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Autore: Vanya Imyarek    13/09/2015    1 recensioni
Chad e Penelope sono finalmente riusciti nel loro intento: rubare la corona di Tolomeo e portarla al sicuro nella Piramide Arena. Ma questo non significa certo che il loro compito è finito: dovranno impedire, al contempo, che Setne risorga e che la giustizia faccia il suo corso, e questo implicherà un viaggio nel luogo più pericoloso del mondo greco.
Dopo una corona contesa tra più parti, i nostri eroi saranno alle prese, come da profezia, con uno spettro da fermare e, al contempo, non fermare.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                              CHAD

SIAMO  CHIARAMENTE  SFRUTTATI  SUL  LAVORO







Non appena percepii che le ombre si stavano diradando, mi buttai a terra velocissimo e ... presi un pallone da basket in faccia. Neanche il tempo di imprecare per il fallimento del mio piano, e un secondo pallone mi rimbalzò sulla testa. 
"Non in testa, Coriolanus! Già ha pochi neuroni di suo, se poi ti ci metti anche tu ..." fu l'amabile commento di Penelope.
 "Agh!" fu la risposta del babbuino Coriolanus e, malgrado la formulazione della richiesta, sperai che fosse un assenso. Quel trucchetto del gettarmi a terra per evitare le sue pallonate aveva funzionato solo una volta, la prima; dopodichè, quel babbuino pestifero aveva iniziato a lanciarmi addosso due o tre palloni alla volta, di modo che in qualunque direzione mi buttassi almeno uno mi colpisse sempre.
 "Già che ci sei, tirane qualcuno anche a lei" intervenni. "Si sa mai che, con il contraccolpo, qualcuno dei suoi neuroni non si riattivi"
 "Ragazzi, le tecniche terapeutiche che suggerite sono estremamente interessanti e degne dell'attenzione di un qualsiasi primario, nonchè primate, ma vorreste cortesemente riferire anche cosa sia successo con Setne?" intervenne Thoth. Era intento a montare il modellino Lego di un'autocisterna, di una grandezza sospettosamente simile a quella naturale.
 "Andato tutto liscio e secondo i piani" annunciai. "Setne si è tuffato a bomba proprio sotto il naso di Nico e delle Furie, e le Danaidi sono ritornate tutte all'ovile, eccetto alcune che hanno preferito buttarsi nel Tartaro" 
Thoth non parve molto lieto della notizia. "Nel Tartaro? Potrebbero incontrare Setne e diventare sue alleate, se lui promettesse la resurrezione anche a loro. Non so esattamente di quale aiuto potrebbero essere, ma potrebbero complicare i piani, mettersi di mezzo a qualunque soluzione voi troviate per trattenere Setne nel Tartaro ..." 
Penelope, artefice di quell'incidente, si affrettò a ribattere "Ma sono solo un pugno di donne che non hanno mai fatto nulla a parte pugnalare degli uomini disarmati. E non hanno particolari conoscenze di magia o chissà che. Non credo che a Setne converrebbe neppure arruolarle"
 "Se reputasse di aver bisogno di qualcuno che si sacrifichi per lui, cercherà di portarle dalla sua parte" dichiarò Thoth. 
"Capiamo. Adesso non dobbiamo fare altro che aspettare che Nico vada al Campo, convochi la riunione, e si decida chi dovrà andare nel Tartaro. Non credo che ci vorrà molto, ma vorrà prima parlare con Ade" dichiarò la mia socia.
 Decisi di chiedere di un altro oggetto abituale delle nostre conversazioni, ora che la faccenda di Setne poteva essere temporaneamente messa da parte. 
"Come sta andando Coxlery?" chiesi. 
"In grande stile, ovvero malissimo per qualunque osservatore esterno. Licenzia tutti quelli che finora gli davano dell'incompetente, amministra i fondi in modo quasi casuale, fa tagli sullo stipendio a mezzo personale. Creerà il caos in quel disgraziato centro di ricerche" 
Qualcuno, da quest'ultima frase, avrà già capito che si trattava della nostra ultima trovata per riequilibrare l'eccesso di bene creato da Setne; adesso mi tocca spiegare i dettagli, e mi piacerebbe molto sapere in che gradazione in più ci odierete dopo. 
