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Autore: _Lightning_    14/09/2015    6 recensioni
«Perché?»
«Perché c'è traffico? Non ne ho idea, signorina Potts, eppure mi assicurano che i Viennesi sono l'icona dell'ordine...»
«No, perché è sempre, costantemente in ritardo quando...»
«... no, aspetti. Quelli erano gli Svizzeri, credo. Ha detto qualcosa?»

Solitamente, quando Tony Stark rimane suo malgrado incastrato in un evento mondano al quale non ha alcuna voglia di partecipare, adotta senza pensarci due volte l'arte della fuga. Ma se stavolta avesse deciso di cambiare tattica e avesse comunque un piano per farla franca? Dopotutto, il Teatro dell'Opera di Vienna non sembra proprio essere l'ambiente adatto per lui...
[Pre-Pepperony // pre-Iron Man]
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Intermezzi comico-musicali firmati Stark'
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L'Arte dell'Inganno
(con Orchestra)







 

«Perché?»

«Perché c'è traffico? Non ne ho idea, signorina Potts, eppure mi assicurano che i viennesi sono l'icona dell'ordine...»

«No, perché è sempre, costantemente in ritardo quando...»

«... no, aspetti. Quelli erano gli svizzeri, credo. Ha detto qualcosa?»

Pepper scostò per qualche istante il telefono dall'orecchio, chiuse gli occhi, prese un respiro che non la calmò affatto e si costrinse a mantenere la voce professionale di sempre invece di sbraitare contro il suo datore di lavoro come avrebbe voluto fare.

«Il concerto inizia... iniziava un quarto d'ora fa.»

Ci fu un silenzio colpevole all'altro capo del telefono, o almeno sperò che fosse tale.

«Credo allora che dovrò fare uso della mia non trascurabile abilità di pilota per uscire da qui,» sospirò infine l'uomo, e le sue parole furono seguite da una vibrazione bassa che Pepper interpretò come il rombo di un motore pronto a rilasciare la sua potenza sulle strade congestionate di Vienna.

Una raffica di clacson seguì a breve distanza, e Pepper ringraziò di non capire il tedesco e gli insulti che erano appena piovuti addosso a Tony.

«Signor Stark, la prego di non causare danni irreparabili alla città come quella volta a Sydney, quando ha...»

«Sarò da lei in tre minuti!» annunciò lui. «E suvvia, la Archibald Fountain non era poi così bella...» borbottò, prima di riattaccare risparmiandole la diretta della sua discutibile impresa.

Pepper ripose il cellulare nella pochette nera, dopo essersi premurata di aver impostato i numeri di Happy e Rhodes sul pulsante delle chiamate rapide. Con Tony Stark nessuna precauzione era di troppo... soprattutto quando si offriva di partecipare di sua volontà ad eventi che normalmente non avrebbero suscitato minimamente il suo interesse. Come un concerto di musica classica al Teatro dell'Opera di Vienna...

Pepper passeggiava a disagio sotto il meraviglioso portico davanti all'ingresso del teatro, accompagnata dal ticchettio dei suoi tacchi e stringendosi nel cappotto lungo che celava il vestito blu elettrico. Era appena settembre, ma l'aria era già abbastanza gelida da farla rabbrividire. E stava aspettando da almeno mezz'ora, quindi l'atto di passeggiare su e giù non la aiutava soltanto a scaricare la tensione – l'alternativa sarebbe stata richiamare Tony e fargli una ramanzina, ma era troppo garbata per farlo – ma anche ad evitare l'ipotermia e trasformare una serata all'opera in una gita all'ospedale per polmonite fulminante. Si guardò intorno, ormai prossima alla rassegnazione nel vedere lo spazio antistante il teatro deserto e solo qualche pigra macchina che trafficava la strada. Sarebbe entrata da sola, se solo avesse avuto i biglietti, ma ovviamente erano nelle mani del suo principale su sua diretta insistenza.

Quando, una settimana prima, Tony le aveva regalato due biglietti della Quarta Sinfonia di Brahms per il suo compleanno, era rimasta di stucco per tre motivi. Il primo era che Tony aveva in qualche modo scoperto che Brahms era uno dei suoi compositori preferiti. Ammetteva di aver più volte fatto uso del giradischi e dell'impianto stereo di Villa Stark, ma il padrone di casa era solitamente così impegnato a martellarle i timpani con i Black Sabbath o i Rolling Stones che dubitava avesse mai potuto effettivamente accorgersene. Né tanto meno sapere quale compositore le piacesse. Voleva credere che avesse semplicemente scelto d'istinto, perché pensare alle tecnologie spionistiche sviluppate dalle Stark Industries non la metteva per nulla a suo agio.

