Faccio dei passi verso l'uscita del vicolo quando vedo delle figure muoversi nell'oscurità con fare minaccioso.

Sorrido spontaneamente. Qualcuno ha voglia di giocare a nascondino. Prendo lo scudo in mano, sento i miei muscoli tesi pronti per scattare, poi sento il fischio. Mi getto di lato in tempo prima che qualcosa venga lanciato ed esploda, rotolo in avanti e mi trovo nuovamente in piedi, davanti a me una guardia HYDRA munita di casco, sferro un colpo di scudo e lo atterro, non ancora fuori gioco però. Mi volto e lancio lo scudo contro un'altra guardia che mi sta puntando contro il fucile automatico, lo prendo in pieno e cade a terra sparando dei colpi. Richiamo a me lo scudo tramite il tasto nel guanto e con una mano tolgo il casco dell'uomo a terra per poi dargli un calcio in pieno volto così da farlo svenire.

Sento dei passi che mi accerchiano, lo scudo è tornato al mio braccio e mi volto di poco per vedere quanti nemici ho alle spalle. Il mio respiro è affannato ma sono pronto per lo scontro. « E così il famoso Captain America è venuto fin qui per cosa? Lo Scettro di Loki? » c'è una fila di ben otto guardie armate che mi puntano i loro fucili contro, dietro di loro un uomo, indossa una giacca nera con il simbolo dell'HYDRA stampato in rosso: un teschio con dei tentacoli. « Ormai è nostro. E non lasceremo che voi Vendicatori vi mettiate le mani sopra... » continua ridendo, parla con un fastidioso accento di origine tedesca. Gli sorriso in risposta, non ha ben capito con chi ha a che fare credo.

« Mi spiace dirti che presto il mondo non sarà così tanto grande per voi. » comincio a dirgli, sono pronto allo scontro che inizia al segnale dell'uomo che digrigna.

Mi trovo circondato da una tempesta di proiettili ma uso il mio scudo in vibranio per respingere i colpi, alcuni rimbalzano indietro e cadono. Poi accade qualcosa che mi lascia spiazzato: le armi delle guardie sparano ancora proiettili ma restano immobili nell'aria. Sporgo il mio viso da sopra lo scudo per vedere cosa sta succedendo. Lentamente una figura avanza fino a trovarsi al mio fianco, rivolge il viso in avanti ma non posso vederne il volto.

Indossa un casco che gli ricopre totalmente la testa, immagino sia fatto di platino visto come risplende quando viene colpito dalla luce, solo la parte dove si trovano gli occhi è invece di un vetro scuro che penso sia antiproiettile. Per il resto indossa poi abiti cinerei: una giacca con le borchie sulle spalle che gli arriva fino a metà coscia, è aperta e posso vedere che sotto di essa indossa una maglia dal colletto alto, vi è disegnato qualcosa di confuso. Sotto invece indossa dei pantaloni di pelle, sembrano elastici e anch'essi seguono una decorazione, infine ha degli stivaletti che gli coprono sopra la caviglia. Subito poi mi salta all'occhio la spada che porta in un fodero che tiene nella schiena.

« E chi diavolo è questo!? Uccideteli entrambi! » urla l'uomo in divisa HYDRA, i suoi uomini continuano a sparare su entrambi e mi copro nuovamente con lo scudo ma i proiettili non prendono mai il bersaglio.

« Proiettili di metallo. Non imparano mai... » è una voce lugubre quella che esce dal casco della figura accanto a me, muove una mano e i proiettili volano da tutte le parti, poi parte alla carica con la propria spada che esce dal fodero.

Sono certo di una cosa: questa figura è Metalhead, il contatto che mi ha indirizzato in questa missione. E questo significa che è giunto il momento di unirci nella lotta.

