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Autore: oneisnone    14/09/2015    8 recensioni
Se solo Stiles avesse saputo in che razza di posto Derek viveva. Se solo avesse avuto un minimo di amor proprio avrebbe ascoltato quel ringhio basso, e se ne sarebbe andato senza fiatare. Se solo avesse saputo che razza di mostro si nascondeva nell'appartamento accanto, Stiles non ci avrebbe pensato due volte prima di darsela a gambe. Derek aveva provato a cacciarlo via, quando il branco se ne era andato e lui era rimasto, annunciando che fosse troppo stanco per guidare fino a casa. Derek l'aveva praticamente spinto a calci fuori dalla porta, ma Stiles non voleva saperne di andarsene. Ma non poteva nemmeno immaginare tutto quello.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: quando la vicina non ti fa dormire, questo è ciò che succede.
 
 

 
Quando Stiles sfidò la vicina di Derek a chi faceva più casino
 
 
 
Se solo Stiles avesse saputo in che razza di posto Derek viveva. Se solo avesse avuto un minimo di amor proprio avrebbe ascoltato quel ringhio basso, e se ne sarebbe andato senza fiatare. Se solo avesse saputo che razza di mostro si nascondeva nell'appartamento accanto, Stiles non ci avrebbe pensato due volte prima di darsela a gambe. Derek aveva provato a cacciarlo via, quando il branco se ne era andato e lui era rimasto, annunciando che fosse troppo stanco per guidare fino a casa. Derek l'aveva praticamente spinto a calci fuori dalla porta, ma Stiles non voleva saperne di andarsene. Ma non poteva nemmeno immaginare tutto quello.
Un’ora più tardi, con il cuscino premuto sul volto, Stiles per la prima volta rimpianse di non aver dato ascolto a Derek.
In fondo casa sua non era poi così lontana.
In fondo il suo letto era più comodo di quel divano sgangherato.
Perché Derek non aveva insistito? Perché non lo aveva minacciato, come ormai da abitudine?
«Oh, mio Dio!» urlò Stiles esasperato. Scattò in piedi, lasciando che la coperta gli cadesse lungo le gambe e si ammucchiasse sul pavimento.
Guardò l’ora sul display del cellullare segnare l’una e diciassette della notte. Si strofinò gli occhi con il dorso della mano e, tendendo le orecchie, ascoltò i rumori che provenivano dall’appartamento accanto. Rumori inquietanti.
Così si mosse furtivo lungo il loft, avvicinandosi al letto di Derek.
«Derek?» sussurrò, consapevole che lo avrebbe sentito comunque.
«Cosa vuoi, Stiles?» grugnì il licantropo.
«Non riesco a dormire.»
«Non vedo come questo possa essere un mio problema.»
«Ma non lo senti?!» gli tirò uno schiaffetto sul braccio. «C’è qualcosa nell’appartamento accanto.»
«Qualcuno.»
«Come?»
Derek si rassegnò all’idea che il ragazzino non l’avrebbe fatto dormire, così si mise seduto sul letto e accese la lampada sul comodino, illuminando la stanza di un dolce calore. «C’è qualcuno, non qualcosa.» Specificò.
«Ed è una cosa che succede spesso? Intendo, ogni notte sembra che stia per buttare giù la casa?»
Derek annuì, assonnato e stanco.
«E perché diamine non sei andato a buttargli giù la porta per prenderlo a calci nel culo?» esclamò, sedendosi sul letto di Derek. «Cos’è, hai la minaccia facile solo con me?» Sbuffò infastidito.
«Non mi sembrava il caso di finire un’altra volta dietro le sbarre.» Poi chiuse gli occhi, aguzzando l’udito. «Ascolta.»
«Cosa dovrei ascoltare? Un pazzo che sembra in preda alle convulsioni?»
«Ascolta.» Ordinò minaccioso, facendo brillare gli occhi di un rosso intenso. «E comunque è una donna.»
«E questo dovrebbe cambiare le cose? Vai a prenderla a calci nel culo!»
Stiles saltò in piedi, alterato. Aveva sonno, era stanco e voleva solo dormire. Voleva solo chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare nel buio, non desiderava altro. Ma no, quella stronza della vicina aveva altri piani.
Quando però vide Derek alzare le sopracciglia in quella sua classica espressione, mentre spegneva la lampada per tornarsene a dormire, Stiles perse la ragione.
«Oh no, non ti azzardare a ignorarmi. Non oggi, Derek Hale.» Riaccese velocemente la luce e, senza dire una parola, andò in cucina e, solo qualche minuto dopo, tornò con in mano un bicchiere di vetro. Lanciò uno sguardo minaccioso a Derek e, sempre in religioso silenzio, salì sul letto. Avvicinò il bicchiere alla parete e ci appoggiò l’orecchio. Chiuse gli occhi, concentrato.
«Non capisco.» Mormorò dopo qualche minuto, l’orecchio ancora appoggiato al bicchiere. «Avrei accettato tutto questo casino se stesse scopando, ma è solo un continuo di passi pesanti, oggetti trascinati e rumori incomprensibili. Ma poi perché corre? Si sta forse allenando per i mondiali? Sento qualcuno che rotola sul pavimento… dici che sia possibile? Ho paura Derek, la tua vicina è pazza. È pazza o è una serial killer e questo è il posto in cui porta le sue vittime per torturarle.»
