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Autore: Katris_    12/09/2015    5 recensioni
Hermione Granger è una ragazza che negli ultimi tempi ha sofferto molto. Rimasta orfana di madre, si ritrova ad affrontare l'ultimo anno di liceo in completa solitudine, se non fosse per la migliore amica Ginny Weasley. Presa in giro da tutti gli studenti della London High School, si chiude in se stessa, sperando di diventare invisibile agli occhi degli altri. Ma di certo gli occhi attenti di Draco Malfoy non riescono a non notarla. E si sa, i Malfoy non si arrendono facilmente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 8- Rivali

* * * *

Ero appena arrivato davanti alla scalinata della scuola, quando una ragazza bionda mi fermò con irruenza.

“Tu sei Draco, vero?”

Aveva una voce troppo stridula, fastidiosa all'udito.

“Sì. Posso esserti d'aiuto?” chiesi freddo.

Non avevo nessuna intenzione di parlare con lei, quindi cercai di essere il più diretto possibile.

“Vado di fretta”.

Da quando se ne era andata, sentivo tantissimo la mancanza di Hermione.

Volevo rivederla il più presto possibile.

E non avrei permesso che qualche ragazza troppo curiosa mi ostacolasse.

“Io sono Astoria. Mi chiedevo se...” disse avvicinandosi sempre di più a me, il suo petto attaccato al mio.

Fino a qualche tempo prima, mi avrebbe fatto piacere.

Ma adesso la guardavo disgustato, cercando di allontanarmi da lei.

Sentivo gli occhi di tutti addosso.

“...fossi disponibile” aggiunse in modo seducente.

Mi allontanai scansandola, senza nemmeno risponderle.

“Oh, davvero? Beh, sai quanti me ne trovo di quelli come te?”

Bene, allora vatteli a cercare.

“Non come la Granger. Persino sua madre non la sopportava più!” aggiunse sghignazzando.

“Cosa hai detto?” Mi girai verso di lei, il volto scolpito dalla rabbia.

“Perché, non lo sapevi?” chiese lei in modo innocente.

“Non osare mai più parlare di lei. Né di Hermione né di sua madre. Tu non sai niente di loro”.

Così dicendo, mi diressi verso l'uscita della scuola, pronto ad accoglierla.

Come ha fatto Hermione a stare in questo orribile posto per ben quattro anni?

Ed eccola lì.

Bella come sempre.

Elegante nella sua semplicità.

Il viso angelico.

La sua risata cristallina.

Aspetta, cosa? Sta ridendo?

Sì, stava proprio ridendo.

E non era sola.

Accanto a lei, un ragazzo dai capelli corvini le stava sorridendo.

Un fremito percorse tutto il mio corpo.

Calmati, Draco.

Come posso stare calmo?

Quell'idiota la sta letteralmente mangiando con gli occhi!

Quanto vorrei andare lì e...

Sì ma non puoi. Quindi vedi di darti una calmata.

Stavo ancora decidendo cosa fare, quando Hermione mi guardò e sorrise.

Quel sorriso eliminò tutti i miei dubbi.

Sapevo di essere importante per lei.

Più importante di lui.

Non dovevo dubitare di Hermione.

La mia Hermione.

Ma sapevo benissimo che dovevo sbrigarmi.

Dovevo dirle che l'amavo.

O per lei sarei rimasto solo un amico, un confidente.

E io non volevo assolutamente che fosse così.

Le sorrisi di rimando e la raggiunsi.

Quando fui davanti a lei, il ragazzo mi guardò accigliato.

Io lo fulminai con lo sguardo.

“Ciao” dissi rivolto ad Hermione.

“Ciao” rispose lei sorridendo.

Il ragazzo si schiarì la voce per attirare l'attenzione.

Egocentrico.

“Oh, sì certo. Draco – quanto suonava bene il mio nome pronunciato da lei – questo è Harry Potter. Harry, ti presento Draco Malfoy”.

Gli strinsi la mano con forza, mentre lui si sistemava gli occhiali.

Prova solo a farci un pensierino e vedi cosa ti faccio.

“Beh, io devo andare. Ci vediamo presto, Herm”.

Non ne sarei così sicuro, Potter.

Fece un cenno di saluto e se ne andò.

Smisi di guardare Potter per osservare Hermione.

“Sei bellissima”.

“G-Grazie” balbettò arrossendo, agganciando dietro l'orecchio una ciocca ribelle.

Sorrisi.

Perfetto.

Devi capire che non ti lascerò andare molto facilmente.

E che quel moretto non può nemmeno competere contro di me.

“Come va la testa?”

“Meglio. Non sento quasi più dolore”.

Sentimmo il suono della campanella che annunciava l'inizio delle lezioni.

“Andiamo?”

“Certo” dissi prendendola per mano.

Avevo bisogno disperatamente di un contatto fisico con lei.

Attraversammo velocemente il corridoio vuoto.

Entrammo in classe proprio quando la professoressa McGonagall stava facendo l'appello.