Il secondo era che per una volta, nei sette anni in cui aveva lavorato per lui, si era effettivamente ricordato del suo compleanno il giorno stesso e non con un paio di settimane di ritardo. Quello era il tipo di evento che avrebbe fatto scattare mille campanelli d'allarme nella sua testa, se non fosse stata così entusiasta per il regalo.

Ma ciò che più l'aveva insospettita era l'insistenza con cui si era offerto di accompagnarla, nonostante fosse per lei chiaro che quel tipo di evento non si accordava minimamente col carattere e i gusti di Tony. Si era già preparata a dover discretamente piantargli un gomito nelle costole ogni cinque minuti per tenerlo sveglio fino alla fine del concerto, ma era un compito che era ben disposta a sopportare per sedere nel Teatro dell'Opera di Vienna.

Ora era decisamente convinta che Tony avesse ben altri affari da svolgere in città piuttosto che sedere per ore in un'angusta poltroncina. In effetti aveva anche insistito per arrivare a Vienna un giorno prima e aveva passato il pomeriggio e la sera a vagare nel quartiere a luci rosse per sbrigare "affari della massima importanza" dei quali Pepper era lieta di non conoscere i dettagli. E adesso, poteva scommetterci, aveva passato la serata a bazzicare il Goldenes Quartier, la zona coi negozi più costosi di Vienna; e, con l'opinabile senso del tempo che aveva, doveva essersi accorto tardi di essersi pavoneggiato troppo a lungo con addosso l'ultimo completo di Armani per arrivare puntuale.

Pepper sospirò, delusa, ma d'altronde gli imprevisti erano all'ordine del giorno, se eri l'assistente di Tony Stark.


 

§


 

Finalmente un rombo risuonò nella strada poco trafficata e Pepper vide la Bugatti blu notte di Tony svoltare l'angolo in lontananza e avvicinarsi ad una velocità sicuramente non autorizzata. Si fermò davanti al teatro con uno stridio di gomme e Pepper poté notare che aveva avuto l'accortezza di trascinare Happy con lui – anche se in quel momento l'uomo sembrava tutto meno che rispecchiare il suo soprannome, teso com'era sul sedile del passeggero.

«Bene, Happy, fatti un giro con questo gioiellino e riportalo qua tutto intero. Non scandalizzare altri Viennesi, però.» disse allegro Tony, lasciandogli il volante e balzando fuori dall'auto scavalcando la portiera invece di aprirla.

Happy le lanciò uno sguardo di compassione mentre si metteva alla guida e ripartiva con molta più flemma del precedente autista. Lei di rimando fissava furente il nuovo arrivato che, probabilmente avendo percepito la sua aura nefasta, si affrettò ad assumere un'aria a metà tra il contrito e lo spavaldo. Un tipo di espressione che per un normale essere umano sarebbe stata impossibile da sfoggiare, ma che lui padroneggiava alla perfezione.

«Signorina Potts,» esordì, avanzando a grandi falcate verso di lei «È meravigliosa come...» stava per offrirle il braccio quando Pepper lo interruppe, scandalizzata.

Era stata tentata per un momento, un solo momento, di lasciar correre il suo disastroso ritardo per precipitarsi dentro l'Opera e prendere posto.

«Cos'è quello?»

Tony alzò un sopracciglio, il braccio ancora a mezz'aria e l'aria spaesata.

«Quello,» incalzò Pepper, esasperata, additando il giubbotto da motociclista in pelle nera che indossava, con tanto di toppe rinforzate su spalle e gomiti.

«Ah, questo.» 

Tony si slacciò la giacca, rivelando, per fortuna, lo smoking e il cravattino sottostanti – e lo smoking era di Armani e nuovo, quindi l'ipotesi relativa allo shopping serale era fondata.

«Sa, in macchina fa freddo.» scrollò le spalle lui.

"Certo, se si ostina a usare decappottabili anche in inverno..."

«Le sembra l'abbigliamento adatto per...»

«Non si agiti, Pepper, lo consegno al guardaroba... e poi in proporzione costa più di questo completo! A proposito le piace?» chiese sfacciato.