Dopo che un'uscita con i nostri teppisti aveva prodotto come risultato un attacco al Campo da parte dell'esercito di Setne e il definitivo recupero della corona in circostanze che, non fossero state ben gestite, sarebbero potute sfociare in un disastro, avevamo deciso che non era più il caso di esporsi di persona così tanto. Avevamo interrotto del tutto il nostro giro di scommesse con i ragazzi di Ermes, e diradato la partecipazione ai furtarelli e ai vandalismi dei teppisti; tanto li avevamo instradati in modo che ormai procedevano benissimo da sè. 
Adesso, con l'aiuto di Thoth, avevamo iniziato a lavorare su un progetto più impegnativo, più importante e, di conseguenza, più dannoso e meno moralmente accettabile. 
Sembrava un po' un esperimento psicologico: consisteva nell'individuare un centro di ricerca per la cura delle malattie,  trovare l'ultima ruota del carro, qualcuno con una posizione di scarso rilievo, possibilmente incapace nel suo lavoro, frustrato, invidioso dei colleghi e in perenne guerra con loro, il non plus ultra sarebbe stato anche che fosse in ristrettezze economiche, trovare questo soggetto dicevo, e rimaneggiare un po' di scartoffie e opinioni dei piani alti in modo che dall'oggi al domani si ritrovasse in una posizione di diretta gestione del centro.
 La nostra scelta era ricaduta su Johnathan Coxlery, un ricercatore piuttosto incapace attivo in un centro di ricerche contro il cancro. Mezz'età, calcolato meno di zero da tutti i colleghi che non lo calcolavano abbastanza da sfotterlo, incazzato col mondo ma troppo vigliacco per fare rimostranze apertamente. Preferiva darsi alla nobile arte di sparlare dietro le spalle, ma si dimostrava tanto intelligente da farlo esattamente con gli amici della vittima, anzichè con qualcuno assolutamente neutrale. Il risultato che sortiva, invece di isolare non troppo apertamente la sua vittima, era farsi detestare ancora di più e isolare solo sè stesso. Il che, in un perfetto circolo vizioso, lo rendeva ancora più frustrato e incazzato col mondo.
 Bene, immaginatevi questo soggetto che si ritrova, di punto in bianco e senza meriti di sorta, a dirigere il centro e con esso tutte le persone che l'avevano sfottuto o ignorato: Coxlery 2, la vendetta! 
Nel giro di neanche due settimane, i soggetti più brillanti e capaci del centro si erano ritrovati licenziati, tagliati in blocco assieme a tutti coloro sui quali il nuovo direttore voleva una rivincita, e chi non era stato cacciato, si era visto ridurre lo stipendio ai minimi storici. Inoltre Coxlery non aveva la minima idea di come si amministrassero adeguatamente i fondi di un centro ricerche, spendeva un sacco in apparecchiature non troppo utili e, malgrado i tagli agli stipendi, iniziavano a scarsefggiare i soldi per ciò che veramente serviva. Esattamente il risultato che noi volevamo conseguire.
 Tutto ciò sarebbe servito a un salutare aumento di ingiustizia e, anche se è davvero la cosa peggiore, a un notevole ritardo nello sviluppo di una cura contro una malattia. Intendiamoci, ci sentivamo effettivamente un po'in colpa nonostante fossimo convinti che i bravi ricercatori avrebbero trovato presto lavoro in un altro centro, ma comunque non si trattava di una cosa buona. E noi in fondo dovevamo diminuire le cose buone al mondo. Quindi, anche se era brutto dirlo, il nostro esperimento andava a gonfie vele.
 "Allora ... va tutto bene?" chiese esitante Penelope, a cui forse non garbavano troppo quelle parole applicate alla situazione. 
