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Autore: Mephi    12/09/2015    6 recensioni
Ciò che rendeva quella pizzeria tanto interessante era la presenza di Animatronics. Robot dall'aspetto di animali che di solito intrattenevano grandi e piccini con concerti o piccoli spettacoli, anche solo vederli andare a spasso per il locale divertiva i clienti.
Quegli stessi animatronics che Vincent, in quel momento, avrebbe voluto distruggere pezzo per pezzo, smontandoli bullone per bullone.
Si, i suoi pensieri potevano anche confondere, e far credere a tutti che Vincent odiasse quei Robot, ma non era così. Non li odiava.... Di solito. Al contrario, aveva un buon rapporto con loro, un rapporto che andava avanti da vent'anni, di pura fiducia e... Amicizia? Si. Amicizia.
Un rapporto così importante da metterlo in difficoltà.
Genere: Comico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Fitzgerald, Phone Guy, Purple Guy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Storia Di Una Guardia Notturna


Costretto A Far Ritorno


«Vincent...»
«Non dirmelo.»
«Dovresti venire al Feazbear. É successo di nuovo.»


Vincent era la guardia notturna del Freddy Feazbear Pizza, la pizzeria più conosciuta di tutta la città dove spesso si svolgevano compleanni. Ciò che rendeva quella pizzeria tanto interessante era la presenza di Animatronics. Robot dall'aspetto di animali che di solito intrattenevano grandi e piccini con concerti o piccoli spettacoli, anche solo vederli andare a spasso per il locale divertiva i clienti.
Quegli stessi animatronics che Vincent, in quel momento, avrebbe voluto distruggere pezzo per pezzo, smontandoli bullone per bullone.
Si, i suoi pensieri potevano anche confondere, e far credere a tutti che Vincent odiasse quei Robot, ma non era così. Non li odiava.... Di solito. Al contrario, aveva un buon rapporto con loro, un rapporto che andava avanti da vent'anni, di pura fiducia e... Amicizia? Si. Amicizia.
Un rapporto così importante da metterlo in difficoltà. Perchè dire "Vincent é la guardia notturna" é errato. La frase giusta é "Vincent é l'ex guardia notturna."
Si era licenziato così tante volte che ormai aveva perso il conto, e ogni volta che si licenziava, poi, tempo una settimana e riceveva la solita telefonata dal suo amico Phone.
Ora, non che Phone si chiamasse davvero Phone, in realtà non gli aveva mai chiesto il suo nome, solo che ricordava che quando lo incontrò la prima volta vent'anni fa era quello attaccato al telefono che prendeva le ordinazioni ad asporto - che al contrario di come tutti pensavano erano molte. Troppe. - e dunque, per gioco, lo chiamò "Phone Guy", beccandosi anche un occhiataccia e un dito medio dal giovane, mentre discuteva con una signora al telefono per capire la via dove suddetta signora abitava.
Poi però tutti presero a chiamarlo in quel modo - un mondo fatto di copioni! - e Phone si abituò a essere chiamato così.
Comunque con il passare degli anni erano diventati grandi amici e lo stesso Phone si era opposto quando aveva sentito che il collega di una vita voleva lasciare quel lavoro per passare più tempo con i due figli maschi. La moglie era morta durante il parto del secondogenito, e lui, da padre, doveva badare all'età ribelle del primo figlio e agli incubi del secondo. Vincent amava i suoi figli. E quando si era reso conto che il suo lavoro gli prendeva troppo tempo, aveva deciso, dopo vent'anni di onorata carriera, di lasciarlo per un lavoro con meno ore, magari peggio retribuito, ma che gli permettesse di badare anche ai figli.
Peccato solo i suoi cari amici non fossero d'accordo. Se Phone, dopo aver sentito le sue ragioni, lo aveva anche assecondato, quegli animatronics a cui aveva fatto da guardia per anni... Beh, non accettavano la sua assenza.
Da una parte era quasi fiero, perchè era riuscito a entrare nei cuor- no.