Pepper lo ignorò volutamente intimandogli con gli occhi di darci un taglio con le arie ed entrare nel teatro ora. Tony dovette recepire il non tanto velato invito e le offrì di nuovo il braccio. Stavolta lei lo accettò, seppur con titubanza. Entrarono finalmente nell'edificio; il sontuoso foyer era ovviamente deserto. Dopotutto lo spettacolo era già iniziato da più di venti minuti. Pepper fece il possibile per non dare a vedere quanto si sentisse imbarazzata da quella situazione, cercando di mantenersi nelle zone in ombra della sala. Arrivare in ritardo era una cosa a cui aveva fatto l'abitudine nel corso della sua carriera lavorativa con Tony... ma arrivare tardi all'opera era tutt'altra storia. Senza contare che teoricamente quello era il suo regalo di compleanno.

Tutto era silenzioso. Probabilmente le porte erano anti-rumore e le avrebbero impedito di ascoltare ogni singola nota del concerto finché fosse rimasta lì. Ovviamente il colpevole del suddetto ritardo sembrava pdel tutto a suo agio nel consegnare l'ingombrante giacca al guardaroba ignorando gli sguardi perplessi dell'addetto, e tornò da lei con un sorriso smagliante.

«Vogliamo andare?»

«Signor Stark.» Pepper si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo perché, si ripeté, Tony non era tipo da andare per teatri e concerti e una certa ignoranza in materia era comprensibile. «Siamo all'opera. Se si arriva tardi per l'inizio, si aspetta nel foyer fino all'intervallo.»

«Non dubitavo che conoscesse alla perfezione il galateo,» commentò lui, stuzzicandola «Ma io sceglierò di ignorarlo... e di ignorare le sue proteste.»

Tony alzò lievemente la voce per evitare che replicasse. La accompagnò, o meglio, trascinò, fino alla maschera più vicina, mostrandole i biglietti. Questa li invitò a seguirla senza alcun commento, suscitando la sorpresa di Pepper. Si chiese quante mazzette Tony avesse distribuito all'Opera per spingerli ad ignorare qualsiasi suo ritardo, per quanto catastrofico potesse essere. Il giovane li scortò al piano superiore lungo le scalinate di marmo e infine alla porta del loro palchetto, con la lucida placchetta "riservato" sopra. Tony gli fece un cenno d'assenso e offrì una mancia più che generosa – che consolidò anche l'ipotesi della corruzione – per poi aprire la porta a Pepper e invitarla a entrare.

La prima cosa che notò fu il silenzio. Forse erano arrivati appena in tempo per l'intervallo. La sua perplessità fu subito sostituita dalla meraviglia per la bellezza e lo splendore del teatro, che sembrava emanare un alone dorato da quanto riccamente era decorato. I loro posti dovevano essere quelli solitamente riservati a personalità di spicco o cariche politiche, dato che la vista sul palco era perfetta, e l'acustica doveva essere altrettanto buona. Fu solo allora che guardò effettivamente le altre balconate e vide che erano vuote. Così come la platea. I suoi occhi corsero al palco. Vuoto anch'esso, se non per i leggii, un pianoforte a mezza coda e le percussioni.

Nel corso degli anni aveva imparato a fidarsi del suo istinto, che finora aveva sempre avuto ragione su tutto... o quasi. E adesso il suo istinto l'aveva spinta a voltarsi verso Tony, suggerendole inoltre di adottare un cipiglio minaccioso e uno sguardo inquisitore. Perché se c'era un uomo in grado di far sparire la London Symphony Orchestra e il suo relativo pubblico, e per giunta all'Opera di Vienna, quello era Tony Stark.

«Signor Stark...» tentennò, improvvisamente a corto di parole.

«Non mi guardi così corrucciata, signorina Potts, la fa sembrare più vecchia. È molto più bella quando sorride.» civettò lui con un'innocenza disarmante, e si avvicinò per aiutarla a togliersi il cappotto, che aveva dimenticato di consegnare prima, occupata com'era a mimetizzarsi con i muri del foyer.

Pepper ignorò platealmente le sue avances – come sempre d'altronde – ma non poté trattenere un piccolo sorriso, nonostante la situazione paradossale.

«Allora, vuole spiegarmi che succede?» chiese trepidante, una volta che si furono finalmente seduti.

«È il suo compleanno,» scrollò le spalle lui con la massima naturalezza, appoggiandosi alla balaustra intarsiata con le braccia incrociate «Mi sono preso la libertà di comprare tutti i biglietti disponibili.» Stavolta si concesse un sorrisetto soddisfatto «Non si preoccupi, il concerto verrà replicato domani, non sarei mai così crudele da privare orde di arzilli vecchietti in frac del loro compositore preferito,» e il suo tono virò nuovamente sul beffardo.