"Sì, ma bisogna accertarsi che le cose continuino su questo binario. Probabilmente basterebbe aumentargli lo stipendio" 
"Si potrebbe creargli qualche piccolo problema ... non di quelli causati da lui, insomma, ma qualcosa per cui sia costretto a muovere le chiappe e a darsi un po' più da fare" suggerì Penelope. "Quando avrà risolto, sarà convinto di 'meritarsi' qualcosa di più"
 Bella idea ... ma migliorabile. 
"Facciamoglielo risolvere in modo opinabile" proposi io. "In modo che soddisfi praticamente solo lui. Probabilmente creerà un danno, a lungo o breve termine. E le ricerche saranno ulteriormente impedite"
 "Hm" mormorò Thoth, allungandoci un'occhiata che mi parve quasi preoccupata. Forse pensava che avessimo proposto delle cavolate? Ma era Penelope quella che aveva suggerito l'idea iniziale, io avevo solo apportato dei miglioramenti, quindi avrei dovuto essere a posto. 
"Sì, è un buon piano. Suggerirei di danneggiare i macchinari, in modo che sia necessario spendere un po' per sistemarli. Conoscendo il tipo, questo non lo inviterà ad amministrare meglio i fondi, ma lo convincerà che, essendo un così abile finanziere, può concedersi qualcosina senza troppi problemi. Studierò il modo migliore di creare il danno e dirigere le sue operazioni senza coinvolgere altre persone più preparate in materia mentre voi sarete nel Tartaro. Temo che saranno operazioni un po' delicate, soprattutto da effettuare senza farci sgamare da nessuno, quindi non ho intenzione di fare nulla finchè voi due siete bloccati ... no, un momento, è preoccupante che io stia pensando a queste cose. Forse sono concentrato su troppe cose contemporaneamente?" mormorò squadrando l'autocisterna Lego con aria sospettosa.
 "Intende dire che se Setne resterà bloccato nel Tartaro, poi non ci sarà più bisogno di fare nulla?" concluse Penelope. Grazie tante, c'ero arrivato anch'io.
 "Esattamente. Anzi, in tal caso sarebbe addirittura preferibile rimuovere Coxlery da quell'incarico, di male nel mondo ce ne sarà più che a sufficienza senza Setne. Non è certo qualcosa che si può eliminare in eterno" 
"D'accordo" rispondemmo io e Penelope quasi all'unisono. No, allora non ci facevamo esattamente caso, al fatto che stessimo giocando con la vita di una persona come se fosse uno dei Sim. A malapena la consideravamo manipolazione, e solo di documenti. Non ci piaceva Coxlery e non ci importava nulla di lui, figuriamoci se spendevamo tempo a pensare a come si sarebbe sentito nel corso di tutta la faccenda. Quelle considerazioni arrivarono con un po' di ritardo.
 Ma in quel momento, i nostri pensieri erano tutti tesi alla missione nel Tartaro. E come no? Scendere nella parte più oscura e pericolosa degli Inferi è un po' più importante che occuparsi del lavoro di un povero idiota. 
"Bene" concluse Thoth. "Sapete già cosa dovete fare, quali tasti premere con chi. Non mi resta che augurarvi buona fortuna. Ci rivedremo a missione finita"
 "Grazie capo! Ci stia bene, e attento a guidare quell'autocisterna!" lo apostrofai, iniziando a sparire nell'ombra.
 "Non ci badi, non ci può fare niente" fu l'inutile commento aggiuntivo di Penelope, prima che sparisse anche lei.
 Ricomparimmo nel bel mezzo del bosco, pronti ad essere di ritorno da una battuta a caccia di mostri. Mi augurai che Nico non fosse ancora tornato, e che comunque avesse il buonsenso di convocare una riunione generale e non solo per i capi cabina. Grazie agli dei, le cose stavano esattamente così: tutti continuavano beatamente le loro attività come se nessuno fosse appena sopraggiunto con la notizia che la sicurezza degli Inferi aveva appena fallita con il nemico più pericoloso del momento. 
