Il
sacro vincolo dell’ospitalità
-Il
momento di salutarsi-
*
Su
Midgard, nel Surrey, in una
villetta graziosa due donne guardavano fuori dalla finestra i fiocchi di neve
che scendevano silenziosi nella sera di Dicembre.
-Se
si azzarda a lasciarti sola il giorno di Natale, giuro che lo picchio-
Sentenziò
Darcy.
Jane
Foster si sforzò di sorridere alle parole dell’amica, immaginandosi una Darcy inferocita che rincorreva il dio del tuono con
l’intento di picchiarlo.
La
verità era che più si avvicinava Natale e più lei era giù di morale.
Perché
sì, il suo cervello capiva perfettamente che Thor era un principe, un semidio,
un eroe ed il protettore di Midgard e di qualsiasi
mondo avesse bisogno di lui, ma il suo cuore non voleva sentire ragioni: lei
era una donna innamorata che avrebbe voluto passare la notte della vigilia di
Natale con suo marito.
-Tornerà.
Lui lo sa quanto è importante per me-
Darcy
le rispose con un grugnito indistinto perché aveva la bocca piena di panfrutto.
-E
tu che mi dici dell’altro?-
La
pungolò un po’ Jane.
-Chi?
Il tuo cognato sballato di cervello?-
-Non
fargli sentire che lo chiami così! Comunque sì, lui. Ti piace?-
-Ma
dico, lo hai visto, J? È uno sballo! Avanti, lo so che tu hai Thor, ma non puoi
dirmi che non hai visto che anche l’altro è figo-
-Hum,
sì, ammetto che Loki ha il suo fascino tenebroso, ma non è per niente il genere
di persona con cui vorrei passare la vita-
-E
chi parla di passarci la vita? Io miravo a qualche ora di sano…-
-Darcy!-
**
Più
o meno nello stesso momento il dio oggetto della discussione si stava
faticosamente svegliando.
Era
da tanto tempo che non prendeva una sbornia così colossale ed aveva dimenticato
quanto potessero essere devastanti i postumi dell’idromele di Asgard: la testa gli sembrava pesante come un’incudine ed
ogni minimo rumore picchiava come un colpo di maglio.
Più
che scendere dal letto rotolò giù a peso morto.
“Ben
mi sta. Così imparo a scendere ai livelli di Thor”
Rimettersi
in piedi fu un’impresa epica, restarci ancora di più.
C’era
solo una cosa che poteva aiutarlo a rimettersi in sesto, o meglio Loki sperava
che ci fosse: una bottiglia che lui e Thor avevano rubato dalle scorte dei
guaritori anni prima e che avevano sempre usato per attutire i postumi di
sbronze particolarmente devastanti.
Era
stato quando ancora bevevano insieme, prima che si allontanassero e Loki
decidesse che le gare di bevute non erano poi tanto interessanti; da allora
l’unico fruitore della bottiglia miracolosa era stato Thor, e Loki sperava che
non vi avesse fatto ricorso troppo spesso e che ne fosse rimasto un fondo per
lui.
Si
trascinò fino alla cassettiera appoggiandosi al muro. Preferì chiudere gli occhi
perché la stanza girava in una maniera spropositata, e per cercare la bottiglia
aprì le ante a tentoni.
“Dovrebbe
essere questa. Speriamo…”
Si
azzardò a socchiudere una palpebra giusto per essere sicuro di stare bevendo
una medicina e non qualcosa che gli avrebbe fatto più male, ma la riconobbe
subito.
Era
piena a meno di metà ed il liquido all’interno era verde chiaro.
Loki
tolse il tappo di vetro e bevve direttamente dal collo della bottiglia,
incurante di sembrare un ubriacone da taverna.
La
rimise a posto e rimase per un paio di minuti appoggiato al mobile a godersi la
sensazione delle vertigini e del mal di testa che si placavano.
“Bene,
così va meglio”
Ora
che non c’era più quel dolore lancinante a provocargli sferzate di adrenalina
sentiva che il suo corpo si rilassava.
Per
la verità non ce la faceva più a reggersi in piedi.
Prima
di collassare sul pavimento andò a buttarsi di nuovo sul letto, e tempo di
capire che aveva battuto la testa contro gomito di Thor e non contro un macigno
era già sprofondato nel sonno.
***
Il
primo pensiero di Thor non appena riprese i sensi fu “Loki mi ha avvelenato”
Perché
solo un veleno potente poteva provocare un dolore così atroce ed un bruciore di
stomaco che gli stava consumando le viscere.