Mi getto anch'io nella mischia, quattro si concentrano su di me mentre i restanti sul mio alleato dalla testa di metallo. Sparano proiettili dai loro fucili e uso lo scudo per difendermi così che volino d'altra parte, mi getto a terra e rotolo di lato per poi rialzarmi, mi do' una spinta con i piedi e in un istante sono davanti al primo uomo, gli sferro un pugno in pieno viso col quale lo faccio voltare e cadere, gli altri tre pensano di spararmi contro e uso l'uomo come scudo tirandolo su, non si fanno problemi nell'uccidere il loro alleato. Getto via il cadavere e lancio lo scudo contro l'uomo in mezzo, viene disarmato e si trova confuso, mi sposto in avanti evitando altri proiettili, sferro un calcio nel ginocchio di uno dei due ancora in piedi e penso di averlo spezzato vista la forza che ci ho messo, cade a terra dolorante e mi chino su di lui per farlo svenire con un pugno in pieno volto.

Ritorno in piedi e trovo le due guardie ancora in vita che si danno una mano, mi vedo puntato contro una pistola e con un calcio faccio rimbalzare lo scudo in modo che si trovi nuovamente nella mia mano, supero la pioggia di proiettili e lancio lo scudo contro i miei nemici, ha una carica maggiore e di fatti quando colpisco il bersaglio lo metto fuorigioco. Non mi resta che l'ultimo uomo. Corro contro di lui e cerca quasi di scappare, mi getto in avanti per afferrarlo e mi aggrappo a lui, cade a terra, risalgo il suo corpo e gli do' un leggero pugno in volto, necessario per farlo svenire ma non per ucciderlo. Mi rimetto in piedi e mi accerto della condizione di Metalhead, si trova a combattere ancora.

Ha una maestria innata nell'uso della spada, un'arma tanto antica quando letale, vedo che due uomini sono stati fatti a pezzi dell'arma affilata con cui combatte, mette fuorigioco uno dei due soldati rimasti in piedi infilzandogli la spada nel petto, mi rendo conto che è però sotto tiro dalla guardia alle sue spalle. Sto per lanciare lo scudo quando Metalhead si accorge di essere un bersaglio, allora mi lascia spiazzato: abbandona la spada nel corpo dell'avversario, poi però la lama di metallo di sposta da sola, quasi come se venisse estratta da una forza invisibile, l'arma ruota su se stessa e mira contro la guardia, si frena a mezz'aria e si muove con un fendente che squarcia il petto dell'uomo che cade a terra.

L'ultimo in piedi è il dirigente dell'HYDRA.

Sembra terrorizzato, io e Metalhead avanziamo fianco a fianco. « Vi prego pietà! » invoca la nostra benevolenza, vorrei dargliela, forse una seconda possibilità è quella a cui tutti noi aspiriamo ed è giusto che ci venga concessa.

Il mio alleato però non è d'accordo. « Hai un minuto: dammi un motivo per il quale dovrei lasciarti in vita! » dice con la sua voce funerea, non concede però neanche pochi secondi al nostro nemico, riprende la sua spada in mano e con un netto taglio recide la testa dell'uomo dell'HYDRA. « Ci hai messo troppo tempo! » “Neanche pochi secondi!”

Si volta, mi dà le spalle ripulendo la propria arma con un panno di stoffa che tira fuori dalla sua giacca. « Avremmo potuto evitarlo! Poteva darci delle informazioni utili! » lo accuso inseguendolo, si volta e penso mi stia guardando.

« Capitano Rogers... non sei cambiato per niente. » dice, aggrotto le ciglia confuso dalle sue parole, forse ci siamo già incontrati? Posa la sua spada nel fodero e poi muove le mani.

Le sposta verso la propria testa, le gira con delicatezza fino a che il casco non si smonta, pezzo dopo pezzo, mi ricorda molto il modello del casco dell'armatura di Tony, in poco tempo l'oggetto si riduce ad un anello rotondo che si poggia attorno al collo della figura. Sento un vuoto allo stomaco.

Posso vedere il viso di Metalhead: un viso dalla pelle chiara, due penetranti occhi che ricordano il ghiaccio, l'espressione sorridente nel rivedermi, capelli biondi molto diversi da come li ricordavo, sono molto corti ai lati mentre di sopra sono più lunghi e ricadono lungo un lato del viso.

« Vladimir? » il suo nome mi esce spontaneamente dalle labbra. Il suo sorriso si allarga visto che l'ho riconosciuto, i suoi occhi brillano nel rivedermi.

Quando lo chiamo per nome la sua reazione mi lascia inaspettato: si muove verso di me e si getta al mio petto, fa passare le sue braccia attorno al mio torace abbracciandomi. La sua testa poggia proprio sulla stella della mia divisa. « Ciao Capitano! Mi sei mancato tanto! » dice.

