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Autore: Sa_hp    13/09/2015    2 recensioni
- Diamine, Swan! Hai rovinato tutto. – si lamentò.
- Buongiorno anche a te, tesoro. – gli rispose, calcando volontariamente l’accendo sull'ultima parola come lui faceva spesso. – che stai pianificando, Capitano?
- Volevo portarti la colazione a letto, ma ormai il mio piano è andato in fumo. Pazienza, vorrà dire che dovrai accontentarti di un buongiorno meno romantico.
Una raccolta di one-shot l’una indipendente dall’altra, il cui unico scopo è di raccontare come Emma e Killian si rapportano alle piccole cose quotidiane.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scrutò il cielo della sera ancora tinto di rosso e arancio nonostante il tramonto fosse passato da un po’. La strada principale di Storybrooke era molto silenziosa quel giorno, probabilmente a causa del caldo estivo che, secondo il tizio che parlava nell’aggeggio elettronico della macchina di Emma, quella settimana era giunto al suo picco massimo.
Piccole goccioline di sudore gli si formarono sulla fronte mentre si affrettava per raggiungere il locale di Granny dove sapeva che l’aria sarebbe stata più fresca grazie ad un’altra diavoleria del XXI secolo. Si ripromise di imparare tutti i nomi e le funzioni delle nuove tecnologie, era giunto finalmente il momento.
Per il momento però si concentrò soltanto sui suoi passi, cercando di andare il più veloce possibile verso la sua meta prima che venisse soffocato dall’aria afosa, così diversa da quella del mare aperto dove aveva trascorso tutta la giornata sulla sua nave.
Aveva voluto isolarsi quel giorno, fare quello che un tempo lo rendeva più felice e lo faceva sentire libero, sentire la salsedine sulla pelle e ascoltare il suono delle onde che s’infrangevano sullo scafo della Jolly Roger.
Da anni quel giorno era diventato uguale a tutti gli altri, ma la cosa non lo infastidiva, non ora che aveva tutto ciò che desiderava e non c’era più bisogno di ricordare quanto tempo fosse passato, anzi la cosa lo inquietava un bel po’.
Quando però aveva ricevuto un messaggio sul suo telefono – almeno quello sapeva come si chiamava – da Emma che gli chiedeva di incontrarla da Granny quella sera non aveva saputo dirle di no, in realtà non riusciva a dirle mai di no quando gli chiedeva qualcosa, e aveva quindi ormeggiato la nave al porto prima del previsto per raggiungerla in tempo dopo essersi dato una sistemata.
Raggiunse finalmente la sua meta, ma mentre percorreva il vialetto per la porta d’ingresso del locale, si preoccupò non poco nel notare che al suo interno non c’era il solito movimento e la solita confusione. Stava seriamente iniziando a valutare l’ipotesi di una nuova minaccia alla città quando notò che anche le luci non erano accese come si aspettava e l’unico segno di vita che ottenne quando oltrepassò la porta fu il familiare tintinnio del campanello sopra di essa.
- Emma? C’è nessuno qui? Granny?
All’improvviso vide delle piccole luci avvicinarsi e si pentì di non aver portato con sé la sua spada. Poteva fare affidamento solo sul suo uncino in caso di attacco nemico. Se lo sarebbe fatto bastare.
Si rese conto però che dietro quelle lucine c’era qualcuno, qualcuno che conosceva e si sentì ancora più confuso.
Poi dal nulla un coro di voci iniziò a urlare, o meglio cantare, qualcosa e concentrandosi riuscì a percepire delle parole in tutta quella confusione. Gli stavano dicendo qualcosa tipo… tanti auguri?
Ma come potevano saperlo?!
Sentì una mano sulla spalla destra nello stesso momento in cui le luci si accesero illuminando il locale.
Tutta Storybrooke, o quasi, era lì e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che nessuno era in pericolo.
Il locale era pieno di palloni colorati e striscioni, il più grande recitava “Buon compleanno Capitano!” e non poté trattenersi dal sorridere. Si guardò attorno ricevendo solo sorrisi e applausi. Henry reggeva una torta con delle candeline, tante per quello che riusciva a vedere.
Poi finalmente lasciò che i suoi occhi si posassero su Emma che aveva ancora la mano sulla sua spalla. La trovò bellissima, avvolta nel suo leggero vestito azzurro e le avvolse un braccio attorno alla vita quando gli posò un bacio sulla guancia.