Poi
però ragionò che se Loki lo avesse voluto avvelenare lui non avrebbe neanche
avuto il tempo di rendersene conto.
Più
semplicemente il suo corpo era in piena fase di smaltimento dell’alcol della
sera prima.
Provò
a mettersi seduto per guardarsi un po’ intorno, e la prima cosa che mise a
fuoco fu Loki che dormiva di traverso sul letto con i capelli scarmigliati e la
bocca aperta contro il cuscino.
Si
passò una mano sul viso per mettere a fuoco il resto della stanza.
Fortuna
che le tende erano quasi completamente chiuse e facevano entrare poca luce.
Nella
penombra distinse il mobile a cassetti con le ante aperte, cosa che normalmente
non gli sarebbe interessata se non avesse saputo che proprio lì c’era il
possibile rimedio ai suoi mali, e che probabilmente Loki ne aveva già usufruito.
“Sempre
un passo avanti a me, vero, fratello?”
Si
alzò a fatica e raggiunse la bottiglia.
Non
ricordava esattamente quanto ce ne fosse, ma era sicuro che Loki ne avesse
bevuto una dose generosa; ecco perché dormiva tranquillo.
Lui
finì quello che restava e l’effetto per fortuna fu immediato: il dolore si
smorzò e non gli sembrava più di avere nello stomaco la lava rovente di Muspellsheim.
Man
mano che il dolore passava Thor si sentiva sempre più spossato.
Doveva
essere successo anche a Loki, e Thor decise di seguire l’esempio del fratello e
di tornare a dormire un altro paio di ore.
****
-Siete
uno spettacolo indecoroso-
Non
era esattamente l’ideale come frase di buon giorno, ma fu ugualmente quello che
toccò a Loki e Thor da parte di Odino.
Lui
non era abituato ad entrare senza permesso nelle stanze dei suoi figli, ma non
vedendo nessuno dei due a mezzogiorno inoltrato si era preoccupato ed aveva
deciso di andare a controllare.
Peccato
che davanti allo spettacolo delle bottiglie vuote, della pozione e di quei due
che dormivano come scaricatori di porto, si fosse immediatamente pentito di
averlo fatto.
-Rendetevi
presentabili e poi raggiungetemi. Devo parlare con voi-
Ed
uscì dalla stanza scuotendo la testa e lanciando loro sguardi di disapprovazione
da sopra la spalla.
-Non
mi sembra contento-
Commentò
Loki.
-No,
direi che non lo è. Vai a sistemarti, ci vediamo dopo-
Loki
era già sulla porta quando Thor lo richiamò indietro.
-Ah,
Loki… quello che è successo…-
-Lascia
stare, Thor. Erano solo chiacchiere tra ubriachi-
Loki
sgusciò via prima che lui potesse ribattere.
Thor
si tastò cauto il fianco, che ancora gli doleva nonostante le ferite si fossero
rimarginate.
-Alla
faccia delle chiacchiere-
Borbottò.
*****
Loki
aveva preso seriamente in considerazione l’idea di sgattaiolare via di nascosto
ed evitare l’ultima, noiosa paternale di Odino, tuttavia alla fine si era
imposto di non farlo.
Poteva
essere una pessima idea offendere il Padre degli dei, ma cercava di rimandare
il più possibile il momento dell’incontro restando a mollo nella vasca.
Quello
sì che era un posto per fare un bagno come si deve, altro che la patetica
invenzione midgardiana del bagno in piedi!
Avrebbe
poltrito nel silenzio e nell’acqua calda per delle ore, doveva solo stare
attento alla mano destra: la pelle era delicata e sottile dove era appena guarita,
ed immergerla in acqua gli dava fitte di dolore.
Accigliato,
si esaminò il palmo.
Aveva
vaghi flash sconnessi riguardo come si fosse procurato quelle ferite, ed
evitava accuratamente di forzarsi di ricordare troppi dettagli.
Erano
solo chiacchiere tra ubriachi.
******
Odino
li ricevette in una sala secondaria ed entrambi ne furono sollevati perché la
sala di Hlidskjalf avrebbe evocato ricordi
imbarazzanti.
Per
prima cosa si rivolse a Loki.
-Ora
che sei libero non ho più potere su di te. Posso solo raccomandarti di fare
buon uso della tua libertà-
Thor
lanciò un’occhiata di sbieco a Loki, e vide che aveva un sorriso che scoppiava
di soddisfazione.