“Granger! Malfoy! Siete in ritardo”.

Quando mi sedetti al mio posto, vidi Astoria che guardava accigliata Hermione, anche se veniva completamente ignorata da quest’ultima.

“Cosa stavo dicendo? Ah, sì. Noi insegnanti abbiamo deciso che quest'anno faremo una gita di apprendimento ad Oxford. Resteremo soltanto per due giorni, dato che la nostra scuola non ha abbastanza fondi per permetterci di sostare una settimana. Troverete tutte le informazioni sul foglio che si trova davanti a voi”.

Sopra ogni banco, infatti, era posto un foglio gremito di informazioni.

Gli diedi un'occhiata.

GITA DI APPRENDIMENTO

Si informa le famiglie degli studenti di tutte le classi quinte della London High School che è stata organizzata una gita scolastica a scopo formativo presso la città di Oxford, Regno Unito.

Il giorno fissato per la partenza è la mattina di venerdì 12 novembre.

Il ritorno è fissato per il pomeriggio del 13 novembre.

Gli alunni saranno accompagnati dalla vicepreside professoressa McGonagall e dal professor Piton.

Si prega i genitori di fornire agli studenti carta d'identità e passaporto.

Gli studenti dovranno portare tutto il necessario per una notte in albergo.

La quota necessaria (che comprende la sosta in hotel) è di sessanta sterline.

Grazie per la collaborazione,

Professoressa McGonagall.

 * * * * *

Gridolini di gioia riecheggiarono nella classe.

“Evviva! Sai questo che significa, Pansy?” chiese Astoria alla sua compagna di banco.

“Shopping!” gridarono insieme eccitate.

“Non credo proprio, signorine. Si chiama “gita di apprendimento” per un motivo. E questo non implica certamente svago. Le nostre mete saranno biblioteche e college.”

“Ma prof...” si lamentarono alcuni.

“Niente da fare, ragazzi. Ed ora, aprite i vostri libri a pagina 394”.

La lezione passò abbastanza velocemente, anche se io non prestavo attenzione.

Avevo occhi solo per Hermione, che era seduta a pochi banchi di distanza da me.

Non indossava più il vestito blu che aveva ieri sera, bensì una semplice gonna stile uniforme scolastica ed una camicetta bianca.

Mi ero dimenticato di chiederle con chi fosse uscita.

E mi ero dimenticato anche di chiederle come mai conosceva quel Potter.

Harry Potter.

Il nome più banale che esistesse sulla terra.

Sorrisi ripensando alla faccia che aveva fatto quando mi aveva visto.

Speriamo abbia capito che non vale nemmeno la pena provarci.

Quando i Malfoy si mettono in testa qualcosa, non si arrendono fino a che non la ottengono.

Non vedo l'ora che sia novembre.

Se non sbaglio, Potter ha la nostra stessa età, quindi andrà in gita con noi.

Per quel giorno, io e Hermione staremo già insieme.

Sarà così.

Finite le lezioni, raggiunsi Hermione in corridoio.

“Tu ci vieni in gita, vero?” chiesi speranzoso.

“Credo...di sì. Non lo so, devo chiedere a mio padre. Forse è meglio se non lo lascio da solo, in questo momento. Sai, ha bisogno di una mano per conciliare lavoro e famiglia”.

“Sono sicuro che tuo padre potrà resistere senza di te per due giorni. Io non so se riuscirò a fare lo stesso”.

“Non lo so, Draco...”

Mi misi in ginocchio davanti a lei.

“Ti prego, ti prego, ti prego!” la implorai.

Un Malfoy che implora qualcuno? Inaudito!

“Okay, okay. Basta che ti alzi. Ci stanno guardando tutti”.

“E cosa c'è di strano? Come si fa a non guardare una bellezza come te? È semplicemente impossibile” dissi rimettendomi in piedi affianco a lei.

Le sue guance divennero di un rosa paonazzo.

“Draco! Potresti finirla di dire sciocchezze, per favore?”

“Io? Quando mai ho detto sciocchezze?”

Scosse la testa ridendo.

“Beh, sarà una bella avventura condividere l'hotel con le altre classi!”

Si fermò di colpo.

“Che c'è? Hai dimenticato qualcosa in classe?” chiesi preoccupato.

Era completamente pietrificata.

Come sotto incantesimo.

“Con...le...altre classi?” scandì lentamente.

“Sì Herm, c'è qualche problema?”

“Ronald...” sussurrò.

Ronald?

Chi era questo Ronald?

E soprattutto, perché Hermione aveva così tanta paura di lui?

“Non sarà per caso...il tuo...ex fidanzato?”

O peggio.

Il suo attuale ragazzo.

Ma lei non rispose alla mia domanda e continuò a camminare nervosa.

“Forse...è meglio se non vengo in gita. Troppe complicazioni”.

“Ma...” tentai di replicare, invano.

Corse via con i libri in mano.

“Si può sapere che cosa le hai fatto?” chiese una voce accanto a me.

“Niente, Potter. Niente”.

   
 
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