Pepper ammutolì. Era indecisa tra abbracciarlo per la gioia, redarguirlo per aver sconvolto la programmazione di uno dei teatri più importanti d'Europa o limitarsi a un silenzio stupefatto. Optò infine per un sorriso emozionato e un "grazie" un po' strozzato.
Stava per aggiungere qualcosa, ma l'ingresso del direttore e dell'orchestra sul palco catturò la sua attenzione. Sempre sorridendo estasiata lanciò uno sguardo radioso a Tony, per poi accomodarsi meglio sulla poltroncina di velluto rosso e osservare i preparativi che si stavano svolgendo pochi metri più in basso. Il la di accordatura scemò dolcemente nell'aria mentre i musicisti si preparavano ad attaccare e Pepper attendeva con trepidazione. Tony era stranamente sveglio e attento. Forse avrebbe finalmente assistito a un concerto per intero...

Il direttore alzò le braccia, scrutò i suoi orchestrali uno per uno e diede il segno d'inizio. Un accordo stridente risuonò nel teatro e Pepper sobbalzò, frastornata, mentre la musica procedeva senza alcuna esitazione verso combinazioni di note ancora più ardite.
Pepper strabuzzò gli occhi, sperando vivamente che il direttore riuscisse a rimediare a una partenza così disastrosa: di certo non assomigliava alla Quarta di Brahms... ma pochi secondi dopo riconobbe un tema decisamente familiare e decisamente fuori contesto.

La lentezza con cui si girò verso Tony era dettata unicamente dal suo tentativo di non perdere il controllo e strangolarlo lì e subito, ma non riuscì a camuffare lo sguardo omicida.

«I Pink Floyd?» riuscì infine ad articolare, mentre Tony sembrava tutto meno che sorpreso, anzi, sorrideva con aria tronfia.

«Another Brick In The Wall, per la precisione,» rispose lui con la massima tranquillità.

«Lei ha cancellato Brahms per questo?»

«Oh, andiamo, signorina Pepper, "cancellare" è una parola un po' forte. È stato semplicemente rimandato...» dovette infine accorgersi di trovarsi in pericolo di vita, perché si ritrasse leggermente da lei e alzò le mani come in segno di resa. «Lo sa che la musica classica mi concilia il sonno... avrei odiato addormentarmi proprio durante il suo regalo di compleanno, così ho ideato una soluzione che fondesse nostri interessi e l'ho portata a un concerto rock sinfonico,» disse in fretta, senza nascondere una vena di orgoglio per quella che lui, sicuramente, riteneva una prodezza degna del suo genio.

«Lei ha... corrotto un'orchestra.» riuscì infine a scandire, incredula. «E mi ha anche ingannata,» aggiunse.

Tony annuì con aria sorniona, come se non ci fosse nulla di più facile al mondo. Pepper continuava a fissarlo con una sfumatura che richiamava quella dei suoi capelli sul volto, ma a dir la verità non era così arrabbiata come dava a vedere. Anzi, era piacevolmente sorpresa che Tony avesse architettato quello stratagemma per non lasciarla come sempre da sola durante un concerto. Certo, avrebbe pagato quello scherzetto con risme, pile, montagne di documenti da firmare il giorno dopo, perché Brahms era Brahms e Roger Waters e compagnia potevano solo sperare di essergli pari, almeno dal suo punto di vista.

Però, ascoltando meglio la musica che continuava a risuonare intorno a loro, c'era decisamente poco rock e molta classica in quell'arrangiamento, quindi tutto sommato Tony stava veramente cercando di venirle incontro. Più o meno. A modo molto suo. Pepper si lasciò sfuggire una lieve risatina incredula. Tutto ciò era semplicemente troppo assurdo.

«Mi sta perdonando?» chiese allora Tony, con la presunzione di chi già sa che tutto gli sarà perdonato.

«Neanche per sogno,» ribatté lei, «ma apprezzo l'impegno.» concluse sorridendo.

Tony tornò a sogghignare spavaldo e le porse il libretto della serata, tenendo intanto il tempo tamburellando sulla balaustra.

"Sembra un bambino..." commentò Pepper tra sé, sfogliando il libretto e guardandolo di sottecchi mentre si accomodava meglio sulla poltroncina e ascoltava come mai l'aveva visto prima ascoltare un concerto.