-Non
temere, ne farò l’uso migliore che posso-
-Temo
che le nostre definizioni di buono non coincidano, ma anche su questo non posso
più fare nulla-
Per
Thor sapere che Loki si era liberato del vincolo che lo legava a lui era
preoccupante perché finché Loki era suo ospite era in un certo senso sotto il
suo controllo.
-Quanto
a te, Thor, non hai qualcosa da dire a Loki?-
-I...
io?-
-Sì,
tu-
Thor
esitò.
Era
sicuro che Padre avesse già parlato a Loki di quell’argomento rimasto per lungo
tempo in sospeso.
Guardò
di nuovo Loki e trovò che lo scrutava a sua volta con gli occhi ridotti a due
fessure.
-Thor-
lo richiamò Odino –Tua la decisione…-
-Mia
la responsabilità-
Completò
lui rassegnato.
Evidentemente
toccava a lui il compito di dare a Loki la notizia.
-Dov’è?-
-Gnà e
Fulla si stanno occupando di lui-
-Scusatemi,
non per interrompere, ma io sarei ancora presente. Di chi state parlando?-
Odino
gli fece cenno di parlare, e Thor dovette rassegnarsi.
-Loki,
ti ricordi il bambino che abbiamo trovato a Vanaehim?
Quello che tu hai riportato…?-
-Sì,
me lo ricordo, vai avanti-
-Ho
chiesto che avesse il tuo nome-
-Oh,
fantastico! Si chiama Loki come me?-
-No,
non ha ancora un nome suo, io intendevo il nome di famiglia. Il suo è Lokason-
Per
qualche secondo Loki rimase letteralmente impietrito: immobile, sguardo vuoto,
sembrava che neanche respirasse.
Poi
tutta la sua rabbia esplose contro Thor.
-COME
DIAVOLO TI È VENUTO IN MENTE?!!-
Odino
si fece da parte, aspettando paziente che i suoi figli si spiegassero le loro
ragioni tra un pugno e l’altro.
L’argomento
di Thor secondo cui fosse giusto che ci fosse una traccia di qualcosa di buono
che Loki aveva fatto cozzava pesantemente contro la ragione di Loki, secondo
cui il bambino avrebbe avuto vita difficile con il nome del principe maledetto
cucito addosso.
Avevano
ragione entrambi, per questo Odino non si sentiva di prendere la parti di uno o
dell’altro, e comunque Thor e Loki erano abbastanza grandi da risolvere da soli
le loro dispute, anche se per farlo si azzuffavano ancora come adolescenti.
Intervenne
a separarli solo quando vide che erano troppo pesti e quando giudicò che Vàlaskjàlf avesse
sentito abbastanza urla per quel giorno.
-Credete
di aver risolto qualcosa così? A me non sembra. Loki, posso consigliarti di
vedere il bambino prima di fare tutte queste storie?-
*******
Loki
rimpiangeva amaramente di non aver ucciso Thor quando ne aveva avuto
l’occasione, e adesso doveva trattenere gli istinti omicidi per non perdere la
libertà che aveva riconquistato faticosamente solo da un paio di giorni.
Gli
lanciava sguardi scontrosi mentre insieme percorrevano i corridoi fino agli
appartamenti delle ancelle nubili.
-Che
cosa vi aspettate adesso? Che io mi metta a fare il padre? O che io gli menta
come voi avete fatto con me?-
-Niente
di tutto questo. Voglio solo che tu lo veda-
Loki
decise di tacere per non imbarcarsi di nuovo in una discussione che non poteva
avere fine, anche perché era ancora dolorante per l’ultima delle loro
“discussioni”.
Nei
corridoi destinati alle ancelle nubili il passaggio di due uomini era seguito
da gridolini sorpresi, sguardi curiosi attraverso le persiane delle finestre
interne o sguardi spaventati prima di richiudere in fretta porte socchiuse.
Loro
non avrebbero dovuto essere lì, e probabilmente la loro visita sarebbe stata
oggetto di pettegolezzo per un bel po’ di tempo a venire.
Finalmente
Thor trovò il coraggio di bussare ad uno degli alloggi per chiedere di Fulla.
L’ancella
che li accompagnò alla stanza era troppo imbarazzata ed intimidita persino per
presentarsi correttamente, e loro non capirono il suo nome.
Fulla
stava giocando con il bambino sulle ginocchia, Gnà
piegava una pila di biancheria pulita.