Penelope andò ad allenarsi con Afanisis, la sua spada magica, io andai al poligono di tiro, dove passai un felice e normale quarto d'ora a scannarmi con i figli di Apollo per il possesso di un bersaglio particolarmente impegnativo. Non vinse nessuno: dopo il lasso di tempo già citato, sopraggiunse un ragazzino di Demetra e intimò a tutti noi di raggiungere l'anfiteatro, dietro la vaga spiegazione che 'è successo un casino negli Inferi'. 
Okay, e adesso arrivava la parte più importante. Certo, noi eravamo di natura molto persuasivi, avevamo avuto modo di rendercene conto in svariate occasioni, ma Chirone sarebbe stato davvero disposto a mandare in missione, nel luogo più pericoloso contemplato dalla mitologia greca, un paio di ragazzi con alle spalle pochi mesi di addestramento? 
Be', Percy Jackson era stato spedito nella sua prima impresa quando aveva tre anni di età e qualche mese di addestramento in meno di noi, ma primo era figlio di uno dei Tre Pezzi Grossi, e secondo la situazione era tale da non poter essere risolta da altri. Sia io che Penelope eravamo figli di dei minori, neanche contemplati tra i Dodici per intenderci, e anche se vantavamo ognuno dei poteri non indifferenti, la situazione poteva essere risolta anche da qualcun altro. 
In particolare, avevamo concordato che i più importanti da persuadere sarebbero stati Jason e Percy (soprattutto quest'ultimo, a dire il vero): la combinazione di lealtà, desiderio di non mandare i novellini in prima linea e mania di protagonismo poteva essere letale. Ma anche Chirone sarebbe stato un osso duro: la sua priorità era veder morire meno mezzosangue possibile, e probabilmente ci avrebbe visti molto esposti al rischio. Ma avevamo cercato le cose su cui avremmo dovuto fare leva, e contavamo di essere adeguatamente preparati. Adesso veniva il momento di metterci davvero alla prova.
 Nell'anfiteatro ci fu una mezz'ora di tramestio prima che tutti fossero ai posti di combattimento: bisognava andare in giro a raccattare egizi, Romani e greci naturalizzati Romani, la maggior parte dei quali erano tra l'altro reduci dallo scontro con i ragazzi di Setne, prima di cominciare del tutto. In tutto quel tempo, le solite voci incontrollate svolsero il loro compito di seminare panico e confusione: Setne aveva liberato tutti gli spiriti dei Campi della Pena e ne aveva fatto un armata zombie pronta a conquistare il mondo; Setne aveva fatto passare le Furie dalla sua parte; Dakao era riuscito a usare la magia di Anubi per confondere le idee ai giudici dell'oltretomba, e ora i processi venivano svolti senza criterio; Luciano aveva corrotto Caronte perchè non trasportasse più i morti per  prossimi dieci anni, in modo che si riversassero tutti sulla terra pronti ad essere controllati da Melinoe. Per fortuna questi danni continuarono per una mezz'oretta soltanto, poi Nico poté finalmente prendere parola.
 "Setne è riuscito a saltare nel Tartaro" andò subito al sodo, e scatenò un uragano di commenti e richieste. Come? Dove? Perchè nessuno era riuscito a fare niente?
 "Neanche un'ora fa, dal crepaccio negli Inferi. L'ha fatto esattamente nel bel mezzo di alcuni disguidi con degli spiriti dei Campi della Pena, quindi è stato difficile intervenire. Ma il problema è che adesso si trova nel Tartaro, diretto esattamente verso le Porte della Morte"
 "Bisogna fermarlo" disse immediatamente Carter, sopraggiunto assieme Sadie, Walt e Ziah. "Non possiamo neanche rischiare che Setne riesca a tornare umano. Dov'è questo Tartaro? Ci andremo noi, e lo recupereremo ..." 
Riuscì a rivelare soltanto che nessuno avesse mai spiegato agli egizi cosa fosse il Tartaro. Sull'anfiteatro piombò un silenzio di tomba. Chirone si schiarì la voce.
