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Autore: Weleo    12/09/2015    0 recensioni
[ CROSSOVER TRA "SENSE8" E "IL LABIRINTO DEL FAUNO"
A Riley è stato diagnosticato un tumore al cervello e non riesce più a distinguere il presente dal passato inoltre un vecchio fauno viene a farle visita dicendole che in realtà è una principessa di un mondo lontano.
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Chiesi a me stessa:-Ma se lasciassi andare? Se la smettessi di combattere? Ho sofferto così tanto-

Come per tutto avevo una risposta:-Perchè vivrei di nuovo tutto il dolore e la sofferenza ancora, per ritornare a vivere la felicità.

Una goccia. Una lacrima. Era tutto quello che rimaneva di me, della ragazza che amava. Scivoló sul mio viso e cadde nel vuoto. Stavo lentamente scivolando nella pazzia e lui non se ne era anche accorto. Mi avevano appena detto cosa sarebbe successo: il tumore che mi stava lentamente mangiando il cervello mi stava già dando allucinazioni e sarei arrivata al punto in cui non sarei più riuscita a distinguere realtà e finzione, presente e passato. Era giorni che guardavo semplicemente scendere la neve fuori dalla finestra, o mi limitavo a fissare un punto nel vuoto. C'era stato qualche giorno in cui avevo pensato di continuare a lottare. Poi avevo semplicemente pensato che tanto la felicità non sarebbe più tornata. Sarei stata solo sempre più confusa fiino al punto in cui non avrei più distintoniente. E se avessi lottato sarebbero stati comunque solo pochi mesi in cui sarei stata sottoposta a medicine e chemioterapia che mi avrebbero semplicementa allungato la vita di qualche settimana che avrei dovuto vivere in ospedale e che mi avrebbero fatto stare ancora peggio. Mi volevo semplicemente lasciare morire e Will semplicemente mi teneva la mano e mi vegliava come se da un momento all'altro potessero arrivare dei mostri per rapirmi. Mi parlava, continuamente, ma era come se parlare da solo. Pensavo che se l'avessi semplicemente ignorato lui poi se ne sarebbe andato e la mia morte l'avrebbe influenzato di meno. Ma i giorni passavano e lui rimaneva lì, i giorni passavano e io continuavo a vedere mostri sempre più inquietanti. In principio svevo la vista semplicemente alterata e vedevo strane lucine al limite del mio campo visivo, mentre oggi avevo visto quello che sembrava un vero e proprio mostro, con la pelle pallida e cascante e due piccoli occhietti rossi posizionati sui palmi delle mani che continuavano a scrutarmi, come se volessero vedermi l'anima, e io per quanto tutte queste cose mi sconvolgessero, per quanto significassero che la mia testa stava andando a farsi fottere, rimanevo il piú possibile impassibile, le guardavo cercando di trovarci un senso. Non credo l'avessero, forse erano solo un ammasso delle paure che avevo da piccola, o probabilmente erano solo un ammasso di cose inventate dalla mia mente. Will era ancora lì a tenermi la mano e sussurra il mio nome molte più volte di quanto lo si farebbe in un discorso normale :- Ciao Riley... Non mollare Riley... Sei bellissima Riley... Come stai Riley?- Lo aveva detto così tanto che aveva quasi perso di significato.

Non era più nella stanza dell'ospedale, era lontano, molto lontano, in un salone come quelli che avevo sognato da piccola quando si giocava a fare le principesse. Al centro della sala si innalzavano tre troni fatti di radici attorcigliate in un complicato intreccio che sorregggeva il peso di un uomo e una donna. Lei aveva uno sguardo dolce e materno e mentre mi guardava mi disse:

-La mia bambina, sei tornata finalmente.- Quello che doveva essere il re mi disse semplicemente:

-Ofelia, fatti avanti.-

-Non mi chiamo Ofelia, io sono Riley.- Cercai di dire in voce flebile, intimidita da quel luogo sconosciuto e misterioso. Come se tutto ciò non bastasse da dietro il trono lasciato vuoto al centro uscì una strana creatura, le gambe da campra, il volto, se così lo si poteva definire, stranamente schiacciato, due corna, di cui una spezzata, uscivano dalla sua testa.

