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Autore: MorwenRivendell    12/09/2015    3 recensioni
Hayden Hill è difficile,carattere duro e complicato.
Ha raggiunto un punto della sua vita nel quale ha allontanato tutti. Ormai non vede una via d'uscita, crede di aver perso tutto e passare un mese a casa di sua nonna in una città fredda e lontana non sembra migliorare la situazione,sa però che potrà trovare un po' di pace e tranquillità. Ma non sempre le cose sono come ci aspettiamo. Hayden scoprirà presto, infatti, di non essere la ragazza ordinaria che aveva sempre creduto di essere, la ragazza è la portatrice dell'anello e questo la porterà a vivere avventure in terre lontane e che non le appartengono, in un tempo che non è più il suo e affrontare nemici molto più potenti di lei.
Ma se avesse qualcuno dalla sua parte? Qualcuno che le aprirà gli occhi e la farà sperare di nuovo? E se fosse Legolas colui che è destinato ad assumersi questo compito?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La musica mi rimbomba nelle orecchie mentre fuori il paesaggio sfreccia davanti a me.
Gli alberi sono così nascosti dalla neve che chiunque non fosse già stato lì non avrebbe saputo dire cosa ci fosse sotto. Io sono già stata nella vecchia casetta di nonna Annis ma non ne ho un chiaro ricordo,So solo che in questo momento non vorrei essere da nessuna parte ben che meno sul sedile posteriore dell'auto dei miei genitori diretta per il freddo posto in cui dovrò stare per un mese.
Sento la voce di mia madre e mi tolgo la musica dalle orecchie. Vedo la sua testa rossa sporgersi dal sedile di fronte a me.
“Cosa?” Le chiedo.
“Ho detto che siamo quasi arrivati” mi ripete.
“Yuhu” dico io con tono ironico rimettendomi le cuffie.
Pochi minuti dopo mio padre ferma la macchina e io con poca voglia afferro il mio zaino grigio accanto a me insieme a un libro comprato da poco. L'unico vantaggio di questo momentaneo trasferimento è che potrò leggere i miei libri in pace,cosa che a casa mia è praticamente impossibile.
Scendo dall'auto e il freddo mi invade. Mi stringo nella mia giacca nera,incamminandomi verso piccola casa di legno a due piani di fronte a me. 
Quando mi raggiungono i miei genitori con i bagagli suoniamo e in poco tempo la porta si apre,mostrandoci il largo sorriso di mia nonna che,pur essendo malata,sprizza parecchia felicità.
Mia madre le va incontro e la stringe in un abbraccio mentre io resto in disparte aspettando di entrare e sperando di non morire per assideramento.
“Entrate!” Dice finalmente dopo aver salutato sua figlia.
Appena entro mi accorgo di non ricordarmi nulla del posto. La casa è completamente ricoperta di legno,con scala in legno e mobili di legno. 
Difronte a me c'è il salotto,con un divanetto marrone e due poltrone dello stesso colore affianco,un camino davanti e per terra un tappeto verde circolare. Di fianco c'è una porta aperta che lascia intravedere la cucina e un tavolo.
“Hayden! Come sei cresciuta!” Mi dice mia nonna avvicinandosi a me.
Tutti con la stessa frase. È ovvio che sono cresciuta se passano dieci anni.
Fortunatamente mia madre risponde al posto mio dicendo cose come "il tempo passa veloce" ed altre cazzate simili.
“Hayden,camera tua è l'ultima al piano di sopra” mi sussurra mio padre in modo da farmi scappare via. 
Io a mia volta gli sussurro un “grazie” e sgattaiolo sulle scale.
Arrivo davanti all'ultima porta rigorosamente di legno e la apro. 
Dentro trovo un semplice letto singolo dal lato sinistro della camera,un armadio al lato opposto e uno comò con sopra uno specchio antico.
Decido di sistemare dopo tutto e mi sdraio sul letto,guardando il soffitto,i capelli scuri che ricadono sulle lenzuola.
Si,non vorrei essere qui. 
Prendo il cellulare dalla mia tasca e lo sblocco,accorgendomi che non ho nessuna notifica di alcun tipo. Ho sbagliato tutto. Ho fatto andare via tutti.
Premo il tasto sopra il cellulare fino a spegnerlo e lo poso di fianco a me,nessuno mi cercherà. 
Ritorno a guardare il soffitto e senza accorgermene cado in un sonno senza sogni.
 
“Hay” apro gli occhi di colpo sentendo la voce di mio padre dal piano di sotto.
Mi alzo di malavoglia ed esco dalla stanza,affacciandomi dalle scale.
“Cosa?” Chiedo alzando la voce per farmi sentire.
“Puoi fare un salto in soffitta a prendere i cucchiai di legno?” Dice lui facendo spuntare la sua testa mora.
“Oh mio Dio,come facevi a sapere che ne avevo così voglia??” Dico in tono ironico.
“Le scale devi tirarle giù!” Continua
“Ovviamente.” 
“Sono davanti alla tua stanza!”
Io non rispondo e mi incammino per il corridoio fino all'ultima porta. Sopra di essa vedo la botola. 
Faccio un salto ma non riesco ad afferrarla,non sono mai stata molto agile. Riprovo e alla terza la scala quasi mi cade addosso.
“Merda!” Dico cadendo,per evitare un bernoccolo.
Prima giornata:lotta con una scala. Ha vinto la scala.
Mi rialzo in piedi prima di salire nel buio.
Cerco a tastoni una luce fino a trovare l'interruttore e accenderla. La soffitta è abbastanza grande e con così tante cose che non saprei catalogare. Nella stanza ci sono almeno sette vecchi bauli è una decina di scatole. 
Ma io dove dovrei trovare dei cucchiai?!
  
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