Al
loro arrivo entrambe rimasero a guardarli a bocca aperta.
-Uscite-
Ordinò
Loki secco.
Le
due donne non si mossero, e non si capiva se era per la sorpresa di ricevere
quell’ordine o perché a darlo era Loki.
-Per
favore, Gnà, Fulla,
concedeteci un po’ di tempo-
Chiese
Thor con più garbo, ma anche così loro si scambiarono una lunga occhiata prima
di obbedire, in particolare Fulla, che sembrava la
più restia a lasciare il piccolo con loro.
Lo
depose nella culla e poiché lui si era attaccato alla sua collana la slacciò e
gliela lasciò perché ci giocasse mentre lei non c’era, ma mentre si allontanava
continuava a lanciare occhiate preoccupate, specie verso Loki.
-Anche
tu, Thor. Voglio fare due chiacchiere da solo con questo giovanotto-
-Ma…-
-Fuori-
Il
tono di Loki in quel momento non ammetteva repliche, e Thor poteva solo sperare
che quella richiesta fosse dovuta al fatto che Loki non voleva farsi vedere in
un momento di debolezza.
-Per
favore, Loki, non fare nulla di particolarmente stupido-
Uscì
anche lui, e solo quando Loki fu sicuro che la porta fosse ben chiusa si avvicinò
alla culla ed al bambino.
Lo
scrutò come avrebbe fatto con un animaletto bizzarro, e lui, sentendosi
osservato, lasciò andare le sfere d’oro della collana che stava facendo
tintinnare.
Rimasero
a guardarsi in silenzio per un paio di minuti.
-Sei
stato fortunato tu-
Il
bambino si mosse al suono della sua voce.
Era
completamente concentrato su di lui. Loki credeva che fosse intelligente perché
non si era lasciato andare né ad inutili smancerie né al frignare tipico dei
bambini.
Se
ne stava li seduto a fissarlo, con le gambette piegate come le ranocchie e la
schiena che ondeggiava perché ancora non lo sosteneva.
Un’espressione
così seria in un esserino che neanche sapeva parlare
era buffa, e Loki si trovò a sorridergli.
Il
piccolo gli sorrise di riflesso, poi tese le braccine
e fece un paio di versi per richiamarlo.
-Vuoi
venire in braccio a me? Si vede che ancora non sei bene informato sul mio conto...
No, no, no, per carità, non metterti a piangere! Va bene, ti prendo. Tanto non
lo racconti a nessuno, no?-
Controllò
rapidamente la porta e solo quando fu sicuro che non c’era nessuno prese sotto
le ascelle quel cosino buffo e lo sollevò.
C’era
un solo modo per tenere un bambino piccolo: un braccio a fargli da seggiolino e
l’altra mano sulla schiena perché non cadesse all’indietro.
Loki
lo sistemò meglio che poteva.
La
sua mano bastava a coprirgli tutta la schiena e poteva sentire sotto il palmo
il ticchettio del suo piccolo cuore. Era una cosa che faceva davvero
impressione.
Quel
piccoletto giocava con le borchie di pelle sulla sua casacca e non ne era per
niente intimidito.
Non
sapeva nulla del mondo, non giudicava lui, non si rendeva conto della morte che
gli aveva portato via i suoi genitori.
Era
del tutto inconsapevole ed indifeso.
-Sei
un bambino innocente-
Mormorò
Loki.
Era
questo che Odino aveva voluto dire? Era questo che Odino aveva provato prendendo
in braccio lui neonato?
Il
respiro gli si spezzò in un singhiozzo.
********
Thor
non capiva che ci facesse tanto tempo Loki in quella stanza.
Avrebbe
voluto entrare, ma qualcosa gli diceva che Loki aveva bisogno di restare solo e
che intromettersi in quel momento sarebbe stata una mancanza di rispetto.
Quando
finalmente la porta si aprì Loki uscì che sembrava esausto ed aveva gli occhi
arrossati.
-Il
suo nome è Vàli. Vàli Lokason-
Mormorò
Loki.
-Ora
andiamo via di qui. Mi dà fastidio essere osservato come una bestia rara.
Torniamo da Odino. Voglio chiarire bene questa situazione con lui-
Dal
Padre degli dei l’udienza fu breve e concisa, solo tra loro due, con Loki che
parlava ed Odino che non osava interromperlo.