Nella Memoria Madre, o qualunque altra cosa avessero al posto del cuore, quei pezzi di latta. Dall'altra era furioso, perchè lo costringevano a tornare, fregandosene della sua decisione! Il padrone, chiaramente, dopo il licenziamento di Vincent dovette trovare una nuova guardia per gli animatronics. E cosa facevano, loro? Terrorizzavano ogni guardia notturna che si presentava, facendo passare ai mal capitati 6 ore d'Inferno. E questi resistevano massimo una settimana, poi riconsegnavano uniforme e torcia e giuravano di non mettere più piede in quel posto.
E lui doveva tornare per il bene dell'umanità sui suoi passi, riprendere quel lavoro che sembrava ora potesse compiere solo lui, e fare da guardia a quei rottami che gli rovinavano i piani! Oh, ma questa volta gli avrebbe distrutti uno per uno!
Perso nei suoi pensieri non si accorse di essere già arrivato alla pizzeria, ed entrò pronto a fare un bel discorsetto a tutti gli animatronics.
Appena entrò, però, gran parte della sua rabbià sfumò. Le luci calde dei riflettori puntati sul palco dove Bonnie, Chica e Freddy tenevano un concerto a cui tutti prestavano attenzione. E chi non era preso da quella musica era intento a scattare foto con i secolari Springtrap e FeadBear, praticamente i padri di quel luogo, i primi animatronics in assoluto.
«Chi vuoi mandare alla discarica per primo, Vince?» sobbalzò quando sentì il braccio di Phone circondarli il collo, affiancandolo a seguendo con lo sguardo ciò che osservava lui.
«Ancora devo decidere. Com'è che non sei attaccato al telefono?» chiese a sua volta sottraendosi a quel contatto facendo un passo avanti, subito imitato da Phone, che lo affiancò una seconda volta.
«Non fare domande stupide! Nessuno ordina la pizza alle 10 di mattina... Lo sai che qui vengono di giorno solo per loro. Sono le Star di questo posto!» esclamò comiciare ad agitare una mano per aria in segno di saluto verso la piccola band, attirando l'attenzione di Freddy che nonostante tutto non smetteva di cantare.
«Ti aspettavano.»
«Quanto é durata l'ultima guardia?»
«Cinque giorni! Al sesto giorno sono venuto io ad aprire la pizzeria, e appena mi ha visto mi ha urlato "Uccidi quei cosi! Sono posseduti!" ... Dio, devono aver esagerato. Credo servirà qualche mese di terapia a quel tipo, no?» ridacchiò tra sé e sé, Phone, mentre Vincent decideva di raggiungere l'unico probabilmente libero in quel momento: Foxy.
Così raggiunse il Pirate Cove, sentendo la delusione farsi in strada in lui nel trovarlo, invece, intento ad intrattenere i bambini. Era certo Phone non lo avesse seguito, ricordava perfettamente che quando Foxy era stato acquistato gli aveva confessato che lo inquietava. Si. Aveva paura della Volpe Pirata!
«Yaaaarr, Piccoli Pirati! Siete pronti per una nuova e-emo-zio-emo-emozionante avventu-tu-ra?» Foxy aveva degli evidenti malfunzionamenti, forse per quello era tenuto lontano dagli altri animatronics, da solo, nel Pirate Cove.
Nonostante questo però aveva comunque il suo piccolo e fidato pubblico, che gioiva ed esultava a ogni sua parola. A quanto pareva non poteva parlare nemmeno con lui.
«M-Ma guarda chi-chi-chi si rivede! Il c-capitano che aveva abban-abbandonato la nave!» in un attimo si ritrovò un Foxy vendicativo che lo indicava con la mano sana e gli sguardi di tutti quei bambini puntati contro, giudici.
«Molto divertente, Foxy!» esclamò ad alta voce per farsi sentire bene dalla Volpe Pirata, che, fulminea, lo raggiunse. Poteva anche avere malfunzionamenti, ma quando si trattava di correre la sua velocità quasi terrorizzava.
«S-Sei tornato tra-tra noi Piccolo Pirata Viola?» gli chiese a un passo da lui, attendendo ansioso una risposta. I bambini scoppiarono a ridere, realmente divertiti da quello spettacolino fuori programma.