Leggendo, Pepper dovette ammettere che i brani proposti rispecchiavano decisamente i suoi gusti. Queen, Led Zeppelin e Pink Floyd la facevano da padroni, accompagnati da molti pezzi dei Rolling Stones e dei Beatles – questi ultimi dovevano essere stati un sacrificio per lui e un vero e proprio regalo per lei. Qua e là facevano capolino Eric Clapton e gli U2.

Apprezzava che Tony si fosse tenuto sul classico, anche perché adattare gli AC/DC in forma orchestrale sarebbe stato molto difficile... Nella lista figurava comunque Iron Man dei Black Sabbath – Pepper sospirò. Ma non riuscì a trattenere la sua sorpresa quando lesse il nome del Boss in chiusura al concerto. Scoccò un'occhiata divertita a Tony, che ricambiò con un sorrisetto furbo, sentendosi probabilmente molto fiero di sé. Forse avrebbe dovuto tenere l'Mp3 fuori dalla sua portata, in futuro. Anche se doveva ammettere che finora tutto ciò le stava piacendo enormemente, soprattutto quando l'orchestra attaccò I Want It All.

Stava per chiudere il libretto quando notò qualcosa inserito tra le sue pagine. Lo tirò fuori e vide, con la vista adesso un po' annebbiata, che era un biglietto per la Quarta di Brahms: quella vera.

«Buon compleanno, Pepper.»



 


Note dell'Autrice:

"Aggiornerò tutto ciò che ho un sospeso", annunciai nella foga del mio ritorno (se, Back In Black, proprio), ma... quando mai ho mantenuto la parola e, soprattutto, rispettato i tempi che mi ero imposta? Mai. E quindi scrivo nuove robe a mio rischio e pericolo. Ma ciancio alle bande.

La cosa più bella che può capitarti ricercando informazioni per una storia è vedere che i frutti della tua mente schizzata esistono veramente. In questo caso, scoprire che la London Symphony Orchestra ha effettivamente riadattato e suonato diversi brani rock in forma orchestrale. Quindi, se il fatto che Tony riesca a prenotarsi l'Opera di Vienna può sembrare è inverosimile, almeno sappiamo che i musicisti non sono partiti da zero quando ha chiesto loro li ha pagati profumatamente per suonare la "musica del diavolo". SI PUO' FARE! *Mel Brooks rabbrividisce*
In tutto ciò, ho finito per ascoltare tutto, o quasi, il concerto di codesta splendida orchestra e non rimpiango nulla. E così non sparo stupidaggini sui brani suonati e tutto diventa più realistico. Vero? Sì, io sono maniacale coi dettagli delle mie storie. Love getting my facts straight since '96.
Eee, niente, 'sta roba qua è connessa alla mia altra One-Shot già citata nell'introduzione, Sonata N° 5, «Primavera» (o anche, "I Love Rock 'n' Roll") e ha luogo prima di essa - in un tempo non precisato, ma qua sono sette anni che lavora con Pepper e in Iron Man 1 se non sbaglio si accenna a dieci anni, quindi niente, non ce ne frega niente.

Mi scuso per l'eccesso di fluff, ma ammetto di essere fuori allenamento con Tony caro quindi spero mi perdonerete.
Edit: ringrazio di cuore Fuuma per l'inaspettata sorpresa della meravigliosa grafica che vedete lassù come banner <3
Mi eclisso.

-Light-

P.S. Già, Pepper adora Bruce Springsteen. Ho pensato che un carattere come il suo si abbinava molto al "Boss". Soprattutto perché, suvvia, è lei il boss di Tony, non viceversa.

P.P.S. Come dicevo, Tony è tanto troppo schifosamente forse OOC, considerando che tutto ciò è ambientato prima di Iron Man, ma ho cercato di far capire che fondamentalmente è ancora un po' stronzetto, e solo con Pepper - più o meno - si comporta da persona civile. Il suo carattere pre-Iron Man è difficile da rendere in situazioni "intime" come questa e a volte mi sfugge un po' di mano perché sono abituata a vederlo e descriverlo principalmente nel post-Iron Man. E in grotte afghane varie, ma quelle son elucubrazioni e sadismi miei...



 
Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, né l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie altrove, anche se creditate e anche con link all'originale su EFP, né quella a rielaborarne passaggi, concetti o trarne ispirazione in qualsivoglia modo senza mio consenso esplicito.

©_Lightning_

©Marvel
   
 
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