Vorrei ricambiare il gesto d'affetto ma sono ancora scombussolato dal rivederlo, per non parlare del fatto che abbia assassinato una persona che poteva aiutarci. « È bello rivederti. Sei... diverso! » dico, è inevitabile vedere come il suo stile sia diverso, dalla testa ai piedi. Per non parlare anche del fatto che in viso stesso sembra cresciuto. È dall'ultima volta passato poco più di un anno da quando l'ho visto.

« Ne vogliamo parlare qui? » chiede con sarcasmo in riferimento ai morti intorno a noi. « Abbiamo tanto di darci, credo... » già, voglio proprio sapere che cos'ha fatto. Soprattutto vedo con piacere che ha riacquistato i poteri.

Annuisco alla sua affermazione piena di dubbio. « Sì! » mi rendo conto di aver dato una risposta fredda, lui si stacca dal mio corpo e mi fissa stranito, non vorrei parlare di Tony, ma il fatto è che sento un senso di oppressione se ci penso.

Devo sfogarmi con qualcuno che possa capirmi.

« Bene. Allora seguimi. So dove possiamo parlare tranquillamente... » posso fidarmi di Vladimir, soprattutto visto che è stato lui a indirizzarmi su questa pista.

I miei occhi cercano spesso il suo sguardo ma lui è di due passi avanti a me e posso vederlo appena di profilo, è così diverso ora che ci penso, intravedo un segno sulla guancia, una cicatrice. Di certo sia lui che io diamo nell'occhio con le nostre divise, per questo motivo camminiamo tra i vicoli, evitiamo le strade principali fino all'arrivo in un vecchio edificio abbandonato. Osservo l'imponenza della struttura, ormai diversi piani sono crollati, non è il luogo più sicuro del mondo per parlare! Entriamo attraversando una porta mal messa, il ragazzo la sposta senza muovere un dito: immagino sia merito dei suoi poteri, ricordo però che non riusciva ad utilizzarli con così tanta fermezza.

Entro nella struttura e capisco subito di trovarmi nella hall di un vecchio hotel, da un lato c'è la reception con una gigantesca scrivania che percorre tutto un lato, un lampadario si trova schiantato a terra mentre un altro è sospeso nell'androne. Vedo le porte degli ascensori sulle scale, sia a destra che a sinistra ma non sono certo che ci sia elettricità da queste parti. « Dimmi realmente che non è qui che ti sei nascosto per un anno! » temo la risposta positiva ma scuote il viso. Si concentra sulla porta che piazza nuovamente davanti l'ingresso e mi raggiunge. « Sei cresciuto. » lui mi rivolge un sorriso meno ampio.

« Parli dei miei poteri? O del fatto che non sembro un ragazzino come prima? » mi supera nuovamente e mi fa un cenno per invitarmi a seguirlo. Ci spostiamo quindi sopra le scale che ci portano al primo piano, apre una porta ed entriamo in quella stanza che poi richiude.

È tutto molto curato, sia le lenzuola sul letto che i mobili che ci sono, per non parlare della pulizia nella stanza centrale e nel bagno. Vladimir si avvicina a uno strano pannello nella parete, un'aggiunta che stona con la mobilia e lo stile della stanza. Giocherella un po' con i fili e poi abbiamo l'elettricità, ecco il perché del pannello. « Se vuoi puoi anche farti una doccia. C'è l'acqua ma non ti aspettare che sia calda. » senza dubbio una bella idea però voglio parlare con lui.

« Grazie per l'invito ma prima vorrei parlare un po' con te. Per esempio iniziare da questo posto... » incrocio le braccia e lui si appoggia al muro guardandosi intorno per evitare il mio sguardo, poi cala di nuovo gli occhi.

« Tranquillo Capitano, è una base momentanea. Sono qui da tre giorni. Quando mi sono messo in contatto con te praticamente... » lascia la frase in sospeso come se volesse continuare. « Di certo è stato difficile farlo vista la caduta dello S.H.I.E.L.D e tutto il resto. »

« Già. » annuisco alle sue parole e poi sorrido automaticamente, cerco di trattenere una risata. « Testa di metallo? » chiedo prendendolo in giro per il suo soprannome.