-Potrei
rifiutarmi, sai? Non credo che sia possibile dare il nome di famiglia di una
persona quando l’interessato non ne è a conoscenza. Potrei dire che a me non va
bene, ma non lo farò, a patto che tu rispetti le mie condizioni-
-Dipenderà
dalle condizioni. Se saranno ragionevoli non avrò niente da obbiettare-
-Per
prima cosa gli direte tutta la verità fin dall’inizio. Ditegli chi è, da dove
viene e perché è qui ad Asgard. Trovate per lui una
famiglia che gli voglia bene, ma non permettete mai che creda di essere loro
figlio, perché più lo scopre tardi e peggio sarà-
Odino
annuì lentamente. Non disse nulla perché sapeva che Loki stava rivivendo la
propria storia e non doveva essere per niente facile.
-La
seconda condizione è che gli diciate la verità su di me. Non cercate mai di
farmi apparire come un eroe e soprattutto non fatelo sentire obbligato a
portare il mio nome. Se quando crescerà
vorrà usare quello della famiglia che lo ha cresciuto dovrà essere
libero di farlo, chiaro?-
-Mi
sembra giusto-
-Terza
condizione, gli farete studiare la magia se dimostrerà di avere talento, e se
sarà particolarmente bravo sarò io stesso ad insegnargli, un giorno. Accetti
anche questo?-
-Accetto
tutte le tue condizioni-
Solo
allora Loki si rilassò un po’.
-Bene,
allora direi che è arrivato il momento di salutarci-
-Hai
già intenzione di andartene?-
-Non
vedo perché dovrei restare-
Odino
rimase a guardarlo in silenzio.
-Non
sarà mai più come prima-
Constatò
alla fine.
-No-
confermò Loki –Ma comunque, ti ringrazio per… per
quello che hai fatto per me in questi giorni-
Per
un attimo sembrò che Loki volesse aggiungere qualcosa, poi però scosse la testa
e se ne andò senza aprire bocca.
Odino
non lo trattenne perché in fondo anche lui preferiva il silenzio all’ipocrisia di
chiacchiere vuote.
Loki
aveva ancora bisogno di tempo per lasciarsi alle spalle le ferite, ed Odino non si faceva nessuna illusione circa
scenate lacrimose in cui il figlio minore tornava a casa supplicando di essere
perdonato.
Salutare
Thor fu più facile.
Loki
andò a cercarlo nelle sue stanze verso sera, ed era quasi certo che Thor lo
stesse aspettando.
-Ora
che non hai più bisogno della mia protezione te ne vai, non è vero?-
-Sì-
-Posso
dirti di stare fuori dai guai?- Thor si alzò e lo raggiunse -Loki,
sul serio. Non costringermi a combattere di nuovo contro di te-
-Non
ricordo di averti mai costretto-
-Lo
sai cosa intendo-
-Oh,
per favore, Thor! Vuoi da me la promessa che da ora in poi farò il bravo? Puoi
scordartelo-
-Ho
smesso da tanto tempo di pretendere che tu faccia il bravo. Loki, so che adesso
vuoi andartene, ma non farti ammazzare, mi raccomando. Ci rivedremo?-
-Oh,
che ci rivedremo è sicuro-
-Bene!-
E
Thor lo strinse nell’ennesimo dei suoi abbracci spaccaossa.
Loki
avrebbe voluto protestare, anzi aveva già pronta la frase sgradevole “Ma forse
tu lo rimpiangerai” da aggiungere alla fine.
Non
fece niente di tutto questo.
I
segni sulla sua mano combaciavano con quelli sul fianco di Thor e lui per una
volta non se la sentì di essere caustico.
Dopotutto
si stavano salutando per rivedersi chissà quando e chissà in quali circostanze,
per questo gli concesse una tregua.
Lasciò
che suo fratello lo stringesse perché per una volta gli andava bene così, prima
di lanciarsi in un viaggio che non sapeva dove lo avrebbe portato.
*********
Il
ventidue di dicembre nevicava in Inghilterra.
Jane
si era rassegnata a passare quel Natale con la madre ed i nonni, ma aveva
comunque un magone che rendeva la sua fisionomia più adatta alla ricorrenza dei
defunti che alle feste di Natale.
Non
aveva ancora detto nulla alla madre, preferiva fingere di averle fatto una “sorpresa”.
E
poi, chissà, forse partendo per Londra all’ultimo momento…
Quando
sentì dei rumori al piano di sotto scattò all’erta mentre piegava l’ultimo
pullover da mettere in valigia.