- Buon compleanno Killian. – gli sussurrò all’orecchio.
- Come hai fatto a scoprirlo? – le sorrise.
- Ehi, mio figlio è il nuovo autore. Credevi che potesse non sapere una cosa del genere? – spiegò con ovvietà lasciandolo senza parole.
Gli prese la mano e lo condusse al centro della stanza cosicché tutti potessero fargli gli auguri. Fu inevitabilmente spinta via dalla folla ma non se ne preoccupò molto, cosciente che avrebbe avuto altri momenti da passare con lui quella sera.
- A quanto pare la sorpresa sembra essere riuscita. – le disse sua madre, comparendo al suo fianco con il suo fratellino tra le braccia.
- Sì, non lo avrebbe mai immaginato. Sembra felice. – rispose.
- Immagino lo sarà di più quando ce ne saremo andati tutti e potrete stare da soli. – scherzò.
Emma rise, leggermente imbarazzata.
- Molto probabilmente hai ragione. – concordò. - Ma Killian ama essere al centro dell’attenzione, quindi credo che non si possa lamentare per il momento. – aggiunse , dirigendosi poi verso Granny per aiutarla a distribuire il cibo sui vari tavoli.
Per tutta la serata non riuscì a stargli accanto per più di cinque minuti. Tutti gli invitati volevano parlargli, chiedergli le cose più strane che gli erano capitate in così tanti anni di vita e coinvolgerlo nelle conversazioni.
Non era una novità: da tempo aveva stretto rapporti con i cittadini di Storybrooke, aveva degli amici e ormai faceva parte della sua famiglia e in un modo o nell’altro della vita di tutti in quella piccola città dispersa nel Maine.
Così si limitava a guardarlo da lontano, scambiando chiacchiere con chiunque la veniva a salutare mentre anche lui faceva del suo meglio per essere gentile con l’ascoltatore delle sue storie di turno.
Vederlo così sorridente le fece notare quanto fosse cambiato dal vecchio pirata che aveva conosciuto molto tempo prima; le sembrava addirittura un’altra vita.
Ed era quasi vero, perché nemmeno lui avrebbe mai potuto immaginare tutto quello quando per la prima volta aveva messo piede in quel mondo così diverso dal suo con l’unico scopo di avere la sua vendetta. Era arrivato a Storybrooke nelle vesti del temibile capitano uncino, un cattivo senza pietà che non si sarebbe fermato davanti a niente e nessuno e ora con tutte quelle persone si sentiva parte di qualcosa e non poteva davvero crederci dopo tutte le terribili cose che aveva fatto ad alcuni di loro.
Di rado i loro sguardi s’incrociavano, lui le faceva l’occhiolino e lei sorrideva divertita, riportando poi le rispettive attenzioni altrove. Sapeva che anche lui fremeva nell’attesa del momento in cui avrebbe potuto finalmente abbracciarla e baciarla come voleva.
Il resto della serata passò tranquillamente e si concluse con la torta, un’altra usanza cui Killian non era abituato, o almeno non con tutta quella gente.
Era concentrata sull’ultimo cucchiaino dell’ottimo dolce che Granny aveva preparato assieme a tutto il resto quando le si affiancò con uno dei più bei sorrisi che gli aveva mai visto.
- È la cosa più bella che abbiano mai fatto per me. – le disse, sinceramente riconoscente.
- Ehi, era il minimo. È il tuo compleanno e dovevamo festeggiare. – gli sorrise.
- Avrei voluto averti intorno più spesso, però. – scherzò. – Sei scappata perché non volevi saltarmi addosso davanti a tutti, vero?
Emma rise ma decise di reggergli il gioco. Con le sue regole, naturalmente.
- Oh no, a differenza di qualcun altro io so controllarmi. – gli rivolse uno sguardo eloquente. – Non volevo avvicinarmi troppo per non rubarti la scena. Ti avrei oscurato con la mia presenza. – lo prese in giro, consapevole che non sarebbe mai successo.
- Ma davvero? Ed io che credevo di essere quello con più ego in città.
- Hai trovato pane per i tuoi denti, capitano. – mormorò a pochi centimetri dalla sua bocca, per poi allontanarsi bruscamente. Lesse nei suoi occhi la delusione per un bacio che non era arrivato.
- Sei crudele. – la accusò. - È il mio compleanno. Dovresti, non so, coccolarmi, viziarmi, fare tutto quello che ti chiedo. – elencò, con un evidente sorriso malizioso sulle labbra.