Sembra offeso e mette il broncio, non riesce però a negarsi un sorriso pieno di gioia. « Prendi in giro il mio nome? Captain America? Molta fantasia eh? » a quel punto scoppio a ridere, è da tanto che non mi capitava di divertirmi.

« Porta rispetto per chi è più grande di te, ragazzino! » lo rimproverò, lui spalanca la bocca in un sorriso e anche lui infine ride, si porta una mano alla pancia e si piega in due.

« Mi sei mancato parecchio! » dice quando si riprende dalle risate. « Siediti. Non sarà il massimo della comodità ma ho persino dei biscotti da qualche parte... » dice invitandomi, cerca qualcosa in un mobiletto, mi sposto quindi lungo il piccolo corridoio della stanza e fino alla scrivania sul quale ci sono numerosi articoli di giornale e documenti dell'FBI.

« Chi è che stavi seguendo? » leggo dei nomi ma sono tutti sconosciuti, collegamenti con l'HYDRA e altro che non riesco a collegare a qualcuno. « Tuo padre? » chiedo infine, era partito proprio per quello, la ricerca di un tale chiamato Magneto.

Riesce a trovare il pacco di biscotti che mi offre, scuoto però il viso sedendomi sulla poltroncina, lui mi affianca sedendosi sul letto. « Mi devi raccontare molte cose! » dico, stavolta non accetto suoi rifiuti.

Sospira. Prende un biscotto e lo mangia, mi fissa negli occhi e sospira nuovamente. « Immagino che tu abbia delle domande... » è un invito a farne così da ricevere risposte.

« Direi di partire dal principio. » faccio una pausa. « Dove sei stato? Che cosa hai fatto? Hai trovato notizie di tuo padre? E i tuoi poteri? E quella spada? Da quando sei uno spadaccino professionista? » sono domande che faccio lentamente, poi arrivo alla parte che mi fa rabbia. « Perché non ti sei fatto più sentire dopo Natale? Neanche una visita, nulla di nulla. Pensavo fossi scomparso... »

Legge nei miei occhi il dispiacere di non averlo avuto al mio fianco, è chiaro che parlo con una certa rabbia in riferimento alla mia solitudine, negli ultimi mesi i miei unici amici sono stati lo S.H.I.E.L.D e l'HYDRA, se posso dire così! « Hai ragione ad essere arrabbiato... » un lungo attimo di silenzio cala tra di noi, in questo lasso di tempo ha la possibilità di pensare a tutte le risposte che mi deve.

« Per un certo periodo ho vissuto in clandestinità. Sono rimasto in questo posto per circa un mese mentre mi allenavo con la spada, c'era un altro con me. Mi ha insegnato tutto riguardo l'utilizzo delle armi bianche, un uomo... di adamantio! » fa una piccola pausa nel quale mangia un altro biscotto. « Lui mi ha fatto conoscere qualcuno che poteva aiutarmi, sia nella mia ricerca in quanto Magneto era un nemico comune che con i miei poteri! »

« Chi dovevi cercare? » chiedo prima che possa dirmelo.

« Charles Xavier; a detta di Logan, il tizio di cui ti parlavo, poteva aiutarmi. Si tratta di una persona... con poteri particolari. Così come lo sono io. Ha una scuola dove insegna a... persone con capacità mutate. » risponde alla mia domanda e si affretta a continuare. « Sono rimasto nella loro scuola per molto tempo... » lo interrompo nuovamente.

« La loro scuola? »

« Sì. La scuola dei mutanti. » dice, non ho ben presente che intenda ma nella mia mente passano immagini di persone brutalmente sfigurate. « Il professor X mi ha aiutato. Ha fatto in modo che sapessi ritrovare i miei poteri, e mi ha insegnato come amplificarli... ma immagino che la mia voglia di trovare Magneto mi abbia spinto ad abbandonarli! »

Sembra pentito di questo. Di certo non doveva essere quello il suo posto. Il suo posto è insieme ai Vendicatori. Il suo e quello di molti altri, ora che lo S.H.I.E.L.D è distrutto abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile. « Quindi? Hai trovato il tuo obiettivo? » spero che mi dica di no, la sua sete di vendetta potrebbe portarlo alla rovina, farlo tornare sulla strada del male. Sorride e scuote il viso negando.