«Sento solo un cuore che batte, Stiles.»
«Beh, almeno adesso sappiamo che un omicidio non sta per essere commesso nell’appartamento accanto.»  
«Cosa che non possiamo dire di questo appartamento.»
Oh! Il tono minaccioso di Derek.
Tornò seduto sul letto, accanto ad un Derek al limite della sopportazione.
«Inutile.» Borbottò.
«Come, scusa?» ringhiò il lupo.
«Ho detto che sei inutile!» urlò.
E lo vide chiaramente negli occhi di Derek: era nei guai, Stiles era fottutamente nei guai.
Qualcosa, però, batté violentemente contro la parete, attirando l’attenzione dei due ragazzi. E Stiles scattò, non sa come né perché, ma scattò e fu la fine del mondo.
«Eh no, brutta stronza, adesso ti faccio vedere io chi fa più casino!» Urlò. Saltò di nuovo in piedi sul letto e iniziò a battere il pugno sulla parete.
«Va bene così, stronza? Ti sembra divertente?» Continuò a battere il pugno con sempre più forza, e poi aggiunse anche l’altra mano, e poi alzò sempre di più la voce.
«Stiles-» Derek provò a chiamarlo.
«Fai silenzio!» Gli ordinò senza ammettere repliche.
«Andiamo Stiles-»
«Ho detto che devi chiudere la bocca!»
«Finiscila.» Derek lo afferrò per la vita e lo tirò giù, facendolo cadere di schiena sul letto. Gli prese i polsi fra le mani, alzandogli le braccia sopra la testa per immobilizzarlo. «Ti apro quella cazzo di gola se non la smetti di fare il pazzo.»
Stiles sibilò fra i denti: «A cuccia, lupo cattivo.»
Poi qualcosa cambiò nel suo sguardo. Qualcosa di terrificante. Stiles sorrise sornione e, semplicemente, rimase in silenzio. Così Derek lo lasciò andare, perché grazie a Dio sembrava tutto finito.
E poi eccolo, di nuovo, quel rumore dall’appartamento accanto.
Derek si voltò a guardare minaccioso verso il muro che confinava con quello della vicina, sperando di poterlo buttare giù con la sola forza dello sguardo.
«Adesso basta-» stava per alzarsi e mettere fine a quella storia, quando un rumore lo immobilizzò sul letto. Un rumore che, questa volta, proveniva dal suo appartamento.
«Derek» gemette Stiles.
Stiles. Stiles stava gemendo, seduto sul suo letto mentre lo guardava con occhi furbi.
«Cosa stai facendo?» domandò preoccupato. Perché Stiles continua a gemere in modo osceno. E Derek non aveva fatto nulla, non lo stava toccando. Non lo voleva toccare.
«Oh, Derek, sei così grande.» Stiles lanciò un’occhiata alla parete, suggerendogli di unirsi a lui.
«È una cosa stupida, Stiles. Smettila. Smettila prima che ti uccida.»
«Oh sì, Derek, proprio lì» urlò Stiles. Alzò le sopracciglia, sfidandolo.
Derek si lanciò contro il ragazzino, afferrandolo per la gola. «Finiscila.» sussurrò ad un centimetro dal suo volto. Occhi negli occhi.
«Mi piace violento.» Rise divertito.
Derek roteò gli occhi e strinse la presa sulla gola del ragazzo. «Ti sembro uno che scherza?»
«Oh, lo so che sei un duro, Derek. Ma il punto è che nemmeno io sto scherzando.» Si tolse velocemente dalla presa di Derek e scivolò via, sedendosi con la schiena contro la testiera del letto. E poi iniziò a fissare Derek dritto negli occhi, mentre tornava a gemere sempre più forte, per poi iniziare a battere il pugno contro la parete.
«Sembri appena uscito da un film porno scadente.»
«Se provassi a darmi una mano invece di borbottare insulti, sarebbe più credibile.»
Derek alzò di nuovo le sopracciglia, in quel suo modo unico. Perché Derek sarebbe stato capace di affrontare conversazioni intere con quelle sopracciglia, Stiles ne era certo.
«Oh sì, fammi tuo!» Urlò Stiles.
«Siamo finiti in un romanzo rosa da quattro soldi?»
«Ripeto: se non hai intenzione di aiutarmi, allora taci. E poi ho quasi finito.»
«Di già?» Derek lo prese in giro, le labbra tirate in un ghigno.
«Non ho mai conosciuto un vergine che la prima volta è durato più di trenta secondi.»
E poi Stiles riprese, sempre più forte. Perché, come aveva anticipato, aveva quasi finito.
«Oh, sì! Sì Derek, proprio lì. Oh mio Dio! Scopami Derek, non ti fermare. Non ti fermare!» urlò, tra un gemito e l’altro.
«Sei ridicolo.» disse in un ringhio. E non importava che lo stesse dicendo mentre provava a nascondere la crescente erezione, perché non stava accadendo. Non era vero, non si stava eccitando per quel ragazzo seduto sul suo letto. No, assolutamente.
E poi Stiles lasciò un lungo e profondo gemito, chiuse gli occhi e appoggiò la testa alla parete, mentre batteva più lentamente il pugno sul muro.
«Beh,» sospirò Stiles, «Spero che alla stronza sia piaciuto lo spettacolo.» Si alzò dal letto, si aggiustò i vestiti e poi spense la luce, tornandosene al divano.
«Buonanotte, Derek.»
E no, quella non sarebbe stata una buona notte per Derek, assolutamente.
 
 
   
 
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