Disclaimer: le storie non sono a scopo di lucro né tantomeno intendono diffamare le persone ivi descritte.
 
 
 

1
Kiss under the rain

 

All right, everything is alright,
Since you came along
And I wonder if you know
How it feels to let you go,
(Stay by Hurt)

 
Bastava una parola di troppo – o una parola non detta – per vederlo dargli la schiena e andarsene a passo spedito, probabilmente senza alcuna meta e probabilmente senza la reale intenzione di lasciarlo.
A Logan non importava poi così tanto avere l’ultima parola nelle discussioni, ma era inevitabilmente sempre l’unico ad averla perché semplicemente se ne andava, ferito e arrabbiato, lasciando che i sensi di colpa divorassero Kendall, sempre più stupefatto di quanto facile fosse ferire il suo compagno.
“Sta piovendo, dove cazzo pensi di andare?” gli chiese, forse un po’ troppo brusco – non sapeva più nemmeno quale fosse la causa di quell’insulsa discussione, ma si erano trovati a litigare nel bel mezzo della Rocque Records, attirando lo sguardo dei pochi che si erano attardati per finire qualche commissione.   
“Stare sotto la pioggia è meglio che starti accanto!” si vide rispondere, prima che la porta dell’atrio sbattesse e Logan prendesse presumibilmente la via di casa.
Kendall rimase in piedi a boccheggiare, senza sapere bene né cosa fare né cosa pensare – corrergli dietro o lasciarlo sbollire? Il suo orgoglio propendeva per la seconda, ma non c’era orgoglio che potesse trattenerlo, non quando si trattava di Logan.
Lo seguì di fretta senza curarsi di prendere un ombrello e una volta in strada lo cercò con lo sguardo. Stava calando la sera, il sole stava finendo di tramontare e in quel momento non c’era quasi nessuno a zonzo, sia per la pioggia che per l’orario generalmente adibito alla cena, tuttavia trovarlo fu quasi difficile, giacché l’ultima cosa che aveva pensato era che Logan si fosse seduto su un muretto piuttosto che rientrare al Palm Woods – che distava quasi mezz’ora a piedi da lì, tuttavia la rabbia di Logan inibiva tutto il suo buon senso.   
“Logan” lo chiamò gentilmente, avvicinandoglisi. Il moro alzò lo sguardo arrossato su di lui. Chiunque altro che non vi avesse fatto attenzione avrebbe detto che aveva il viso bagnato solo a causa della pioggia, ma i suoi occhi non mentivano – non ne erano mai in grado, qualsiasi fosse l’emozione che li attraversasse, ed era questa una delle cose che Kendall più amava di lui.
“Perdonami” fu tutto ciò che disse, accarezzandogli il braccio.
Lui e Logan non litigavano spesso, tuttavia quando succedeva era sempre Kendall a scusarsi, qualsiasi fosse la causa scatenante – generalmente, come quel giorno, non se la ricordavano.
Logan annuì mestamente, asciugandosi gli occhi, benché fosse inutile vista la pioggia che continuava a scendere.
“E tu scusami per la cattiveria che ho detto” rispose.
“No, hai ragione… stare sotto la pioggia non è poi così male”. Il moro ridacchiò, alzandosi in piedi. A vederlo così, bagnato e affranto, non si sarebbe mai detto che fino a pochi minuti prima stava scendendo quasi di corsa i vari piani della Rocque Records urlando insulti al ragazzo che lo seguiva.
Logan lo abbracciò, cercando di trasmettergli un po’ di calore e di racimolarne lui stesso. Rimase a guardarlo per un lungo attimo, prima di tendersi ancor più contro di lui e baciarlo. Kendall gli cinse i fianchi con le braccia, stringendolo tanto forte che per un attimo Logan pensò si sarebbe spezzato sotto quella stretta, ma si ritrovò a realizzare che infondo non importava.
Kendall lo spinse contro il muretto e ce lo fece sedere sopra, senza smettere di baciarlo, mai sazio della pioggia che gli bagnava le labbra e che aveva il suo stesso sapore dolce, avrebbe voluto vivere solo di quella e di null’altro, se non il corpo caldo di Logan premuto contro il proprio.
Non dissero nulla quando si allontanarono per prendere fiato e il biondo prese a lasciargli leggeri baci su tutto il viso – sulle guance appena arrossate, sulla fronte e sulle palpebre chiuse, sulle labbra rosee.
Quella litigata iniziata per chissà quale stupido motivo era solo un lontano ricordo, in quel momento.
“Se rimarremo ancora sotto la pioggia ci ammaleremo” mormorò dopo un po’ Logan, cullato dai baci del compagno.
“Già” concordò Kendall, pensando distrattamente che infondo non era fredda. Ci misero un po’ a trovare la forza di allontanarsi l’uno dall’altro.
Tornarono verso la Rocque Records, infine, ma prima di entrare, quand’ancora l’ acqua scrosciava su di loro, Kendall non poté fare a meno di reclamare le labbra di Logan, gustando ancora una volta il sapore dolce che assumeva la pioggia nella bocca del moro.
Pensò che avrebbero dovuto baciarsi più spesso sotto la pioggia.
 
*Angolettino dell’Autrice*
Madre de Dios, che cosa la mia mente ha partorito mai?
Innanzitutto perdonatemi per il titolo della raccolta, merito d’essere presa a dugongate in faccia solo per quello. Scherzi a parte, devo dire che, a parte un finale un po’ sbrigativo, sono abbastanza ehm… com’è che si dice… uhm… soddisfatta, sì, di ciò che ho ottenuto. Non è una cosa che dico spesso degli obbrobri che creo.
Mi piacerebbe che nelle recensioni (se ce ne saranno) mi scriviate dei cliché che vi piacciono particolarmente.
L’avvertimento “Movieverse” l’ho messo per indicare che i racconti sono relativi alla serie, perché non sapevo come altro indicarlo, ma potrebbe essere sbagliato e se così fosse lo toglierò.
Grazie per aver letto.
With much love,
Marty.