« No. È penso sia meglio, ho interrotto le mie ricerche anche se ho trovato qualcosa di più interessante. L'HYDRA! » mangia un altro biscotto, stavolta alzo il braccio chiedendo se posso prenderne uno anch'io. Mi avvicina il pacchetto.

« E cosa volevi dall'HYDRA? Voglio dire spero che non stia anche tu cercando lo Scettro di Loki... » provo a fare una battuta, i suoi occhi sono però seri. Fin troppo!

« Non è mio interesse averlo. Ma penso che l'HYDRA abbia altre informazioni riguardo le Gemme dell'Infinito... e sono certo che tu lo sai bene! » annuisco.

« Perché sei sulla ricerca delle Gemme dell'Infinito? » chiedo, colgo un guizzo, un lampo di luce nei suoi occhi.

« Ti assicuro che non è mia intenzione riunire le sei pietre. » è molto vago al riguardo. « Perdonami ma non posso dirti altro su questo. Anche perché non ho scoperto altro... » non so se credergli o no, immagino mi nasconda qualcosa.

« Resta l'ultima domanda allora. Perché sei sparito? » gli chiedo nuovamente, incrocia una gamba e spinge la schiena indietro poggiandosi sul letto.

« Avevo paura. Inoltre non volevo che la mia incasinata vita fosse un altro dei pensieri del grande Capitan America. Tu hai la tua felicità. Non ti avrei contattato se non fosse stato importante stavolta. » la mia felicità? Parla di Tony?

« Importante per cosa? Hai cacciato l'HYDRA per mesi da solo immagino, cosa c'entro io stavolta? » chiedo.

« Dannazione quanto sei ottuso! » mi grida contro. « Avevo voglia di vederti, va bene? » dice infine, colgo tanto imbarazzo nei suoi occhi, e mi pento di averglielo chiesto. Cala un silenzio imbarazzante tra di noi che lui stesso rompe. « Ho parlato molto di me. Tu avrai qualcosa di interessante da dire dopo tutti questi mesi. Come va con Stark? »

Ecco la domanda che avrei voluto non facesse.. Mi fa male.

Brucia il cuore e sento già gli occhi pesanti. « Tra me e Tony è finita alcune settimane fa! » inizialmente non riesco a guardarlo negli occhi, poi sento il pacchetto di biscotti che cade a terra. Mi volto e lo vedo paralizzato: gli occhi sbarrati, la bocca leggermente aperta.

« Stai scherzando!? »

Vladimir, ti sembra che io stia scherzando?” penso tra me e me e poi lo degno di una risposta. « No. In parte è colpa mia, ma tutto questo l'ha voluto lui. » mi alzo di scatto dalla poltroncina e comincio a girare avanti e indietro. « Non voleva... io volevo essere tutto per lui. Ma non era disposto a questo. Eravamo amanti e non voleva altro di più! Non ho più potuto scendere a compromessi... » sono amareggiato, arrabbiato al solo pensiero, è sempre così.

« Capitano... non so cosa dire. Mi dispiace. » sembra realmente triste per me, mi siedo al suo fianco sul letto nel quale sprofondo, non pensavo di essere così pesante! Allargo le ginocchia sul quale poi mi poggio con i gomiti. Sento il calore di Vladimir al mio fianco, è quasi piacevole avere un amico con cui parlare di questo.

Mi prendo il viso tra le mani affondandovi il dolore che provo adesso. « Non hai nulla di cui dispiacerti. L'hai detto tu stesso: “Non permettere a nulla e nessuno di cambiarti.” ricordi? » certo che lo ricorda, eppure la sua espressione è dura. Quasi come se fosse arrabbiato con me.

« Per amore si cambia. » non saprei cosa rispondere a quella sua affermazione, lo sento appoggiarsi alla mia spalla con il mento, è quasi piacevole il suo profumo, dolce e delicato. Molto diverso da quello di Tony.

Quasi mi sono dimenticato com'è avere Vladimir che mi gira intorno. In particolare lo stesso effetto che mi faceva Tony. « Lo ami ancora non è vero? » chiede.

