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Autore: Prinzesschen    11/09/2015    1 recensioni
[Colin MorganxOC]
Frammenti di una storia d'amore, veloci ma intensi sguardi sull'evolversi di un rapporto dolcissimo e sincero. Lui, Colin Morgan, attore, protagonista della serie britannica Merlin. Lei, Anne Smith, musicista e collaboratrice della stessa serie. Tra le stramberie di Bradley, la dolcezza di Kathie e un mucchio di sorrisi, la storia dei due protagonisti assumerà contorni via via più definiti e il loro rapporto risulterà chiaro a tutti fuorché ai diretti interessati.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angel Coulby, Bradley James, Colin Morgan, Katie McGrath, Nuovo personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COLIN last

Love  

But in the end everyone ends up alone
Losing her, the only one who's ever known
Who I am, who I'm not and who I wanna be
No way to know how long she will be next to me


 
 
[September, 2015]

A ventisei anni la vita sembra sempre più difficile che a venti. Cosa saranno mai sei anni, avrebbe potuto chiedersi chiunque. Tanti, avrei risposto io.
-Stasera ceniamo tutti insieme, Annie, c’è anche tuo fratello con Daisy e i bambini.-
Le cene di famiglia erano l’occasione migliore per genitori, fratello, cognata e compagnia per rinfacciarmi la mia incapacità di mantenere una relazione in piedi abbastanza a lungo da costruire qualcosa.
L’amore? Ah! Ero troppo rigida e avevo troppe pretese. Perché non potevo accettare una vita di compromessi come tutte le mie coetanee?
Ad insinuazioni non troppo lontane da queste rispondevo che avevo un lavoro, che la casa discografica mi permetteva di sentirmi realizzata e che per niente al mondo avrei cambiato la mia vita con quella di chiunque altro.
-Non so se ci arrivo, mamma. Ho una riunione alle sei, non so quando finirò.-
-Sei sempre così impegnata! Ti impegnassi così tanto anche nella ricerca di un uomo...-
-Si, mamma. Avrei già tanti figli e chissà, magari qualche nipote.- ironizzai alzando gli occhi al cielo.
-Scherza scherza. Quando sarai madre capirai.-
-Devo scappare. Ti chiamo più tardi.-
Presi la metro di corsa e aspettai la mia fermata fino in ufficio per lanciarmi fuori dalle porte scorrevoli sempre appena in tempo, non avrei mai imparato.
Ero in ritardo e corsi su per scale e poi lungo il marciapiede rimuginando su quanto avrei dovuto aspettare perché il semaforo all’incrocio scattasse. Fu proprio perché distratta da questi pensieri che piombai dritta addosso ad un tale che tuttavia non si scompose.
-Tutto bene?-
Mi raddrizzai e tirai via i capelli lisci e corti dal viso. –Si, mi scusi davvero! Io non l’avevo..-
Le parole mi morirono in gola quando sollevai lo sguardo per uscire poi come un sussurro. –vista.
Colin era davanti a me, dopo tre lunghissimi anni, stretto nel suo giubbotto di pelle proprio come nelle foto del settimanale che comprava sempre la mia coinquilina.
La barba era cresciuta e gli dava un’aria totalmente diversa da quella di un tempo ma ciò che più mi colpì furono gli occhi. Grigi. Freddi.
-Ciao.- mormorò senza sorridere, sbattendo ripetutamente le palpebre e aggrottando la fronte.
-Colin.- lo salutai, dolcemente, mentre l’impulso di gettargli le braccia al collo si faceva fortissimo. Non poteva essere cambiato tanto, il mio Colin doveva essere ancora lì da qualche parte.
Lo avevo visto in alcuni episodi di una nuova serie, The Fall, e nonostante non volessi ammetterlo la cosa mi aveva turbato moltissimo.
Era bello, in quei panni. Era sensuale come non era mai stato prima ma quella stessa sensualità sembrava glaciale e i suoi occhi, un tempo così dolci, quasi cattivi, calcolatori.
Non era il personaggio, non era la parte. Era lui. Lui tra le lenzuola di una donna come tra quelle di ogni donna con cui doveva essere stato nella realtà in quei tre anni.
-Quando sei tornato?- chiesi riempiendo il suo silenzio.
-Torno spesso, per lavoro.-
-Non mi hai mai chiamato.-
-Neanche tu.-
Sembravamo due estranei, due sconosciuti che si erano appena scontrati durante la routine di giorni tutti uguali, come se avessimo ormai completamente bruciato quel passato che ci legava.
Abbassai lo sguardo.
-Sono di fretta.- decretò guardando l’orologio e poi me, come se non mi vedesse. –mi ha fatto piacere vederti.-
Fece per superarmi ma io glielo impedii.
-Col. Possiamo.. vederci per un caffè?-
-Oggi sono molto impegnato.-
-Domani?-
Sentivo di dover insistere, sentivo di doverlo ritrovare altrimenti avrei perso me stessa in tutta quella indifferenza.
Sospirò, rassegnato. –Stasera dopo cena potrei liberarmi.-
-Fantastico.-
Cercai di sorridere e di mostrarmi davvero entusiasta reprimendo la preoccupazione di chi mi sarei trovata ad affrontare quella sera stessa.
-Se mi dai il tuo numero ti chiamo..-
-E’ sempre lo stesso. Non l’ho mai cambiato.- spiegai senza riuscire a guardarlo negli occhi.
Ci eravamo lasciati davvero male, nel silenzio, e nel silenzio ci eravamo ritrovati.
-Anne?-
Stavo per allontanarmi ma mi voltai, repentina, verso di lui.
-Ti chiamo sul serio, dopo.-