«Se mi chiami ancora Piccolo Pirata Viola ti smonto l'unica mano sana che hai.» disse non degnandolo di una risposta, innervosito oltre ogni modo. La Volpe però non parve prenderla bene e con la mano sana che aveva citato gli sferrò uno schiaffo al fianco, e no, non era picevole dato che era un affare di dannatissimo metallo! L'ex guardia notturna si piegò di lato, tenendosi il fianco.
«Bastardo manesco...» soffiò tra i denti, sapeva che con Foxy non doveva mai tirare troppo la corda, era piuttosto irascibile su certe cose, eppure picchiava solo lui, se offeso. Con Phone non lo aveva mai fatto e con i bambini, figurarsi, non avrebbe mai fatto del male al suo prezioso pubblico.
«Per mille Balene bian-bianche! Andiamo all'arrembaggio miei-miei prodi, lontani da questo rozzo-ozzo Meschino!» e così, con un urlo piratesco i piccoletti, per nulla intimoriti da ciò che era appena accaduto tra il robot e l'ex guardia, avevano seguito Foxy in giro per il suo covo.
Vincent si alzò la maglietta per scoprire il fianco: un segno rosso aveva fatto la sua comparsa. Sicuramente gli sarebbe apparso un livido a forma di mano di Foxy. Tsk, come se fosse lui quello in torto!
«VINCE? HELLO? HELLO? É ANDATO VIA QUEL COSO? IO TE L'HO SEMPRE DETTO CHE QUELLA VOLPE È PERICOLOSA!» sentì la voce di Phone e si rimise a posto la maglietta. Il castano si teneva a distanza di sicurezza dal Pirate cove e si sbracciava per attirare l'attenzione del viola.
«É IL SUO MODO DI DIRMI CHE MI VUOLE BENE!»
«COMUNQUE IL CAPO TI CERCA NEL SUO UFFICIO! BUONA FORTUNA, AMICO!» armandosi di pazienza, l'ex guardia annuì velocemente e, dolorante, si diresse verso l'ufficio del "capo" che si trovava distante e isolato dal resto della pizzeria, come se fosse qualcosa a parte, quei corridoi erano sempre silenziosi e vuoti, sembrava quasi non appartenesse al Feazbear.
Tentennò un'attimo prima di entrare nella stanza, la mano che stringeva la fredda maniglia e lo sguardo sulla targhetta posizionata sulla porta che riportava il nome dell'uomo che aveva costruito un impero con una pizzeria. Scosse appena la testa e entrò, richiudendo la porta dietro di sè.
«É bello rivederti, Vincent.»
«Saltiamo i convenevoli, non interessano nè a lei nè a me, capo. Io qui non ci torno.» fu subito chiaro e schietto, prendendo posto sulla poltrona davanti alla scrivania, la stessa scivania che separava lui dal "capo" , che lo guardava con infinita pazienza negli occhi, pronto a una lunga e interminabile discussione che, ogni vota, dovevano intraprendere.
«Vincent abbiamo bisogno di te. Senza di te gli Animatronics-...»
«E allora gli resetti la memoria o qualcosa di simile! Ho due figli a cui badare, crede possa lasciarli a loro stessi? Ah, ma quante volte ancora dovremmo fare questo ragionamento?» chiese appoggiando, frustrato, la schiena sullo schienale della vecchia poltrona. Erano passati vent'anni e l'arredamento di quell'ufficio era sempre lo stesso. Cosa non si faceva per risparmiare.
«Resettargli la memoria? E riprogrammarli per i loro compiti, sperando che non ci sia alcun intoppo? Non l'ho fatto in vent'anni, non comincerò ora.» spiegò il propretario poggiando gli avambracci sulla scrivania che scricchiolò appena, e intrecciando le mani tra loro.
Vincent sospirò alzando la testa verso il soffitto, urtando leggermente la vecchia poltrona verde.
«Ti chiedo solo di essere ragionevole. Non accettano altre guardie notturne.» proseguì il proprietario, assistendo alla rassegnazione del ragazzo dai capelli viola.
«E poi hai i tuoi due giorni liberi! Puoi passare quelli con i tuoi figli!» esclamò convinto, sperando davvero che la ex guardia notturna cambiasse idea, e tornasse sui suoi passi.
«D'accordo...» disse sospirando, arreso.