Scuoto il viso. « No! » me lo ripeto spesso ormai, non credo di provare sentimento per lui adesso. Lui si stacca dalla mia spalla e si sistema meglio al mio fianco, sento i suoi occhi su di me, sento la sua espressione dubbiosa.

« Davvero? Non ti manca in alcun modo? » chiede nuovamente, credo che non mi prenda sul serio. Scuoto il viso perché ho un nodo alla gola e non riesco a parlarne.

Mi distraggo un attimo, il tempo necessario per un movimento del mio amico: lentamente sposta la sua mano sul mio ginocchio, lo accarezza con dolcezza e sempre con fare delicato la fa risalire l'alto, mi accarezza l'interno coscia, anche se indosso la mia divisa è come se non l'avessi, sento il suo tocco che brucia sulla mia pelle. « Vladimir, che stai...? »

Mi dice di fare silenzio, sento le sue labbra vicine al mio orecchio, affonda poi il viso nel mio collo, mi concede dei piccoli baci che mi fanno sussultare unito al suo tocco. La sua mano risale tutta la gamba e si concentra nella zona più proibita del mio corpo, in un primo momento riserva quel tocco da sopra la divisa, poi sembra desiderare ancora di più. La reazione di piacere però è innegabile: sospiro pesantemente mentre gli occhi mi si chiudono istintivamente, è questo che vorrebbe? Immagino di sì, ma la mia mente non è certa di poterglielo dare nonostante il mio corpo lo vuole.

Cerco di riaprire gli occhi ma sono investito dal piacere, la sua mano si sposta nuovamente, stavolta tocca gli addominali, poi si infiltra sotto la cintura e quindi dentro il pantalone della mia divisa, infine ricerca la mia virilità e la ritrova. È il tocco della sua pelle fredda al contatto della parte più calda del mio corpo attualmente a farmi rinsavire: con un movimento forse brusco gli prendo il polso, non stringo ma spero che capisca che non voglio. « Vladimir, ti prego. Non è questo che voglio adesso! » riesco a rifiutare ciò che mi offre.

Sono fiero di te, Steve.” dico a me stesso.

Con mia sorpresa Vladimir sorride, alza il viso e mi volto appena per guardarlo, le nostre labbra si trovano a meno di un centimetro forse! Sento il suo respiro sulla mia pelle, la sua mano è immobile ma non la toglie dalle mie gambe. « Lo ami ancora, Capitano. » mi dice. « Puoi negartelo quanto vuoi. Ma se non lo amassi, non mi avresti fermato! »

Immagino abbia ragione. Si avvicina appena e mi dà un leggero bacio sulle labbra, un contatto che dura poco, privo di lingua o altro, un semplicissimo e dolce bacio. Poi si sposta, fa scivolare via la mano dai miei pantaloni, il vuoto però che ha lasciato resta colmo a causa del rigonfiamento che ho tra le gambe. La cosa mi imbarazza alquanto.

« Grazie, immagino. » dico ancora intontito. « Sei una persona subdola! » aggiungo con sarcasmo.

« Non c'è di che. Anzi scusa se... » si guarda la mano che fino a poco prima stava tra le mie gambe e arrossisce violentemente. « L'ho fatto davvero! Ti ho messo la mano tra le gambe! » la sua reazione mi fa scoppiare a ridere: è sconvolto per quello che ha fatto, immagino sia normale essere imbarazzato. Ricambia la mia risata.

« È bello sapere che stai bene comunque. » dico, cerco di dirottare i pensieri d'altra parte, non voglio continuare ad avere un problema troppo evidente. « La prossima volta vedi di non sparire per così tanto tempo, va bene? »

« Non te lo posso promettere. Se vuoi scusarmi, ho bisogno di farmi una doccia. Il sangue di prima... è disgustoso. Ci starò dieci minuti al massimo. Ti trovo ancora qui o l'America ha la necessità di reclamare il proprio Capitano? » scherza un po' e sorrido al mio amico.

Mi sento tranquillo, una sensazione che mi è mancata.

« Penso di potermi assentare ancora un po' dai miei compiti! » rispondo, posso prendermi una piccola pausa, di certo l'HYDRA per oggi ha ricevuto una bella lezione.

  
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