 "Temo che non vi abbiano parlato molto del Tartaro. E' il luogo in assoluto più pericoloso degli Inferi, quello dove gli dei gettano i loro nemici peggiori, quello dove i mostri si riformano dopo essere stati sconfitti. E' caos allo stato puro, assenza di regole e ordine. Solo tre persone sono sopravvissute, e si trovano tutte in questo posto"
 "Promette bene" commentò Sadie senza scomporsi troppo. "Somiglia alla nostra Terra dei Demoni, e mi ci sono trovata benissimo"
 Ricevette occhiate confuse da tutte le parti. Una tua specialità, Sadie, questo bisogna concedertelo.
 "Ma non c'è altro modo di fermare Setne. Qualcuno deve scendere n quel posto. E noi siamo quelli che lo conoscono meglio" 
Wow, sembrava proprio che Carter morisse dalla voglia di fare un bel tuffo nel Tartaro. Avevamo preso in considerazione che si sarebbe offerto volontario anche qualche egizio, ma la sostanza del piano non cambiava: avremmo lo stesso seguito il gruppo per accertarci che Setne facesse una brutta fine. 
"Ma un altro sistema c'è" intervenne Hazelle. "Possiamo direttamente andare dall'altro capo delle Porte, quello che dà sul mondo umano, e aspettare che Setne ne esca per catturarlo" 
"No, no" intervenne Carter. "Sarebbe troppo pericoloso. Come fantasma, Setne ha accesso solo a una parte limitata dei suoi poteri, e riesce lo stesso ad essere una bella grana. In forma mortale, sarebbe al di sopra delle nostre possibilità, senza contare che potrebbe leggere gli incantesimi del libro magico più potente di sempre"
 "Andiamo bene" commentò Percy. "Ma vi ricordo che il Tartaro non è una passeggiatina per sgranchirsi le gambe. Ci sono moltissime possibilità che Setne venga distrutto o intrappolato lì dentro, anche se è già morto" 
"Troppo incerto" chiosò Annabeth. "Ci sarebbe sempre un margine di possibilità che ne esca" 
"No, lui deve proprio uscirne, ma in mano nostra" ribattè Carter. "Ve l'ho già detto. Setne dev'essere portato davanti a Osiride, subire un regolare processo ed essere conseguentemente condannato. Altrimenti non sarebbe giustizia"
 "Capiamo perfettamente" intervenne Chirone. "Ma non vedo come sia possibile. Per uscire dal Tartaro, una volta che avrete ripreso Setne, dovrete comunque passare attraverso le Porte della Morte. Il vostro prigioniero tornerebbe lo stesso in vita" 
"Avete qualche incantesimo per bloccarlo, o ..." esordì Annabeth.
 "Probabilmente non funzionerebbero, ma abbiamo di meglio. Potremmo trasformarci in volatili e uscire in volo da dove siamo saltati, o evocare un portale. Se ha funzionato nella Terra dei Demoni, il luogo più caotico della nostra civiltà, non vedo perchè non debba succedere nel vostro" ragionò Ziah. 
"Utile" mormorò Annabeth.
 "Ma non dovreste andare da soli" intervenne Percy. Ecco, c'era da aspettarsi che l'avrebbe detto ... tra poco sarebbe stato il nostro turno di intervenire. "Io ho intenzione di seguirvi. Ci sono già stato, nel Tartaro, lo conosco meglio di voi e anche di Setne. E me la cavo anche bene a combattere. Posso farvi da scorta"
 "Posso farlo anch'io, se è per questo" intervenne Annabeth. "Non ho una sola ragione di meno per farlo"
 Ora toccava a noi. Io e Penelope alzammo la mano quasi in sincrono.
 "Sì?" ci interpellò Chirone.
 "Mi offro di andare anch'io nel Tartaro" risposi immediatamente, per primo. "Contrariamente a Percy e agli altri, la mia natura è in parte legata a quel luogo. Potrei cavarmela bene, in quel posto" 
"Stavo per dire lo stesso" intervenne subito Penelope. "E poi, vi faccio notare che se Percy ha capacità di GPS quando si trova nel mare, non c'è motivo per cui anche noi due non abbiamo abilità simili nel Tartaro"
 "E poi, si tratta sempre delle Porte di mio padre" replicai immediatamente io. "Potrei sempre convincerlo a darci una mano ..."