-No no, quella è un'identitá fittizia che ti sei creata quando sei scappata di nuovo dal mondo Sotterraneo. Ora è il momento di fare ritono.- mi disse il fauno.

Mi svegliai di soprassalto, ma non c'era niente di tranquillizzante in quello che mi aspettava.

Perchè al mio fianco, al posto di esserci la presenza rincuorante di Will, vi era Magnus, il mio ex-ragazzo, che era morto in un incidente stradale che avevamo avuto anni fa. Se ne stava lì seduto con gli occhi chiusi e il sangue che colava dalla ferita, la pelle pallida come il marmo alla testa che si era procurato nell'incidente. Ma la cosa più scioccante e traumatizzante era la bambina fredda come il ghiaccio che mi era in grembo. Lei era morente, avvolta in un lenzuolo, la mia piccola Luna. Fui presa dal panico, non sapevo come fare. Presi la bambina e con le poche forze che avevo mi trascinai fuori dal letto, arrancando e cercando un'uscita. Trovata mi catapultai fuori nella fredda morsa dell'inverno, mentre voci dietro di me voci mi chiamavano e mi rincorrevano. Certo, qualcun'altro mi doveva salvare da me stessa, ma non potevo lasciare la mia bambina da sola, dovevo portala da qualche parte in un posto sicuro. Corsi sulla cima di una collina sperando di avere una buona visuale, affondavo i miei piedi nella neve ghiacciata ed era così fredda da fare male. Era come avere un deja-vu, avevo già vissuto questa vita, questa scena; cosa mi stava capitando? Cosa stavo facendo? Alla fne della salita mi venne un nodo alla gola alla vista dello scenario che avevo davanti: montagne innevate e nient'altro, nessun riparo, solo il gelo dell'Islanda. Mi accasciai per terra:

-Scusami, non posso fare di più, non ti lascerò... Non ti lascerò.- Le lacrime scorrevano copiose sul mio viso, mentre altre due figure mi apparivano davanti agli occhi: la prima era Will, che preoccupato mi appoggiava la sua giacca sulle spalle, la seconda era il fauno che in lontananza sorrideva in modo sinistro.

-Principessa, dovete tornare a casa, se lasciate andare e smettete di lottare ce la farete.- Mi disse il fauno con la sua voce suadente.

-Riley,stai bene? Vieni che ti riporto dentro.- disse invece WIll..

-No no no, non posso lasciarla.-risposi a entrambi.

-Lasciare chi?- mi chiese Will.

Guardai tra le mie braccia quando smisi di sentire il peso familiare della piccola, e non c'era niente, anche la neve intorno a noi era scomparsa. La consapevolezza di essermi totalmente immersa in un ricordo fece ancora più male e scavò un buco ancora più grande. sarei dovuta morire anche io quel giorno, volevo morire, invece ero ancora qui, la morte non mi aveva lasciato dire addio a quelli che amavo.

Will mi fece alzare la testa:

-So quanto fa male, sò che vorresti stenderti qui e non alzarti più. Ma io ti amo, per questo non devi lasciare andare.-

-Non ce la faccio, Will. Non ce la posso fare, mi dispiace.-

-Riley, non posso riportarti dentro di forza e costringerti a vivere, ma ti prego,ti prego, provaci, prova a vivere per me.-

Mi baciò un bacio disperato, bisognoso e impaurito che sapeva delle lacrime di entrambi.

-Ci proverò, per te, posso provarci.-

Vidi il fauno girarsi per andarsene con uno sguardo di disapprovazione.

Perchè per quanto la situazione fosse disperata, c'era sempre una maledetta e dannata speranza.

   
 
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