“Oh,
andiamo, non fare la ragazzina scema! Potrebbe essere Darcy
che ha scordato qualcosa, potrebbe essere la pila di piatti in bilico in cucina
che frana, potrebbe essere la tua testa bacata che vorrebbe che Thor fosse qui
a farti sentire rumori che non ci sono”
Comunque
fosse scese le scale di corsa.
-Jane?
Sei in casa?-
No,
quella non era la voce di Darcy, ed a meno che lei
non fosse completamente impazzita quella era la sua voce.
-Thor!-
Saltò
giù dagli ultimi tre gradini per finire in braccio a lui.
Si
stava comportando come una stupida, lo sapeva e non gliene importava nulla
finché lui la teneva in braccio.
Era
sicura che Thor capisse perfettamente, per questo Jane lo amava.
Non
era più il buzzurro arrogante che era piombato giù dal cielo anni prima nella
polvere del New Mexico.
Lui
la baciò come faceva solo quando era appena tornato dopo un lungo periodo di
assenza, per farle capire che gli era mancata e che essere di nuovo insieme a
lei era tutto ciò che desiderava.
In
quei momenti Jane si sentiva unica, speciale, la donna più bella del mondo, ed
uno solo di quei baci bastava a ripagarla di tutte le difficoltà che c’erano in
una relazione tra un alieno millenario ed una nerd mortale ai limiti della
sociopatia.
-Come
stai? Ti hanno ferito questa volta?-
-Non
più del solito-
Jane
gli tirò un pugno sul petto.
-Piantala
di fare lo spaccone-
-Va
bene, scusa… vuoi che ti rimetta giù adesso?-
Lei
gli allacciò più strette le braccia intorno al collo ed appoggiò la fronte
sulla sua.
-No.
Adesso voglio che tu mi racconti tutto quello che ti è successo. Devo decidere
se posso perdonare la tua assenza per tutto questo tempo-
Thor
sorrise a sua volta. Le diede un colpetto con il naso per farla ridere e farle
abbandonare quell’aria fintamente severa.
-Ai
tuoi ordini, mia signora-
___________________________________________________________________________________________________________________________________
Cantuccio
dell’Autore
Mamma
mia, che tristezza l’ultimo capitolo!
Ma
prima o poi arriva, inutile stare a recriminare, quindi facciamo anche noi un
giro di idromele per un’ultima bevuta di saluto. Skal!
Per
prima cosa mi sembra giusto salutare le persone che hanno seguito questa
storia, quindi AlessiaOUAT96 AlieNation_Zone Bibiens Booksmyoxygen Brina89 Eli Ardux eltanininfire Fandom_Fan flipsy_loves_it gleencester kia17 krisy Nikytas queenofoto queen_under_mountain salierix SMDO the
withe lady Yukome che l’hanno messa tra le preferite, Angel27 Sadako94 shadowindarkness _BiAnKa_che
l’hanno messa tra le ricordate e Alice_Lea Angel_with_green_eyes Calliope82 crazyapple_ Fiamma Nera Free_doom frostgiant Fuckingcrazygirl Heartofgold jensen
girl Koe krisy LadyStarKiller98 lionelscot Loki94 LokiD LoreleydeWinter LoStregatto Lucinda Grey MamW Maugrim Merihon MiticaBEP97 obiwankenobi pometto queen_under_mountain Rala17 Rowan936 shadowindarkness Silvermoon00 SOLITA Suomi tilia Venere
DG _Alessia_C95 che
l’hanno messa tra le seguite.
E
poi ovviamente chi ha dedicato del tempo a lasciare una recensione, quindi AlieNation_Zone, Mitica BEP97, Alessia OUAT, lionelscott, Shadowindarkness,
Kia17, frostgiant, Eli Ardux, LadyStarKiller98, e MamW.
GRAZIE
per aver avuto la pazienza di seguire me e la mia storia per un anno intero.
Grazie
a tutti, sono in debito con voi di un gigantesco vassoio di biscotti assortiti!
La
nota stavolta sono solo due
1-
Vàli è davvero uno dei figli di Loki nella mitologia, ma
non sono riuscita a capire chi è la madre. Forse Sigyn,
visto che Vàli non ha nessun tratto demoniaco come
invece hanno gli altri figli di Loki (tipo quelli avuti da Angrboda)
2-
Gnà e
Fulla sono nominate nei poemi come ancelle di Frigga.
Per
ora ci salutiamo qui, ma vi prometto che ci rivedremo molto presto con un’altra
cosa che ho per le mani.
Makoto