 "Calma, voi due" tagliò corto Chirone. "Capisco la vostra buona volontà, ma siete ancora a inizio addestramento. Neanche cinque mesi! E andare nel Tartaro ... è troppo pericoloso per voi" 
"E' vero" concordò Percy. "Non ho intenzione che voi rischiate senza motivo"
 "E tu e Annabeth avete un motivo per rischiare?" lo rimbeccò immediatamente Penelope. "Vi siete offerti perchè ci siete già stati, avete detto. Ma a conti fatti nessuno di voi due è veramente collegato a quel luogo: Percy, tu non te la sei sempre cavata meglio nelle missioni per mare? I tuoi poteri non erano amplificati lì? Per noi potrebbe essere lo stesso, nel Tartaro. Entrambi i nostri genitori sono legati a quel luogo" 
"Entrambi figli di Nyx, questo è vero" riflettè Chirone. Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo, sì, avevo già concretizzato il fatto che questo rendeva Penelope mia cugina e sì, ero già più o meno venuto a patti con questa cosa. 
 "Ed entrambi legati al Tartaro. Ma non siete gli unici a discendere da Nyx, ci sono molti altri suoi nipoti e quasi tutti più addestrati e preparati di voi" 
Bene! E a questo punto, Chirone aveva detto la frase giusta per far scattare la Linea D'Azione Figlio Devoto. 
"Ma loro non ..." incespicai nelle parole, 'cercando di trovare quelle giuste'. Come avevamo concordato, non avrei fatto una cosa troppo lamentosa, non era decisamente nel mio carattere e rendermi ridicolo non avrebbe invogliato Chirone ad affidarmi l'impresa; dunque dovevo fingere di esitare, per poi poter dire qualcosa di già concertato da un paio di settimane.
 "Ma qui si tratta delle Porte di mio padre" intervenni alla fine. "Potrebbe essere necessaria una sua collaborazione, e potrei essere la persona migliore per convincerlo. Metti che gli spediscano il figlio di qualche fratello che gli è antipatico" 
Mi beccai qualche occhiata indispettita da qualche cugino, ma Chirone sembrò afferrare il presunto sottinteso. In fondo, era sempre lui quello che si impegnava perchè le relazioni dei mezzosangue con i genitori divini e gli dei in generale fossero, se non proprio idilliache (mission impossible) quantomeno civili. Sicuramente non voleva ritrovarsi un nuovo Luke Castellan con cui avere a che fare, se non altro. 
Premendo quel tasto, proponendomi come un mezzosangue che cercasse di rendere orgoglioso il proprio genitore divino, le possibilità di convincerlo aumentavano esponenzialmente.
 "Effettivamente gli dei sono molto ... suscettibili a queste cose" esordì. E grazie tante, già tra i mezzosangue la prima regola per i rapporti interpersonali era sapere chi fosse figlio di chi, figuriamoci con gli dei stessi. "E Thanatos è notoriamente difficile da convincere a fare qualcosa, a meno di non essere Ade. Sì, penso che in effetti potresti essere di qualche aiuto nel gruppo" 
Uh, finalmente la grande concessione! E vorrei dire che io sono di grande aiuto in qualunque gruppo, a prescindere. 
"Ehi, un attimo" intervenne Penelope. Lei sarebbe stata quella più difficile da far passare, perchè Moros non c'entrava molto in quella faccenda. Probabilmente poteva contare su abilità nel Tartaro simili alle mie, ma soprattutto avrebbe dovuto puntare sul suo grande talento nel menare sfiga. 