«Ma voglio le versioni pupazzo di tutti gli animatronics!» e subito il capo accettò, promettendogli che quel giorno stesso avrebbe avuto quei pupazzi, e consegnandoli le chiavi dello spogliatoio dove avrebbe trovato la sua divisa da Guardia Notturna ancora intatta e pulita, così come l'aveva lasciata una settimana prima. Lasciò l'ufficio salutando il proprietario per poi andare subito verso gli spogliatoi, che altro non erano che una stanza con un solo armadio mezzo rotto, la cui anta sinistra era mancante e quella destra cigolava sinistramente ogni volta che la si muoveva.
Ma una volta lì dentro questi piccoli dettagli erano trascurabili, e l'unica cosa importante era cambiarsi e prepararsi ad affrontare gli animatronics.
Velocemente si slacciò la camicia azzurra che indossava, e si liberò anche dei pantaloni, per poi cominciare a indossare i pantaloni neri e la camicia viola da lavoro. Avrebbe preferito che nessuno lo sapesse ma anche a lui avevano affibbiato un nome, gentilmente offerto dal Coniglio Giallo Springtrap, ovvero: Purple Guy. Si era guadagnato quel titolo solo perchè una notte come un'altra Springtrap passava troppo tempo attorno a lui, e quando gli chiese che cosa gli prendesse gli rispose che "Era tutto viola". Il fatto che il colore viola della divisa coincidesse anche con il colore dei suoi capelli fu la sua disgrazia, facendolo diventare il Purple Guy, almeno per il Coniglio Giallo.
Nell'armadio, abbandonata, la sua adorata torcia. Quella si che era sua fidata compagna, quante volte aveva accecato Foxy con quel piccolo arnese? Bhe, un modo come un'altro di vendicarsi. Provò ad accenderla ma non ci fu alcun risultato, rimase spenta. Così scoprì che le pile della torcia erano sparite e...
«Balloon Boy... Quando la finirà di prendere le batterie!?» chiese al nulla mettendosi la torcia nello spazio della cintura che la conteneva. A quanto pareva avrebbe dovuto dar fastidio a Foxy in un'altro modo.
Quando tornò nella sala principale della pizzeria la piccola band era ancora occupata a cantare, mentre i due Golden girovagavano senza una meta per la sala.
«Ehy, Anziani...!» gli salutò avvicinandosi ai due.
«Uuuh, Purple Guy é tornato tra noi!» esclamò Springtrap avvicinandosi ed esaminandolo velocemente, gli parve di vedergli accennare un ghigno quando realizzò che quella fosse la divisa da lavoro.
«Oooooh ti stà magnificamente, Vincent!» aggiunse gentilmente il Golden Freddy, cominciando ad allontanarsi verso il palco.
«Perdonatemi ma tra poco tocca a me... Felice di riaverti con noi, Vincent!» e con quelle parole l'orso dorato raggiunse il palco, pronto per la sua, di esibizione.
«Allora, Purple Guy, come hai passato la settimana di vacanza?» chiese Springtrap girando attorno al viola come farebbe un predatore con la sua preda... Come se lo stesse mettendo sotto interrogatorio.
«Come se ti importasse.»
«Oh ma mi importa! I tuoi figlioletti se la caveranno da soli...»
«É stata sicuramente una tua idea quella di spaventare tutte le guardie notturne!» disse Vincent ormai spazientito e bloccando quel girargli attorno di Springtrap, che inclinò appena la testa di lato, confuso, per poi tornare dritto e liberandosi con uno strattone da quella presa.
«Bhe mancavi a tutti! Qualcuno doveva farsi venire un'idea geniale, Purple Guy. E vedi? Ha funzionato! Ora sei qui! Con noi! Non sei felice?» chiese prendendolo per le spalle e scuotendolo leggermente.
«... Ci si vede questa sera per il turno di notte.» rispose il viola sottraendosi da quella presa e uscendo dal locale.
Springtrap produsse un rumore simile a un sospiro.
«Come l'ha presa?» il Phone Guy affiancò il Coniglio Giallo che alzò le spalle per poi dirigersi verso il palco, si sarebbe dovuto esibire anche lui con Golden Freddy, ma prima si degnò di risponderli con un seccato: «Male. Ma gli passerà...»
   
 
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