La sua macchina era immensa e scura e mi aspettava proprio davanti all’ingresso della sede della casa discografica presso cui lavoravo.
Il tragitto fu colmo di convenevoli per i quali, quella mattina, non eravamo ancora pronti.
Come stai? Cosa fai? Hai messo su famiglia?
Nessuno di noi l’aveva fatto. Lui aveva continuato a fare l’attore, dividendosi tra teatro, televisione e cinema, ed io a lavorare nel campo della musica.
Mi portò da lui, nella suite che aveva affittato, a lungo termine, per potersi dedicare al film che stava girando e mi confessò che avrebbe voluto una casa vera e che vivere in albergo, a lungo andare, diventava stancante.
In quelle parole, forse nel modo in cui le aveva pronunciate, avevo intravisto il mio Colin.
-Sei cambiata molto. Questo taglio ti dona.- commentò con un mezzo sorriso, comodamente seduto sul divano in pelle nera.
-Tra  i due sei tu ad essere cambiato di più- osai, fissando il contenuto del mio cocktail e lasciando che i capelli mi coprissero il viso.
Stavo seduta sul divano, accanto a lui, le gambe ritirate e i piedi scalzi.
-Che intendi?-
Il suo sguardo era quello di un uomo, sicuro, forte, invincibile.
Dove sei, Colin?
-Che sembri recitare una parte, un ruolo che non ti avrei mai affidato, un tempo.-
-Non recito affatto.-
-Si, invece. Sei bello, ricco, forte.-
-Lo dici come se fosse una colpa.- una risata roca gli fece vibrare il petto.
-Non so di chi sia la colpa ma chiunque abbia rubato la dolcezza che conoscevo a memoria, nei tuoi occhi, si merita il mio eterno rancore.-
Posò il bicchiere sul tavolino basso e allungò una mano verso il mio viso, accarezzandone il profilo.
-Sono sempre io.-
-Questo lo vedo.- risposi, sincera. –Ma non lo sento.-
Percorse con la mano il profilo del mio collo e si protese verso di me arrivando ad un soffio dalle mie labbra. –Mi vuoi, adesso?-
-Si.- risposi mentre mi alzavo in piedi e mi spostavo verso la finestra. –Ti rivoglio indietro.-
-Sei incredibile!- la sua voce sembrava aver perso quella sicurezza così fastidiosa, stridente e nei suoi occhi finalmente c’era qualcosa, qualcosa di molto simile all’impazienza.
-Prego?-
-Non ti piacevo quando ero uno stupido ragazzino innamorato e non ti piaccio adesso, neanche così!
Mi voltai e lo fronteggiai, nonostante fossi notevolmente più bassa. Come sempre.
-Sei un idiota! E’ per me che sei diventato così?-
-Si, dannazione!- esplose spalancando le braccia. –Perché non riuscivo a capire cosa avessi sbagliato! Pensai di essere inadeguato e soprattutto decisi che nessuno mi avrebbe più ferito come avevi fatto tu!-
-Io non avevo alcuna intenzione di ferirti, Colin! Eri il mio migliore amico!
-Ma ero innamorato di te!-
Guardai le sue mani strette alle mie spalle e poi lui, i suoi occhi finalmente tornati limpidi e le sue labbra, socchiuse, prima di afferrargli il viso e baciarlo con urgenza e senza alcuna delicatezza.
Indugiò e in quell’istante di insicurezza fu di nuovo mio, così com’era.
Quando rispose al bacio pensai che quello avrebbe dovuto essere il nostro primo bacio, che se non avessi avuto così paura saremmo stati felici molto prima.
-Ero spaventata, Col. Rovino sempre tutto, lo facevo già allora e con te non..-
-Non te lo permetterò, Anne. Come non te l’avrei permesso tre anni fa se solo tu ti fossi fidata di me.-
Mi strinsi a lui e il mondo scomparve mentre le sue mani erano tutto, i suoi occhi erano tutto, le sue labbra erano tutto. Tutto ciò di cui avevo sempre avuto bisogno.

The end

_JUST SAYING: Ce l'ho fatta. E' finita davvero e, nonostante l'attesa, spero che questo finale vi sia piaciuto. Non è niente di speciale e non lo è neanche la storia. E' un'insieme di momenti, uno scritto senza alcuna pretesa che mi ha dato modo di esplorare un po' l'idea che avevo di questi attori, Colin in particolare, e di divertirmi un po'.
Vi lascio e vi ringrazio davvero tanto per avermi sostenuta, per aver recensito o semplicemente seguito la mia storia.
Grazie a:
Nenne3
The Rolling Beatles
Axyna
ino_san98 
marghi1D
the lucky witch
A PRESTO! ;)  -- Anna
  
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