"Vorrei ribadire che anch'io mi sono offerta di entrare a far parte del gruppo. Punto primo: io non lascio i miei amici andarsene alla cavolo nel posto più pericoloso del mondo ... e mi sto riferendo a Sadie, a scanso equivoci. Punto secondo, chi è quello che la volta scorsa si è preso un attacco di diarrea? Posso chiamarlo a testimoniare la mia straordinaria potenza in battaglia?" 
Risatine sparse. Nessuno però si fece avanti a testimoniare. Era vero, durante l'ultima battaglia, quella in cui avevamo ottenuto la corona, Penelope era riuscita a causare a qualcuno un attacco di diarrea improvviso senza neanche volerlo, ma tagliandolo automaticamente fuori dallo scontro, per ovvie ragioni. Ma anche Sadie e Annabeth avevano sperimentato i suoi poteri quando erano state attaccate da un gruppo di statue, e probabilmente tutti si ricordavano di quando aveva praticamente indotto un dragone al suicidio. Magari qualche chance l'aveva pure lei. 
E fare leva sulla sua amicizia con Sadie, ribadiamo sincera ma alle volte molto utile, era stata una mossa decente.
 Chirone non sembrava ancora troppo convinto. "Ragazzi, rendetevi conto che questa missione sta diventando sovraffollata. Idealmente, non si dovrebbe partire in più di tre, ma anche facendo una deroga, sareste in troppi per non destare l'atenzione. Setne potrebbe essere avvertito da miglia di distanza"
 Per noi, non avrebbe fatto nessuna differenza, anzi, più gente c'era più si alzava la possibilità di convincere qualcuno a riservare il peggio possibile a Setne, ma la superstizione dei greci era da tenere in conto. 
"Allora, facciamo così" propose Sadie. Sperai che se ne uscisse con qualcosa a nostro favore ... 
"Chad e Penelope accompagneranno me e mio fratello nel Tartaro. Quando avete fatto un'impresa in quattro non è successo niente, no? Percy e Annabeth potrebbero andare dalla parte opposta delle Porte della Morte, nel caso Setne riuscisse ad uscire. Siete pur sempre i combattenti migliori, no? Anche se dovesse tornare umano, avrebbe una bella sorpresa" 
"Ehi ..." 
Ziah e Walt resero quasi impossibile capire cosa stessero dicendo, perchè si misero a parlare contemporaneamente. Si trattava, comunque, di essere anche loro all'estremità delle Porte della Morte. In teoria per dare una manforte di incantesimi egizi, in pratica, suppongo, per essere i primi ad accertarsi che i rispettivi innamorati stessero bene. A Chirone ci volle comunque qualche minuto per calmarli e scoprire che cosa volessero. 
Ma alla fine, fu proprio questo il modo in cui rimanemmo accordati: noi due, Sadie e Carter nel Tartaro, dietro a Setne, mentre Percy, Annabeth, Ziah e Walt avrebbero aspettato al varco per accertarsi che tutto filasse liscio. 
E noi ce l'avevamo fatta! Eravamo dei grandi, lo sapevamo benissimo. 
Adesso, però, dovevamo affrontare l'impresa vera e propria: fermare Setne. Sadie e Carter non solo erano egizi, ma anche figli di Osiride, quello che avrebbe dovuto giudicare quel fantasma malefico: era quindi ovvio che il loro obiettivo sarebbe stato quello di portarlo da papà. Gli sarebbe capitato un incidente allora. 
Ah, e un'altra cosa, a scadenza più vicina ... quella notte dovevamo gestire la cosa con l'esercito di Setne.





Ladies & Gentlemen,
ecco che i nostri eroi hanno una nuova conversazione con il mitico Thoth e riescono a imbucarsi nell'impresa. Viene anche rivelato un nuovo progetto per riequilibrare un po' bene e male nel mondo, progetto largamente ispirato agli esperimenti di Zimbardo (vi consiglio di farci qualche ricerca, vi potrebbe tornare utile per capire anche gli eventi che seguiranno). E ora, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri riusciranno (forse) a far credere a tutti di non essere implicati assolutamente in nulla, andranno all'inferno, e Chad avrà un paio di conversazioni di particolare interesse.

  
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