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Autore: Hermit_    14/09/2015    1 recensioni
[Raccolta di Prompt sulla Percabeth partecipanti alla challenge 100AU indetta dal campmezzosangue]
#3 Sono un venditore porta-a-porta per favore compra qualcosa!
#15 Ho chiamato il numero sbagliato!
#60 Frequento il corso di yoga solo per guardare quanto è flessibile l'istruttrice!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di semidei e piccoli sprazzi di vita quotidiana...'
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...PINK MOMENTS...





Personaggi:
Annabeth, Percy.
Coppie: Percabeth (Percy/Annabeth)
Genere: Commedia ,romantico, comico.
Note: AU
Avvertimenti: /
Prompt:
#3 Sono un venditore porta-a-porta per favore compra qualcosa!




 

 

 

Annabeth sbuffò, alzò gli occhi al cielo, si passò una mano tra capelli, sospirò e battè i piedi per terra.

Quella giornata non ne voleva sapere di andare per il verso giusto. Decise che poteva classificarla tra le giornate NO della sua vita. Beh, magari più tardi... con il nervoso che aveva addosso non sarebbe nemmeno stata in grado di trovare una penna in quella maledetta casa.

Per prima cosa si era svegliata con un mal di testa allucinante, allora si era trascinata in bagno con una sola ciabatta perchè non riusciva a trovare l'altra; una volta in bagno aveva scoperto che il dentifricio era finito (cosa che provocò diverse imprecazioni) così come il latte.

Ora... Lei odiava il latte. Lo sopportava solo con il caffè. E il caffè solo con il latte. Quindi senza latte non si poteva fare nulla.

Insomma, già dalla prima mezz'ora della giornata Annabeth aveva capito che quella giornata era NO. Un NO gigante. Tra le sfortune di quel giorno c'era stato anche il suo cellulare che si era scordata di mettere a caricare, i suoi capelli che non ne volevano sapere di diventare lisci, l'omicidio di una povera piastra, e... come se non fosse bastato tutto ciò, ora c'era anche il suono del campanello che non voleva smettere di darle fastidio con il suo tintrillare indisturbato.

Insisteva, insisteva, insisteva.

Annabeth non aveva proprio voglia di aprire. Era già in ritardo e in più girava ancora con un piede scalzo e l'altro no.

Però il campanello non la voleva finire di starsene zitto e il suo suono -oh il suo suono- era fastidioso quasi quanto il mal di testa che le faceva girare la testa.

Si diresse a passo di marcia al portone e lo aprì con un gesto secco, spalancandolo del tutto.

"SI PUO SAPERE CHI-"

Oh.

Annabeth si ammutolì di colpo nel fissare gli occhi verde mare e i capelli corvini del ragazzo di fronte a lei. Era senza dubbio un bel ragazzo, ma lei ce l'aveva ancora troppo con quella stramaledettissima giornata per essere gentile.

"Scusi, l'ho per caso disturbata?"

No, mi hai solo rotto i timpani con quel cavolo di suono del citofono. Ma poi, perchè mi da del lei se abbiamo la stessa età?

"No, scusi lei, però guardi non è proprio una buona giornata. Meglio se adesso lei va via e io torno a..." Fece per chiudergli la porta in faccia ma lui si intrufolò velocemente.

"Veramente ci metto pochissimo, non sarà un problema per lei ascoltarmi pochi secondi."

Sì che è un problema invece!

Non fece in tempo a rispondergli che lui le passò dei volantini in mano. "Allora, lei tiferà per una squadra immagino."

"Veramente..."

"Ecco. Ho notato il cappellino degli Yankees e anche se non approvo perchè i Red Sox sono decisamente migliori, ognuno è libero di tifare la squadra che vuole, quindi..."

Ma sentilo...

"Il posto dove lavoro crea appunto questi gadget delle varie squadre, e io ho il compito di sponsorizzarli. Quindi se vuole vedere qualcosa che le potrebbe piacere..." Il moro lasciò di proposito la frase in sospeso, tastandosi le tasche alla ricerca di chissà quali gadget.

Non avrà nemmeno la mia età e già lavora... Forse dovrei cercare anch'io un lavoro, giusto per guadagnare qualcosina.

Interruppe le sue riflessioni la sciarpa che si ritrovò in mano, degli Yankees ovviamente. Okay che era una sua fan, ma avere una sciarpa dedicata a loro proprio non le interessava.

"No, senta.." Lo interruppe e lui le rivolse uno sguardo così supplicante che per poco Annabeth non prese il portafoglio e pagò la sciapa all'instante. Ma sapeva come erano tutti quei venditori ambulanti, sapevano sempre come convincere qualcuno a comprare qualcosa e lei non aveva proprio voglia di essere quel qualcuno.
"Mi piacerebbe molto comprare una di queste cose, ma sono proprio in ritardo, non ho tempo e sono al verde" scosse la testa sconsolata, fingendosi terribilmente dispiaciuta.

Il ragazzo inclinò appena la testa, soppesando le sue parole. "In ritardo per cosa?"