- Continua così e credo che mio padre interverrà da un momento all’altro. – lo avvisò mentre gli passava le braccia intorno alla vita possessivamente.
- Potrebbe, ma data l’occasione potrebbe anche lasciar correre. – ipotizzò in un sussurro.
- Non credo, è pur sempre lo sceriffo e potrebbe arrestarci per atti osceni in luogo pubblico. Finiremmo dietro le sbarre.
- La cosa non mi dispiacerebbe molto. – confessò ridendo.
- Due celle separate. – puntualizzò la donna, sorridendo consapevole di aver vinto.
Infatti Killian alzò immediatamente la mano – e l’uncino – in segno di resa, trascinandola poi lontana dall’angolo appartato in cui si trovavano.
- mamma, io vado. – le si avvicinò Henry, lo zaino in spalla pronto per passare la notte nella sua vecchia casa. – Ci vediamo domani. Ciao Killian e ancora tanti auguri!
- Grazie a te! – sorrise l’uomo. – ci vediamo al molo per la nostra lezione! – gli ricordò, mentre Emma sorrideva ancora incredula del fatto che suo figlio stesse prendendo lezioni di navigazione da capitan uncino.
- buona serata ragazzi. – augurò Robin per poi raggiungere Regina che stava rivolgendo un sorriso divertito a Emma, consapevole del motivo per cui, nonostante henry avesse passato con lei un sacco di tempo recentemente, avrebbe comunque passato la notte da lei e Robin.
Poco dopo anche gli altri invitati andarono via, facendo sì che anche loro due potessero tornare a casa.
- Posso scortarla alla sua carrozza gialla, milady? – chiese Killian, con il suo solito modo gentile.
- Questa sera non mi ha accompagnato la mia carrozza gialla, signore. Può scortarmi direttamente a casa, se vuole. – scherzò.
Killian non rispose e le offrì il braccio aspettando che lo accettasse. Iniziarono la loro camminata in silenzio fin quando lui decise di interromperlo.
- È stato il più bel compleanno che abbia mai avuto. Ed è tutto merito tuo. Grazie, Emma. – le disse.
Gli rispose con un grande sorriso, felice che avesse apprezzato quello che aveva fatto per lui. Glielo doveva, quasi, dopo tutte le volte che le era stato accanto, senza mai darsi per vinto nonostante i suoi insistenti rifiuti.
- Precisamente, quanti compleanni hai avuto fino ad ora? – aggiunse dopo.
Rise prima di risponderle.
- Questo non lo saprai mai, tesoro. Posso solo dirti che le candeline sulla torta non erano abbastanza. – scherzò.
- Avanti, non mi spavento mica per qualche anno in più. Mi sono sempre piaciuto gli uomini più grandi. – scherzò.
- Tanto non te lo dico. – insistette.
- Andiamo Killian! – sbuffò.
Le sembrava una bambina in quel momento, una bambina testarda e determinata. Lasciò cadere la conversazione anche perché erano giunti a casa e non voleva continuare quello stupido battibecco troppo a lungo. Aveva altri programmi.
Aspettò che la chiave scattasse nella serratura e poi la seguì nell’ingresso, ma non fece in tempo a muovere un altro passo che subito sentì le sue mani che lo attiravano per il collo della camicia che indossava.
Si lasciò trasportare nel primo vero bacio che si scambiavano da quella mattina deciso a non opporre nessuna resistenza.
- E questo cos’era? – mormorò leggermente a corto di fiato.
- Parte del tuo regalo. – rispose Emma, circondandogli il collo con le braccia.
Sorrise, avventandosi di nuovo sulle sue labbra.
- Te l’ho già detto che è il miglior compleanno di sempre?
 


Eccomi ancora qui! Non potevo resistere alla tentazione di scrivere di un ipotetico compleanno di Killian e ne è uscito questo e spero davvero che vi piaccia.
Vi ringrazio per avere ancora la pazienza di leggere quello che la mi amente produce, ormai troppo stanca di aspettare la quinta stagione. Meno male che la data si avvicina!
Un grazie particolare a gattina04 e Lely_1324 per le loro o magnifiche recensioni.
Purtroppo non so quando avrò occasione di aggiornare, spero il più presto possibile ma sono parecchio impegnata quindi cercherò di fare il possibile!
Alla prossima, Sa :)
  
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