Queste domande per fingersi interessato non abboccano con me.

"Avevo programmato con dei miei amici di andare in spiaggia, ma adesso che mi ci fai pensare mi è venuta voglia di un gelato quindi mi sa che andrò proprio a prenderlo" affermò decisa con un sorrisetto sotto ai baffi, afferrando al volo la sua borsa.

"Perfetto. Significa che andremo a prendere un gelato e poi parleremo dei vari gadget e di quello che preferisci da comprare."

Cosa?

Aspetta... cosa?!

"Mi eri sembrata dispiaciuta di non poter comprare qualcosa degli Yankees, quindi tranquilla, prenderemo un gelato e poi con tutta calma guarderemo quello che ho portato."

Annabeth era senza parole.

 


 

"Ma il gelato blu? Non ce l'avete?"

Annabeth cercò di allontanarsi il più possibile da quel ragazzo per non far capire alle persone dentro la gelateria che lo conosceva. Le stava facendo fare una figuraccia senza neanche accorgersene!

"No signore, le ripeto che se vuole il gelato blu possiamo offrirle solo il gelato al gusto di puffo."

"Ah," Percy storse la bocca, non del tutto convinto. "Va bene. Prendo il puffo."

Percy. La prima volta che le aveva detto di chiamarsi così non ci aveva creduto, era un nome troppo strano. Chi chiamerebbe mai il proprio figlio Percy?

Beh, i suoi genitori evidentemente.

Il cosidetto Percy le rivolse un sorriso avvicinandosi e raggiungendola al tavolino, dove lei si era posizionata.

"Perchè volevi per forza il gelato blu?"

"Perchè io adoro il blu!"

"Anche io adoro il giallo però non vado a chiedere il gelato giallo..."

Il ragazzo alzò le spalle. "E con questo?"

"Ah ,lasciamo perdere. Forza, fà vedere questi gadget così la facciamo finita una volta per tutte."

A Percy si illuminarono improvvisamente gli occhi. "E così hai deciso di comprare qualcosa?"

"Se non ti muovi potrei cambiare idea."

"Okay okay, calma. Comunque, sai, questo gelato non è niente male" le disse mettendo sul tavolo una maglia, una tazza, una cover e la precedente sciarpa.

"Il puffo è un gusto troppo dolce. Una volta ho provato a mangiarlo ma bleh, l'ho buttato subito." Annabeth avvicinò a sè la tazza rigirandosela tra le mani. Prendersi una sciarpa o una cover degli yankees era una cosa troppo ridicola, per non parlare della maglia...

"Vorresti per caso insinuare che la crema è molto più buona del puffo? -vuoi comprare la tazza?"

"Sì e... Sì."

"Mi sento quasi in colpa a mangiare questo gelato... dici che è stato fatto con le budella dei puffi?" Percy guardò dispiaciuto il suo gelato, mentre Annabeth strabuzzava gli occhi senza parole. "Mmh... Ah, aspetta hai detto sì! Allora... viene 28 dollari."

"COSA."

"Guarda che è poco per una tazza degli yankees" si difese.

"Non ho parole... giuro che se si rompe questa tazza te la sbatto in testa."

"Come fai a sbattermela in testa se si è rotta?"

La bionda lo fulminò con gli occhi, dandogli velocemente i dollari richiesti cercando di non pensare a come avesse effetivamente buttato ben 28 dollari per una tazza che nemmeno le piaceva.

Oh aspetta... L'ho appena fatto, ci ho appena pensato. Argh.

"Dài, usciamo" disse sconsolata e lui la seguì buttando il tovagliolino del cono nel cestino, incredibilmente l'aveva finito in un nanosecondo.

Per strada, sotto il sole cocente, potevano sembrare quasi una coppia riflettè la ragazza.

"Quindi..." attaccò Percy una volta giunti di fronte a casa Chase.

"Cosa?"

Percy si grattò la testa, improvvisamente imbarazzato. "No dico... cioè.. sarebbe bello se riuscissimo insieme qualche volta.Ci siamo divertiti oggi, no?"

"Oh." Annabeth lasciò intravedere la sua sorpresa, visto che era stata colta alla sprovvista.

Non immaginava proprio loro due insieme, avevano troppe cose diverse e quasi niente in comune.

Però...

In effetti si erano divertiti, e lui era sembrato simpatico.

"Direi che si può fare."

"Perfetto." Percy si aprì in un sorriso da orecchio a orecchio, contento.

Ah, ed inoltre è carino. Sopratutto quando sorride come un bambino e gli si illuminano gli occhi verde mare e... okay. Basta.

"Quindi ehm...La prossima volta suppongo che non ci incontreremo per la vendita di stupidi gadget."

"Ehi! Non sono stupidi."

Annabeth rise scuotendo la testa, e presto Percy si unì alla sua risata, rinunciando a mantenere il broncio.

Beh forse quella giornata non era stata proprio un NO gigante.

Anzi.

Forse doveva metterla in cima alla lista delle giornate SI. Sarebbe stata decisamente una buona idea.
 

 

   
 
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